venerdì 16 maggio 2025

Solo temporaneamente

Quando martedì son andato a trovare la ex-suocera, ho preso la metropolitana e un autobus per alcune fermate.

Sono subito saliti sull'autobus tre controllori di evidente origine straniera. Mi dicono: qui controlli capillari, frequenti.

Questa cosa mi ha rincuorato: esistono posti dove il rispetto delle regole e della convivenza civile  è rinforzato da controlli e da repressione. Esattamente agli antipodi della legge della jungla (fascista, nel linguaggio degli ebeti per ebeti) che i sinistranti italici realizzano, considendo, peggio ancora, la loro apologia del pestare i controllori.

Purtroppo dalla fisica termodinamica e dalla storia sappiamo che son le mele marce a guastare quelle sane e non il viceversa: la Germania, l'Italia e l'Europa non possono sfuggire dalla realtà, possono essere eccezioni solo temporaneamente.

In questo treno regionale verso la Baviera nordoccidentale non manca il suq, però c'è, almeno, silenzio.

16 commenti:

  1. Capisco che trovare controllori che fanno il loro lavoro con rigore possa rassicurare, ma da qui a usare la Germania come simbolo assoluto di civiltà e ordine ce ne passa. Sì, per fortuna in Germania esistono ancora istituzioni forti e cittadini in larga parte civili, ma proprio per questo motivo dovrebbe far riflettere il fatto che, nonostante tutto, un partito come AfD (Alternative für Deutschland), notoriamente estrema destra xenofoba e anti-democratica, stia guadagnando terreno ovunque. In certi Länder è primo nei sondaggi, ed è talmente “ordinato” che l’intelligence tedesca l’ha messo sotto sorveglianza per derive eversive. Un bel paradosso per il Paese modello. Quindi forse, prima di contrapporre schematicamente la “giungla italiana” al “rigore tedesco”, conviene guardare più da vicino anche le falle che si aprono sotto la superficie dell’apparente ordine. Il degrado non arriva solo da chi non rispetta le regole, ma anche da chi le invoca selettivamente, a seconda di chi deve essere “corretto”.
    Gianluigi

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    1. In democrazia una comunità ha la facoltà di decidere come affrontare la immigrazione di massa, in un regime no.
      Io considero il primo scenario come punto di qualità, voi guardate al secondo.
      Siete xenofilo e vi scagliate contro i sani che non lo sono.

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  2. I controlli vanno fatti, perché è giusto che i servizi si paghino.

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    1. I proventi dei biglietti coprono solo una parte dei costi dei trasporti pubblici. Questo li rende ancora più importanti.
      Solo i coglioni sinistra(n)ti italici possono essere contro biglietti, controlli e relativa repressione.
      Per i riccastri i trasporti pubblici potrebbero pure essere inesistenti.
      Solo che i compagni, nella loro foga di essere contro/antagonisti/anti, non riescono a capirlo.
      Come al solito i loro ideologia e azioni scemi realizzano quanto di più "classista", antipopolare possibile.

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  3. Credo che si tratti di misura.
    In tutti i luoghi in cui, per i più vari motivi, il rispetto delle regole, delle leggi e degli usi di quel particolare paese viene smantellato il risultato è sempre lo stesso. Disgregazione sociale e ritorno alle dinamiche della giungla medievale. Lo stadio successivo purtroppo è una reazione feroce, ostinata e contraria a questo strano modo di concepire l'inclusività a senso unico. Grave la prima come la seconda ma il compito di un governo decente è analizzare, riflettere, prevenire per il bene della collettività. Sembra un assioma banale ma non si tratta di "regole invocate selettivamente" è l'unica soluzione per evitare guerriglia per strada. Temo ci arriveremo.

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    1. Ben tornato Minimo.
      Osservazioni sagge.
      Aggiungo che è proprio necessario, opportuno e intelligente discriminare tra indigeni, lavoratori ospiti, clandestini, criminali.
      Diversi ruoli, diverse gestioni, gradi di doveri e "diritti".
      Fumo negli occhi per ugualisti, razzisti anti-italiani, xenofili senza-se-e-senza-ma.

      Più le varie nazioni subiscono la barbarie della islamizzazione e di massa e violenta, fagocitante, più la reazione sarà forte.
      Purtroppo i progressisti con la loro intolleranza alla storia, stanno orgoglionamente balcanizzando l'Europa.
      Nel caso meno peggiore essi ignorano la storia di violenze ed efferatezze degli islamici in Europa nei secoli.

      La guerriglia è GIÀ in strada, su vari mezzi di trasporto pubblico.

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  4. certo per i mortidifame onesti contribuenti la vita è migliore da quelle parti e far rispettare le leggi consente pure un maggior introito fiscale da redistribuire ai mortidifame contribuenti. Poi per i più eversivi basta venire a farsi i soliti 15 giorni a rimini e sfogarsi fino all'anno successivo

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    1. Effettivamente, per chi si trova a lottare ogni giorno per sbarcare il lunario, far rispettare le leggi sembra solo un altro modo per far crescere il carico sulle spalle di chi già non ha molto. La redistribuzione fiscale, invece di riequilibrare, sembra spesso un paradosso, considerando che i più 'onesti' contribuenti sono quelli che vivono nelle condizioni più difficili. E per chi può permettersi di eludere il sistema, un bel '15 giorni a Rimini' diventa la solita via di fuga per ricaricare le batterie e tornare a giocare con le regole che preferiscono. Ma con la distruzione del ceto medio in Italia, quei 15 giorni sono diventati solo i weekend. La maggior parte delle persone si accontenta delle due o tre settimane di ferie, e molti dei più fortunati riescono a farle grazie alle case ereditate, quei piccoli rifugi che permettono di staccare senza dover spendere troppo. Per chi scende dal nord al sud, queste ferie diventano una tradizione che offre una breve pausa dalla fatica quotidiana. È un lusso che in pochi possono permettersi, ma è pur sempre un lusso che consente di riscoprire un angolo di tranquillità, anche se per poco tempo. Eppure, il sistema continua a premiare chi ha la possibilità di evadere, lasciando chi fatica a far quadrare i conti a lottare ancora di più.
      XL

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    2. Un amico anarchico parlava, a proposito del TAV val di Susa, di stato che usa i tuoi denari contro di te.
      Gli rispondevo :- "Sì, hai ragione, usa i miei denari per farcirmi di delinquenti stranieri."
      Si incazzava parecchio.

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  5. UnUomo.InCammino...
    vorrei chiarire che vedere la realtà, come spesso mi viene rimproverato, non può voler dire accettare un’unica narrazione, quella che descrive il presente solo come un assedio o una decadenza irreversibile.
    Lei scrive: "è proprio necessario, opportuno e intelligente discriminare tra indigeni, lavoratori ospiti, clandestini, criminali." Va bene distinguere sul piano giuridico, e nessuno contesta che un clandestino non sia nella stessa posizione di un cittadino regolare, ma da qui a giustificare trattamenti diversi in termini di dignità, diritti fondamentali e accesso alla giustizia, il passo è breve e pericoloso. Le ricordo che anche nella storia europea recente, da Vichy al Sudafrica dell’apartheid, “distinzioni necessarie” venivano fatte passare per razionali. Il risultato lo conosciamo.
    Quando afferma: "Più le nazioni subiscono la barbarie della islamizzazione di massa e violenta… più la reazione sarà forte", mi chiedo a cosa si riferisca con esattezza. L’Europa è già stata attraversata, nei secoli, da guerre religiose, violenze tra cristiani stessi (pensiamo alla Guerra dei Trent’anni) e da invasioni non islamiche, come quelle normanne, mongole, napoleoniche. L’Islam, nella storia europea, non è solo sinonimo di “barbarie”, ma anche di scambi culturali, scienza, medicina, filosofia: basti pensare alla Scuola di traduttori di Toledo o alla Sicilia di Federico II.
    Scrivere: "Fumo negli occhi per ugualisti, razzisti anti-italiani, xenofili senza-se-e-senza-ma", significa costruire uno spauracchio ideologico. Chi non la pensa come lei non è automaticamente “xenofilo” o “anti-italiano”. Anche nei secoli passati, i veri patrioti sono stati spesso quelli capaci di autocritica, non i più accesi fautori della purezza etnica. Le ricordo che l’Italia unita è nata anche grazie all’azione di stranieri (Garibaldi, Mazzini in esilio, Cattaneo che dialogava con intellettuali europei), non da chi voleva “italiani solo per sangue”.
    Infine, lei scrive: "la guerriglia è GIÀ in strada." È vero che ci sono tensioni, ma definirle “guerriglia” rischia di amplificare il clima di paura. Nella storia recente, abbiamo visto vere guerriglie urbane: l’Irlanda del Nord negli anni ’70, le Brigate Rosse in Italia, i Gilets Jaunes in Francia. Confondere l’inciviltà di certi episodi o le difficoltà di convivenza con una “guerra civile strisciante” è retorica da tempo di crisi, e rischia di diventare profezia auto-avverante.
    La realtà che io vedo, e che cerco di comprendere con tutti i suoi contrasti, è quella di un’Europa che ha già attraversato secoli di convivenze difficili, di contaminazioni, di conflitti e di rinascite. L’errore sarebbe non imparare da quella storia, ma usarla per giustificare chiusure che ci renderebbero più deboli e più soli.
    Gianluigi

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  6. I diritto fondamentali di un clandestino sono veramente pochi: penetrare senza permesso in casa di altri è un atto grave in sé. Il fatto che venga fatto in massa ne amplifica ulteriormente la gravità.
    Quindi ogni mezzo, ripeto, ogni mezzo necessario per stroncare il fenomeno è necessario, lecito, morale, doveroso. Se, come succede in ogni nazione che difende i propri confini e autorità sul propri territorio, la violenza per penetrare aumenta (volete alcuni filmati, oppure continuerete stoltamente a disprezzare fatti e statistica?) deve aumentare la reazione. Se si toglie la ipocrisia della "accoglienza obbligatoria", una contraddizione che può essere adottata come valore da dementi, si manifesta la guerra migratoria.
    Solo degli stupidi possono pensare di gestire la guerra migratoria con strumenti di tempo di pace.
    Infine bisogna parlare del pericolo numero 1: gli islamici e della storia dei rapporti tra islamici e OGNI altra diversa cultura.

    Bataclan, Atocha, Nizza, le stragi per accoltellamento compiute ad arma bianca in RU, in Germania, sulle quali le oligarchie impongono censure sistematiche, intere quartieri dove vige la sharia e fuori controllo (non entrano postini, pompieri, poliziotti etc.) sono la guerra civile interetnica già in atto, a intensità bassa o già media.
    Non venite a farmi prediche del cazzo sulle paure instillate da Salvini quando su treni e bus e stazioni devo subire la violenza quotidiana di questa teppa nordafricana, non iniziate neppure a voler giocare e sminuire il degrado e la violenza che da qualche anno subisco.
    Purtroppo i predicatori delle accoglienze sono, quasi sempre, persone che stanno più lontano possibile dagli incubi, dalle distopie che impongono ad altri.
    Uno può scrivere le più grosse puttanate politicamente corrette, non qui!

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  7. > secoli di convivenze difficili

    Ci sarebbe da ridere se non fosse un insulto a storia e intelligenza.
    Ah, la convivenza con un nido di vipera o di scorpioni nel tuo letto.
    Perché non provate un po'!?

    "Lo scopo dei corsari era quello di catturare uomini da mettere ai remi delle galere e le donne da vendere nei mercati del Nord Africa o in Turchia. Essere messo al remo delle galere significava fare una vita infernale; i rematori, 5 o 6 per banco, dovevano svolgere tutte le loro attività ai banchi, vogare per ore sotto un sole cocente uno a fianco all’altro, incatenati senza muoversi per mesi, mangiare e pieni di insetti per tutto il tempo della navigazione. Le navi catturate venivano spogliate del carico che veniva venduto. Centinaia furono gli episodi che interessarono il nostro promontorio e numerose persone furono catturate. L’episodio più cruento si verificò nel 1544 quando il corsaro-ammiraglio assaltò le nostre coste rendendo schiavi gli abitanti di Porto Ercole, Isola del Giglio, Talamone e Montiano per vendicarsi del talamonese Bartolomeo Peretti, ammiraglio della flotta pontificia, che era andato a distruggere i possessi del padre del Barbarossa nell’isola di Lesbo.
    All’avvicinarsi delle vele corsare echeggiava il grido “Mamma li turchi” per avvertire le popolazioni a fuggire. L’Argentario era diventato un “nido di corsari” e, a causa di questo, la navigazione era praticamente bloccata. Da Porto Ercole e Orbetello i contadini esitavano ad andare nelle campagne e a pascolare i greggi. L’unica possibilità di liberarsi dalla schiavitù era quella di riscattarsi ma solo chi era ricco lo poteva fare. Nella battaglia di Lepanto del 1571 i cristiani riuscirono a battere la flotta turco-barbaresca ma nonostante ciò gli assalti nei nostri mari continuarono anche se in misura minore. Agli inizi del XVII secolo fu costruita la Fortezza spagnola a Porto Santo Stefano e alla fine del secolo il paese iniziò a popolarsi. I pochi abitanti del paese scappavano in campagna quando si avvicinavano i corsari e al loro ritorno trovavano le loro misere abitazioni bruciate, reputandosi fortunati per avere salvato la pelle . Gli assalti si verificarono anche nel XIX secolo e nel 1813 si verifico la cattura di due santostefanesi Giuseppe Schiano e suo figlio Stefano che furono condotti in Barberia e riscattati dal governo francese di cui l’Argentario faceva parte. Gli assalti terminarono nel 1830 quando i francesi occuparono Algeri e le coste dell’Argentario furono cosi libere."

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    1. "Tutto ciò venne notato dalle ambasciate straniere in Valacchia e Moldavia, i cui consoli segnalarono l’atmosfera tesa nei Principati. Il console francese annotò nel 1816 che "il popolo prevede maggiori benefici da una rivoluzione che credono sia imminente"[2] mentre il console britannico aggiunse che "non c'è al mondo un popolo più oppresso da un governo dispotico e più schiacciato da obblighi e doveri monetari dei contadini di Moldavia e Valacchia”[3]. L'intera popolazione condivideva un sentimento di paura comune, della quale Ienăchiță Văcărescu scrisse "lotto contro la sfortuna...fino al collo nei tormenti...cercando di trovare una via d'uscita...ma mi sento incapace"[4]

      Di conseguenza, tutte le classi sociali rumene – con l’eccezione di una minoranza aristocratica – erano interessate a un cambiamento che avrebbe limitato l’interferenza ottomana negli affari interni della Valacchia e della Moldavia."

      A volte penso che voi apologeti della contaminazione, della convivenza cogli islamici siate così scemi che crediate di parlare con scemi al vs. livello.
      Del resto è specialità dei progressisti voler abolire la storia perché sbagliata.

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  8. Confermo certe differenze : nei Paesi in cui ho viaggiato ( sovente verso il Nord-Est europeo ), non ho trovato il merdaio che c'è a 051.
    Ad esempio, nessuno ti rompe i coglioni ogni cinque minuti per venderti qualsiasi cosa, mentre sei seduto al tavolino di un bar a goderti una bevanda.
    E nessuno ti chiede l'elemosina sistematicamente davanti a bar e supermercati.
    Ed è tutto sensibilmente più pulito. Mica perfetto, ma senz'altro un po' meglio.

    Aò.

    ===

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    1. Mai capito questa accondiscendenza diffusa per cattivo comportamenti, se non peggiori comportamenti. Una sorta di sadimasochismo per furbi che, mi pare, aumenta colla latitudine. Ora che qui abbiamo aumentato un poco la educazione minima diffusa, sono arrivati le facce da varie parti del mondo.
      Ieri sera, un maranza, nel centri di questo piccolo paese marchigiano, ha cacciato per terra un contenitore di estate (peraltro mezzo pieno) che io ho raccolto sotto il suo naso e messo nel cestino vicino.

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