Ieri sera, nel silenzio, sentivo il vuoto, UnaDonna che manca. Mentre salivo in silenzio, solo la neve gelata sotto gli scarponi. Anche scendendo, oggi, nel gelo, l'inverno, ti porta ad ascoltare lo scricchiolare della neve o il battere del cuore triste, afflitto.
Le ho scritto. Al finestrino scorrevano i mille arabeschi di gelo pensavo, pensavo. Non c'è nulla di peggio del pietismo, del compiangersi, del nullismo attendista e buonista, della deresponsabilizzazione, del rinunciare al nuovo. Cosa è servito tutto il pensiero, lo studio? Cosa dicono i saggi? cosa dice il tuo spirito? Vuoi rimanere a piagnucolare?
Vivi, Sperimenta il nuovo che inquieta e intimorisce. Abbiamo tutti una predilezione per la sofferenza nota, siamo atterriti dalle beatitudini del nuovo.
Si sa, che se esci, i nuovi gusti e i sapori e i nuovi scorci ti permettono di capire, nel corpo e nel cuore. Di apprezzare, di confermare o smentire.
Domani, primo gennaio _tta ha accettato l'invito ad una passeggiata, neve ghiaccio e silenzio, su per il monte gelido. Magari il caminetto acceso, poi, mi ha detto...
Il fuoco dopo il gelo: Se vuoi una vita vissuta con tempesta, impeto, sensi e consapevolezza, cura i contrasti.
Vivere.
mercoledì 31 dicembre 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Forse è vero che l'uomo ha paura della Luce...perchè mette a nudo probabilmente...
RispondiEliminaCmq belle queste righe ammantate d'inverno, trasmettono pace...
vivere si...e tu sei strepitoso alle volte, in queste parole sento un vero uomo.
RispondiEliminaP.S.
ho deciso di scioperare con le maiuscole.
Fermarsi a ciò che si ha o che si è perso..... è quello che facciamo in tanti, e non capiamo che facciamo del male solo a noi stessi...
RispondiEliminaun rapporto forte non si esaurisce mai, il tuo mi sembra molto radicato...un temporale non dura più di una giornata (dal libro del Tao di Lao-tzu),lascia che l'acqua scorra e arriverà a destinazione più pulita... parola di taoista.
RispondiEliminax bySoleLuna:
RispondiEliminaL'uomo ha paura delle cose che lo rendono vulnerabile. Questo è il paradosso. Le ferite del bambino e le difese che costruiamo per difenderci da quel dolore, poi, impediscono l'accesso ad altre e nuove beatitudini. Prediligiamo la sofferenza consolidata, a beatitudini sconosciute.
x ZuZuli:
Che ti hanno fatto le maiuscole? :)
x auxesia1:
Sempre il discorso della risposta a bySoleLuna, il nuovo che atterrisce...
x nuovo45:
Il rapporto è radicato, penso anch'io. A me piacciono le quattro stagioni, specie se sono autentiche ed eccessive nelle loro manifestazioni. Adoro i temporali, specie se d'estate e violenti! Un abbraccio, messer Tao :)