(Sardìnnia: tra Capo Teulada e Capo Malfatano - 12)
Una regressione, ora, per tornare alla locanda dei primi giorni, in una palazzina liberty restaurata mirabilmente. Se volessimo cercare il pelo nell'uovo... solo il fatto che le splendide colazioni, assai curate, erano solo dolci (prodotti fatti in casa, torte, marmellate locali) mancavano di un contrasto salato: con qualche oliva, un assaggio di pecorino, sarebbero state perfette.
Non so se più valgono il silenzio, l'isolamento, lo spazio che giungeva a onde, la soavità di sera e mattina, prima e dopo il martellare impietoso, feroce del sole nelle ore centrali.
Un capolavoro estetico, nel senso di capolavoro per tutti i sensi, di stile, edonismo, cultura, cura, precisione, impegno degli osti.
Dicevo dei peli nell'uovo: eccellente ma non perfetto per qualche concessione a roba Ikea: bisognerebbe trovare qualche bravo artigiano locale e farlo lavorare!
Meraviglioso conciso ed emozionante diario che sembra d'altri tempi.
RispondiEliminaDa che pulpito vien la predica! ;)
EliminaLo stile Ikea..
RispondiEliminaQui e là sì, purtroppo.
EliminaSta ugualizzando le abitazioni di ogni dove. :(
Hai cambiato smartphone? La qualità delle immagini è drasticamente migliorata.
RispondiEliminaMio fratello, un paio di anni fa, me ne regalò uno. La fotocamera del furbofono vecchio, in effetti, aveva perso colpi già da un pezzo.
EliminaBuondì
Mi tocca farti presente, ancora, che ci racconti le storie del Marchese del Grillo, completamente scollegate dalla realtà.
RispondiEliminaIl Marchese del Grillo in una scena del film si trova alle prese, guarda caso, con un falegname ebreo che gli ha fatto dei lavori e che lui, con cattiveria, porta alla disperazione dicendogli "sei giudio, non ti pago", in un contesto in cui il marchese papalino mai poteva soccombere in un contenzioso col falegname giudio.
Da questo ricaviamo la considerazione ovvia.
Sai perché si impone lo "stile Ikea"?
Perché, come successe nella prima fase della rivoluzione industriale, i prodotti fabbricati in serie costano molto meno di quelli fabbricati come pezzi unici. Il "design" dei prodotti di serie è pensato per accomodare la funzionalità del manufatto all'interno della ottimizzazione del ciclo produttivo. Il "design" dei mobili Ikea è funzione della produzione di massa dei componenti in Cina o chissà dove e del loro trasporto e stoccaggio per tutto il mondo. Con la ulteriore ottimizzazione che ti danno il mobile smontato e te lo monti da solo, come se ti dessero l'auto smontata, riducendo al minimo i costi di fabbricazione. Nota che il "design" cosi concepito non è la parte "estetica" del manufatto ma la parte "tecnica". Non vedrai mai incastri complicati da falegname giapponese tra due pezzi di un mobile, se basta un po' di colla e una vite.
Un falegname che fabbricasse mobili come pezzi unici potrebbe esistere solo in un contesto dove ci sono abbastanza persone ricche, come il Marchese del Grillo o Coso, che gli commissionano il lavoro. Quindi per esempio un falegname sito in Brianza venderà i suoi mobili agli architetti che arredano gli appartamenti de City Life a Milano o le ville dei Brianzoli arricchiti ma non li venderà mai a chi abita nei palazzoni della periferia. Un falegname sito in un villaggio della Sardegna a chi li vende i suoi mobili? A Briatore no, perché lui li fa venire da fuori. Ai Sardi no perché non hanno abbastanza soldi. Ergo, il falegname sardo economicamente non può esistere. Questo vale per qualasisi forma di "artigianato" che soccombe alla famosa Globalizzazione perché la produzione di serie lo mette "fuori mercato". L'artigiano soccombe con tutta la filiera a monte e a valle. Ecco perché i negozi sono stati sostituiti prima dai "centri commerciali" e poi dallo "ecommerce".
Sono esattamente i meccanismi di omologazione (che non possono essere che ad una qualita' media, industriale), di ugualizzazione merceologica che si crescono senza sosta.
EliminaUn mobile fatto bene e' riparabile, ha valore, lo passi ai figli. Quindi hai notevoli risparmi su tempi medio/lunghi.
Sai che sei divertente?
EliminaQUALI FIGLI?
Davvero, fatti vedere, perché tu vivi in una specie di realtà onirica dove ci sono ancora i casali con dentro tre o quattro generazioni di un clan familiare, invece degli appartamenti dove vivono, tra un trasloco e l'altro, i single e le coppie col cane.
Poi, anche se ci fossero i figli, secondo te la gente al giorno d'oggi vuole vivere con lo stesso mobilio per decenni e i figli vogliono mettersi in casa il mobilio dei vecchi? E' un ragionamento fuori dalla realtà, ancora, perché tutto quello che è in commrcio è pensato per un ciclo di vita di pochi anni. Se c'è una cosa che piace alle mogli è "rinnovare" la casa. Torniamo al discorso della "ecologia" per ritardati, dove appunto ci si strappano i capelli per le "microplastiche" e non per il volume di cose eterogenee che vengono gettate via ogni giorno.
Sì, nessuno, il consumismo e il ciarpame affliggono anche le abitazioni, scelta, ciclo di vita, usi inerenti il mobilio.
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