venerdì 18 luglio 2014

Paradiso artificiale solipsistico

Non conosco il tango e non mi sono dedicata al ballo in genere per cui posso solo intuire l'ebbrezza di ciò che descrivi. E lo descrivi benissimo. E capisco, sento, molto eros nelle tue parole. Dopo avere provato tanta trepidazione, esplosività, ecc. il sesso diviene scontato e inutile. Forse è più che altro difficile. Quello che descrivi rappresenta un livello che probabilmente resta soggettivo: credo che il corpo dell'altro sia erotizzato in modo solipsistico. So bene che _ina e _ona stanno lì tra le tue braccia e si muovono all'unisono con te, il loro cuore batte, la manina si scalda, ecc, ma questo non è un essere avanti rispetto al sesso. La situazione che descrivi resta un arretramento, perché è indietro rispetto al dubbio che una relazione fisica e psicologica (lasciando stare l'affettività) porta con sé.
Descrivi un quadretto tracimante eros, ma di assoluto dominio. Rispetto al sesso genitale l'appagamento non viene mai negato, quello che l'altro porta di sé è simbolico, nella piena aderenza alla nostra fantasia.
E' difficile rinunciare a godere in modo assoluto, fuori dalla sofferenza e dalle nevrosi. Non sto giudicando, sto dicendo che questa realtà ci appartiene pienamente, e che il corpo dell'altro vissuto in modo fantasmatico (v.amori virtuali) o comunque solipsistico e parziale è una deriva da paradiso artificiale, o come dici, diviene dipendenza, meno pericolosa sicuramente di una sexual addiction.




Alcuni dialoghi interiori che ho osservato.

Ho voglia di quelle belle che piacciono a me. Non posso avere tante e cambiarle spesso. Non sono ricco, non ho potere. Il mio ego però le vuole, forse la mia biologia, l'etologia di specie, dio, l'ego o tutto quel cazzo che vuoi. Ma vorrebbe le tipe che mi piacciono come piace a me come piacerebbero a me. Come? Attraverso il potere e la sua fascinazione. Un piccolo potere ce l'ho con te, tango mio. Per alcuni minuti sono mie, stanno bene, sono felici, l'ego si gonfia, sono io che le faccio felici, che sono il superfigo. Come dice Francesco, sono troppo pieno di me per accettare l'idea che non possa non essere così. Ma fuori dalla milonga NON è così. Non è il mio dominio, comandano loro, non è quel paradiso artificiale, poi mi mettono sotto.

Fuori dalla milonga la relazione è anche sangue e merda. L'eros è una persona, una donna, io non ho voglia di quella realtà, voglio solo luci, non le ombre. Che palla pazzesca... Tutte quelle robe... io che voglio questo, lei che non lo vuole, lei che vuole quello che io detesto. Meglio niente che piuttosto. Posso riprendere il mio gioco tutte le volte che voglio. Così sono e rimango libero.

Quella ci starebbe pure... Ma non è che mi entusiasmi. E se finissimo insieme?
Poi mi piace pure, allora iniziano 'sti cazzi di sentimenti, iniziamo a legarci. E ricasco nelle mie debolezze, nello schema accetto compromessi che non mi piacciono, lo faccio per investire ma se metto molto fuori, perdo dentro, vado ancora in agency. Col tempo l'acqua diventa calda e mi ci ritrovo, ranocchio, a lessarmi dentro. No grazie.

Non ci provo. Alla fine non ci provo granché. Perché io dovrei chiedere e  io detesto chiedere più di ogni cosa. Anche perché non mi piacciono i no. Non mi piacciono proprio.



15 commenti:

  1. Stavolta sono io a chiederti se posso copiare il tuo scritto nel mio blog...

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  2. Ogni tanto mi sovvengono altri pensieri.
    Ad esempio, al tuo scritto, ma anche in precedenza, una reazione fu qualcosa tipo

    Mbeh, ma chi l'ha detto che bisogna stare in coppia o che bisogna avere una compagna o una tipa o una trombamica!? Se uno sta bene da solo che cazzo di bisogno c'è?

    Considera che sto enumerando alcuni pensieri, non riporto poi le riflessioni che scaturirono da essi.

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  3. Un paio di giorni fa leggevo un brano scritto da una persona a cui sono stata vicino qualche tempo fa. Si occupa di arte, musica ad alti livelli (la sua passione più grande insieme alle donne), adesso anche fotografia e lo fa in maniera molto appassionata che moltiplica le sue energie fino a fargli percorrere chilometri a piedi per scattare foto... Per qualche ragione sotterranea il tuo scritto si è sovrapposto a quello, entrambi mi hanno movimentato un sentire tenero. Scorgo qualcosa di drammatico nella dolcezza che ha il lasciarsi andare all'arte. Come se la vita divenisse ubbidiente e ti risparmiasse nei confini di un empireo estetico. L'ebbrezza che ne deriva è quella dell'assoluto, e l'assoluto non fa parte della realtà con la sua relatività. Forse sono voli destinati a schiantarsi a terra. Forse a un certo punto bisogna riabituarsi a patire l'ambiente. Forse inebriarsi di arte è un deprivarsi di difese.
    Sono solo discorsi i miei, Uomo. Prendili così.

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  4. Io non riesco a volare così in alto come voi novelli gabbiani Jonathan Livingstone, ma dal mio livello di volo radente al suolo, mi sembra che la fase "egoistica", che ogni essere umano dovrebbe mantenere per stare bene anche in un rapporto di coppia in cui obbligatoriamente ognuno dei componenti rinuncia ad un po' di se stesso, sia nel tuo caso, caro amico mio, portata allo zenith, verso l'infinito e oltre. È pur sempre vero che la _ica la tua mano amica non ti tradisce mai! Però in questo caso attento a non rompere troppa legna che se no vengono i calli a _ica la mano amica ed allora il bucefalo ne soffre ;-) Baci e abbracci orsone

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  5. eh cazzo voi due, ma il bello delle ombre è che doppio si intravedono le luci, per la miseria !

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  6. Forse inconsciamente ciascuno cerca la sua personalissima forma di compensazione sublimata alle invitabili frustrazioni e complessità dei rapporti umani.

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  7. x eSSe:
    Quando ci fu la rottura con la madre di mio figlio ed io ci stetti parecchio male, fu un rito iniziatico alla vita adulta, da bamboccione casalavorofamiglia a uomo, fu la prima volta che capii il valore consolatorio della cultura, il lenimento e il nutrimento per l'anima ammalata della cultura. Il rischio e' quello di entrare nel cinematografo "Empireo Estetico" magari di fare anche l'attore, il protagonista, scenografo, regista, etc. e poi.. di non uscirne piu'.
    Forse sono voli destinati a schiantarsi a terra. Del resto IL Volo Altissimo che si schianta a terra e' quello dell'innamoramento che non matura in amore. O son voli che - peggio? - rimangono satellitari, geostazionari, non torni piu' nella realta', rimani imperituramente in orbita, condannato all'esilio dall'ambiente, dalla relazione, per non essere in grado di sopportarla.

    Ti sono grato per i tuoi discorsi. E' un'analisi propfonda e completa. Che prosegue a casa tua.
    Grazie eSSe.

    x baffobp bp:
    L'egoismo poi che diventa ricerca de La Autonomia, La Indipendenza, e', sotto sotto, debolezza. Nelle mediazioni e negoziazioni che una relazione comporta, il fatto di non aver voglia, di temere la fatica dell'imporsi: bene, a questo punto stop,. qui finisci tu e inizio io. E' un atteggiamento compromissorio in cui essere malleabile, accondiscendente poi ha un costo interno molto alto di compromessi su TUOI ideali, voglie, capricci, valori, credenze, idee che... piano piano cedono.
    E' un egoismo di non saper... tirar fuori le palle o di non aver la forza e costanza di tirar fuori le palle ed essere li', posso cedere oggi ma avanzare domani, come deve essere in una coppia equilibrata, in cui, per fondersi, due persone devono mantenere la propria alterita'.
    Ecco, come scrivi, forse incapacita' di investimento empatico, oggi cedo io, domani cedi tu, forse riusciremo dopodomani a stare meglio io e tu.
    _ica la mano amica... ahahahah
    Ti lovo uin po', Baffus.

    x Francesco:
    Voiduechi? Oh, eh, giusto che mi ricordi la natura duale dell'ombra-luce. Cose che io ripeto sempre e che... non riesco poi a ripetere efficacemente a me.

    x Spirito Libero:
    Lo zio Osho osserva che la relazione e la relazione erotica in particolare che e' la relazione iperbolica, sono di gran lunga, straordinariamente il koan piu' difficile.
    Dopo qualche esperienza, se sei consapevole anche solo in parte della complessita' (del mondo) inizia a temerla, non ne vuoi piu'. Non e' certo escluso anche una spinta ormonale, biologica inferiore. E, come sempre, anche l'eros, come tutte le passioni, si rinforza se lo pratichi, se diventa la vita, se ti immergi in esso, si atrofizza, si secca se lo lasci perdere.
    L'analisi di eSSe poi... non la senti anche analisi della tua situazione attuale di vita? Non so se ella ti legga ma quel riferimento cosi' preciso... Del resto ce lo siamo detti, nel nostro scambio di commenti e opinioni, che siamo "fuori", stiamo cercando,entrambi dio andare in orbita per ... fuggire dall'ambiente dice eSSe.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Pensa che c'è chi è convinto che per essere Uomo si debba accedere all'etichetta socialmente accettata "casalavorofamiglia". Molte personalità che sarebbero eccellenti si cristallizzano così, per la paura della propria unicità e il conseguente bisogno di adeguarsi alla massa. Sentirsi 'normali, come tutti gli altri', una frase che mi ha fatto andare fuori di testa, che ha fatto da refrain durante l'involuzione di un rapporto giudicato troppo 'non convenzionale'.
      Talora i percorsi risultano irregolari e c'è da girare un po' intorno prima di ritrovare una buona intesa con l'ambiente 'reale', impervio e in movimento (l'Empireo, come saprai, era immobile, secondo la teoria aristotelica). L'unica scelta da fare è quella di ubbidire alla propria indole. Il resto verrà. Non dirmi grazie, è un piacere trovare stimoli.

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  8. Che dire Uomo...stiamo facendo un percorso, giusto o sbagliato o compensativo che sia...l`importante è che ci siamo mossi in una direzione. La staticità uccide. Io non so dove mi porterà tutto ciò... di sicuro mi avrà aiutata a cambiare. Spero im meglio...

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    1. Ho una parziale risposta. Ho trovato una citazione su un libro che fa al caso. La mettero' in un prossimo post.

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  9. E' esattamente come dicevo qualche tempo fa: sei un adolescente. Questo volere l'impossibile, questo nascondersi dietro a "eh, ma tanto sto bene da solo", queste passioni monotematiche che assorbono ogni energia, questo volere ciò che non puoi avere ma snobbare vigliaccamente quello che potresti, questo sublimare in visioni ipotetiche e inesistenti...
    Lo fanno gli adolescenti.
    Arriva il tempo di crescere, e se non si cresce, meglio per chi sta intorno evitare la frequentazione con chi gioca a Peter Pan. Specie se il Peter Pan di turno ama fare citazioni metafisiche.

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  10. x eSSe:
    C'è anche chi è convinto che per essere Uomo debba fggire a gambe levate accedere dal socialmente accettato "casalavorofamiglia". Due estremi cosi' oppositi da avere esiti simili.

    x Spirito Libero:
    Dove portera'?
    La vita non e' la meta, il fine, la vita e' il viagigo.

    x Alahambra:
    I toni sono ruvidi ma... non posso darti tutti i torti.
    In genere, pero', la sindrome del Peter Pan e' associata a persone che hanno una vita erotica molto promiscua, che saltano ogni possibile impegno interrompendo subito le relazioni.
    Ahaha, io sono ancora oltre, allora. :)

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  11. A proposito:
    A-Woman, _ara la ferrarese e _ina l'aretina sono tre donne sportive.
    Tre fisichesse della madonna. Questo mi alletta molto per la carnazza-mente che sprizzano energia e sodità? sodezza? :)
    _ara e _ina hanno pure un che di ... "maschiaccia" come diceva _ina venerdì sera scorso. Io la trovo molto femmina e femminile in un fisico se non di acciaio di gomma Pirelli. Esplosivo.
    Però quel maschiaccia... Un po' come l'orsaggine di Auò.
    A me le smancerie, le moine, le dolciumità m'ammosciano, a me_mi smontano la libido, l'ingrifo.
    A proposito di considerazioni che mi girano in testa sul femminile e sulle donne.

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