venerdì 17 giugno 2022

Quarantaquattro

Quarantaquattro mesi.
Non sono più un virgulto. Quarantaquattro mesi, nella mia vita, nel - diciamo così - nel terzo finale della mia vita, non sono certo bruscolini. Era fine ottobre del 2018 e ancora mi ricordo quel vals all'Amarcord.
Nel frattempo il grande buco di 'sta pandemia e poi le psicosi del virus corona, il vuoto per anni, ovvero nessuna maratona più.
Da oggi per tre giorni tornerò ad affogarmi nell'assenzio del tango, per tre giorni. No, non sarà un affogarsi, a dire il vero, l'anca non me lo permette. Tornerò all'arte relazionale, ad abbracciarlo per quanto essa consentirà.
Anche nel tango l'innamoramento è passato, c'è un amore più maturo, raffinato, pacato. Vedremo.
Nelle ultime lezioni mi sono reso conto che... poca pratica e studio una volta alla settimana, pochi i miglioramenti. Anche queste frustrazioni, non sono nuove. Solo che le frattempo sono passati altre due e rotti anni. Si impara velocemente da giovani, poi tutto rallenta: probabilmente sono arrivato alla fase asintotica.

Le maratone sono eventi che hanno una loro dinamica, una progressione lenta, inesorabile di innamoramenti, stanchezza, voluttà, energia, complicità, un film nel quale sei attore protagonista, sceneggiatore, soggettista, compositore della colonna sonora, regista. Tu e le tue compagne di ventura abbracciati in questi amori tre minuti.

24 commenti:

  1. Tre giorni che poi racconterai! Spero memorabili!

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  2. sì, sì, memmorabbili
    un po' come l'urtime scoreggie der cavallo morto

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  3. Mi domando chi è stato il primo scemo ad usare l'espressione "maratona" associata ad un evento che si tiene nel tempo libero o nelle festività, quando la parola corretta sarebbe "fiera" o più precisamente "feria", dal tardo latino.
    Si dovrebbe dire "la fiera del tango".
    Maratona era una località dell'Attica che prendeva il nome dai finocchi selvatici.
    Capitarono diversi eventi a Maratona ma penso che il sudore della camicia di uno che balla e si diverte sia diverso dal sudore che impregna il linotorax di un oplita che vede la gente sbudellata o che gli va negli occhi sotto l'elmo.
    Poi mucchi di cadaveri da spogliare e buttare nella fossa comune.
    La "Cultura".

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    1. Nessuno: si tratta di metafora per "evento molto lungo". È la lunghezza l'elemento caratterizzante, in questo caso, non il cruento contesto.
      Il pomodoro venne chiamato così per il colore giallo dei primi tomati importati, non per la materia della quale erano fatti.
      Etc.

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    2. Ue' ma ultimamente ti stai rincretinendo?
      La "maratona" è una corsa sulla distanza più o meno tra la località di Maratona e la città di Atene, quaranta chilometri.
      Fu istituita nel contesto del neo-classicismo di fine Ottocento e delle prime Olimpiadi moderne.
      L'ispirazione viene dalla leggenda del messaggero appiedato che avrebbe annunciato la vittoria agli Ateniesi per poi morire di fatica.

      Non c'entra niente la "durata".
      Per la corsa è il concetto opposto, una distanza fissa e la velocità massima possibile, quindi la durata più breve possibile.
      La leggenda è di epoca tarda, però sappiamo che all'epoca c'erano messaggeri che percorrevano a piedi duecento chilometri in un giorno.

      Gli Ateniesi rimasero circa una settimana accampati sulle alture che sovrastavano l'approdo dei Persiani per scendere solo dopo averli visti imbarcare parte del contingente sulle navi.
      Altri due episodi che sono passati nella leggenda, il fatto che gli opliti abbiano attaccato di corsa, cosa inusuale perché di solito marciavano al ritmo di tamburi e flauti per mantenere la coesione della falange, probabilmente quindi non corsero ma passarono ad un passo veloce e la successiva marcia forzata con cui poi gli opliti si affrettarono a tornare ad Atene per scongiurare lo sbarco dei Persiani alle loro spalle.

      Ancora non c'è nessun elemento di "durata", anzi, il contrario, c'è l'elemento dell'urgenza, della fretta.

      Comunque, torno a dire, usare una espressione come "maratona di danza" è fuori luogo se non per gente incolta o dis-colta.
      E' come dire, che ne so, il Golgota del Tango, dove (cito Treccani):
      "È la trascrizione latina della forma greca Γολγοϑᾶ (Matteo, XXVII, 33) del nome aramaico dato al Calvario (v.) ai tempi di Gesù Cristo. Il termine aramaico era gulgultā, in ebraico gulgoleth, e significavano ambedue "cranio", "teschio"; onde invece della trascrizione si usava talvolta la traduzione del termine, che in latino è calva o calvaria "teschio nudo". "

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    3. Di norma una milonga dura qualche ora. Ecco che un evento di tango che ha un programma di 11h per tre giorni di seguito è molto più lungo.
      Potrebbe essere fatto un paragona tra una gara di corsa su 400m o su 1500m e... la classica maratona, su 42 e rotti km.
      Mi ricordo le maratone Telethon, quelle canore, etc. .

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    4. Come tutte le cose, Coso, devi scegliere se essere un coglione qualsiasi, un automa compagno o una coscienza indipendente.

      In origine i "media" avevano il compito di "alfabetizzare" gli Italiani.
      Ad un certo punto si è deciso che invece bisognava cinicamente portare il peggio, il volgare, rutti e scorregge, tette e culi.
      Il risultato è che mentre quando ero bambino la gente si sforzava di parlare in maniera forbita, oggi imperversa il gergo sgrammaticato e il volgo, per fare un complimento ad un "personaggio", gli dice "uno di noi".

      La corsa "maratona" si ispira allo sforzo eroico di un messaggero che invece di cazzeggiare muore per avvertire i compatrioti dell'esito della battaglia.
      E' un rito tribale, una ordalia, una prova di valore attraverso cui devono passare i giovani per selezionare gli eroi, i migliori tra loro.

      Per gli Ateniesi storicamente Maratona fu come per noi il Piave.
      Tutti eroi o tutti accoppati.
      Un evento estremo, vita o morte, che definiva Atene e gli Ateniesi come Popolo e come Nazione, tanto che, è uno dei miei ritornelli, Eschilo autore di tragedie muore a settantanni a Gela in Sicilia e nel suo epitaffio si citano solo le sue gesta a Maratona, il valore dimostrato contro i Medi.

      Millenni dopo arriva Coso con la "maratona di tango".

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    5. > si ispira allo sforzo
      > una prova di valore
      > Un evento estremo

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  4. Comunque adocchia in giro se c'è una fidanzata per il nostro amico brontolone!

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  5. Da vecchia maratoneta mi dispiace devo dare ragione all'Anonimo. La maratona si corre in un tempo determinato e non in tre giorni. Bisogna sottoporsi a grandi sacrifici durante la preparazione. Duro allenamento quotidiano. Attenzione massima all'alimentazione. Niente mare e per le donne sono banditi i tacchi. L'allenatore diventa un incubo ma quando arrivano i risultati... la gioia è immensa. Devi accettare il passare del tempo. Non corro più le maratone ma passeggio tutti i giorni per 10 KM. L'importante è fare!

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    1. Penso che stia per "evento molto più lungo del normale.

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    2. Pensi male, come per tante altre cose.

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  6. maratona in effetti ha un sapore troppo ginnico, ma forse agli organizzatori piace stimolare l'idea di competizione, personalmente avrei scelto kermesse

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    1. Il tango è molto tecnico rispetto ad altri balli. Tuttavia, per la lunghezza di questi eventi, la somma (l'integrale) dell'impegno fisico diventa rilevante.
      Alla fine diventa... faticoso.

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    2. Ripeto, non è un caso che tutto, a partire dalla parola, si impoverisca, banalizzi, rincretinisca.
      Ti ho suggerito l'alternativa concettualmente ed etimologicamente corretta de "la fiera del tango", se non ti piace te ne suggerisco un'altra, "i/le giorni/sere o le giornate/serate del tango".

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    3. Nessuno, e' anche questione di intendersi.
      Se dovessi parlare a tot persone dicendo che sono andato ad una "fiera" del tango, inizierebbero a farmi domande come
      Ah, interesante: c'erano i produttori di scarpe?
      Che novita' hanno proposto gli espositori nel settore moda tango?
      C'erano anche stand di organizzatori di viaggi turistici tangheri?

      etc. etc. .
      Bisiogna stare attenti a non passare da una apprezzabile tensione etimilogica a diventare tanto cocciuti da apparire ottusi: se la metafora di maratona non vi piace come termine per indicare

      > si ispira allo sforzo
      > una prova di valore
      > Un evento estremo

      ve ne farete una ragione. Vi ingastrite quando San Remo viene indicato come maratona canora?

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    4. Io mi ci ritrovo spesso in questo dilemma tra il desiderio di migliorare il linguaggio e il rischio di essere incompresi.
      Quando usavo virus Corona, all'inizio, osservavo quasi impercettibili segni sul volto degli interlocutori.
      Ebbi delle discussioni anche con UnBipedinone sull'uso del congiuntivo, della consecutio temporum, etc., proprio sul dovere di migliorare il linguaggio. Cosa mi rispondeva, egli? Che se fosse stato così parleremmo ancora il latino. Brutale, no!? Cosa rispondergli? Gli rispondevo che se vorra' distinguersi dovra'... distinguersi.
      PO si ritorna al fatto che non viviamo isolati, crediamo di essere monadi, ma come esseri umani abbiamo da interagire con altri esseri umani.
      Se dovessi interloquire con una persona tanghera e le dicessi "Sono andato ad una giorni del tango" semplicemente non verrei compreso.

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    5. Coso, la tua sbrodolata sulla necessità di essere gregario giustifica letteralmente qualsiasi cosa, dalla gara a chi piscia più lontano ai razzi spaziali.
      Funziona esattamente alla rovescia, proprio perché sei spinto al conformismo in tutte le maniere, puoi essere libero solo se fai delle scelte che ti impongono un prezzo da pagare.
      Altrimenti sei gregario come una formica.

      Per il resto, ci sono centomila esempi del fatto che sono sceme convenzioni.
      Se ci fosse un evento tipo "Il Maggio di Coso" e diventasse popolare, poi potresti dire "andiamo al Maggio di Coso" o "guardiamo in TV il Maggio di Coso" e la "persona tanghera" ti capirebbe benissimo.
      Se un profano ti chiede "cos'è il Maggio di Coso?" tu rispondi "un evento che si protrae per diversi giorni nel mese di Maggio durante il quale si balla il tango".
      Cosa c'è da capire?
      Dove può essere il fraintendimento?
      Esattamente come "Sanremo" è "un concorso nel quale si esibiscono dei cantanti, le loro esibizioni vengono vagliate da una giuria e la migliore viene premiata".
      "Maratona canora" non si può sentire/leggere.

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    6. Nessuno
      Ho capito che maratona non vi garba.
      In quanto a sbrodolate e al rapportarsi cogli altri, in alcune Vs. sbrodolate del passato mi indicate come "conteduca" elitario [che non vuole rapportarsi con gli altri].
      Conformismo o snobismo, dipende da come vi va la giornata.
      Buondì

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    7. Mi sforzo di non insultare e non essere aggressivo.
      Storicamente ogni volta che finisci in un angolo ti rifugi nel trucchetto retorico circa la vita che ti obbliga al compromesso.
      Anche qui la tua tesi sarebbe che dovendo "interloquire" con la "persona tanghera" devi esprimerti nella lingua per idioti che progressivamente ci impongono.
      Ti farei presente che il punto dove il tuo ragionare non funziona è nel concetto di "dovere", tu non devi fare niente, è una scelta che fai in funzione del dare-avere.
      Invertendo l'equazione, tu non devi nemmeno andare nella direzione opposta, scegli di frequentare gente che quando ti atteggi nelle tue pose "settanta-sinistro-grilline" ti asseconda invece di darti una sberla sul coppino e queste persone a loro volta hanno la loro valutazione dare-avere nel darti corda, cosi come hanno le loro forze e debolezze.
      A me non importa nulla di Tizio che "interloquisce" con Caio.
      Quello che mi importa è sottolineare l'automatismo, il dare le cose per scontate, il "si sa che", quando si tratta di un lavoro di ingegneria sociale.
      Per accorgersene, l'ho detto cento volte e lo ripeto qui, bisogna osservare, ascoltare, leggere, quello che emana dai luoghi dove si fa la "cultura".

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    8. "Cosa mi rispondeva, egli? Che se fosse stato così parleremmo ancora il latino. Brutale, no!? Cosa rispondergli?"
      1. Oh figlio mio tonto, non parliamo latino perché nella antichità ci furono pestilenze, carestie, crisi demografica e migrazioni di popoli, non perché sia "normale" parlare come idioti.
      2. Inoltre, caro figlio mio semplificato e semplificante, anche quando si parlava latino c'erano i dotti e c'erano gli ignoranti e quindi contemporaneamente diverse forme di latino, come facilmente si evince studiando la letteratura.
      Non bastasse, i dotti all'epoca, quando volevano filosofeggiare, non parlavano latino ma greco, greco attico-ellenistico.
      Incidentalmente, ancora alla fine del Seicento Newton pubblicava i suoi trattati in latino, che però era il latino ecclesiastico, essendo la Chiesa l'unico elemento di continuità sopravvissuto in "Occidente" alle catastrofi sopra elencate.
      Non si parlava latino ma si scriveva in latino.
      3. Allo stesso modo, futuro cittadino del mondo, esistono diverse forme di italiano, tanto nella grammatica che nel lessico che nella pronuncia e il fenomeno accelera sotto l'azione di due forze, il "meticciato" e la "globalizzazione", il primo impone nelle periferie delle nostre città una "lingua dei porti" tra gente che non conosce l'italiano e spesso nemmeno la propria lingua, il secondo relega le lingue nazionali allo stato di dialetti per imporre un'altra "lingua dei porti", l'inglese convenzionale e semplificato.
      Il Newton contemporaneo scrive i suoi trattati, le "pubblicazioni scientifiche", in inglese.
      Se non parla inglese, deve trovare un traduttore, sennò non può "pubblicare".
      Ti farei presente, Cosino, che l'italiano è una lingua artificiale-convenzionale fondamentalmente basata, come l'italiano del Manzoni, sulla lingua toscana, che fu imposta alle varie genti d'Italia nel periodo post-unitario, col massimo successo ottenuto tramite le trasmissioni della Radio Audizioni Italiane, la RAI.
      Per lo stesso motivo, non è un caso che nel momento in cui si impone la sostituzione degli Stati Nazionali con "aggregazioni", cosi come si disgregano Esercito e Moneta, si disgreghi anche la lingua.

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