venerdì 14 novembre 2008

Acqua bene comune

Tra le porcate indegne di questo governo per la plutocrazia feudale c'è la privatizzazione dell'acqua pubblica. Un ennesimo esempio di liberismo fraudolento, costi pubblici e lucro privato. Mi stanno rendendo comunista anche se non lo sono.
Tanta plin plin tanti din din? No grazie, acqua bene comune.



10 commenti:

  1. Ciao uomo, visto l'argomento faccio un "breve" intervento. Messa così come la metti tu sembra una scelta da incubo, ma dopo aver parlato con un tizio delle Acque Potabili ho scoperto che Acque Potabili è già privata, è una S.p.A., quindi nulla di nuovo.



    Qui di seguito riporto il comma dell'art. 23 bis:



    "Le disposizioni del presente articolo disciplinano l’affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche’ di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni, ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettere e) e m), della Costituzione, assicurando un adeguato livello di tutela degli utenti, secondo i principi di sussidiarietà, proporzionalità e leale cooperazione. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili."



    Il che significa aggiungere altri gestori e quindi porre fine ad un monopolio, come con la telefonia, ma si può scegliere di rimanere con il vecchio gestore se si vuole (io ho ancora Telecom per il telefono fisso e resterò con Acque Potabili). E poi ci sarà un abbassamento di prezzo e degli sprechi minori di risorse grazie all'ottimizzazione necessaria per essere concorrenziali. In ogni caso già ora a chi non può pagare non si può togliere nè acqua nè gas. Quindi non diventare comunista, non ce n'è bisogno, resta spartano :))

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  2. AntiBolscevico,

    io ritengo che uno dei mali del mondo sia quello dell'avidità e del volere lucrare il massimo possibile, nei tempi più brevi possibili, su tutto.

    Dunque, filosoficamente, eticamente e politicamente sono contrario all'economia competiviva, ad oligolpoli e monopoli.

    Sono contratio al quadrato quando si privatizzano oligopoli e monopoli o settori dell'economia in cui NON ci può essere concorrenza

    Es. non ci possono essere sette linee ferroviarie da Bergamo a Milano, quindi l'infrastruttura è un bene comune e tale deve rimanere. Sul traffico, si potrebbe analizzare cosa può succedere e cosa succede, privatizzando (vedi stato comatoso delle ferrovie nel regno unito che ora sono peggio di prima).

    L'abbassamento di prezzo è falso.

    Ci sono casi molteplici di aziende privatizzate dell'acqua che a fronte di riduzioni dei consumi hanno triplicato il costo per mc.

    Il privato deve trarre massimo profitto nel minimo termine e ciò non è bene (comune).

    L'acqua deve aumentare di prezzo perché deve essere usata con massima parsimonia ed oculatezza.

    Ancora meglio sarebbe, per non introdurre sperequazioni basate sul censo, che ogni persona abbia a disposizione una quantità. Finita quella ti arrangi, anche se sei Rockfeller e tieni sporco pure il puo panfilo da 30m.

    Sono un po' comunista, eh!?

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  3. Forse che gli anti-comunisti no usano l'acqua ?...il vero problema é la legalità dell'idea di privatizzare un bene fondamentale come l'acqua...ma per questo c'é anche chi muore di fame, già ma quelli li chiamano BARBONI, FANNULLONI, ecc. Questo é l'altra e vera faccia dei forzaitalioti e soci di merende governative.

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  4. Non sei comunista, a meno che tu non sia per il capitalismo di stato, mi sembri più su posizioni tipo "ognuno si arrangi": un po' anarcoidi, un po' mors tua vita mea, un po' fasciste tipo il più forte sopravvive :))



    Concordo col fatto che non sempre il privato sia una soluzione, ma solo perchè spesso non si tratta di vere privatizzazioni, come è successo con le FS o Trenitalia che dir si voglia.



    Il fatto è che il tempo del Bengodi è passato, e l'unico modo per razionalizzare è spesso privatizzare. Anche a me piacerebbe che lo stato funzionasse meglio, ma se entro in un ufficio pubblico e non fanno (quasi) mai quello che mi serve cosa devo pensare ? Allora è vero che bisogna ricorrere ad una dittatura per far lavorare gli italiani ?



    Siamo in crisi eppure un grande imprenditore come Ferrero (quello della Nutella) assume, e assume italiani, non cinesi. Vuol dire che modelli privati da seguire ce ne sono.

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  5. x nuovo45:

    L'acqua è patrimonio comune, come tutte le materie prime.

    L'aqua piove dal cielo, entra nelle false, non è un privato che fa si che ciò succeda, non deve essere un privato che lucra su questo.

    Il caso del Rio Fergia è sintomatico ma così è anche per le cave, ad esempio, primo anello del tumore edilizio, pagano delle tasse di concessione ridicole (tariffe ferme agli anni 70) e fanno milionate di euri (conoscon bene il problema, dove vivo c'è un finanziatore del PD che ha devastato i dintorni, cave illali comprese con tanto di denunce penali).

    Ci sono molte cose che hanno un valore assoluto e non possono essere rese merci con prezzo stabilito per lucro.



    Aggiungo che per me l'acqua deve costare molto e con tariffe spaventosamente progressive perché la realtà è, purtroppo, che la crapa del 90% delle persone ha sesbniboità ecologiva prossima allo zero e ragiona solo in termini di €



    x AntiBolcevico:

    Capitalismo di stato, cazzo, ci scampiamoci da 'sta jattura, non se se abbia fatto peggio il capitalismo liberista o quello del socialismo reale (forse il primo ma solo perché sono rimasti quasi i soli e lo hanno fatto per più tempo).

    Ognuno si ingegni, direi di sì! :)

    FS Alitalia Autostrade non possono essere privatizzate perché sono strutture per le quali non ci può essere concorrenza. Non è possibile creare 12 autostrade da MI a GE ciascuna in competizione, ciascuna affidata a 12 gestori (anche se Lunardi e coop rosinbianche cianno già $£€ al posto di occhi, al solo sentire 12 autostrade)

    Le infrastrutture (acquedotti, etc.) devono essere gestite per il bene comune.

    Renderle di stato le esponde al rischio della clientela, del malaffare di partito, delmemefreghismo, etc.

    Renderle private significa rendere il loro scopo e la loro prospettiva strategica dipendententi dallo scopo di lucro di un privato, dalle isterie del mercato, dalle speculazioni.



    Non c'è una soluzione tecnica

    C'è solo la soluzione etica cioè improntare queste attività economiche e le infrastrutture ad uno spirito etico per il bene comune che non possa prescindere dal bene delle generazioni future.



    Ci sono molte imprese condotte da imprenditori illuminati che coniugano lo spirito migliore di impresa con il giusto tornaconto. Una puntata recente di Report riportava un'azienda tessile biellese in cui l'inprenditore avevra resistito a speculazione, delocalizzazione etc. portando l'impresa all'eccellenza per il bene proprio e delle maestranze occupate. Il privato va bene, per alcune cose.

    Lungimiranza forza e costanza, anche un po' di fede, AntiBolscevico.

    Sono parole quasi tabu, oggi.

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  6. Mediobanca, in un’indagine

    recente dimostra che le due

    aziende pubbliche milanesi, Cap ed

    Mm hanno le reti migliori d’Italia e

    tariffe tra le più basse d’Europa

    Quindi in assoluto, il privato funziona peggio del pubblico.

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  7. Premane in Valsassina, in provincia

    di Lecco, è un comune di

    montagna a maggioranza leghista

    già assediato da privati in cerca di

    nuove centraline idroelettriche, e

    sul tema dell’acqua ha i nervi scoperti.

    «Nel servizio idrico solo la gestione

    pubblica può garantire

    equità all’utente» sottolinea con

    forza Pietro Caverio, che ha firmato

    la protesta dei 144 Comuni



    Situazioni paradossali

    si moltiplicano. Sentite cos’è

    accaduto a Firenze. Il Comune

    ha accettato di fare una campagna

    per il risparmio idrico e un anno dopo,

    di fronte a una diminuzione dei

    consumi, ecco che la “Publiacqua”

    manda agli utenti una lettera dove

    spiega che, causa della diminuita

    erogazione, si vede costretta ad alzare

    le tariffe per far quadrare i conti.

    Ovvio: il privato lo premia lo spreco,

    non il risparmio
    . L’unica cosa

    certa sono i rincari: ad Aprilia in Lazio

    sono scattati aumenti del trecento

    per cento e un conseguente

    sciopero delle bollette che dura tuttora

    contro la società “Acqualatina”.

    Stessa cosa a Leonforte, provincia

    di Enna, paese di pensionati

    in bolletta.

    A Nola e Portici, nel retroterra napoletano,

    la società “Gori” ha quasi

    azzerato la pressione in alcuni condomini

    insolventi, senza avvertire il

    sindaco; e lavoratori della ditta hanno

    impedito ai partigiani dell’acqua

    pubblica di tenere la loro assemblea.

    A Frosinone gli aumenti sono

    stati tali che il Comitato di vigilanza

    è dovuto intervenire e alzare la voce

    per ottenere la documentazione nei

    tempi previsti. Più o meno lo stesso

    a La Spezia, che ha le bollette più care

    d’Italia. Per non parlare di Arezzo,

    dove la privatizzazione si sta rivelando

    un fallimento.

    L’Acquedotto pugliese, dopo la

    privatizzazione, si è indebitato con

    banche estere finite nelle tempeste

    finanziarie globali. A Pescara, da

    quando è scattato il regime di S.p.a.,

    s’è scoperto un grave inquinamento

    industriale della falda e la magistratura

    ha fatto chiudere l’impianto.

    A Ferrara il regime di privatizzazione

    è coinciso col trasferimento a

    Bologna del laboratorio di analisi,

    con conseguente allentamento dei

    controlli in una delle zone più a rischio

    d’Italia, causa la falda avvelenata

    del Po. Ma se già ora la situazione

    è così grave, ci si chiede, cosa

    accadrà col “23 bis”?



    La Repubblica, 14 novembre 2008

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  8. Ogni tanto si scopre una nuova porcata fatta passare sotto banco.... mah :-((

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  9. In fatto di liberalizzazioni e di privatismo anche dell'aria, questo governo è ideologicamente peggio ci quello di Prodi.

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  10. Concordo al 100%, pure su quest'ultima frase di commento...

    :-DDD



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