domenica 3 marzo 2024

Pro-fumo

Fine settimana di riposo. Rosa Canina è bloccata in casa, sulla seggiola a rotelle, no giri. Io sono arrivato piallato, gli anni passano e i carichi di lavoro mi lasciano, il venerdì, sempre più stanco, esausto. Così il sabato lo si passa a ricaricare le batterie, la domenica va meglio ma la metà del tempo è già andata. Lo splendido tempo piovoso - acqua benedetta per le falde, i campi, il bosco!- da una parte si è notato per una dolenzia all'anca, dall'altra parte mi ha permesso di riposare, di piccole attività casalinghe.
Adorabile lo stare in casa, accanto alla cucina economica: quest'anno ho prevalenza di castagno e un po' di ciliegio nella legna: a volte, quando apri lo sportello, esce un po' di pro-fumo, un fumo profumato di fiori, di frutta, di primavera, agli antipodi dal fetore emanato dalla legna di robinia pseudoacacia.

Questo tempo da case fuoco e pro-fumo sono stati tempi per un po' di convivio, ieri a pranzo, oggi a pranzo. Così, ieri la squisita polenta di vecchio Marano bio, presa col GAS, tirata al paiolo per almeno un'ora e mezza, fatta alla moda come si usa qui, con un ragù sapido (ottimo, eh, ma io da piccolo ero abituato alla polenta collo spezzatino e quella è ancora la mia ancora emotiva). A metà marzo, dalla montagna, arriva la ciccia del bio vitellone del GAS e così ho fatto un po' di spazio, in congelatore,
Oggi le orecchiette colle cime di rapa, come mi ha insegnato _audis che poi non me la dette, quella bella figliola mora pugliese, e i fagioli cannellini all'uccelletto, ammollati da ieri, coi resti della polenta di ieri, oggi ancora migliore.

Mi son perso un po' ieri sera, con alcuni documentari sul tango (qui; in un altro, ad esempio uno sulle nuove forme di tango, mi ha fatto sorridere, a questo punto, un tanghero macho-tradizionale così caustico sulle nuove mode nel tango). Vediamo, se questo mese, riuscirò a riprendere a studiare, qualche livello sotto, per ripassare e riscaldarmi.

Ecco, cibo e tango, così arcaici, archetipici, vanno alle radici, dove le nostre anime si perdono nel liquido amniotico di piccoli paradisi in terra.

(via pulminocontadino)

33 commenti:

  1. un'ora e mezza dalla bollitura?
    eh che d'è, cemento?

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    1. x Fracatz:
      x Vapore Sodo:
      Io sono condizionato dalla "scuola trentina" che prevede polenta decisamente soda (in altre regioni/province si preferisce la morbida polentina che si versa, liquida, in un contenitore adeguato). Polenta soda significa... con poca acqua residua, dunque a lunga cottura.
      Con l'esperienza e quanto carpito a vari cuochi ovvero, spesso, più semplicemente polentatori/trici, mi son reso conto che più cuoce, meglio è (più digeribile). Non scendo mai sotto i 75/80 minuti.
      UUiC

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    2. Ho provato a fare un minestrone di grano con grano grezzo colto (rubato?) direttamente in un campo nei pressi di casa mia. Procedura: schiacciamento parziale per rompere il "tegumento" (ammesso che si chiami così) e aprire la strata all'acqua, ventiquattro ore di ammollo, tre ore di cottura in acqua semplice, più un'altra mezz'ora in stile risotto. Risultato? Ancora si sentiva una notevole resistenza alla masticazione, ma... IL SAPORE! Fortissimo, buonissimo, niente a che spartire con la pasta, e neppure con i riso, a voler dire. Buonissimo. Certo è che l'impegno per passare dal campo al piatto non è cosa da ogni giorno.

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    3. Sì, per mangiare bene è necessario impegnarsi.
      Ad esempio la cucina povera se non misera colle erbe spontanee. Costo degli ingredienti assai basso costo lavoro per la raccolta "esagerato", risultati spesso strabilianti. Come succede spesso quando si passa da ingredienti industrial-ordinari a quelli di pregio.
      Io conosco il riso superlativo del GAS, tutta un'altra roba (del resto _sutti mi dice che con il bio fanno un 30-40% in meno all'ettaro che diventano proprietà organolettiche).
      UUiC

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    4. Vorrei che immaginaste voi stessi che salite sul fianco di una montagna.
      Poi tagliate con la sega a mano, che già è un lusso perché ci vuole la lama di acciaio, tutti gli alberi su una certa area del fianco della montagna.
      Poi con santa pazienza e delle leve svellete tutti i ceppi degli alberi tagliati.
      Poi togliete tutti i sassi grandi e piccoli e li usate per fare dei muretti a secco e una o due casupole.
      Poi vangate la terra tra i muretti cercando di pareggiarla e la spostate col secchio, ovviamente continuando a togliere i sassi.
      A questo punto se siete ancora vivi avete uno spiazzo per seminare qualcosa che cresca in montagna e lo dovrete annaffiare col secchio.

      Secondo me se gli avi avessero potuto scegliere tra le cosine buone dell'orto e la merda del supermercato, non ci avrebbero pensato un attimo. Infatti oggi nessuno vive zappando i fianchi delle montagne. Dove si andava a piedi e eccezionalmente col mulo, da cui mulattiera. Oggi autostrada e poi funivia o elicottero.

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    5. Immaginiamo di definire una funzione "cibo di qualità a disposizione": allora, gli avi, non avevano cibo, ora gli artificializzati-industrializzati lo hanno in quantità eccessiva, scadente, insalubre.
      Quindi la curva, ai due estremi è prossima allo zero: il massimo è da qualche parte in mezzo.
      Gli avi, semplicemente, non avevano a disposizione il petrolio, prima trasformato in cibo, poi trasformato in ipermercati che vendono cibo mediocre.
      In realtà l'Italia si è (era?) salvata per la sua cultura agronomica e gastronomica, ereditata dal passato e coniugata con i mezzi tecnici e l'energia a disposizione con la "modernità".
      Ecco, mi sembra proprio un falso dilemma, peraltro diffuso in quei paesi del cibo frankenstein, delle cucine molecolari da incubo, che si vantano di essere avanti nella industrializzazione / terziarizzazione / virtualizzazione / artificializzazione.

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  2. Con le tue descrizionu mi hai fatto tornare indietro nel tempo. Il sabato ci recavamo in campagna da mio suocero e il silenzio ci ritemprava di tutte le fatiche lavorative settimanali. Ciò che amavo di più era arrivare ed essere accoltadal tepore della stufa che emanava profumo di legna. Sulla tavola troneggiava la polenta fumante con i cavoli neri, condita con il nostro olio. In un piatto i (fudassin lisi) focaccine farcite con aglio tritato fine e olio e cotte sulla stufa. Quei tempi non torneranno più e il mio adorato suocero mi manca tanto. Quindi capisco la gioia e la serenità che hai provato in questo fine settimana.

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    1. Cavolo nero anche in Liguria, non solo in Toscana. Interessante.
      Polenta e cavolo nero, cucina povera. E sana e gustosa.
      Forse potete preparare la polenta col cavolo nero per il Vs. nipote.
      Si può anche senza cucina a legna.
      UUiC

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    2. Sì ma in casa la puzza non va più via🙂

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    3. La "puzza" delle brassicacee (i cavoli) deriva da composti dello zolfo (se ricordo bene) che sono proprio ciò che li rende salutari.
      il cavolo nero non è neppure uno dei più "odorosi", direi,

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  3. Condivido l'atmosfera spontanea di questo brano. é che invecchiando, quando invecchiamo bene, impariamo a setacciare dalla vita momenti semplici di piccolo piacere, come pepite isperate i cercatori d'oro.
    massimolegnani

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    1. Devo dire che son ghiotto di polenta dall'infanzia. La cucinavo anche in età giovanile e della (prima) maturità.
      Cose buone sempre, a prescindere dall'età.
      UUiC

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    2. Polenta gialla is for boys, men eat polenta taragna.

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    3. Sempre dalla tradizione trentina da parte di mamma: spesso la farina di mais veniva mescolata colla farina di grano saraceno, ottenendo la polenta grigia o nigra.
      Delle quali sono ancora più ghiotto.
      In questo caso, però, polenta e condimento alla emiliana, no grano saraceno.
      UUiC

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    4. Devo dire che il commento mi ha fatto sorridere. :)
      Grazie.

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  4. Le sere d'inverno, sovente apro la finestra della mia camera-studio immersa nel costruito artificiale urbano, e come un lupo inspiro profondamente ... gioisco, quando percepisco il sentore di legna bruciata chissà quanto lontana.

    ===

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    1. Ricordo che quando lavoravo in città, in parte la attraversavo in bici e annusavo, la mattina, le preparazioni dei ragù. Succedeva spesso, una nota olfattiva gradevole.
      Ora esiste un diffuso puzzo di merde e pisciate canine. Una delle forme di progresso in atto.
      Io adoro il pro-fumo di.mais tostato/bruciacchiato che viene dal paiolo sul fuoco allegro.
      UUiC

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    2. Per sentire il ragu devi passare sotto le finestre dei quartieri dei "nuovi italiani" dove ci sono donne che stanno in casa a cucinare. Gli altri ordinano il cibo pronto che arriva legato alla schiena dello schiavetto.

      Se tu andassi in moto invece capiterebbe ogni tanto di attraversare i paesi e i campi e sentiresti odore di panni stesi e di fieno.

      Stamattina mi sono alzato con il pensiero che vorrei sapere con che coraggio si alzano milioni di vecchi pensionati che sanno benissimo di ricevere un vitalizio dallo Stato che sarà accollato ai posteri.

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  5. Domani, se potete, prendete un aereo per londra, così dopodomani finalmente potremo incontrarci tutti alla nostra festa annuale
    https://www.brucofalla.com/notizie-curiose/ecco-la-grande-festa-del-pene-piccolo-a-londra/

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    1. Festa dei cazzilli.
      Esisteranno pure le vaginette, presumo.
      Quindi bisogna trovare il partner della dimensione giusta. :)
      Un requisito in più che si aggiunge alla già lunga lista.
      UUiC

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  6. Ti fidi delle farine bio?
    Non esiste più la macinatura con il vecchio mulinello ,dove tenevi da parte le riserve dal tuo raccolto.Oggi tutto si è Euro pizzato(si può dire?), è dentro sta di tutto.

    Guarda che per fare le orecchiette con cime di rapa, è nella qualità della pasta che viene una buona riuscita e le cime di rape bisogna saperle riconoscere tra alcuni tratti incontaminati.Pricurati anche un buon peperoncino in polvere e intero e del buon aglio,il resto viene da sé:))

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    1. Euro pizzato: ?

      Per quanto riguarda la farina di mais Marano bio, conosco il produttore da anni di GAS e sono confidente.
      Se volessimo essere proprio cinici, le farine industriali chimiche hanno e recano tanti di quei problemi per cui sarebbe difficile che quella bio del produttore noto riesca a fare peggio.
      UUiC

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  7. Ricordo che molti anni fa bruciammo un vecchio telaio di uno specchio e ne uscì un profumo di albicocche. E' incredibile come certe essenze conservino il profumo anche dopo decenni.

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    1. L'essenze oppure i solventi delle vernici.

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    2. No, no, non si tratta di solventi, ovvero idrocarburi aromatici.
      È proprio noto che allcune essenze (alberi da frutta, in genere) sono profumate.
      Altre puzzano (robinia, ailanto che è talmente un cesso di albero che oltre a bruciare pessimamente fa un tanfo di fumo).
      In genere anche le conifere fanno un fumo con note olfattive gradevoli.
      UUiC

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    3. Non so. A riprova di tante cose riguardo il passato, presente e futuro, mio zio buonanima, quello della diga di Assuan, molti anni fa mi invitò al barbecue. Aveva una griglietta sul pianerottolo, per fortuna scoperto e con mio sgomento stava usando dei pezzi di legno laccato per fare il fuoco. Gli ho detto "zio mica puoi usare il legno trattato per il mangiare, serve il legno delle piante" e lui cadeva dal pero perché ai suoi tempi tutto faceva brodo. Basti dire che da ragazzo andava in giro per le cascine a vendere i "pacchi", cioè proprio dei pacchi con dentro un po' di stoffa, un po' di sale e zucchero, bottoni, cose che servivano alle contadine. Contadine che vivevano ancora con le bestie, per inciso. Suo fratello se ricordo bene ad un certo punto fabbricava strumenti in vetro usando delle bombole in casa, una cosa sicurisssima. Anche mio nonno, quello dei canali di bonifica, si era fatto costruire un alambicco in rame da uno stagnino conoscente e distillava la grappa in cantina. Aveva le galline in cortile in mezzo ai palazzi. Altro mondo.

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    4. Al ritorno di jma molonga, con _civa, era tardi, avevo una fame terribile, nella sua città, mi infilai in un unica pizzeria del caxxo aperta (scoprii che c'era un pachistano a gestirla).
      Per una volta rinunciai al mio boicottaggio e vidi che il tipo, per animare il fuoco, prese dei rottami di mobili, con formica e altre schifezze e li cacciò nel forno.
      Veramente un livello da 3o mondo.
      Altro che pro-fumo!
      UUiC

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  8. Ciao mi hai fatto tante domande. Hai una mail così ti scrivo cosa penso del video che mi hai proposto.🤔

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  9. Io sto volentieri in casa di domenica, ma cucino in un quarto d'ora! A parte che io mangio volentieri tutto, oggi ho fatto la pasta del cornuto.

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    1. Qui scopro che tale pasta del cornuto non è altro che una pasta al burro e formaggio grattugiato
      Pensavo a quale straordinaria ricetta. :)

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    2. Un modo di dire del passato: la moglie andava in giro e al povero marito preparava il pranzo in tutta fretta!

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