martedì 8 ottobre 2024

Dalla portafinestra

Giunge il rumore del mare agitato, posso vedere i cavalloni che si frangono sulla spiaggia, un po' più in là. Eppure...
Eppure son così tellurico o, se preferite, così  poco talassico che... questo mare di cittadina costiera adriatica, non mi fa né caldo né freddo. La dimensione naturale, qui, in città, del mare, è al limite dell'inesistente. Anche questo albergo condominio con certe pretese, di un certo livello, mi pare solo un albergo con pretese anonimo di citta. È tutto ordinato, lindo, pulito. E anonimo, cittadino.
Son qui per lavoro e so che ci son persone che pagano per essere qui per diporto, nelle loro vacanze. Mondo vario.

domenica 6 ottobre 2024

Milleseicentoventi

Siamo qui in montagna, al paesino di mamma. Qualche lavoro da fare per la casa (consegna legna poi saltata per il guasto al trattore del segaro, un po' di riordino e pulizie dopo il lavoro dell'imbianchino). Ci siamo presi tempo, ieri, per una passeggiata (niente in quota, vista la neve caduta poche ore prima).
Al principio dell'autunno cambia la luce, temperature più basse (e gradevoli, per me), la piogge di stagione hanno reso allegri ruscelli e torrenti. Per quanto poco turistico, ora, c'è molto più silenzio: anche buona parte degli oriundi, di coloro che, originari di qui, lavorano "giù" durante la settimana e tornano qui nel loro ex prime case, ora seconde, non c'è. Camminare ora è un passeggiare nel silenzio e nello spazio/vuoto/deserto. Con qualche timore di Rosa Canina per gli orsi. Come osservava Rigoni Stern, poca fauna selvatica, rispetto alle colline e montagne di casa, in Appenino. Siamo riusciti a notare un bel paio di poiane, direi, quasi nulla più.

Per la prima volta, dopo decenni, ci siamo presi il tempo per visitare un borghetto del vicino paese sudtirolese. Tante volte passati, mai saliti per quella erta stradina, al cui innesto colla strada comunale c'è un antico crocefisso, un ciliegio e un pino silvestre.

Così siamo saliti a piedi. Dopo la fontana col vascone monolitico in granito, in tonalite, colla sua musica di gocce, acque, piccolo getto, che risuonava per tutta la piazzetta tutto lo slargo, ancora più in su.

Una vecchia casa la seconda foto, ormai disabitata, con il vecchio forno a gobba a sporgere, riportava un 1620, su una parte dell'intonaco. Quanti Paar di segale saranno passati per quel forno, per quante generazioni? Alla base, l'ingresso, minuscolo per la stalla, una vecchia madia, dei cesti di vimini, tutto impolverato, un po' scalcinato. Saranno, immagino, sotto la terra, coi fiori sopra, qualche minuto a piedi, più sotto, nella chiesa madre, tornati terra.
Ci chiedavamo, Rosa Canina ed io, quante e quali fossero le differenze nel vivere, lì, nel 1320, nel 1620, nel 1720. Direi poche, molto poche. Legati ai ritmi della terra, delle stagioni, ai cicli delle bestie, mucche, maiali, ai materiali del luogo, alle fatiche, anno dopo anno, generazione dopo generazione. Ecco, forse alcuni alimenti come i fagioli o le patate, ecco, quelli furono una novità abbastanza recente. A naso, direi, qualche novità/innovazione significativa solo a partire dalla seconda metà del XIX secolo.

Le stesse generazioni di "barbari" germanici, nordici che, per secoli, usarono distinguersi dalle murature latine per le loro costruzioni a tronchi "intrallacciati" o sovrapposti agli angoli: ancora c'erano quei tronchi, ancora ci sono, dopo secoli che sostituirono i romanci / ladini, i Wal(t)schen / Welschen  (Walhaz ancora più indietro) come indicati in alto tedesco o, spesso, preso residenza in territori alti, troppo aspri, grami per i ladini.

Secoli di vite e tradizioni che sono state annichilite dalla esponenziale accelerazione tecnica, (dis)etica, dalla cetrifuga liquefacente che ci stravolge nelle sue spire sempre più vorticose. Mia nonna veniva qui, a piedi, ore di cammino, a fare la Hebame, la comare, a far partorire le "todes'ce" come avvenne per secoli, anche nel 1620.

La stagione è già avanti, è freddino e la casa non è stata abitata e scaldata dal fuoco, scrivo vicino alla cucina economica accesa. Tra poche ore si ritorna alle colline dell'Appennino.

Ecco la neve, lassù.

A destra della gobba del forno, nella facciata con rughe e bitorzoli, il segno del tempo, 1620.

Il fienile, è quello delle genti nordiche, a tronchi sovrapposti, qui con giunti "a culla".

domenica 29 settembre 2024

Rinuncia

  • Questa rinuncia mi ha portato, veramente, tanta ricchezza.
    Tamara Lunger

Rinuncia: uno dei tabù della contemporaneità (liquida).
E' uno strumento che annienta interi paradigmi.
A soli settanta metri dalla vetta, dalla storia, ti salva la vita. E ti consegna, comunque, alla storia.
E' un paradosso colla potenza del paradosso. E' ciò che scassa tutte le aspettative, le pretese, i piani dell'esterno rendendolo impotente.

Mi capita, sempre più frequentemente, di rinunciare ora. In primis allo spostarmi residuo per diporto. E' liberatorio. Da disadattati sociali e liberatorio. Sei ricco, potente, in serenità, dopo, via dalle bolge, dall'iperturismo, ipertuttoilresto.

mercoledì 25 settembre 2024

Antipolitica delle decisioni assurde - 14: sponde libere


Ritorno su questa colonna che è impolverata da tempo.
In questa regione molta pioggia, in alcune zone a intensità alluvionale, la terza volta in sedici mesi. 
Non solo non è cambiato nulla ma consumo e cementificazione di territorio hanno orgoglionamente proseguito la loro crescita tumorale. Ma questo è solo UN problema che contribuisce al disastro.
Dunque alle scuole elementari ti insegnano che gli alberi hanno ANCHE la formidabile capacità di stabilizzare i versanti col loro intreccio radicale. Direi semplice, al limite dell'ovvietà.
Da qualche lustro vige una qualche norma / regolamento attuativo per cui i proprietari frontisti sono tenuti a mantenere sgombra da alberi la parte di loro proprietà confinante colla strada. Il timore, forse paura o terrore, vista la complessiva irrazionalità, è che in caso di neve possano cadere rami che ostruiscano, forse in parte, la strada.
E' un fatto che da decenni le nevicate sono sparite. Sottolineo, da quasi montanaro, che in caso di nevicate abbondanti, in auto si gira con catene, con un badile, una sega, guanti da lavoro, etc. non si usano mocassini da salotto o ballerine o decolté tacco dieci ma scarpon(cin)i. I rami si spostano, etc. se non ci sono le condizioni stai a casa, ti muovi coi mezzi pubblici, etc. (considera che se vuoi girare coi tacchi o in giacca e cravatta una casa in collina/montagna non è una scelta intelligente). Il cretinismo da artificializzati urbani cresce pur'esso: fa parte delle gravi regressioni collettive, il risultato di agio che, da decenni aguzza la scemenza.
Aggiungiamo pure le cause (para)dolose delle quali scrissi in Legge Arborea.
Aggiungiamo pure insofferenza, astio per gli alberi, pur'essi in crescita.
Rimane la realtà che queste sponde rasate e tenute ad erba, spogliate degli alberi brutti cattivi cacca diavolo, con la realtà sempre più frequente di piogge intense e prolungate, si squagliano come gelato al sole.
Quanto nevica? Un cazz.
Quanto diluvia? Sempre di più.
Qui sopra uno dei milion mila casi: sono state sufficienti due piccole robinie pseudo acacia a trattenere ciò che pochi decimetri accanto è franato.
Tanto elementare quanto negato.
Sponde libere. Sì, di franare.
Mah.

domenica 15 settembre 2024

Fianco a fianco

 (unuomoincammino)
 
Camminare, tra cirmoli, larici, abeti, mughi, in questa giornata grigia, di ghiaccio (sotto zero nella parte alta).
Ero a fianco di coloro che ho a fianco, lavorando. Sempre pensato e vissuto che camminare in montagna leghi molto le persone. Per quanti piccolo, questo giro domenicale, per quanto inesistenti difficoltà e impegno (almeno per noi alpinisti del gruppetto), il legare è avvenuto ancora.
Qualche piccola tensione, per una giovane collega non montagnista (molto prima che essere alpinisti), fine, fine, così fine... che è quasi fragile per animo, svanita, dopo qualche piccola fatica di ieri  qualche punto dolorante nei suoi scarponi. Se l'era presa per le battute, cercavamo di distrarla, farla sorridere su questo battesimo della montagna, le sue "terribili" difficoltà.
Piacevole goliardia, leggera, tra noi maschi.
Senza volerlo sono stato esposto per confronto alla mia sobrietà, a questo meno, questo poco, che mi piace tanto, un po' disadattato perché mancante di tante cose inutili, distraenti.
Ora stiamo tornando, dopo questi cinque giorni insieme, fianco a fianco, al lavoro all'estero, camminando, sotto Re Laurino.

Cinque plastiche

La vicenda di Grillo che rischia di essere defenestrato da coloro che prese a bordo della propria creatura è solo un caso di un motivo (pattern) ricorrente.
Sia per quanto riguarda il noto "La critica è facile e l'arte è difficile" che per quanto riguarda "Quel che è mio è mio, quel che è tuo è mio" che è il nucleo ideologico attivo che alimenta la disonestà intellettuale dei sinistranti.
Non è affatto un caso che quel partito passò da alcune idee interessanti di decrescita (andai a Firenze per la giornata di discussioni - qui era la vigilia) e dall'idea di pragmatismo "né destra né sinistra" (questo dualismo artefatto tiene lontani dalla realtà) ad un'accozzaglia di assurdità ideologiche che raccoglie tutte le strambezze, le patologie delle quali i sinistrati tendono a vantarsi.
Dal piddìmenoelle al piddìalleanzacol, dalla decrescita alla invasione migratoria (la massima negazione possibile della decrescita), dai due mandati a "la poltrona è troppo importante buttiamo fuori chi ci ricorda i due mandati" e una lista lunga così di cazzate, contraddizioni, waltdisneyate.
Il buttar fuori il fondatore nel caso ricordi alcuni principi di casa è proprio applicazione del pensiero di sostituire te, nella tua casa, con alloctoni che sono superiori a te, brutto fasciorazzistadimerda  inferiore (poverini, non si accorgono neppure della rozza, colossale cortocircuitazione logica).
Tutto ciò fa parte di questa demagogia sinistroide, di questo fanatismo coglione e orgoglione, razzista anti, fascista anti, che leggo nei commentari del FQ, a cui è degradato, da tempo, il Movimento Cinque non saprei cosa scrivere qui. Non ultimo alcune istanze ideologiche peggiori che creano, che sono Il Problema di parte del Meridione, riassumibili in pillola nel "Chiagni e fotti".
Ecco, il movimento Cinque Plastiche.

sabato 14 settembre 2024

Catinaccio

(unuomoincammino)
 
Che salto, dall'estate ad un principio di inverno, in pochi giorni, in poche ore!
Abbiamo camminato anche per i grandi squarci inflitti da Vaia. Poi... poi siamo arrivati a prati morbidi, soavi, tutto semplicemente bello, soave, aspro. Mi fermo qui.

venerdì 13 settembre 2024

Povera piccola retroguardia

Di questi due giorni di trasferta in Algovia, porto a casa rafforzata la mia germanofilia. Qui, su questi verdissimi colli, a pochi chilometri dalle montagne austriache, la mia illusione di un'Europa, linda, ordinata, con la loro positività di essere calati nella realtà e di risolverne al meglio possibile i problemi.
Solo un'illusione, la Germania è messa molto peggio in questo progresso al peggio del  multiculturalismo. La Germania subisce ancora le pesantissime conseguenze del suo collasso militare e culturale del 1945, il definitivo annientamento di una ultima resistenza al sinistro ugualismo, un'altra jattura ereditata dall'illuminismo. La sua rinascita economica del dopoguerra ha attirato milioni di persone, alcune in gamba, molte criminali. La strage ndranghetista di Duisburg è solo una delle pene che hanno bastonato le spalle dei tedeschi, poco rispetto alla orribile, nefasta islamizzazione che essi subiscono e la guerra civile che essa diffonde. La prima catastrofe è aver subito, ad oriente, il supplizio comunistico-sovietico fino al 1989. Tuttavia, in prospettiva direi ancora peggio, la imposizione - li accomuna a gran parte d'Europa - di multiculturalismo, meticciamento, frammentazione culturale, identitaria, il modello frankenstein, delle società plurifrantumate, panesplodenti, imposto dagli invasori SUA e dal paradigma dell'impero, dalle scuole di pensiero del progressismo d'Oltreatlantico. Molto più  grave, in prospettiva e per le conseguenze, del piano Morgenthau. Un enorme cassetta di mele sane nella quale vengono inficcate a forza migliaia di mele marce. Anche qui con abbondanti pulsioni distruttive, madosadiche degli accoglioni, razzisti anti, tedeschi.
I loro, dei Tedeschi, terribili sensi di colpa sono solo potenti catalizzatori che accelerano e amplificano il degrado verso questo peggio da incubo.
Povera Europa.
Qui ho visto ancora la potenza del civismo, del bene comune, dell'ordine, della bellezza e cura, il piacere delle cose fatte bene.
Una povera, piccola retroguardia.

giovedì 12 settembre 2024

EreticaMente

Spesso assai importanti i contributi di anonimi o un po' meno anonimi, contributi di idee che, in questa dimensione diariosferica, sono il sangue e il cuore pulsante.

Ho aggiunto EreticaMente ai diari collegati qui a destra.

Ho  iniziato da poco a leggerlo, pensieri interessanti, assai poco di moda.

Grazie Sergio.

martedì 10 settembre 2024

Il soffio della montagna

Domenica sera, abbiamo visto "Il soffio della montagna"  pellicola francese girata in Giappone. La storia di una coppia, egli Akeji, ella Akado, che decide di passare la vecchiaia in montagna. Egli, artista noto, è di famiglia samurai e segue e rispetta tradizioni secolari. Storia molto orientale (ovvero non liquido-frenetico-modernistica) con poco parlato, silenzi, inquadrature su paesaggi, sul vento, nuvole, teste "buddistiche" in pietra, ricoperte di muschio, accanto al tempietto nel bosco, primi piani sui gesti ripetuti nella quotidianità, etc. .

Una cosa buffa, che ci ha fatto ridere, è l'interazione uomo-donna, con tutte le peculiarità di genere, la parte verbale (moglie), quella silenziosa (marito).

Un altro paio di picconate sui dogmi sinistri, sia sulla ugualizzazione demenziale, patologica, dei due sessi, sia la solita pretesa che sia la cultura a definire i comportamenti (la cultura nipponica è estremamente lontana da quella europea, italiana, ma l'etologia è - sorprendentemente ? - simile).

domenica 8 settembre 2024

More e tempo da lupi





Ieri siamo stati al campo di Rosa Canina, in montagna. L'obiettivo era... di raccogliere more. Siamo tornati a casa con ca. 1,7kg di more che, stamattina, sono diventati circa sei/sette barattoli(ni) di marmellata.
Sono tornato a casa con le mani massacrate, trafitte da mille punture di spine e là è stata una sofferenza, anche per i tafani e le zanzare.
Con Rosa Canina ci dicevamo che, alcune persone che conosciamo, che in passato sbaffarono sia le more che la marmellata a più non posso, proprio non ne vogliono sapere di raccoglierle. Fanno parte di quel folto insieme di persone che sono pigre, anche per quanto riguarda il cucinare. Direi che Esopo con le sue cicala e formica, è più attuale che mai.
Molto semplice il futuro: no raccolte more, no magna!

Oggi splendido tempo da lupi: siamo rimasti a casa, a sbrigare faccende che si erano accumulate nei mesi estivi. Pioggia copiosa, una manna dopo caldo e secco estremi di agosto. Quasi scuro anche di giorno per lo spessore e densità elevata delle nuvole, ora quasi freddino (ancora presto per accendere la cucina economica). Che tempo meraviglioso, lo adoro! Così ci siamo sbaffati un po' di lesso (il bio contadino del GAS ci ha fatto una consegna, di recente) di un po'  di carne da lesso (aveva disfatto una vecchia vacca da latte) con il bagnet verd. Delizia!

venerdì 6 settembre 2024

Messi male

  • Gli USA, è di fatto un circo di fenomeni da baraccone, in cui si spaccia ogni devianza, ogni anormalità, ogni eccesso, ogni comportamento asociale, distruttivo o autodistruttivo, come espressione della "libertà individuale"
    Nessuno
    Il problema della salute mentale

Rosa Canina ed io, l'altroieri e... sempre, in treno, un'umanità persa, derelitta, sbandata, incerta, sradicata, vagolante. Mercoledi' , non so se sia stato più penoso il treno del mattino o quello della sera. I mezzi pubblici sono una presa di contatto brutale con la realtà. I mezzi pubblici "popolari" sono la peste  evitata ad ogni costo, da tutti gli apologeti del "nuovo paradiso".
Una volta esisteva la Chiesa che, con tutti i difetti del caso, aveva la missione di aiutare, educare, elevare questi esseri umani. Ora non c'è più, in via di estinzione per mancanza di vocazioni e secolarizzazione. Rimangono questi poracci e la loro miseria, di tutto prima che economica, e lo sbandamento e individuale e collettivo, senza alcuna forma di miglioramento, educazione,  emancipazione, di consapevolezza del bene, del giusto, e del male, dello sbagliato.

Leggevo Uriel Fanelli sulla gentrificazione. Gli apologeti di questo nuovo paradiso multietnico sono proprio i sinistranti al caviale, questi groteschi radical schic etc. che evitano, come la peste, la distopia che invocano, impegnati sul nulla della legge comunitaria sulle dog room negli aeroporti o sulle salviette color arcobaleno nei cessi gender-friendlyqualcheparolaperscemiininglese.
Il primo atto di un piano sociale terapeutico sarebbe di mettere questi predicatori del peggio sui mezzi pubblici, a contatto con la creatura a cui lavorano da lustri.

Il signor Nessuno rimarca, ancora una volta,  che tutte questi malanni, disfunzioni, miserie, sono il modello, diffuso dalla distopia SUA, al resto del mondo, gente che si taglia la pelle perché è fico, lo promuove come moda prima, come valore dopo (Overton in azione) e poi impone che all'università o nei municipi ci siano le stanze per tagliarsi la pelle, gente invocante un "diritto" (?) di tagliarsi la pelle oppure di bere acido con bulloni e morchia "in sicurezza" per poi pubblicarlo su Tiktok.
Siamo messi male, non vedi alcuna prospettiva fausta.

P.S.
Avevo scritto questa pagina un paio di giorni fa, quando ieri sera, Rosa Canina, mi ha riportato che all'autobus sulla quale ella era, ieri, aveva bussato, per chiedere informazioni all'autista, un giovane nordafricano che... appeso sulla parte posteriore dei jeans, aveva un grosso coltello ricurvo riposto nella sua custodia bene in vista.
Ecco, un'altra follia del tutto ordinaria.

giovedì 5 settembre 2024

La betulla

(unomoincammino)

Vi dicevo dei problemi agli "artificiali" boschi di peccio (abete rosso) in parte del Alpi, evidenziati prima da Vaia poi dal bostrico.
Come dicevo anche, le politiche forestali sono cambiate: ecco una splendida betulla che, fino a qualche tempo fa, sarebbe stata tagliata.
Questa regressione a boschi e vegetazione varia, non monoculturale, è un bene.

domenica 1 settembre 2024

Nel frattempo

  •  Esci di casa e muori.

Potrebbe apparire goffa la perifrasi della nota sparata del signor Mario Draghi "Non ti vaccini e muori". Lascerei perdere la goffaggine per arrivare alla semplice realtà delle banliueue sotto casa, in casa dove rischi la pelle tutti i giorni come sperimentò Irisi Setti e come ha sperimentato la signora Sharon Verzeni.

Per le vittime non importa molto sapere se vengono amputate, stuprate o uccise per pazzia (la "pazzia" criminale pare appannaggio dei negri, come nel caso di Moussa Sangare, Chukwuka Nweke o del signor Adam Kabobo) o per piani delinquenziali a scopo "patrimoniale" o egemonico come impone la crimininalità nordafricana.

Molte persone sono attente ai drammatici effetti della guerra migratoria che subiamo e si dimenticano che, nel frattempo, altri continuano le azioni, i piani, a favore di essa:

  • le compagne giudici Eleonora Bruno e Sara Marino (quiqui) continuano l'azione della magistratura atta a svuotare di ogni efficacia il potere esecutivo in materia di immigrazione di massa, annullando piccole azioni di contrasto all'invasione, sempre col meccanismo di commutare sulla norma italiana o europea,  che più tuteli e implementi l'immigrazione di massa.
    Notare l'ambiente: la loro compagna la PM Viviana Del Tedesco, aveva definito "spettacolare" il fisico dell'assassino di Iris Setti.
    Ideologia o qualcos'altro, tutto va bene.
  • Forza Italia, portavoce del grande capitale, preme per lo ius cazzis, un passo ulteriore per agevolare, favorire e incentivare l'arrivo di più lavoratori, consumisti, clienti.
    Solo una insensata accelerazione della sciagura che vede l'Italia in prima posizione nella fagiolatura delle lenticchie.
    Senza una parola una su misure compensative come la perdita dell'etichettatura della cittadinanza in caso di reati, divorzio, etc. .

Buona fortuna.

mercoledì 28 agosto 2024

Acqua calda


Dunque Zuckerberg (cognome ebreo tedesco, pronuncia zuccherberg) ha ammesso la censura durante la pandemia del virus corona (in inglese indicata come covid).
Ecco la rivelazione dell'acqua calda.
Sintetizzo le mie conclusioni: prime varianti con tasso alto di letalità. Patologia nuova non si sa neppure come affrontarla, si passa a rimedi sbagliati come intubazioni a pressione o paracetamolo che inibisce il nonmiricirdoilsostanzone (si tratta della inibizione della produzione di glutatione, di cui era a conoscenza il geniale ed eroico medico Gerardo Torre, di Pagani) : siamo all'inizio, ci sta (chi non fa non falla).
Passa il tempo, si tenta di produrre un vaccino ma il virus è già alla variante omicron che ha la nocività di un raffreddore, come comunica la ministra della sanità del Sudafrica.
Scattano gli obblighi di inoculazione di prodotti non solo inutili (benefici scarsi o nulli) come ammette Bourla di Pfizer ma con importanti effetti collaterali su sistema cardiovascolare e immunodepressivi. Scatta la campagna capuccino e 34a dose. Tecnoteisti  talevax e zeloti del progresso (e coglioni con una ricerca_scientificah in mano che sone sempre coglioni)  senza se e senza ma continuano la loro campagna a martello pneumatico basata... su varie credenze ad iniziare da quella che un artefatto sia meglio del sistema immunitario (ricordo che la gravità era già quella di un raffreddore).
Censura, omissioni, falsi (ti vaccini o muori) continuano. Siamo alla intelligenza della importanza degli idranti... sulla cenere (sarebbero serviti a incendio attivo, non dopo).
Alzi la mano fai domande sei subito fascio-oscurantista (fascio è usato da ogni cretino, anche per fare il pesto alla genovese o lucidare le pinne).
Ora si scopre che il faccialibro ha partecipato alla censura.
La scoperta dell'acqua calda.

martedì 27 agosto 2024

Il raddoppio della robovia

  • Voli, Di Palma (Enac): «Cieli europei vicini al collasso, gli aeroporti non reggono più. Quando volare? Il martedì»
Prendo spunto da alcuni commenti critici sul turismo di massa. Ogni anno che passa mi rendo conto via via più che esso, come manifestazione di uno dei problemi del tumore demografico: è una vera e propria iattura (come i semivocalica o semiconsonantica la scriverei con la jota).
Ero in casa a lavorare in cucina, ascoltavo il giornale radio regionale del Trentino - Alto Adige: dalla redazione bolzanina servizio su una località (non ricordo il nome, il canale uditivo è assai scarso, per me) con i residenti pendolari esasperati dalle code causate dai turisti alla funivia / funicolare / robovia (non ricordo bene) che nonostante abbia già una capienza di molto superiore alla media risulta satura per gran parte della giornata causando lunghe code. Con spirito pragmatico che contraddistingue i "tedeschi" (sarebbero, per la precisione austriaci di cultura, o più precisamente, come tengono a distinguersi, tirolesi) "poiché dovranno essere costruiti altri alberghi", la provincia autonoma ha già avviato il progetto per il raddoppio di capienza dell'aggeggio. Tentativo folle di reagire razionalmente con una soluzione che è il problema.

Durante una camminata insieme, in questi giorni in montagna, un mio caro cugino lombardo mi racconta che, durante una loro visita nelle Dolomiti ladine, dove il sovraccarico turistico è un problema da anni, hanno introdotto  una Mobility Card (devo scrivere questo orrore inglesano perché realtà) con i turisti invitati ad usare i bus per i movimenti. Ad una fermata (dove organizzarsi in una coda è difficile, a prescindere dalla insofferenza italica per le code) egli ha assistito ad un principio di rissa tra questi e quelli che "voi siete arrivati dopo cazzo volete salire prima" etc. .

Potete leggere  da MaratonetaGiò dell'impatto del turismo per riccastri o di croceristico di massa  (neppure sotto tortura parteciperei ad una di esse) sulla città della lanterna. Cambiamo repubblica marinara: ho un collega (ex) veneziano che mi racconta di quanto fosse difficile vivere nella serenissima città. In alcuni giorni, semplicemente, egli sceglieva di evitare alcune parti di essa: meglio non avere mal di denti e il dentista da quelle parti.

Quando ero piccolo io la popolazione mondiale era di tre miliardi di persone, ora siamo a nove, una stima del tutto bonaria (che non considera l'innalzamento del tenore di vita in gran parte del mondo) ragionevolmente porta a conteggiare una triplicazione della pressione turistica sui luoghi.

Torno all'Alto Adige, sempre al GR regionale, intervistano l'esperto (di nome e cognome e lingua tedesca) a capo della commissione provinciale sulla riduzione della CO2. Con la sua erre tirolese, dice: ecco, in provincia abbiamo 2 tonnellate di CO2 per abitante dovute la turismo (+180 e rotti % rispetto a inizio anni 2000), se andiamo in Val Gardena, dove il turismo è internazionale e usa aerei ed elicotteri per arrivare in prossimità, arriviamo a 18t di CO2 in più per abitante locale.

Mi dispiace per i vari cultori della crescita, non è possibile triplicare il ponte di Rialto, il Sasso Piatto, lo spazio ormai conurbazione Lana - Merano - Lagundo.
Ci sarebbero gli aumenti folli degli affitti dovuti alle locande a breve (altro inglesano, b&b) nelle città italiane, degli aumenti spropositati dei prezzi del gelato nel capoluogo dell'Emilia Romagna dovuti... al turismo.

Il turismo di massa è economia povera, speculativa (in alberghi, trattorie, etc. sgobbano schiavi importati, immaginati che bontà le sarde in saor fatte da un pachistano con sarde congelate che arrivano dall'Angola) che funziona da pietra filosofale tocca-trasforma-in-merda.

Ogni tanto discuto con Rosa Canina sul fatto che non solo io non voglio usare arei se non ogni dieci anni, ma che sempre più tendo a non avere alcuna voglia di muovermi e a voler rimanere nei bei posti dove vivo (o dove viveva la mamma), posti nei quali  "non c'è nulla" ovvero dove c'è tutto!


lunedì 26 agosto 2024

Altopiano glaciale

Venerdì ultima uscita. Molto caldo: ho fatto fatica a raggiungere la malga di sopra, quella più in quota, caldo opprimente. Caldo opprimente e correnti termiche che portavano, da sud, l'afa in quota con tutte le vette e crinali avvolti da nubi.
Date la nebbia e le nuvole e conoscendo l'orografia di quella zona, abbiamo cambiato itinerario proprio alla malga di sopra e ci siamo mantenuti, gioco forza, a quote inferiori, al di là del crinale, dove i vapori spariscono, caso classico dei crinali sottovento, fino ad un passo dal quale abbiamo acceduto ad uno splendido piccolo altopiano glaciale con due laghi, ampi e popolati pascoli. Erano anni che non arrivavo a quel lago, ci siamo spinti a nord, fino al margine di un enorme, colossale gradino glaciale, a guardare le orride, selvagge e scoscese coste che calavano verso quella valle tirolese. Ho iniziato a studiare qualcosa sui gradini glaciali ma non ho trovato ancora delle spiegazioni soddisfacenti, esaustive (il fatto è che la conoscenza profonda NON è in rete).
Ho un debole per climi e paesaggi boreali e questi versanti nord più cupi, a larici e ontani montani, esercitano un grande fascino.

Rosa Canina ha camminato molto bene, ancora una volta. Anzi, decisamente più energicamente di me, nel tratto iniziale, in cui lesso bollito, ero arrivato, nell'afa, alla malga. Poi con un po' di ventilazione, molto meglio.

I due laghi e la soglia glaciale, in fondo

Ampio altipiano e bovini felici pasciuti e contenti come pasque.

domenica 25 agosto 2024

L'uomo che piantava gli alberi - 4

(L'uomo che piantava gli alberi - 3: ... e roverelle!)

Giovedì ho fatto un sopralluogo lungo una strada forestale lungo la quale avevo sparso delle ghiande: avevo valutato il rischio delle frese ma non così bene. Non solo frese lungo-strada che hanno operato molto in alto ma pure tagli a mano con decespugliatori: in quel tratto non si è salvata neppure una roverella. :(

Mi erano rimaste cinque roverelle in vasetto che ho deciso di impiantare inerpicandomi vari metri - fino ad una decina - sopra il limite delle fresature.
Versante a meridione con gli abeti rossi in sofferenza: è un ottimo posto per le roverelle.
Sperem!

(unuomoincammino)

mercoledì 21 agosto 2024

Tre simpatiche pecore

(unomoincammino)

Nell'escursione di ieri, in vetta, abbiamo trovato un "gregge" di capre e pecore. Su un poggio di una decina di metri più  in basso, pure il pastore che di tanto in tanto le richiamava con una sorta di grido. Date la distesa di bagole, direi che quelle capre e pecore rimangono in quota. Mi chiedo come facciano con i lupi, che ormai sono anche qui. Nell'erta cresta rocciosa che si dirama verso sud-sud-est, invece neppure un camoscio, in genere numerosi su di essa.

Quando abbiamo aperto lo zaino per qualche boccone di pane di segale con qualche pomodoro, le tre pecore bianche si sono avvicinate e una di esse è venuta tra le mie gambe, dava dei colpi di musetto, voleva sbaffare qualcosa. Rosa Canina ed io l'abbiamo accarezzata un po', ma niente cibo. Non si dà MAI cibo agli animali, neppure a quelli di allevamento.
Il contatto con il pelo, morbido e caldo, con lo sguardo vispo (sembra strano eppure.. anche le pecore possono avere uno sguardo vispo) e la chiara richiesta da parte di una di esse è stata una nota simpatica della bella giornata.

Scendendo abbiamo incrociato un vecchio signore i cui genitori veneti arrivarono in Alto Adige col fascismo (stava salendo colla moglie sudtirolese), che da quando è in pensione fa il pastore, d'estate. Stava salendo a controllare le vitelle e le giovenche (qui le chiamano manzette, immagine sotto, uno delle due piccole mandrie) al pascolo, sotto il passo e il versante sud della vetta. Ama la montagna e quel lavoro che ha imparato in questi anni. Ci ha raccontato qualcosa. Mi piace discorrere con questi montanari ed ascoltare i loro racconti, la loro esperienza.

Gli erbivori riescono a rendere fruttiferi (in forma di lipidi e proteine, di lana, alla fine anche in forma di materiali come il cuoio, le corna colle quali si facevano i bottoni e i porta cote) terreni marginali inutilizzabili come campi. La necessità aguzzò molto l'ingegno.

Ora esco con Rosa Canina, andiamo su per il sentiero a piantare le ultime (piante di) quercine che son rimaste.

Ingiallimento

(unomoincammino)

Ecco un esemplare di peccio alla quota margine superiore  ca. 2100 msldm, vallone esposto a sud-est, con la malattia che descrissi qualche giorno fa, ingiallimento degli aghi dei getti dell'anno corrente. Nelle forme più  gravi l'ingiallimento riguarda anche gli aghi dei getti degli anni precedenti. Ho visto qualche attacco della micosi, anche se in forma ridotta, anche a pini mughi e cembri.

"Chrysomyxa ledi var. rhododendri (de Bary) Savile, chiamata più semplicemente Ruggine dell'abete oppure: Agente della ruggine vescicolosa dell'abete.

Un fungo che svolge il suo ciclo tra il rododendro e l'abete, ed è proprio su quest'ultimo che attacca gli aghi più giovani e nel suo svilupparsi li fa ingiallire e quindi morire."

https://parcopan.org/la-ruggine-non-dorme-mai/#:~:text=rhododendri%20(de%20Bary)%20Savile%2C,fa%20ingiallire%20e%20quindi%20morire.

Ecco, in effetti ora mi rendo conto che è proprio la consociazione col rododendro, alle quote superiori, quella in cui la malattia degli abeti rossi è diffusa (rododendri e altri pecci ingialliti, in secondo piano, qui sopra).

martedì 20 agosto 2024

PGR

(unuomoincammino)

Ho appena acceso il fuoco e lo scaldaacqua ci sta preparando l'acqua per la doccia.
Per la gioia di oggi, la prima vetta  con Rosa Canina  che ha tenuto il passo CAI, su un sentiero con passaggi del 2° grado, raggiante per la forma fisica e mentale ripresa.
L'ho molto amata, vederla silenziosa, salire e discendere un passo dopo l'altro, tenace, volitiva, con un sorriso di tanto in tanto.
In vetta abbiamo ascoltato Signore delle Cime, piango e singhiozzo sempre quando il canto di Bepi de' Marzi mi taglia in due.
Ho ringraziato la Signora della Neve  per la grazie ricevute.
  o UnOrsone, venerdì 1 dicembre 2023
  o o Rosa Canina, martedì 3 ottobre 2023, sabato 24 febbraio 2024

Così scelgo, per oggi, la foto alla testata di una malga sudtirolese il giro di sabato 17, e la sua sinfonia di fiori. C'erano anche delle cocche (galline), scure come quel legno, dietro quei fiori, salite per una piccola scala, a lato, che cooo-cooo cooo-ccodè, allegre, per l'uovo appena fatto.

domenica 18 agosto 2024

L'uomo che piantava gli alberi - 3: ... e roverelle!

 (L'uomo che piantava gli alberi - 2)

Ero così felice quando, venerdì pomeriggio, ho visto che la semina delle ghiande (ne raccolsi alcuni chili) che "deposi" a getto a dicembre 2022 ebbe successo.
Lungo quell'ex sentiero ho trovato alcune piccole quercine, direi una ventina. Così la quercia grande (Quercus Pubescens, roverella) che mi fa felice ogni giorno, quando la vedo dalla finestra a nord, a casa, quando ci passo sotto, andando al lavoro, mi fa compagnia anche qui, ora.
Ho dovuto scegliere con attenzione i luoghi: terreni luminosi, marginali, evitando quelle fasce massacrate dalle frese a strascico oppure falciate fino all'ultimo centimetro (prati qui gestiti a tre tagli all'anno, con molta attenzione e pure molta efficienza, i bordi spesso a mano, fino all'ultimo centimetro utile).

I boschi artificiali, pressoché monocolturali (con presenza di qualche larice, qualche raro pino silvestre) alle quote montane basse e medie è una forzatura che ha dimostrato, con Vaia, i propri limiti. A quella tempesta equinoziale segue da qualche tempo il disastro del bostrico che si manifesta, sulle pendici dei monti, specie quelle rivolte a meridione, in orribile ampie chiazze grigiastre di pecci rinsecchiti.
La sparizione delle latifoglie è uno degli innumerevoli casi di "economia della estinzione": le latifoglie sparirono proprio perché assai più pregiate e quindi abbattute e vennero sostituite con il peccio che cresce molto più velocemente.
Come reazionario al progresso al peggio, devo dire che anche il conservatorismo forestale basato sulla monocultura del peccio, ha mostrato i suoi limiti, specie ora che le estati sono diventate spaventosamente africane, ovvero calde, lunghe, siccitose.

Noto che qui, molto ligi alle direttive delle province autonome (Bolzano e Trento) e rispettive istituzioni forestali, hanno finalmente lasciato crescere latifoglie: faggi, aceri, frassini e... betulle. Ho sempre invidiato la splendida e folta presenza delle mie amate betulle nei boschi delle Alpi centro - occidentali. Ieri, nei tagli forestali intorno ad una malga, ho visto che ri-finalmente, iniziano ad esserci delle betulle che NON sono state tagliate. Lungo il cammino dove ho trovato le mie quercine c'è anche uno splendido faggio e pure molti piccoli faggi nell'area intorno ad esso. Finalmente!

Ora c'è qualche piccola roverella che, su alcune coste aride, calde ed esposte a meridione, ha iniziato la sua crescita e contribuisce a rendere il bosco un po' più naturale.
Sono proprio felice.





venerdì 16 agosto 2024

Ripresa

(unuomoincammino)

Così, dopo la lunga pausa, Rosa Canina ed io abbiamo ripreso a camminare. Preparazione ed allenamento da rifare da zero, siamo partiti, mercoledì, con tre ore di cammino, a media quota, tra pascoli e malghe.
Rosa Canina era felice di essere tornata a camminare e a superare le micro difficoltà di un sentiero di montagna. Dopo una lunga assenza, tornare a vedere pini mughi, larici, ontani, achillee, strozzalupi, mirtilli, rododendri in un tripudio di verdi è una meraviglia che si disvela passo dopo passo. Il versante a nord coi pecci affetti da una malattia che ne rende gialli gli aghi dei nuovi getti,  quelli più in basso, specie a mezzogiorno, in grave sofferenza per il bostrico.
La primavera nevosa è il principio d'estate piovoso hanno arricchito le falde e la compagnia di molti ruscelli vivaci è stata gioia.

mercoledì 14 agosto 2024

Scronf

(unuomoincammino)

I porcelli a me_mi piacciono sempre. Trovo simpatico persino il loro grugnire.
Qui nella filiera alimentare  del cibo, che i contadini ottimizzano da sempre in modo eccellente, si nutrono del (pastone preparato col) siero dopo che è stata fatta la ri-cotta dopo che è stata fatta la cagliata. Anche prima del maiale non si buttava via nulla.
:)

martedì 13 agosto 2024

Quattro stagioni

Ieri sera, su invito di UnFiglio, un suo compagno di studi universitari era il contrabbassista, ce ne siamo andati qui, per un concerto di beneficenza (Vivaldi, Le Quattro Stagioni).
Pensavo all'opera per archi scritta dal Prete Rosso, per descrivere in musica la fantasmagoria dell'avvicendarsi delle stagioni, del loro manifestarsi in natura e nelle vicende umane. Johan Sebastian Bach, così caro al papà della mamma di mio figlio - RIP! - ammiratore del musicista veneziano, ne trascrisse alcune opere per organo. Era un segno dell'Europa, bella, colta, che sposava differenze e peculiarità ottenendo il meglio.
Ieri, in quel salone, di straordinario pregio austro-ungarico, che ogni volta mi stupisce, mi commuove, mi rende molle come un caki, pensavo a quanta bellezza ci fu.
Il passo della Mendola è un luogo che perse fascino, la nobiltà mitteleuropea smise di frequentarlo quando passò all'Italia. Così, accanto a Villa Imperiale, negli anni del turismo di massa, sorsero degli orrori - insuperabile il ciarpame lineare degli anni settanta/ottant a - ormai vuoti e ora a rischio di ammaloramento. Fosse per me demolizione e rimettere querce, prati, pecci.

Ascoltavo i movimenti del Vivaldi, chiudendo gli occhi, per escludere la bellezza del salone del Grand Hotel Penegal e fare tutta me stesso la musica
Dopo l'ubriacatura felice per il valzer, di quegli anni di Belle Epoque, quello "assenzio" fu rimpiazzato dal tango, ora sarebbe uno splendido posto per una milonga o per danze di corte e dell'ottocento, come qui.

lunedì 12 agosto 2024

Dal vitalizio al partito

 Dal carteggio amoroso tra Sibilla Aleramo e Salvatore Quasimodo, che sto leggendo, vengo a sapere, prefazione di Bruna Conti, p. 12, che la signora ricevette, prima, un vitalizio donatole da Benito Mussolini e, poi, nel 1946 (attenzione alla data) si iscrisse al P.C.I. .
Insomma, la disponibilità di mezzi culturali non prevenirono, neppure a quel tempo, una certa disonestà intellettuale e quindi pure morale. Il Franza o Spagna purché se magna, nient'affatto diffuso solo tra i povery (per usare il colorito termine gergale adottato da alcuni mostri de La Zanzara) ma verticale a tutta la società, in voga anche tra gli "intellettuali" (le virgolette dovrebbero essere in grassetto e in corpo milledodici).
In vari decenni non è cambiato nulla.

sabato 10 agosto 2024

Senza biglietto

Così alle sette e rotti mi trovo un imam barbuto con le sue due velate che viaggia senza biglietto e pure ha da ridire. Bus bloccato per mezz'ora. Sarei stato fermo pure un'ora per rendere la vita complicata alla merda.

Per me, dopo tre manganellate sarebbe, domani, su un aereo per il rimpatrio.

Ho ringraziato il controllore, prima di scendere e cambiare bus.

sabato 3 agosto 2024

Neoplasie


Leggendo Aspettando la Guerra non ho potuto che pensare, ancora una volta, che nuvole sempre più cupe si addensano sul Vicino Oriente.

Tento inutilmente di lasciare da parte la mia intolleranza per l'islam e la metastasi planetaria con cui si manifesta.

Ritorno a portare l'attenzione al fatto che in Israele si manifesta una realtà che è stata bandita, in questi lustri di ubriacatura e progressismo, crescitismo, politicamente corretto: i giochi a somma zero.

Israele è IL problema per il mondo islamico (al punto tale da riuscire temporaneamente a "rimuovere" la faglia - faida tra emisfera sunnita e quella sciita) perché è il primo caso in cui il tumore +2% islamico ha trovato una tenace, inaffrontabile resistenza che, paradossalmente, è della stessa natura, una incontenibile crescita numerica a danno dei tessuti, della popolazione, della terra ospite.

La condanna di Israele è che non può assolutamente modificare la propria strategia, proprio per la realtà dei giochi a somma zero: ciò che combatte la nazione israeliana non ha altra aspirazione che  annichilirla.

Il problema dello "Occidente" progressista  è che esso è in preda ad una senescenza autodistruttiva al punto tale di incistare decine di milioni di islamici nei propri organi vitali e di considerarne la neoplasia come segno di progresso, di civiltà.

Le tensioni in Vicino Oriente sono solo una delle manifestazioni di un problema molto più grande, profondo e vasto che è la sovrappolazione. Se consideriamo le motivazioni ideologiche, religiose, culturali come una vernice, sotto, il problema, è proprio il conflitto "mors tua vita mea" per la prima risorsa finita, non aumentabile, non importabile, squisitamente esclusiva che è il territorio.

(immagine: via tumorefegato.it)

mercoledì 31 luglio 2024

Vantaggi

Arriva Tizia, si siede, dopo qualche secondo si mette a ciciarare con Caia alla sua sinistra.
Caia viene chiamata dal dottore e subito Tizia si volta alla sua destra, verso me e inizia con :- "Lei da dove viene?"
L'orsone risponde :- "Mi scusi ma non ho tempo per parlare", riprendo a leggere e a spippolare (risposte ai commenti) il furbofono.

Il terrore del silenzio.

Essere orsi comporta qualche vantaggio. :)

martedì 30 luglio 2024

Fa i coperchi

Personalmente vidi più volte cornacchie che, alla ricerca di cibo, estraevano col becco parte notevole dei rifiuti contenuti in questi cestini, lasciandoli poi sparsi a terra, una cosa orribile.

Vedo che qualche brava persona ha trovato una semplice misura, tanto efficace quanto a bassa tecnologia: ha fatto ha messo i coperchi.

Ci sarà qualche animalist-one, qualche sinistr-one che ricorrerà a qualche Corte Europea dei diritti della Cippalippa contro questa barbara, fascistoide politica non-inklusiva che viola i diritti dei fratell* corv*. corrnacchi*, etc. .

(unuomoincammino)

L'impotenza

Domenica, a casa dei veci, mi ha raggiunto mia sorella. Così dopo l'illusione di giovedì, sono entrato in contatto col dolore e la sofferenza. Suoi. Per un figlio che ha problemi psichici, importanti. Lo sfogo, amaro, tra le lacrime, della sua, della loro pena (nella dis-grazia ella e marito han trovato conferma unione e sostegno, aiuto e collaborazione) impotenza. Il sacrificio di educare e di ottenere ribellioni, arrivate ad  un grado di aggressivita' prossimo alla violenza, nella notte tra sabato e domenica. Sarebbe fisiologico se il fisiologico antagonismo adolescenziale non avvenga in un quadro di instabilità che dura da tempo, nel quale terapie psicologiche e farmacologiche han risolto ben poco.

Non sempre abbiamo una soluzione. A volte rimaniamo fragili, schiantati dal dolore della impotenza.
E' un sacrificio che difficilmente può aver una risposta sul piano razionale, fisico.
Mi ricordo sempre di Capitani Coraggiosi, di Rudyard Kipling, quanto amai e amo quell'opera.
L'abbiamo ascoltata (lo sfogo è già analgesico), consolata e sostenuta. Ho pregato per lei.

domenica 28 luglio 2024

L'illusione

Così giovedì, in questo appuntamento informale infrasettimanale, si è compiuta la Grande Coincidenza.
Ci sono delle tande, di grazia, poesia, di essere uno in due, che per qualche minuto, mi fanno assaporare una sorta di immortalità, di credenza di immortalità.

Eppure, una di queste, di lente e splendide milonghe pampere (provo a tradurre in italiano il milongas pamperas argentino) l'ho ballata con una donna riapparsa dopo alcuni anni. Nel mio stupore, nel rivederla, dopo un sorriso, quello di sempre, mi aveva detto che era tornata, proprio in questi giorni, da vedova.
Come la morte di _polfi, una scomparsa assai dolorosa per la relativa sua giovinezza e l'orfanità che ella ha lasciato. C'era un tanghero, donnaiolo impenitente, apparso con il piccolo bimbo/a avuto con la sua morosa/compagna tanghera.
Sì, in questo riassunto della vita, che è il tango, c'è anche la morte, la vita, e l'illusione che esso ci consenta, per qualche attimo, di fuggire al tempo, alla morte.

Inaugurazione

Il lavaggio del cervello non ha perso certo l'occasione della inaugurazione dei giochi olimpici. Non ho guardato neppure un secondo di quella roba, da buon disadattato sociale, né via televisore che non possiedo né via rete. Estraniarmi dai grandi flussi fognari mi permette di salvarmi dai loro effetti (aggiungo che non riesco neppure a condividere un milionesimo di gaudio che molti orgoglioni provano per esserci dentro).

Tuttavia, mentre vengo a sapere del pattume gender infilato a forza, preferisco guardare non a questo corollario ma al teorema dell'ugualismo, 'sto dogma assurdo, irreale, oppiaceo,  antifisico, antiecologico della uguaglianza: più è astruso, contraddicente la realtà, più viene martellato nelle crape della masse (ci sarebbe pure da dire sull'altra puttanata, quella della fraternità). Ugualismo che non può prescindere dal voler ugualizzare, in una schizofrenia passata per alta cultura, ogni cosa e il suo contrario.
Non voglio arrivare la livello di Verità, mi fermo ad un livello prosaico, oggettivo, fisico. Questa serie di credenze assurde, irreali, anzi, antireali, sono state formulate dall'Europa, dalla Francia, una nemesi che compie, nella sua attività corruttrice, distruttrice, una sorta di giustizia.

Purtroppo a furia di evitare in ogni modo possibile di mangiare cacca, questa mi risulta sempre, ancora schifosa, come retrogrado, troglodita, reazionario, disadattato, rimane altro dal cioccolato.

sabato 27 luglio 2024

Se ne va

Notavo la carrozza relativamente nuova e già vandalizzata, con le prese rotte, proprio da coloro che le utilizzano, le guarnizioni dei finestrini strappate. C'era una giovane donna nordafricana (senza velo, qualcosa di positivo!) con i piedi sui sedili. Le ho detto :- "I piedi sui sedili... si sporcano! Poi domani troverai il treno su cui ti siederai sporco!".
Mi ha guardato, contrariata, allibita, come se avessi detto una cosa assurda, da un altro mondo. Sì, da un altro mondo.

Vado a trovare i miei veci, oggi è il compleanno di mio papà. Passati i novanta, arranca sempre più, mia mamma mi fa presente i segni di perdita di lucidità.
Ecco, questo passare del tempo, dai treni vandalizzati ai corpi e menti che perdono funzionalità, vanno verso il disfacimento, mi mettono mestizia.
Anche il mio zaino, nonostante le attenzioni, la cura, la manutenzione regolare, mostra i segni del tempo.
Ecco, questo tempo che se ne va, mi lascia malinconico.

Deportati

Così, domenica scorsa, dopo un'amabile conversazione, davanti ad una pizza, sugli abbondanti funghi presenti in montagna, ecco che uno dei commensali, un provetto fungaiolo (veramente con eccellenti conoscenze micologiche) arriva ad un "i veneti deportati dal fascismo per le bonifiche".

Così mi sono trovato a che fare con un sinistrone pugliese farcito di luoghi comuni che vive nel mondo della ideologia. Proprio così, in quella bolla: per sua ammissione NON frequenta alcuno degli infernali luoghi del multiculturalismo proclamato e iniettato a forza dalla sinistra. Inutile spiegargli che i braccianti veneti che crepavano di fame, di pellagra, facevano la fila, come a Carbonia, per essere "deportati" come coloni o minatori.

Rosa Canina ed io abbiamo sollevato varie eccezioni, andava avanti come un treno: nonostante la inklusività dell'deologia da egli fatta propria, tratteneva a stento la rabbia per le nostre obiezioni fino al punto che mi ha dato del fascista razzista (non capisco come si possa essere appellati in determinate maniere a fronte di fatti). Per _nzo nessuno dei terribili problemi è importante (con giustificazioni del tutto illogiche, ad esempio che l'Italia è piena di criminali). Ascoltavo, osservavo il collasso della logica.

Rosa Canina ed io ci sentiamo sempre più disadattati sociali rispetto a questi adoratori zeloti del pensiero unico progressista , difensori senza se e senza ma della Unica Ortodossia..
Un mondo di deportati dalla realtà. Mah.


mercoledì 24 luglio 2024

Greve

Quant'è greve lavorare a questi enormi castelli di carte.

sabato 20 luglio 2024

Smielatura

Lunedì abbiamo smielato le nostre tre famiglie di api. Due di esse, giovani, acquistate ad aprile hanno lavorato prevalentemente per la "casa", melari semivuoti, hanno lavorato principalmente a cera, per estrudere le celle dei fogli cerei e per il nido.
Una discreta quantità di lavoro. Non amando il dolce non ho fatto ciò che mi capitava di fare, da piccolo, quando Norino, il falegname che abitava nella frazioncina della nonna, mi offriva la cera della disopercolatura con il poco di miele che essa porta seco, me la ciucciavo, la masticavo, piccola gioia.
Rosa Canina, giovedì, ha isolato le tre regine per il "blocco di covata", la tecnica biologica contro la varroa. Invece della scatolina che reclude la regina (pesante, visto che almeno due dozzine di giorni non può deporre) ecco la "separazione di covata", in ciascuna arnia, un telaio del nido, tenuto separato (due con copritelai Zeuss, uno con un lo escludi regina verticale), con la regina che continua a deporre in un telaio: molto più leggero per la regina, ovviamente costa un 10% di nido (un telaio su dieci, arnie standard). Al termine del periodo di esclusione (21 - 25 dì, un ciclo completo deposizione → ape giovane) i telaio viene eliminato e con essa la varroa deposta in quelle celle: la varroa foretica (portata a dorso dalle altri api) viene abbattuta efficacemente con l'acido ossalico.

P.S.
Un altro caso in cui ciò che cura, ciò che sana, è la esclusione, esattamente il contrario di quanto imposto ora dalla ortodossia del pensiero unico cretinamente corretto.

Aree di un telaietto di un melario con miele di essenze diverse: quello più chiaro (in alto) a prevalenza di acacia e tiglio, quello più scuro a prevalenza di castagno


Rosa Canina sta rimettendo in sede i melari con i loro telaietti svuotati, e deponendo, accanto alle arnie, cera e attrezzatura con resti di miele: la capacità delle api di ripulire tutto (il miele ritorna ad essere loro riserva alimentate) è straordinaria.

lunedì 15 luglio 2024

XVII milonga solidaria - il cuore

(XVI milonga solidaria - Tantalo)

Un buon approccio mentale è fondamentale, per ogni buona cosa. Così anche l'altro ieri, sabato 13 luglio: durante il viaggio d'andata, Rosa Canina ed io siamo rimasti bloccati da un incidente, in un tratto montano, che ci ha obbligati a regredire e fare una lunga deviazione. Risultato? Arrivato alle 21 invece che alle 19:30, ad evento iniziato da un'ora.
Ero felice, con Rosa Canina, anche di essere rimasti fermi, nel serpentone, in mezzo a quella gola, torrente sotto e verde fresco blu brezza tutt'intorno. Lungo la strada Rosa Canina si è fermata ed è rimasta dalla mamma, io ho proseguito. Sì mi batteva il cuore, come le prime volte, già prima, lungo le vie della città labronica. Eppure, son rimasto calmo, sereno, in passato mi sarei stressato, avrei imprecato ad ogni semaforo rosso. Non ha senso arrivare stressati a quella dolce vita!
Questo animale coreutico duemila piedi, mille abbracci è tornato alla sua festa dell'estate, col sole a tingersi d'arancione e poi affogarsi nel viola, nel Tirreno. Tutto è combinazione di sensi, gioia, trepidazione, sguardi incrociati, inviti, sfide, opere estetiche inutili, amori tre minuti. Inesperti, maestri, appassionati, titubanti, speranzosi. Non è per il tango in sé, non ci sono le dinamiche di una milonga, livelli eterogenei, ronde inesistenti, sorpassi a destra, dopo la chacarera è diventato tutto molto disordinato.
Echissenefrega!
La bellezza fino al tramonto e un po' oltre giustifica, annulla ogni cosa, ogni accidente.
"Allora, quante belle donne hai abbracciato, Orsone?" - mi ha chiesto Rosa Canina - era un quarto alle quattro quando mi sono coricato, vicino a lei, a casa dei suoi. In questo banchetto le veneri sui tacchi non mancavano certo. Quando hanno la grazia della danza, quando sono poetesse del corpo - diventa affabulazione, seduzione, fascinazione reciproca. Eppure... eppure non ho cercato le veneri ma le poetesse del corpo, con le quali imbastire una fiaba, per una tanda. L'opera estetica inutile, della quale siamo interpreti, drammaturghi, sceneggiatori, scenografi, registi diventa una piccola impresa in due che dà molta gioia. Certo, per molte persone, anche per me, fino a quando non conobbi Rosa Canina, la parte seduttiva era ed è importante. Per me rimane la bellezza stupefacente del luogo, l'incanto del tango in sé. Si giunge alla fine, col tempo volato via, precipitato nell'infinito piccolo e grande di una tanda, sette, otto, dodici volte.
Ieri c'eri anche tu, caro _zzz: ultimamente qualcosa si è diradato per questioni nostre di salute ed altro: eppure, ancora, una volta, eccoci insieme a vivere una cosa bella della vita. Mi è piaciuto tanto, questo.
Roberta, Lorena, Silvia, Stefania, Isabella, poetesse di ventura,  amate per una tanda. Le ho abbracciate nel tango, coi loro sorrisi, le zizze durante gli abbracci stretti, il loro cuore a battere. Ecco, il cuore che batte, con te, il suo cuore col tuo, in un passaggio di piano di Lucio De Mare. Puoi volere qualcosa di più dalla vita!?

giovedì 11 luglio 2024

n. 14

Non solo luci, eh!?

Qui l'evasione fiscale è pazzesca: non c'è un cazzo di esercente che ti dia uno scontrino. È noto che il Meridione sia il grande evasore . Martedì sera prendiamo tre tranci di pizza (dimostrazione dell'esistenza di Dio e del paradiso). Come al solito scontrino manco per il cazzo. Lo chiediamo: alle 21 e rotti era lo scontrino n. 14, con file di mandibolatori, tutto il dì, a comprar quelle delizie sul lungomare.

Ahssì, scusi... ora accendo il registratore di cassa, mancava solo quello.

Evasione che viene supportata da tutti coloro che non chiedono lo scontrino. A me va anche bene, poi però ti paghi l'ospedale e la riasfaltatura della stradina sulla quale vuoi girare colla tua Mercedes. Impensabile in un paradigma così statalista.

Fine del problema evasione.

mercoledì 10 luglio 2024

Non un grammo

 (unuomoincammino)
 
La cosa stupefacente è che queste calette sono straordinariamente pulite, non un grammo di (macro)plastica.
In Italia mai vista una pulizia (di di spiagge e cale) così.

martedì 9 luglio 2024

Solo questione di tempo

  • Sdentati, miserabili... Le élite al potere disprezzano il popolo
    Michelle Houellebecque

La sinistra accozzaglia tutti contro tutti ce l'ha fatta, ancora una volta, ad escludere le forze popolari, sovraniste, in Francia. La gauche caviar (il videino a corredo che ripubblico dice più di mille parole) ce l'ha fatta  a farcela. Ma è solo questione di tempo:

  1. Per il fatto che mille faglie dividono, separano e mettono in conflitto i progressisti al peggio.
  2. Perché essere contro è SEMPRE una scelta fallimentare e questo vale pure per il potere, la politica.
  3. Perché questi cialtroni semicolti, questa stupidenzia sinistra e arrogante, non capisce niente (il fatto che abbiano la testa farcita di oppio, di sociologie fallimentari ostili alla realtà, è nel loro DNA, sono ebeti e cretini geneticamente). Non hanno capito un'emerita cippa, ad iniziare dalla guerra migratoria che essi apologizzano, supportano nel loro essere contro la loro cultura, contro le loro radici, contro l'Europa , contro la Francia.
Solamente sono riusciti, ancora una volta, ad evitare la scossa tellurica che, come tutti sappiamo, avrà magnitudo ancora maggiore, quando avverrà.
Solo questione di tempo. Intanto i sinisranti continueranno nel loro disegno masosadico.

San Severino di Centola

Castelli, fortezze (e borghi contigui) mi attirano come il miele per l'orso!
Eccoci, domenica, caldo afoso che "ci sudava pure la lingua in bocca", al borgo abbandonato di San Severino di Centola.
Ha resistito per secoli e, in pochi lustri, nel dopoguerra, si è spopolato, è morto. Considerate le condizioni comprensibile che nessuno abbia voluto proseguire con fatiche, sacrifici, stenti che ora non possiamo neppure concepire. Incappati quasi per caso. La Gola del Diavolo che esso domina(va) è una meraviglia in sé.
Visto che, di tanto in tanto, riporto in questo diario qualcosa delle mie visite ai borghi abbandonati, apro la colonna (categoria) relativa.




I palazzi baronali si distinguevano da quelli plebei anche per l'uso dell'arco invece che dell'architrave. La chave di volta ha una ricerca di bellezza, pietra rosa locale (c'è una vena che attraversa il borgo).



Qui e sopra i resti della chiesa di Santa Maria degli Angeli.
(unuomoincammino)