domenica 10 febbraio 2019

Sulle sue ali

Stavo uscendo, dopo sette ore di Pensalo Bien, diciassetteetrenta zerozeroetrenta.
Che meraviglia, tornare nella braccia del tango. Io lo dico, alle poetesse del corpo, che le amo per tre minuti e poi, via, arrivederci.
Poesie di amori tre minuti. Erano due settimane che non ero con Esso, con loro. Una sbronza di gioia tanghera.
Ero stato colpito da un sorriso, frangetta e  tutù bianco, all'ingresso, a ricevere i miei 30€ di obolo, darmi qualche indicazione che nei fiotti di adrenalina che giravano erano andati perse, come rimane una folata di brezza. Ecco, una sorta di sosia dell'ammasso armonico di contrasti.
Mi ero chiesto, studiando il luogo di arrivo, se quello fosse proprio quel locale che frequentai a Milano, in viale Umbria, ai tempi della house calda, percussiva e ammaliante.
Una tanghera mi dice :- Noi andiamo ora, ci spostiamo al Killer.
Plastic O Killer.
Utopia, no!? Considerato lo squallore infinito del tritame di plastica e rifiuti osservati per km e km sulla Paullese, in ciò che era la fertile e ridente campagna lombarda, ammasso di infrastrutture plastica cemento catrame rifiuti, ci vorrebbe proprio il killer della plastica.

E' la danza che ci porta, per lustri, sulle sue ali.


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