Le ferie più lunghe hanno coinciso con l'estate con il minor numero di giorni di riposo (se tolgo i sabato e le domenica dei fine settimana sono cinque, in tutto).
Sento un po' il peso del mancato riposo, del tempo dedicato ai lavori di casa, così bella finalmente.
Avevamo visto un portafogli a terra nei pressi di un'auto e lo abbiamo portato alla signora seduta, tra le candele, i rosai e gli agrumi nel giardino a pochi metri. Ella era stupita del nostro atto e ci ha invitato nella sua magione, la vecchia canonica, ora di sua proprietà, elegantissima e restaurata finemente. Ci ha raccontato di lei. Tutto in quel cantone cantava la bellezza ed ella lo aveva recuperato, salvato.
C'è qualcosa che trascende, un Disegno di asprezza e soavità, di natura e cultura, di fare sacro e bellezza pagana che travalica le mie resistenze agnostiche, alimentano la mia brama di restaurazione.
E tutto questo nel silenzio, lassù, alla pieve del Praecursori Christi, di lande desolate, spopolate, castelli e pievi, del confine tra Esarcato Ravennate e feudi e ducati longobardi.
Questi secoli di bellezza salmodiano parole indicibili, richiamano solitudini ascetiche, mi lasciano attonito.
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