martedì 1 luglio 2025

Pantomime

Pare che la signora che girava cogli spaccaicranidiquellichelapensanodiversamente, tale Salis, abbia criticato l'ambaradan dell'oligarca primo azionista di Amazon che ha celebrato, di recente, le nozze nella Serenissima. La signora Salis ha scritto un libro in vendita su... Amazon.
Beh, non male.

Sono quasi certo che una parte rilevante dei No Bezos siano compratori su Amazon.

Questa ridicola pantomima per ebeti è una delle molte che caratterizzano gli ipocriti sinistrati. Ne avevo già scritto, peraltro. Conosco questa ipocrisia da quando bazzico il mondo dei GAS, conosco come molti kompagni intendono e fanno gli acquisti.

4 commenti:

  1. Il caso Salis-Bezos è un esempio plastico dell’ipocrisia che attraversa tanti attivismi contemporanei. È vero, Amazon è ovunque e spesso non se ne può fare a meno, ma chi costruisce la propria immagine pubblica sulla purezza morale dovrebbe evitare di sputare nel piatto in cui mangia, soprattutto se lo usa per vendere i propri libri e alimentare la propria notorietà. Non è tanto la critica in sé (giustissima, se si contesta la concentrazione di ricchezza e potere nelle mani di pochi), quanto l’assenza di coerenza personale che disarma. E questa incoerenza diventa ancor più indigesta quando viene sciorinata con l’arroganza di chi si sente dalla parte giusta della Storia.
    Allo stesso tempo, penso che l’ipocrisia non sia esclusiva della sinistra o dei GAS; è una costante umana, solo che certi ambienti (quelli che fanno dell’etica di consumo la loro bandiera) la rendono più visibile e più irritante. La differenza la fa chi ha l’onestà di ammettere che, pur criticando Amazon o Bezos, talvolta è costretto a usare i loro servizi perché il sistema stesso rende difficile fare altrimenti. Ma questa ammissione raramente la senti.

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    1. Io non possiedo nessuno smartphone, non ho nessuna presenza "social" e non ho mai comprato niente via Amazon.

      A riprova che si vive tranquillamente senza quelle cose.

      Non mi importa nulla di Salis e di Bezos, per me non esistono. Mi importa invece del fatto che in entrambi i casi esiste una massa di servi che gli si affolla attorno, nel primo caso perché cercano qualcuno che gli dica cosa fare, pensare, dire e nel secondo perché sperano che gli buttino gli avanzi o qualche moneta.

      Venendo allo specifico di Venezia, ci dovremmo decidere a chiuderla come città abitata e trasformarla in un parco divertimenti, gestito come tale. A quel punto chi vuole può affittare i luoghi, sottoscrivere servizi, eccetera e ci preoccuperemo della manutenzione e delle pulizie.

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    2. Anonimo, sai qual è la verità? Che a forza di disprezzare tutto e tutti dall’alto della tua torre di purezza, finisci per non vedere più la realtà. È facile dire “io non ho smartphone, non compro su Amazon, non mi importa di niente” e chiudere la questione lì, come se questo bastasse a salvarti dal mondo o a cambiarlo. Ma così fai solo un favore a chi quel mondo lo sfrutta davvero. E su Venezia, ti dico questo: ci vivono persone vere, non sono comparse di un parco a tema da sfrattare per trasformarlo in un Luna Park. La differenza tra chi sta con i piedi per terra e chi si rifugia nella propria supposta purezza sta tutta qui: uno cerca di migliorare le cose, l’altro si limita a dire che fanno schifo. E finisce che la vera pantomima diventi quella di chi si illude di salvarsi semplicemente voltandosi dall’altra parte.

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  2. Nota a margine: come viene vista l'Italia all'estero e anche dagli Italiani.

    L'altro giorno un tale mi manifesta i suoi dubbi sul "riarmo" dicendo che non dobbiamo comprare armi dal "padrone americano".
    Io gli rispondo che in realtà l'Italia non ha in dotazione nessun sistema americano tranne gli F-35 di cui però siamo "partner", cioè abbiamo finanziato lo sviluppo del progetto e in cambio lo stabilimento per l'Europa si trova in Italia.
    Quel signore non sa o si dimentica che vicino casa sua ci sono delle grandi aziende italiane che non solo fabbricano "armi" per l'Italia ma le esportano in tutto il mondo, tipo Leonardo e Fincantieri.
    Poi "italiane" non so, sono multinazionali.

    Ora, gli USA hanno sottoscritto un contratto con queste aziende per la fornitura di un certo numero di fregate, cioè di navi, basate sulle fregate italo-francesi FREMM. La legge americana vieta di comprare navi da altre Nazioni quindi le aziende italiane hanno aperto una succursale americana e producono negli USA. Non sta andando bene ma quello è un altro discorso.

    Il punto è che mentre l'Italia fabbrica le navi USA, gli Americani ci vedono come una parodia, una specie di Las Vegas o Disneyworld, come se l'Italia fosse sole mare mafia mandolino.

    La conseguenza, che tutti sottovalutano, è che non solo non ci prendono sul serio ma pretendono di essere serviti. Cioè se l'Italia è un parco divertimenti, gli Italiani sono li per servire il visitatore e campano con le mance.

    Qui aprirei una piccola parentesi di costume: negli USA i camerieri non hanno un vero stipendio, prendono un fisso minimo e poi guadagnano con le mance che di fatto sono OBBLIGATORIE, sono una tassa-non-tassa-implicita. Però la conseguenza è che il cameriere deve fare contento il cliente in ogni modo, deve coprirlo di attenzioni, deve sollecitare la mancia. C'è come un doppio binario e un doppio servizio, uno è quello fornito dal locale, per esempio la qualità del cibo e l'altro è quello fornito dal cameriere, quindi la qualità del "servizio" personale (con ovvie conseguenze al limite o oltre il limite).

    Quindi, in senso lato, gli Americani e in generale gli stranieri che condividono questa idea, si aspettano di essere serviti e riveriti e che la vita degli Italiani dipenda dalle loro mance, che a loro volta dipenderanno da quanto li abbiamo accontentati.

    Allora capite bene perché un milionario americano si aspetta di venire in Italia a cacarci in testa. E' quello che fa a casa sua con chi gli sta attorno, paga e pretende di cacare in testa a tutti.

    Sta a noi decidere se vogliamo farci cacare in testa, ripristinando antiche abitudini oppure no.

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