I risultati della netta diminuzione del metabolismo antropico appaiono, qui e là, timidamente, sui mezzi di cosificazione di massa. La modifica delle abitudini di vita di centinaia di milioni di persone, questo rallentamento collettivo, produce anche dei macroeffetti come la
diminuzione degli ossidi di azoto NOx che sono precursori delle polveri sottili. Leggevo le
osservazioni di Fabristol che mi riportano a
quanto lessi di Stefano Montanari. Me ne ero reso conto di persona quando ebbi la polmonite virale da suina, scendevo alla stazione centrale e iniziavo a tossire, a stare male. Ci sono anche altre teorie: la
distruzione degli ecosistemi: la storia che è maestra di conoscenza ci racconta di numerose epidemie anche in tempi nei quali le condizioni ecologiche del pianeta erano buone.
Non posso non notare la distruzione della dimensione spirituale (mio papà criticava ferocemente il materialismo marxista e usava sarcasticamente il termine [di paradigma dei]
tubi digerenti semoventi per indicare lo squallore di un pensiero che appiattisce, riduce tutto alle sole dimensioni economicistiche e collettive) che è solo un altro manifestarsi della distruzione degli ambienti naturali.
La realtà che avevamo accompagnato alla porta, nelle liturgie delle nuova ortodossia, del tecnoteismo, con la sicumera progressista, rientra dalla finestra. C'è una ecologia del pensiero, filosofica, che viene a destarci brutalmente,
dalla nostra dalla loro hybris progressista. Lo fa in un modo estremamente doloroso e amplificato: non solo si muore ma viene a mancare il rito, la liturgia lenitiva, del contatto fisico, estetico con i cadaveri degli affetti andati che, per quanto duro, permette una elaborazione del lutto. La tecnologia amplifica, con la sparizione (
*), anche il dolore, il suo manifestarsi, gli effetti.
Faccio presente, su un piano semiotico, che gli esseri umani da un paio di secoli sottraggono l'ossigeno alla biosfera per associarlo, in forma di ossidi, al carbonio, rifiuto del metabolismo antropico e questa reagisce con un virus che attacca i polmoni, nel sottrarre agli esseri umani l'aria, l'ossigeno, per vivere.
Nel frattempo Gaia
ci ricorda che i siriani hanno sfornato, in tempi di guerra, altri 4,8 milioni di bambini (
**). Siamo alla follia pura.
La prima arma biologica contro gli esseri umani sono gli esseri umani.
Un'amica tanghera della "costipazione toscana" LU-PT-PO-FI ha visto in meno di una settimana sua madre ammalarsi, peggiorare e sparire (è intubata in ospedale, lontano dai suoi affetti). Il ternine di sparizione è preciso, letterale.
RispondiEliminaUn ennesimo caso dell'uso storto, malevolo, koglione e furbastroide del progresso, della tecnologia, dell'energia: antibiotici sì, rete e strumenti per migrare-invadere sì, pillola e contraccetivi no.
RispondiEliminafino a quando potrà resistere a tutto ciò il nostro caro amato variegato generoso immaginifico bobbolo che tutti NOI sostiene sulle sue sempre più esili spalle??
RispondiEliminaFino a quando?
Buondì Fracatz.
EliminaBenvenuto.
Con la mia robusta vena di misantropia non sono la persona migliore per consolarvi e sostenervi.
Non è che gli altri bobbboli siano tutta questa meraviglia, eh@?!
Invece, parlando della virtuosa Austria e della sua superiorità sugli Italiani:
RispondiEliminaCoronavirus, il villaggio tirolese di Ischgl che ha infettato mezza Europa per non compromettere la stagione sciistica.
Cosa non si fa per il vile denaro...
...questi Austriaci non sono tanto meglio di noi Italiani.
Hanno solo più pelo sullo stomaco, e fanno tutto in silenzio. Per quello sembrano credibili.
Vatti a fidare degli Austriaci!
Sono efficienti, certo: a spargere il coronavirus per tutta europa e senza clamore!
Già.
EliminaEconomia e profilassi non vanno granché a braccetto in questo periodo e, sovente, anche in altri tempi.
La profilassi perfetta "tutto bloccato perché tutti isolati" non è sostenibile a lungo.
Di esempi così ce ne sono a josa: leggicchiavo fin altro evento, la partita di calcio Atalanta- Valencia che ha diffuso il virus in Spagna.
Non perderei tempo, ora, a investigare sulla filiera, sulla dinamica della pandemia. Il paradigma sìglobal è come il brodo per il tortellino della diffusione di qualsiasi "roba", spesso la peggiore.
Pensavo che alcuni paesi meno liquefatti (e.g. l'Iran) potessero esserne meno affetti e invece...