giovedì 26 settembre 2019

Riuso dei contenitori, gas duri e puri e molli e impuri e altro

Commentando una pagina di Sara mi è venuto in mente quanto scrivo qui sotto.
Ormai che il GAS, per il fresco, è morto e defunto da anni, visto che non posso andare il martedì sera al mercatino del fresco del GAS del paese a valle vado direttamente dai contadini o al mercato contadino del sabato del paese a monte.
Sia con i contadini che con la piccola bottega "della zia Pina" della frazione, l'accordo consolidato è che io porti e riusi, restituisca i contenitori: contenitori "da chilo" di plastica trasparente per ortaggi e frutta, sacchetti di carta per il pane, cassette, portauova in cartapesta da carta riciclata, barattoli per il miele. E' una delle mille cose intelligenti e sensate che semplicemente non si può fare con la GDO e certa normazione iperscema più che ipersalutistica.

Il GAS continua su altro: in quello piccolo di duri e puri (talmente duri e puri che siamo rimasti in cinque gatti) ora è in ballo l'ordine per l'aglio (coltivato da una tanghera che abita sul monte quasi sopra di me), quello dei legumi (ceci e lenticchie di montagna), poi il non fresco (con l'altro GAS, quello più soft con il quale il "mio" dei duri e puri ha rotto da tempo perché gli altri sono troppo moderati, il non fresco lo acquisto ancora per il 70% qui), quindi la carne bio di bovino semibrado felice e pure bbono di nuovo col GAS duri_e_puri.

L'esperienza del GAS mi ha insegnato da tempo che l'impegno, per quanto minimo e piacevole che esso richiede, scaccia in modo eccezionale, tutti i kompagni rivoluzionaroni, i gretini arcobalenghi, e tutti i poco motivati nei fatti e assai motivati predicatori a parole.
C'è un effetto soglia "minimo impegno" che ha effetti prodigiosi, sia si tratto di impegni per camminare, per pagare un servizio, di impegno personale in tempo, lavoro, di temperatura d'inverno, etc. .: ottiene l'effetto di ridurre la presenza umana dello 80% se non anche oltre.


1 commento:

  1. Coso, devo pigiare diecimila volte il bottone per commentare quindi riassumo.

    Il post sulla contraccezione come risultato della educazione secondo me è un tantino surreale dopo le cose che ci hai raccontato qui circa certi eventi della tua cerchia familiare.

    Riguardo la verdura, forse se vivessimo in Meridione si potrebbe pensare di mangiare verdura fresca e prodotta in loco tutto l'anno ma dalle mie parti da adesso fino alla prossima estate di verdura poco o niente, quindi se vuoi mangiare i pomodori, necessariamente sono importati. Le conserve esistono per questa ragione, come dico sempre, fino al dopoguerra in Italia non esistevano mezzi per conservare le derrate alimentari, quindi si poteva mangiare solo quello che veniva prodotto in loco o quello che si poteva conservare a lungo termine (salatura, affumicamento, essiccazione, sott'olio, eccetera). Per inciso, è anche la ragione per cui le anime belle non capiscono come mai il cibo che buttiamo via qui non lo possiamo "donare" agli affamati. Non lo possiamo fare perché gli "affamati" di solito non hanno tutto l'apparato logistico per la conservazione e il trasporto delle derrate alimentari. Gli possiamo dare solo razioni da combattimento, cioè cose che si conservano in condizioni proibitive.

    Una ricaduta di cui parlavo nel blog è che i "vegani" per vivere dipendono massimamente dalla logistica delle importazioni. Non potrebbe esistere nessun vegano in un Paese come la Svezia dove non cresce praticamente niente di commestibile a parte qualche granaglia anemica e forse le patate. Ma nemmeno dalle mie parti, infatti non tanto tempo fa i meno abbienti erano minati dalla pellagra, un disturbo causato dalla mancanza di vitamine nella dieta basata sulla farina di mais (non prodotta con i trucchi delle popolazioni americane, tipo trattamento con la calce). Mi ricordo che mia nonna mi raccontava che da bambina mangiava la polenta gettata sulla tavola, strofinandola su una aringa affumicata per darle il sapore e quello era colazione, pranzo e cena.

    La mia obiezione è sempre la stessa, l'intelligenza consiste nel tirare fuori il meglio dalle carte che abbiamo, non nel vivere una realtà psichedelica, tra l'altro pensata da altri per secondi e terzi fini.

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