La solitudine e il filo sottile di malinconia che insieme alla spensieratezza essa porta seco mi fanno riflettere. Con _ana, una mia amica sposata con la quale ci furono momenti teneri e di forte intesa a pochi centimetri dal groviglio xx-xy scherzavo, oggi allo spacchettamento del gas, sulle cricche del tango, un gruppo di singol* egoist* (se con intelligenza è una grande virtù), rigid*, intolleranti, liber*, liquid*, molto gelos* della propria area vitale (Lebensraum), fragili e con cicatrici.
Leggevo quanto successo a Francesco. Così solitudine e osservazione di questo mondo assai complicato dell'amore un po' mi cacomollizzano. Oggi _zzz mi ha mandato questo sotto e lo voglio condividere. Non c'è nulla di meglio del cinismo del riportare alla realtà che suggella la fine di questa strana ossessione con una rasatura mancata per renderlo ancora più divino e divinatorio 'sto amore.
L'idea che mi son fatta negli anni, e ne ho visti di amori finire, è che per farli durare bisognerebbe vivere separati. Però poi con i figli non sarebbe giusto quindi...non so alla fine rimane solo e comunque amarezza e fallimento.
RispondiEliminap.s. ho letto alcuni post precedenti sul tango, ho un fratello che balla da circa 5 anni, mi hai aiutato a capire un po' di più questo che per me è un mistero.
Vagabonda, benvenuta!
RispondiEliminaLa regola d'oro è che in amore non esistono regole.
E ciò è l'arcano, la chiave di volta, la magia dell'eros. Grazie a dio!!
I greci avevano capito tutto e nella loro mitologia Eros era figlio di Chaos e di Afrodite.
Nella mia ultima storia (un amore grande, il diario è ancora consultabile) finita a maggio 2011 non convivevamo. Ma ciò non fu affatto sufficiente.
Ritengo che amore e figli siano (sono!) dimensioni indipendenti. Puoi amare una persona senza farci figli, puoi fare figli con una persona senza amarla. Nel passato il matrimonio è quasi sempre stato sinergico, un atto di conservazione fisica e nelle classi superiori di mantenimento combinato del patrimonio. Ora si cerca di mettere insieme i due piani ma non è semplice e la componente caotica si diverte impertinentemente sempre a tirarci scherzi assai birboni.
Seconda la mia eperienza e pensiero, la famiglia chiusa monogamica è patologizzante, figli compresi. Nella storia dell'umanità non siamo mai stati così divisi, isolati e atomizzati e la famiglia atomica chiusa esclusiva monogamica è 'na sorta di galera. Penso che l'ideale sarebbe che i figli crescessero in comunità blande (coresidenze elettive) in presenza di più adulti di formazione e cultura diversa. Per alcune famiglie aperte questo sta succedendo (UnBambino vive in parte una realtà simile).
Figli e amore. Dimensioni ortogonali.
Il tango è amori di tre minuti, erotismo estremo eccetto che per il livello genitale.
RispondiEliminaL'amore è un mistero. Il tango che è una sua forma breve, coreutica, è un mistero più piccolo.
Puoi iniziare a intrrodurti nel mistero (visto che comunque mistero rimarrà) solo vivendolo. Tu devi diventare il tango.
Poi rimarrà comunque un mistero.
:)
Oddio mi hai fatto troppo ridere...'na sorta di galera! In effetti, lo deve essere stata anche per mio fratello visto che si è buttato a pesce nel tango, anzi come dici tu è diventato tango, ovunque gli telefoni, in auto, in ufficio, sempre tango ascolta. Per i figli però ho un'idea diversa dalla tua, penso che la famiglia sia una necessità profonda e basilare, ne sono convinta.
RispondiEliminaFratello solo tango: solo tango non va bene, le monoculture non vanno MAI bene.
RispondiEliminaIn questi giorni ho ripreso la musica di Ferretti e relativi gruppi. Ah che bel suonare.
Per i figli la famiglia sia una necessità profonda e basilare.
La famiglia... quale? Per secoli la maggior parte dei bambini sono cresciuti in clan (famiglie che se pur patriarcali di fatto erano allargate aperte e molteplici). Non andava bene allora? Meglio la famiglia monogamica chiusa? E se uno o entrambi i genitori hanno tare, cosa succede ai figli? Va bene avere imprinting praticamente eslcusivamente da uno o due adulti solamente?
Non l'avevo vista questa risposta...però se la mettiamo così è un caos, un modello deve pure esistere, non si può vivere senza, o meglio penso che non si possa crescere senza modelli.
RispondiEliminaC'è un assioma della comunicazione che dice che anche non comunicare è una comunicazione (e spesso assai importante!).
RispondiEliminaNon si può non avere un modello, neppure dal punto di vista pedagogico.
Il modello che centinaia di migliaia di generazioni hanno avuto è un modello nel quale i piccoli avevano un GRUPPO di adulti di riferimento e non solo ed esclusivamente due persone. Negli ultimi secoli (a parte gli ultimi 5 o 6 decenni) possiamo dire che nel clan, nella famiglia patriarcale, piccole comunità rurali, ogni piccolo quotidianamente passava molto tempo e molte azioni e attività importanti (e ciò forma un piccolo, non son certo le nozioni libresche) con più adulti.
Il caos (che in scienza si chiama diversità e biodiversità) è banefico, la monocultura è fondamentalmente mortifera.
Peraltro, nella mitologia greca, Chaos in quanto padre di Eros, è proprio parte creativa, genmeratrice di vita.
Allora torniamo alla famiglia patriarcale tutti insieme così ci scanniamo allegramente tra parenti, non penso si possa tornare più indietro, giusto se ci fosse una catastrofe nucleare o una crisi economica così grave da doversi raggruppare di nuovo.
RispondiEliminaTra la famiglia mononucleare esclusiva monogamicamente e pure per quasi tutto il resto e la famiglia patriarcale esistono molti toni di girgio in mezzo.
RispondiEliminaPeraltro non esiste solo la famiglia patriarcale come istituzione per la cura e la crescita dei figli.
Per quanto mi riguarda, ritengo molto positivo pure la famiglia allargate nella quale vive mio figlio.
Poi ci sono le comuni a vario livello, ci sono le coabitazioni, le coresidenze elettive e molto altro ancora.
Ecco, evitare la monocultura patologizzante della famiglia nucleare esclusiva che, spesso al suo interno, è ulteriormente divisa e frammentata.