martedì 26 novembre 2019

Il protoarcheofurbofono e quello nuovo figaccione

Domenica 17 mio fratello mi ha regalato ... un furbofono nuovo di trinca. Il mio ha un'ottina d'anni, preso di seconda mano da un ex collega penso sei anni fa. All'inizio lo usavo solo quando ero in vacanza e non avevo accesso alla rete, poi con la morte del vecchio Nokia, divenne "il telefono". Pare che mia madre (e non solo) si lamenti che esso sia... debole di voce ovvero non mi sentono bene (intuisco sia stata ella a indirizzare mio fratello verso questo regalo).
Mi mette un po' in crisi 'sto regalo perché io non avevo alcuna intenzione di cambiare il protoarcheofurbofono attuale che (audio voce per gli interlocutori a parte) funziona ancora bene, un po' lento ma va ancora ben, non ho installato nulla su di esso, ora alcune minchiate tipo il voitubo non funziano più perché non ho installato (volutamente) questo e quello del grande fratello Google.
Mia cognata mi punzecchiava :- Ora potrai installare Whatsapp e potremo scriverci. Le ho risposto che non ho minima intenzione di installare una qualsivoglia applicazione di messaggeria: esistono e sono ampiamente sufficienti i brevi messaggi di testo e, per messaggi più corposi, la posta (elettronica è ormai pleonastico). A volte mi dicono :- Ah, ma io devo pagare [xy centesimi] per messaggiarti. Al ché io rispondo :- Ottimo, così se non è una cosa importante puoi evitare di scrivermi.

9 commenti:

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    1. Non e' questone di abitudine: io mi faccio dei crucci a "cambiare" un oggetto che e' ancora in discreto stato funzionale.

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  3. Che filosoficamente ti piaccia o meno, oggi il furbofono è un mezzo inderogabile nei rapporti sociali.
    Puoi chiuderti nella tua torre d'avorio customizzata ma là fuori, il mondo non usa più gli SMS – che sono diventati una risorsa per le situazioni estreme – bensì le app come WhatsApp e simili per comunicare.
    Ignorare questo è gesto eremitico da esilio interno ... ma non cambierà il mondo, se non di una miliardesima frazione.

    ===

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  4. > bensì le app come WhatsApp e simili

    Quando una persona sara' in grado di convincermi che per mandare / ricevere un messaggio come
    "Ci vediamo in Piazza Fantoni, angolo via Palestro alle 18. Viene anche Mara"
    le "app" abbiano un notevole valore aggiunto e che quindi, per tale "notevole valore aggiunto" sia opportuno eliminare il furbofono attuale (e tanti saluti alle questioni ambientali, no!?) io potrei iniziare a pensarci.

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  5. Neppure io ho installato What's Up, perché il vecchio telefono che mi è stato praticamente imposto non lo supporta più. Un bel chissene... è come minimo doveroso: è un telefono che funziona alla grande e, non installando tutta quell'immondizia che con un telefono non ha nulla a che fare, va alla grande.
    Ne consegue che io pure uso solo SMS (tra l'altro, il piano tariffario che ho attivato prevede che nei 60€/anno di pedaggio siano inclusi SMS senza limiti -- che me ne faccio di What's up?).

    MrKeySmasher

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  6. "Ignorare questo è gesto eremitico da esilio interno"

    Naa, considerato che nessuno nemmeno ci prova.

    Piuttosto, è facile assumere che sia un "inderogabile" come per tutte le idee e azioni che confluiscono nel conformismo acritico.

    Tralasciando per un nanosecondo il fatto che il furbofono serve alla sorveglianza e al condizionamento, per controllare cioè che i babbei assumano i comportamenti compulsivi che danno forma al "mondo reale", vedi alla voce "non cambierà il mondo", io mi concentrerei sul senso della espressione "rapporti sociali". Vedi alla voce "social".

    Come se l'Umanità, che esiste da centinaia di migliaia di anni, prima dell'avvento dei furbofoni nei primi anni Duemila non riuscisse ad avere "rapporti sociali". Oppure, se li avesse ma fossero faticosi, dolorosi, insoddisfacenti.

    Perfino le uniche due funzioni utili del furbofono, cioè la macchina fotografica e il "navigatore" non sono niente di "inderogabile", non tanto e non solo perché pre-esistevano il furbofono ma perché si raffigurava il "mondo" e si solcavano oceani molto prima che esistessero entrambe le idee, per non dire le macchine.

    Lo stesso discorso vale per qualsiasi cosa, per esempio prendiamo l'automobile. Anche in tempi in cui era un aggeggio comune, la gente la lasciava sotto il telo tutta la settimana e la tirava fuori solo la domenica, da cui "guidatore della domenica". Oggi il conformista la assume come "inderogabile" e questo consegue che lo spazio dove viviamo è diventato invivibile, perché non è lo spazio delle persone, è lo spazio delle automobili. Non solo le vie delle città, anche la campagna, che viene colonizzata con case e industrie che non avrebbero alcun senso pratico se non fosse per gli stradoni deserti che collegano il tutto. Poi qualche anima bella come UCoso, che vive appieno entrambi i conformismi, si immagina la "natura" dei cervi che bramiscono, quando, se non avesse ne furbofono ne automobile, dovrebbe vivere in maniera radicalmente diversa e, sopratutto, dovrebbe rivedere i "rapporti sociali".

    Tristezza.

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  7. "Oggi il conformista la assume come "inderogabile" e questo consegue che lo spazio dove viviamo è diventato invivibile, perché non è lo spazio delle persone, è lo spazio delle automobili."

    Quanto è vero! E' quella che io chiamo "mobilità compulsiva" o ancor meglio "coatta", e deriva dalla riorganizzazione del tutto in funzione della disponibilità di un mezzo. Quel mezzo che doveva donare forme di libertà, è diventato esso stesso mezzo di costrizione.

    Lo stesso processo ha toccato anche la "digitalizzazione", mezzo potentissimo che ha creato nuovi obblighi, nuove dipendenze. Tra l'altro, una versione "agli steroidi" degli obblighi e delle dipendenze dalle quali (secondo le favolette che si raccontano a noi consumatori) avrebbe dovuto affrancarci.

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    1. Io sono arrivato a dei buoni minimi, sia per quanto riguarda l'auto che per quanto riguarda il telefono.
      Anzi, da un paio di anni, a casa, anche la radio/stereo sta via via piu' spenta e mi godo il silenzio.
      Il silenzio e' un lusso.. esagerato! :)

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