venerdì 2 giugno 2023

L'atlante della memoria

Ugo Pellis, chi era costui? Eppure senza l'opera di questo filologo friulano, non ci sarebbe questa pagina di questo diario.

Come si dice roncola ad Agnone? a Ussassai? a Casteldelfino? a Roncitelli? a Galliano del Capo? E orecchio? 
Stavo pensando se sia corretta classificarla come pagina sulla civiltà contadina: sì, direi che lo è, fino al boom degli anni Sessanta del secolo scorso la cultura popolare era cultura contadina, l'Italia era rurale, contadina, non era passata per l'urbanismo che iniziò finito il fascismo e che continua tutt'ora.
La sinossi la di "L'Atlante della memoria" trovate qui, ad esempio.
Filologia, amore per la lingua, il lessico e civiltà rurale, dunque.
Ho trovato toccante questa storia girata tra il Friuli e la Sardegna: conosco purtroppo ancora assai poco la prima, meglio la seconda, terra che amo visceralmente, una bellezza spropositata, destabilizzante della natura e una civiltà delle genti che la animano (temo che la Carnia diventi un'altra delle mie amanti irresistibili).
Appare un paio di volte questo tentativo di fermare il tempo, il ciclo ineluttabile vita - morte e forse è anche così per questo viaggio del cuore (e della mente, il verbo è la parte prima della mente e della cultura) per rivivere le ricerche di Ugo Pellis, per piazze, bar, botteghe e officine artigiane, alla ricerca della memoria che, sono, poi, affetti e il dire le cose e le attività con le cose per noi tutti e i ricordi, di coloro che non si sono più e delle cose che non si fanno più.

Ancora una chicca dall' abbonamento a in.quota, cinema "della montagna":  storie e culture, lontane mille miglia del ciarpame commerciale (statunitense) che ha immiserito anche il cinema.

9 commenti:

  1. Sta pure lì: qui stiamo bene senza di te.

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    1. Grazie per il commento di pregio, Alahambra.
      Ihih :)
      UUiC

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  2. Purtroppo abbiamo lasciato il mondo rurale per andare a lavorare in fabbrica. Come sempre questo cambiamento è stato pianificato dall'alto senza pensare alle conseguenze. Mi piace il mio dialetto e recarmi nel centro storico per incontrare gli anziani che mi raccontano come era Genova. Esistevano posti meravigliosi come via Madre di Dio dove c'era la casa di Paganini. Abbiamo lottato perché non fosse abattuta ma non c'è stato niente da fare. Resistono alcune botteghe storiche che rendono l'idea di come si svolgeva il commercio e la vita di quei tempi. Buona domenica.

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    1. L'urbanistica, come tutte le cose, ha avuto qualche aspetto positivo: il reddito delle persone rimaste in campagna ora è generalmente dignitoso o buono. Le campagne erano sovrappopolate e, spesso, significava più miseria che povertà. Il problema fu ed è risolto colle importazioni di energia e materie prime e coll'export di prodotti industriali.
      Meccanismo redditizio ma che comporta una notevole fragilità: abbiamo visto cosa può succedere quando le importazioni iniziano a zoppicare.
      Le città si sono yrovate ad affrontare una crescita esplosiva: come fate presente usi e stili di vita cambiarono repentinamente: alcune persone possono raccontare come era prima e come fu dopo.
      L'urbanistica è in ottima salute e ora è diventato banlieuizzazione. Dalla padella alla brace.

      La speculazione pure più viva che mai: edifici memoria collettiva abbattuti per questa o quella operazione commerciale, spesso chiamata "riqualificazione". Lasciamo perdere.

      UUiC

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    2. L'urbanismo come tutte le cose, ...

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    3. Come sempre questo cambiamento è stato pianificato dall'alto senza pensare alle conseguenze.

      Oh no ...
      l'Élite apolide ha ragionato benissimo su tutto.
      D'altronde, quando hai in mano il Potere economico, finanziario, industriale, e soprattutto quello comunicativo, puoi permetterti di risplasmare ontologicamente e materialmente la società umana e gli esseri umani stessi su scala globale.

      L'urbanizzazione che noi giudichiamo come ''selvaggia'' è stata pianificata da persone che da secoli sono educate a fare questo.
      Non dal piccolo artigiano con velleità da industriale che durante il boom economico e nel suo recinto ha fatto soldi a palate per sé e la propria famiglia.

      Ci ritengono pezzi di argilla cui dare forma e contenuti a loro piacimento.

      E, con la maggioranza numerica che fa tanto ''democrazia'', ci riescono in pieno.

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    4. E' importante sottolineare che se paesani e cittadini desiderano essere sovrani del potere (come dovrebbe essere in una democrazia) dovrebbero opporsi attivamente ai comportamenti gregari proposti con dosi di marketing, pubblicita', gradevolezza dalle varie castalie che intendono manipolarli e sfruttarli.
      Anche in questo caso il rapporto e' SEMPRE dialogico e, ricadere nello schematismo semplicione "E' colpa sempre e solo delle elite" dei pentastellati e' si' confortevole - richiede assai poco impegno! - ma anche parte del problema.

      Ora che paesani e cittadini NON sono certo in poverta' come era alla fine della 2a guerra mondiale, ora che possono mangiare e scaldarsi, etc. dovrebbero mantenere una certa schiena dritta e disertare e boicottare tutti le azioni manipolatorie e di lavaggio industriale di menti e coscienze.
      E' necessario voler essere ciottoli di granito invece che palline di argilla.

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  3. Come spesso su questo diario, è tutto interessante.

    [ Qui ] dovrebbe essere visibile il docufilm.

    ===

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    1. Mi sembrava di averlo trovato, integrale, anche sul VoiTubo.

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