domenica 23 luglio 2023

La reunione

Giovanni e Maria, Simone e Maria.
Sono i miei bisnonni materni, Giovanni e Maria babbo e mamma di nonna materna Angela, Simone e Maria,  babbo e mamma di nonno materno Alessandro.

Ora dovrei lavorare un po' sull'algebra parentale per esprimere, sempre che sia possibile, la topologia con Glenda, bis ter pro cis arci cugina che dall'Ohio è risalita alle radici, per organizzare la reunione,

Oggi così, con Rosa Canina - così felice di averla al mio fianco! - sono stato avviluppato dal ricostruire relazioni, transitive, risalendo da rami e ramoscelli al tronco e poi, indietro, nel tempo, verso la base, poi alle prime radici.

Così ho ascoltato le testimonianze del fare sacro, il sacrificio di gente operosa, intraprendente, sveglia. Noi non saremmo capaci di superare tutte le traversie che essi affrontarono.
Sono rimasto costernato e poi pensieroso, meditativo su queste vite asperrime delle quali siamo i frutti. Forse solo un breve affacciarsi sulla ruota, enorme, della vita-morte, della quale siamo solo un attimo.

Angela e Alessandro

8 commenti:

  1. Proprio oggi ho avuto una conversazione con mio padre (quasi novantenne) che mi ha raccontato diverse delle vicissitudini che gli furono raccontate a sua volta da mio nonno (suo padre). Ebbene, la "nuova" versione di me stesso, quella iper-scettica e votata alla verifica minuziosa della veridicità, è giunta alla conclusione che parte di quei racconti sono costituiti da sonore BALLE. Quale sia l'origine di quelle frottole (se a inventarle sia stato mio nonno o mio papà) non posso affermarlo, ma la loro veridicità è alquanto sospetta, perché stride con le condizioni imposte dal mondo reale - o mio nonno era una specie di Batman in versione lombarda, o aveva la lingua alquanto lunga e una fervida immaginazione.

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    1. Mi rattrista molto tutto questo: la narrazione (termine politicamente corretto che sta per "raccontare balle") inquina pure i rapporti di affetto più intimi.
      Devi essere doloroso: non puoi fidarti neppure degli affetti!

      Personalmente vidi (era ancora piccolo, diciamo negli anni Settanta) e pure partecipai di persona a sacrifici che ora non possiamo neppure immaginare.
      Il propellente era avete qualcosa nel piatto la sera, poter scaldarsi, avere qualcosa per il dentista quando serviva, poi mandare i figli alle superiori.
      Quindi sono testimone in prima persona: ritengo ragionevolmente affidabili gran parte dei racconti ascoltati ieri.
      Ho conosciuto mia nonna Angela e alcuni zii e so quanto si spaccarono schiena mani, gambe per tirare avanti la baracca (con troppi figlioli a carico).

      Buondì, messer Pigiatasti.
      UUiC

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    2. Quando ti viene raccontato di un ragazzo men che sedicenne che va in Argentina, che nel giro di tre anni mette in piedi un'azienda agricola con tot dipendenti (in quantità mai precisato, peraltro), che abbandona tutto alla chetichella senza curarsi di recuperare almeno un minimo del frutto del lavoro svolto per arruolarsi nell'esercito e "difendere la patria" come volontario nella I GM, che nel giro di poche settimane fa un'inversione a "U" e diserta dall'esercito stesso rientrando a casa per sostenere i parenti, che si sposa, che scansa non si sa come le conseguenze penali della diserzione nonostante il matrimonio (atto pubblico, quindi non si può neppure pensando che stesse vivendo nascosto, in clandestinità)... il tutto ancor prima di compiere i vent'anni...

      Ora, non voglio denigrare nessuno, ma pretendere che io a sessant'anni mi beva una saga del genere senza battere ciglio... be', questo è mancanza di rispetto. E ho tralasciato un sacco di particolari che acquiscono la sensazione di essere di fronte a un parto della fantasia.

      Ad altre vicende che mi sono state raccontate, per quanto pure quelle piuttosto rocambolesche, posso arrivare a concedere il beneficio della fiducia, ma ci sono dei limiti.

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    3. Ma come rispondono alle vostre precise osservazioni? Codesta narrazione non sta in piedi neppure con le stampelle.

      Dai miei ho avuto testimonianze di emigrazione assai dure, con lavori duri, per decenni.
      A volte estremamente amare, con paesani alla miseria (sovrappopolazione di montagna) emigrati in Cile dove i promessi "ubertosi terreni" erano lande aride sub-desertiche senza acqua, senza casa, il nulla: peggio di dove erano partiti.
      Tant'è che alcuni tornarono, come mio nonno Alessandro qui sopra (dagli SUA occidentali, perse i risparmi di anni di lavoro per un furfante compaesano di cui egli si fidò per farli arrivare a casa, classica stretta di mano invece di lettera di credito/debito o atti simili).

      Non sempre ma neppure mai.

      Insomma molto lontani da racconti di inesistenti Eldorado.

      UUiC

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    4. Come vuoi che rispondano? Primo, dimostrandosi offesi per l'incredulità a fronte di una loro testimonianza (peraltro di seconda mano). Secondo, insinuando tramite vari livelli di sottintesi che le generazioni successive alla loro (ovviamente solo quelle) sono costituite da smidollati viziati incapaci di cavarsela anche nelle situazioni più semplici e per di più presuntuosi e irrispettosi.

      Mi auguro di non cadere mai in atteggiamenti analoghi con l'ulteriore passare degli anni.

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    5. Insomma, contribuisce anche ciò che tutti noi conosciamo da bambini con quel gioco che aveva nome "telefono senza fili".
      Le generazioni precedenti furono sì gran lavoratrici ma anche furbe, crearono la parte maggioritaria dell'enorme debito attuale.
      Andavano in bottega e invece di tirare fuori dalla propria scarsella, ogni volta dicevano, a Emma :- "Segna, segna che pagherà mio nipote!".
      Certamente meno viziati e (quindi) più furbi (veramente non mi capacito come molte persone intendano in modo positivo quest'aggettivazione).
      UUiC

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  2. Risposte
    1. Interessante, Sara. Grazie.
      Ho fatto tre prove, con due nonni paterni e Angela qui sopra non ottenendo alcun risultato.
      Il portale risponde che molti registri non sono stati ancora indicizzati (oppure riversati ovvero digitalizzati, penso io).
      UUiC

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