venerdì 17 gennaio 2020

Le api della mia ape

Appena tornato dalla trasferta di lavoro scenderò dal treno da cui scrivo e salirò sulla rosacaninomobile :) . Abbiamo i minuti contati e non possiamo attendere il primo  treno che ci riporti su, non arriveremo in tempo, in un paesino di montagna, alla riunione degli apicoltori locali propedeutica all'acquisto di due sciami di api.
Rosa Canina è prioprietaria (sui monti al di là del confine) di un campo con un capanno dal quale abbiamo già recuperato e rinfrescato due delle sei arnie; in rimessa abbiamo già fatto posto, ci sono alcuni (non tutti, ancora) suoi attrezzi come l'affumicatore, la tuta, il copricapo a retina, i nuovi fogli cerei, etc. .
Le metteremo nei prati vicini a casa, al margine del bosco.
Questo progetto della mia apina mi piace molto.

28 commenti:

  1. E' davvero un bellissimo progetto, negli ultimi anni le api sono quasi scomparse da alcuni luoghi.
    Ho visto al supermercato un mielaccio che veniva dalla Cina. Non oso immaginare che roba fosse.

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    1. Ci mancava pure il miele cinese.
      Dico sempre che se i consumatori smettessero di comprare quella roba, i venditori smetterebbero di venderla.

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    2. Fosse il miele importato il problema. Invece, in omaggio al Mondo Nuovo dove tutto circola liberamente, abbiamo importato l'ennesimo insetto alieno nella forma di un acaro che se ricordo bene viene dal sudest asiatico, che è un parassita delle api. Trattasi del Varroa Destructor. Essendo pieno di interessi che durano qualche giorno, ho seguito un apicoltore americano che raccontava del suo allevamento. Aveva due problemi, l'apicoltore, uno era la durata dell'inverno senza fiori e la temperatura eccessivamente bassa, L'altro erano appunto gli acari parassiti che indebolivano l'alveare. Pare che le api in generale non siano capaci di effettuare la propria pulizia corporea ne di attaccare gli acari nell'alveare, quindi non riescono a liberarsi dai parassiti con le proprie forze, che è strano perché gli acari non sono piccolissimi rispetto all'ape. Penso che gli acari sfruttino qualche deficit sensoriale dell'ape.

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    3. UUIC: "Dico sempre che se i consumatori smettessero di comprare quella roba, i venditori smetterebbero di venderla."

      Il che è vero, ma è vero anche che se non fosse disponibile nessuno potrebbe comprarla, che lo volesse o no. Ed è vero, soprattutto, che è assai più semplice togliere una cosa dalla circolazione piuttosto sventolarla sotto al naso di milioni di persone e poi [fingere di] volerli convincere che è meglio non comprarla. Magari mentre per altre vie si fa di tutto per convincerli che è meglio comprarla. E non vale solo per il miele. Tradotto in linguaggio più semplice: ci prendono per il naso alla grande.

      Occorre anche realisticamente ammettere che senza "quella roba" importata (qualsiasi cosa sia) tanti di noi dovrebbero fare a meno di un sacco di cose, alcune francamente inutili, altre addirittura indispensabili -- la produzione interna è insufficiente in un sacco di aree, e non può essere altrimenti per via del vecchio principio della capacità di carico, che in tantissime aree d'Italia abbiamo abbondantemente sfondato da quel dì. Ma, ci raccontano, va bene così.

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    4. Stamani sono andato a cercare qualche dato: copriamo solo un terzo del ns. fabbisogno nazionale: due terzi del miele consumato vengono da Ungheria, Cina, Argentina.
      Siamo sempre lì, al punto tabù: l'Italia è sovrappopolata º 5 volte il sostenibile.
      I dementi cocomeri e arcobalenghi vogliono importare decine di milioni ricaricano e asiatici, la scienza sovranista vorrebbe tre o quattro figli per ogni italiana.
      "Essere in milioni di milioni per mangiar miele di merdoni" per parafrasare il motivetto pubblicitario della Negroni.
      Mah.

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    5. sovrappopolata 4 o 5 volte il sostenibile.

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    6. Ecco, una cosa che varrebbe la pena sottolineare è il fatto che esportiamo Made in Italy per importare Made Somewhere Else, il più delle volte per avere quantità anziché qualità. E l'inghippo è sempre lo stesso.

      MrKeySmasher

      P.S. Anche il commento delle 16:02 è il mio -- ho dimenticato di firmarmi.

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  2. Il mio giardino è il paradiso delle api: tanti fiori, niente veleni!

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  3. Ottima idea, Uomo.
    Mi raccomando, tieni da parte un vasetto di miele per gli amici bloggatori !

    ;)

    ===

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    1. Tu scherzi ma a me è capitato davvero con un blogger che produceva miele di scambiare i miei vasi di fiori con il suo miele!

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    2. :)
      Prima di promettere il mielo bisogna averlo fatto produrre alle api, smielato, inaspettato.
      Ufficialmente il miele sarà della signora Rosa Canina.
      Vedremo. :)

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    3. mielo -> miele
      inaspettato -> invasettato
      Cheppalle 'sto correttore-distorsore del furbofono.

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    4. Si è vero, anche a me capita di sbagliare specie se scrivo di fretta...
      Uomo anche a me piacerebbe provare il miele di Rosa Canina. Se lo invasetterete e ne avrete qualche barattolo in più fammi sapere a quanto lo vendete, oppure scambio con soppresse venete :)

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    5. Sparatemi se un giorno scriverò "invasetterete".

      Intanto, se voi smetteste di usare Blogger, potreste adoperare una piattaforma che consente di editare i commenti.

      C'è una ragione più seria, ovviamente, questa:

      "Nuovi guai per lo scrittore francese Renaud Camus. Dopo essere stato condannato per incitamento all'odio razziale nel 2014, il fondatore del Parti de l'In-nocence, autore della "Grande Sostituzione" (Le Grand Remplacement), cioè la colonizzazione della Francia (e più in generale dell'Europa) da parte di migranti islamici, come riporta La Verità è stato nuovamente condannato a due mesi di prigione con la condizionale e a risarcire con 1.800 euro ciascuna delle due associazioni antirazziste costituitesi parti civili, Sos Racisme e la Licra."

      "I magistrati del tribunale di Auch hanno contestato all'intellettuale francese un discorso pronunciato il 9 novembre 2017 a Colombey-les-deux Eglises, per il Conseil national de la résistance européenne, che lo stesso Camus ha condiviso sui social. "L'immigrazione è diventata invasione - ha dichiarato Camus nel discorso incriminato dai giudici -La colonizzazione irreversibile è la colonizzazione demografica, attraverso la sostituzione della popolazione". E ancora: "La sostituzione etnica, il Grande rimpiazzo, sono l'evento più importante nella storia del nostro paese da quando è esistito, poiché con uon altre persone la storia, se continua, non sarà più quella della Francia". Non ci sono jihadisti francesi, ha sottolineato, e "se sono jihadisti non sono francesi"."

      Io mi ricordo delle reazioni della "blogsfera" quando ci furono le stragi in Francia e mi è rimasta impressa la frase del povero Francesco, riferita ai macellai: "sono francesi".

      Ecco, il signor Camus si becca due mesi di carcere per avere detto quello che non si può dire. Oggi alla radio sentivo della polemica sulla Polizia inglese che avrebbe nascosto gli stupri commessi da una banda di pakistani ai danni di minorenni che se ricordo bene erano affidati ai servizi sociali. La Polizia aveva avuto ordine di nascondere la faccenda per non fomentare lo "odio razziale".

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    6. Caro John Connor, suvvia quanti problemi ti fai...d'altra parte tu copi tutto da wikipedia ma a volte sbagli pure a scrivere per cui...direi che non sei proprio nella posizione per dare lezioni di italiano ;)
      Piuttosto continua a studiare le prospettive spaziali, perchè noi umili terrapiattisti ci accontentiamo di invasettare le cose e anche di fare "altro" (ciò che tu non fai, e per questo sei sempre coì nervoso). ;)

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    7. I problemi sono la conseguenza del Libero Arbitrio. Se fossi compagnuccio sarei un minorato inconsapevole e di problemi ne avrei molti meno. Mentre Coso vi racconta del suo progetto di allevare api insieme alla sua compagna Cosa, che fa tanto Capitan Interesting se non Fantastic, a poca distanza...

      “Sul palco stanno suonando i combattivi Modena City Ramblers, «Alza il pugno Sardina rivoluzionaria». Vengono raggiunti sul palco dalla Bandabardò per una «Bella ciao» molto partecipata.“

      Salutami la Kommissione Sekre.

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    8. > se un giorno scriverò "invasetterete"

      Rimando a questa pagina di "Orlo del boccale".

      Invasettare e' usato di frequente nel lessico degli apicoltori (non dovrebbe essere, semmai, "imbarattolare"?).

      Mi sembra una estensione accettabile della lingua italiana, piu' conciso di "mettere in vasetto" (oppure, piu' propriamente, "mettere in barattolo").

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    9. Come no, io quando salgo sulla metropolitana dico "inmetropolitanare", da cui "mi sto inmetropolitanando".

      Coso, per chi non canta Bella Ciao, si dice semplicemente "confezionare", cosi non specifichi che tipo di contenitore adoperi o la sua dimensione ma solo l'atto di adoperare un contenitore per suddividere e riporre la merce.

      Oppure, volendo esagerare, "invasare".
      Infatti è evidente che non c'è bisogno di specificare la dimensione ridotta del vaso > vasetto > vasino con "invasettare" o "invasinare", con esiti comici/ambigui come "travasino" e "travasinare" oppure "travasetto" e "travasettare" invece del consueto "travaso" e "travasare".

      Torniamo al celeberrimo "petaloso" che insegnava alla piccola sardina ad essere rivoluzionaria dicendo che un fiore ha molti petali, secondo la Accademia della Crusca.

      Qui non si tratta di lessico, grammatica o sintassi, si tratta di una merce rarissima, si tratta di logica.

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    10. Confezionare e' generico: potresti confezionare in taniche, oppure in contenitori in tetrapak, in bottiglie, lattine o altro (supposto che qualcuno confezioni il miele in contenitori di questo tipo).. Qui si intende proprio nel mettere il miele (dopo opportuni trattamenti) nei barattoli di vetro.
      Spesso i gerghi tecnici hanno queste forme inconsuete o, spesso, pure storte (non ti racconto in ambito tecnico quanti italianizzazioni becere dell'inglese si fanno proprio per avere termini concisie brevi).

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    11. Coso, se vuoi specificare che usi un vaso si dice invasare. Se usi una bottiglia si dice imbottigliare. Non esiste "bottiglietta" e quindi "imbottigliettare". Non ha senso perché le dimensioni del "vasetto" sono relative. Un vasetto quanto miele contiene? Cinque litri, un litro, mezzo litro, un quarto di litro? Pensa ai vasi delle conserve, mica parliamo di astrofisica.

      Confezionare sarebbe l'espressione migliore per contenitori eterogenei, di plastica per esempio, che sono più pratici per il trasporto. Guardando Lupo Libero con le sue olive, il frantoio gli da l'olio dentro una tanica di plastica, chissà se è plastica per alimenti e da quella lui travasa in contenitori di metallo, le "latte". Quindi cosa dici, "inlattare"?

      Se poi tu per conformismo vuoi usare "invasettare", bah, accomodati.

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  4. Proprio così si dice in apicoltura, "invasettare"!

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    1. Si certo, poi scriverò cosa dicono i muratori bergamaschi.

      Non è un termine tecnico, tanto che la prima riga che mi restituisce il motore di ricerca è:

      "Salve vorrei chiedere quanto deve essere grande il vaso per porvi un ulivo. Secondo voi è possibile invasettare la pianta a settembre? Mi trovo in Sardegna, costa orientale?"

      "invasettare una pianta".

      Nella direzione contraria, c'è gente che definisce una macchina che porziona un certo prodotto come "invasettatrice", quando in realtà la macchina eroga il prodotto da un rubinetto senza avere alcuna cognizione del contenitore.

      A me cosa interessa? Parlate e scrivete come vi pare.

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    2. Questo termine, infatti, lo appresi venerdi' alla riunione degli apicoltori di montagna.
      Vedo che in rete e' usato proprio su pagine che hanno a che fare con la lavorazione del miele.

      Ben tornata, signora MiSveglioAlle4DiMattina! :)

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  5. Le piante si invasano, i, miele si invasetta, belin Lorenzo tocca dirti tutto!

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    1. Anche Lorenzo è un po' invasato, dopotutto. Quindi il suo discorso regge.

      MrKeySmasher

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    2. Il miele è invasettato, invece si dice che Lorenzo è invasettinato. Devo dirvi tutto.

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