giovedì 25 aprile 2024

Della disordinazione

Ascolto i racconti di mio figlio relativi a due sue recenti visite: poche parole per Berlino e lodi e narrazione stupita per Budapest. Percepisco, per la capitale sul Danubio, dalle sue parole e dal corpo che le racconta con enfasi, con anima, un senso di meraviglia per il senso di cura, bellezza, pulizia, ordine, senso generale di ben vivere, ordine, nitore, grazia, sicurezza.

È una nazione che non si piega ai diktat pro caos, degrado, violenza, invasione violenta che è di moda nel mondo progressista dal sessantotto in poi, mai con la intensità attuale.

Orban che dirige l'esecutivo dei magiari è dipinto, dagli accoglioni nostrani, come bruttocattivocaccadiavoloilmale, gli stessi che in questa provincia, oggi, hanno pensato di invitare alla loro festa il padre della brava personcina accompagnatasi nella capitale ungherese, con gli Hammerbände, gli antifà che girano a spaccare i krani di coloro che non sono sufficientemente puri antifà a colpi di martello.

Mille mila volte mi terrei i fasciomagiari e il loro senso civico al posto di queste masnade di fondamentalisti del peggio.

Questo spiega anche un senso di attrazione personale per quei paesi, Russia compresa (*), nei quali c'è ancora un senso e la necessaria disciplina relativa, per il bene, ordine, bellezza, pulizia, grazia, sanità, spirito, tutti termini che sono diventati tabù nelle nostre società della disordinazione al peggio.

lunedì 15 aprile 2024

Eppure è successo


Ha avuto un momento di scoramento e si ė lasciata andare ad un breve pianto liberatorio. Guarda, Orsone, sono qui come un'invalida che non si muove più.
Eppure, ieri, piano piano abbiamo lasciato l'auto alla strada e, qualche passo a piedi, ci siamo avvicinati alla chiesa romita e poi, per Ii sentierino, su per lo sperone roccioso, fino alla torre (da tempo campanaria).
Aveva paura di scivolare, in qualche passaggio più erto e i passi sono stati lenti e piccoli. Poi lo sfogo di Rosa Canina.
Eppure siamo ad una svolta, il sentiero continua dopo lo spigolo. Pochi passi neppure possibili fino a un paio di settimane fa. Certo, dell'alpinismo a quei piccoli passi. Il bicchiere si riempirà.
Non era neppure previsto, non avevamo neppure pensato ad una camminata così, non aveva scarpe tecniche. Eppure è successo. Di nuovo in cima, sia pure con pochi piccoli passi e qualche lacrima.

domenica 14 aprile 2024

Palline di polline

(unuomoincammino)

Le avevo detto :- "Rosa Canina  guarda che il lavoro per una o tre o quattro famiglie è lo stesso!".
Beh, non granché da non essere d'accordo.
Così venerdì pomeriggio sono arrivate le due nuove famiglie, ieri le abbiamo portate lassù, oggi con la vecchia batteria e i fogli cerei abbiamo preparato i telaietti, le abbiamo sistemate dalle arnie in polistirolo da "trasporto e vendita" nelle due arnie in legno con i nuovi telaietti.
Erano già  indaffarate, a sgobbare di brutto e a rientrate con enormi palline di polline giallo sulle zampine posteriori. Proteine per le covate, le famiglie devono crescere.
La prima famiglia è in ottima  esuberante salute. Rischio non trascurabile di sciamatura.

martedì 9 aprile 2024

Reti arancioni, francobolli verdi

Nel viaggio di Pasqua a trovare i veci per strade e stradine della Val Padana, specie all'andata, abbiamo visto cosa viene dopo il consumo di territorio per capannonizzazione: molti, moltissimi capannoni e stabilimenti e robaccia varia vuoti, in disuso, già ammalorati (vetri rotti, scritte colle bombolette, grondaie divelte, rovi, tetti colabrodo, rifiuti, etc.). Non che questo squallido degrado sia di lezione: la Val Padana è tutto un tumore di reti arancioni che indicano che il tumore dei capannoni è più vivace che mai, altro schifo in arrivo con altri "nuovi" ruderi dello USA&getta del territorio.

Qui nel capoluogo c'è  la solita resistenza vana al fatto che gli ultimi francobolli verdi non vengano ricoperti di asfalto e cemento: in questo caso un ampliamento e rifacimento di una scuola. Non si capisce perché non venga rifatto (anche ex-novo, via demolizione) quella esistente. Il fatto comico è che tutto questo viene spacciato come green.

Passano i lustri e questa follia distruttiva, questa metastasi, si rinvigorisce, rinnova, moltiplica.

lunedì 8 aprile 2024

Che se ne va

Così, a lezione, _maolo, la mora del profumo, mi ha detto che _polfi se n'è andata, circa un anno fa.

Sono stato lontano dal tango e la vita è corsa in avanti, precipitevolmente per lei. Non è stato sufficiente la sua simil giovinezza, che sembrava avesse dieci anni di meno, fece pure una bimba. Questa vita che se ne va.

Letizia e malinconia

Ieri ce ne siamo andati, felici, in montagna con amici, in un posticino sperduto (qui) a pranzare insieme.
Ore liete e... malinconiche.
Liete e spensierate per la compagnia, i frizzi e le risate che ci siamo fatti, il compleanno di un mio compagno di studi superiori, arrivato dalla Lombardia, a trovare la figlia che studia qui e poi, con lei, con noi. Poi con altre care persone, amici del cointegro, di anni fa, il mio istruttore... Proprio ore spensierate.
Malinconiche perché... avremmo dovuto andare a farci una camminata, sia pur breve e leggera. Ma Rosa Canina non sta ancora bene, non se l'è sentita.
Così abbiamo cambiato programma, passando dal camminare al pranzare, una cosa un po' da anziani o turismo da auto delle domenica, direi.
Ormai è da dicembre 2022 che non mi muovo e questo mi incupisce, direi: anche al fisico questo non fa bene. Non me la sento di lasciare Rosa Canina, a casa, il fine settimana, foss'anche non da sola, con le sue  compagnie, e di andarmene a camminare senza di lei. Del resto col carico di lavoro dovuto al fatto che ella non può fare ancora molte cose, il mio tempo libero è poco e quel poco è quello in cui possiamo fare qualcosa insieme
Questo volerci bene ci lega, nel bene , ma anche nel male nelle difficoltà. Così passano i mesi, le stagioni, gli anno, noi siamo felici ma al contempo, sento che i mesi, le stagioni fuggono via, la vita corre via.

lunedì 1 aprile 2024

Distopia alimentare

Da tempo, nel paesino di mamma, hanno smesso la produzione di un formaggio a latte crudo, uno dei miei preferiti. Il timore per cause milionarie che faccia chiudere produzioni, aziende, vite, è palpabile. La faccenda di Mattia ora è arrivata alla cronaca nazionale.
Il mio giudizio è drastico: un altro passo di fobia alimentare che porterà a più cibo industriale e scadente per tutti, a intolleranze alimentari, differenze, allergie... morti.
Mi ricorda il demenziale invito ad una potatura che un vicino fece al contadino "perché un ramo potrebbe cadere in testa ai bambini che vengono in visita alla fontana" risolto dal contadino con l'abbattimento della quercia centenaria e di tutto il resto (qui). La cosa migliore è abbattere il bosco pericoloso e farci un bel parco divertimenti controllato e sicuro!
Dato il fatto che esistono ambulanze che hanno incidenti con ferite o morte del paziente a bordo, perché la famiglia di Mattia non propone anche l'abolizione delle ambulanze!?
Un altro passo contro la propria identità, contro il mondo contadino colla pervicacia di un felice e orgoglione progresso verso una distopia sicura e di plastica per tutti.
Il danno che queste azioni procurano è enorme,  molto superiore agli eventuali benefici che tali azioni porteranno a questa o quella famiglia.
Poiché esistono persone che soffrono allergie mortali al lattosio, eliminiamo i caseifici.
Mi verrebbe uno "Sparatevi che è meglio!" (per noi).

sabato 30 marzo 2024

Gesso via

Ieri ho accompagnato Rosa Canina in ospedale: le hanno tolto il gesso che le teneva fermo il braccio sinistro. Riprendere il movimento, dopo una stasi di un mese, di quella parte del corpo è stato sia parziale che doloroso.
Mi piace molto prendermi cura di lei: una parte mia, femminile, che si manifesta in modo maschile, ovvero cercando di fare delle cose per lei che le risolvano dei (piccoli) problemi e che la facciano stare meglio. Devo dire che questo periodo di accidenti di salute per lei, alla fine, sono stati felici, paradossalmente, quasi felici per essere riusciti a stare bene insieme tra le varie difficoltà e imprevisti.
In un buco di tempo sono riuscito pure ad aggiornare il diario, ieri. Ora, piano, tornerà un po' operativa, tornerà a fare alcune cose delle quali mi sono occupato io, in questo periodo.

Domenica scorsa eravamo andati a farci un giretto in auto, avevamo voglia di luce, di sole, in medio Appennino, a ponente, pochi km da casa, un bel cantone che non avevamo mai visto. Verso sera era bella la luce, radente. Ecco, è il nostro panorama di questi mesi, dalla sua prima frattura di martedì 3 ottobre. Poi tutto si è rasserenato.
Domani partiremo e andremo, per due giorni, a trovare i miei veci, in Lombardia.

(unuomoincammino)


venerdì 29 marzo 2024

Orgogliona accogliona

Al giornale radio, stamani, la solita giornalista (catto)progressista che, nel suo servizio di qualche decina di secondi, avrà sottolineato quattro o cinque volte (cosa del tutto forzata e innaturale) la coincidenza del Venerdì Santo con il "venerdì del Ramadan" che non si sa bene cosa sia, come dire domenica d'Avvento o domenica di Quaresima, che ce ne sono quattro.
È quella parte di Italia tanto accogliona quanto autorazzista,  oicofobica.
Nel frattempo è diventato normale che una scuola decida di chiudere questo o quel giorno per il Ramadan degli invasori, lasciando a casa il 60% di inferiori, insignificanti studenti italiani.
L'islamizzazione d'Italia ed Europa procede a gonfie vele, con grande soddisfazione del sadomasochismo di molti cretini.

mercoledì 20 marzo 2024

Blu e api

Per lavoro mi sono recato in una cittadina costiera delle Marche, oggi.

In pausa pranzo ci siamo recati ad una trattoria a pochi metri dal mare. Un bel mare blu, con qualche onda. Rispetto all'ultima volta, in cui era liscio come l'olio, nelle orribili stasi alto-pressorie che funestano il clima europeo per mesi, c'era brezza e qualche onda, alcune si rompevano in un po' di spuma bianca, vicino a riva. C'era il suono, la musica delle onde.
Ci siamo seduti all'aperto, con un sole piacevole, ancora tiepido a scaldarci un po' dalla brezza ancora fresca. Mi sono goduto quest'aria aperta come raramente. E ciò è dovuto anche alla lontananza, dalla natura, ormai di mesi e mesi. Avevamo ripreso a camminare ma poi, Rosa Canina, si è rotta di nuovo, fermi di nuovo.

Meno tempo per me, ci sono le incombenze di casa a carico quasi solo mio, da quasi un mese, nessun tempo per passeggiate o camminate.
E' stato bello, quel mare blu, con qualche onda e la loro musica, il sole, l'aria buona e fresca, la luce, un cielo blu e terso.

Vista la impossibilità di Rosa Canina di seguire le api, domenica ho messo in opera io il primo melario.
La nostra famiglia è in strepitosa salute, con un'arnia che traboccava di api operose, già a portare molto polline.
Tra poco acquisteremo due altre famiglie. Il lavoro per seguirne una  o tre è praticamente lo stesso.

mercoledì 13 marzo 2024

Una virtù

Eccomi di nuovo, in attesa, in ospedale, paziente indirettamente, per le attese, Rosa Canina viene misurata per vari aspetti.
Venendo qui, nel viaggio dalla provincia "profonda", noto divieti e precetti, in gran parte estremamente stupidi, o se preferite, incongruenti. Siamo in una sorta di neo-puritanesimo in cui, lo spirito, è quello che sia tutto vietato a parte ciò che non è esplicitamente permesso.
Da limiti di velocità definiti sulle capacità di automobilisti minorati, ai divieti di fumo all'aperto, utilizzo di mascherine come cancelli per fermare il vento.
Quest'estate, in Svizzera, ho notato che essi hanno un ventesimo? un trentesimo? della segnaletica, rispetto alle  nostre strade per "minorati alla guida". Cosa dice la realtà: 241/8,703 = 27,7 morti / milione  (CH), rispetto a 3159/59,11 = 53,44 morti per milione (I). Notando questo macro misura, direi che la nostra caterva di norme pedisseque non serve ad un emerito cazzo.
Intorno agli ospedali, all'aperto, da una parte rimuovono ogni possibile albero, dall'altra predispongono divieti idioti di divieto di fumo. All'aperto!!
Sui treni ci sono ancora i distributori di veleni per mani che vengono ancora frequentemente usati da coloro che temono che la propria ombra sia infetta.
Finisco perché consumerei la tastiera nel tentativo di completare la lista.
Ora chiederò alla Bocconi che come normale non desidero essere discriminato dalle persone che credono di essere erbivori, oltre ai loro cessi no-gender, mi aprano dei cessi no-vegan.

E' proprio il neo-puritanesimo dei bigottoni arcobalenghi d'oltre Atlantico, cacca che viene pappagallata come oro colato da tutti i cretini progressisti oicofobici, razzisti anti, provincialoni colla sicumera di essere up-to-date, Sì, sì, aggiornati al peggio!

Provo un discreto gusto a fottermene di questi regolamenti per minus habens. Alla fine, la insofferenza anarcoide, arruffona degli italiani per questa pletora di robaccia vessatoria, si capisce appieno. Diventa, in sé, una virtù.

martedì 12 marzo 2024

Caro diario

Caro, diario, che richiami la mia attenzione.
Volevo salutarti.
È un periodo in cui sono sotto pressione.
La maggior parte dei lavori inerenti casa (legna, spesa, bucato, buona parte delle pulizie, cantina, ...) sono (solo) sulle mie spalle, ora. Rosa Canina ora ha almeno ripreso a muoversi, non più sulla sedia a rotelle, dopo la caduta, la frattura e la distorsione al ginocchio, ma resta con un braccio ingessato.
Arrivo ad essere senza tempo per me, sempre tardi.
Aggiungo che la accompagno alle numerose visite ed esami previsti dal suo lungo e complesso "piano clinico".
Aggiungo i miei esercizi di fisioterapia, così, oggi, arriverò al lavoro tardi, finirò tardi, eccetera eccetera.
In questa catasta di incombenze c'è ne sono alcune positive: ho ripreso, ieri, a studiare tango, sabato ho fatto un "saltone" alla mia milonga del cuore.
Queste sono piccole grandi gioie come, paradossalmente, prendermi cura della mia amata Rosa Canina, così fragile, mi intenerisce. Riusciamo a farci delle grandi risate, a casa, tra i nostri siparietti e il prenderci in giro.
Chiudo che devo scendere e incamminarmi verso l'ufficio.

domenica 3 marzo 2024

Pro-fumo

Fine settimana di riposo. Rosa Canina è bloccata in casa, sulla seggiola a rotelle, no giri. Io sono arrivato piallato, gli anni passano e i carichi di lavoro mi lasciano, il venerdì, sempre più stanco, esausto. Così il sabato lo si passa a ricaricare le batterie, la domenica va meglio ma la metà del tempo è già andata. Lo splendido tempo piovoso - acqua benedetta per le falde, i campi, il bosco!- da una parte si è notato per una dolenzia all'anca, dall'altra parte mi ha permesso di riposare, di piccole attività casalinghe.
Adorabile lo stare in casa, accanto alla cucina economica: quest'anno ho prevalenza di castagno e un po' di ciliegio nella legna: a volte, quando apri lo sportello, esce un po' di pro-fumo, un fumo profumato di fiori, di frutta, di primavera, agli antipodi dal fetore emanato dalla legna di robinia pseudoacacia.

Questo tempo da case fuoco e pro-fumo sono stati tempi per un po' di convivio, ieri a pranzo, oggi a pranzo. Così, ieri la squisita polenta di vecchio Marano bio, presa col GAS, tirata al paiolo per almeno un'ora e mezza, fatta alla moda come si usa qui, con un ragù sapido (ottimo, eh, ma io da piccolo ero abituato alla polenta collo spezzatino e quella è ancora la mia ancora emotiva). A metà marzo, dalla montagna, arriva la ciccia del bio vitellone del GAS e così ho fatto un po' di spazio, in congelatore,
Oggi le orecchiette colle cime di rapa, come mi ha insegnato _audis che poi non me la dette, quella bella figliola mora pugliese, e i fagioli cannellini all'uccelletto, ammollati da ieri, coi resti della polenta di ieri, oggi ancora migliore.

Mi son perso un po' ieri sera, con alcuni documentari sul tango (qui; in un altro, ad esempio uno sulle nuove forme di tango, mi ha fatto sorridere, a questo punto, un tanghero macho-tradizionale così caustico sulle nuove mode nel tango). Vediamo, se questo mese, riuscirò a riprendere a studiare, qualche livello sotto, per ripassare e riscaldarmi.

Ecco, cibo e tango, così arcaici, archetipici, vanno alle radici, dove le nostre anime si perdono nel liquido amniotico di piccoli paradisi in terra.

(via pulminocontadino)

giovedì 29 febbraio 2024

Effic & effic

Durante una lezione (si trattava di un corso che seguivo che era organizzato e tenuto dall'Università Cattolica, a Milano, direi intorno al 2004) mi colpì, per la prima volta, il rimarcare la netta distinzione tra efficienza ed efficacia.

Il mondo economico prima moderno e poi contemporaneo punta quasi esclusivamente sulla efficienza.
Media, rapporti economici, grafici, dirigenti, strumenti, tutto tende a puntare sulla efficienza massima, che asintoticamente tende orizzontalmente inferiormente ad un massimo (io ritengo che non sia un asintoto orizzontale ma una curva che, olre il massimo, cala ma lasciamo perdere, ora, la legge dei rendimenti descrescenti).
A quel tempo, per spiegare la differenza tra i due termini, il professore usò un'immagine molto chiara: se volete capire al volo la differenza, pensate al personale del pronto soccorso oppure ai Vigili del Fuoco che, per essere massimamente efficaci (intervenire con celerità in eventi non programmabili / imprevisti) sono molto inefficienti, passando gran parte del tempo in attività che esulano gli obiettivi  funzionali primari.

L'efficienza, strettamente legata a specializzazione e parcellizzazione dei processi e delle filiere, è solo un criterio secondo cui valutare un sistema.
L'efficienza è un criterio incompatibile con l'efficacia ma anche con altri criteri, in primis quello della resilienza ovvero la capacità di sistemi complessi di mantenere le funzioni primarie in un intervallo accettabile anche in occasioni di accidenti imprevisti.

  • Negli anni 2021 e 2022 in seguito agli anni della pandemia prima e della sindemia dopo dei 2019 e del 2020, era frequente avere la risposta "Spiacenti, ma non disponiamo del prodotto xyz in quanto i fornitori sono in grande ritardo con le consegne".
    Sistemi industriali (molto) efficienti non riuscivano a reggere e a recuperare le mancate produzione di molti mesi.

  • Ieri, un commento di Mr KeyMasher riportava l'attenzione sulla banca dei semi.
    Qui cambiamo contesto e passiamo a quello dell'agricolutra (a prima parte della filiera del cibo): è noto da molto tempo, a chi bazzica la pianura Padana e le (sempre meno) estese coltivazioni di mais, che quegli ibridi ad alta resa sono sterili, ovvero quei chicchi gialli, piantati in terra, quasi mai portano alla germinazione di una nuova pianta di mais.
    Se si spostiamo dal come al perché, si possono pensare a complotti, al catastrofismo, o ad altro.
    Io avevo pensato ad un sistema efficiente che vuole ottimizzare la produzione in quintali per ettaro, rinunciando alla germinabilità (resilienza) e delegando la produzione della semenza a fornitori specializzati di sementi.
    La fragilità del sistema non è solo nella filiera o nella dislocazione e accesso alle sementi, ma anche nella fase produttiva: gli ibridi sono spesso fragili, richiedono molte risorse (concimazione ed acqua), soffrono condiziobni anche solo subottimali (e.g. piovosità ridotta ancor prima della siccità), si allettano in caso di vento, richiedono uso massiccio di veleni per contrastare gli attacchi parassitari, fungini etc. dovuti anche alla propria fragilità.

  • Molte aziende hanno ruoli critici / importanti che sono affidati ad una sola persona.
    Semplicemente è troppo costoso, a breve termine, gestire una ridondanza nel ruolo.
    Questo si sta rivelando una vera e propria spada di Damocle, visto che nei prossimi otto, dieci anni, almeno il 30% di tecnici (fisici, ingegneri, informatici, chimici, etc.) aventi ruoli e importanti e unici, se ne andranno in pensione.
Anche in occasione delle alluvioni del maggio 2023 in Romagna, o quelle successive in Toscana settentrionale, il mio dubbio fu ed è: fu una scelta (visto che questi terreni sono fertili, decido di strappare altri 10m al fiume torrente, costruendo argini [di sabbia !] più alti, perché considero maggiore i benefici in 50 anni di rese agricole (o industriali) elevate rispetto ai danni, per quanto rilevanti, che mi capitano per l'alluvione per la piena cintuantennale) oppure una non-scelta, un seguire il solo criterio della massima utilità a breve termine trascurando ogni altra considerazione?

Nel video a corredo un'altro caso di presunta efficienza: la maggior parte delle persone crede che "i fiumi debbamo essere tenuti puliti in modo che l'acqua vada via velocemente".
Peccato che... sia la soluzione sia semplicemente bagliata, nella grande maggioranza dei contesti reali, visto che questo accelera i picchi di piena a valle e aumenta la capacità erosiva delle correnti, col quadrato della velocità. In qualche centinaia di metri a monte della rottura in sponda destra dell'argine, la aumentata velocità della corrente del fiume Idice letteramente distrusse gran parte degli argini.
Ecco, in questo caso mi chiedo se sia l'efficienza o l'efficacia ad essere incompatibile con la resilienza.

lunedì 26 febbraio 2024

Fragilità

Eravamo saliti al campo di Rosa Canina, per ritirare tre cassette di legna fine preparate in precedenza, controllare i piccoli alberi piantati l'anno scorso, tagliare un po' di ginestra e rovi infestanti. In poco tempo ce la siamo sbrigata. Poi, data la bella giornata, abbiamo deciso di fare qualche passo al sole, del quale abbiamo bisogno.
Ci siamo avviati verso un paio di borghetti, relitti di piccole comunità umane scomparse in pochi decenni, forse non più di quattro (diciamo 1960 - 2000). In pochi lustri dissoltasi la presenza umana di secoli. La cultura del castagno, anche, regredisce: castagni secolari, non più coltivati, seccatisi in piedi, scheletri lignei verso l'alto. Nutrirono generazioni, non sono più curati, se ne vanno (il castagno sta soffrendo le estati sempre più lunghe e secche, oltre che ondate di vari attacchi, dal mal d'inchiostro alla cosiddetta vespa cinese - non è affatto un imenottero).
Osservando le case con le molte finestre, ognuna era stanza, ricca di donne, uomini, bambini, stipati e anche in situazioni che oggi riteniamo promiscue (mi ricordo, la mia infanzia, dalla nonna materna, eravamo così tanti, i nipoti, che nelle allegre riunioni di famiglia, i bambini, i ragazzi, dormivano due per letto, le due teste ai lati opposti dello stesso letto) mi chiedo come diavolo potessero, così numerosi, con così poco!
Riflessione inevitabile: la presenza di così tante persone in territori avari di risorse è stata certezza di miseria più che di povertà, per secoli. L'emigrazione di massa, una vera e propria fuga lo ha testimoniato meglio di mille libri. Ora osservo, da troppi a nulla.
Così, la fugacità dell'essenza, la fragilità umana, non è stata solo il risultato di un esercizio spirituale camminato per un paio di quarti d'ora. Lungo un minuscola viottolo in discesa, Rosa Canina, è scivolata su una pietra bagnata (dalla pioggia della notte precedente) e si è accartocciata, di nuovo: ha appoggiato il braccio sinistro e ... patatrac, frattura a radio e ulna (avambraccio sx). La sua grave osteoporosi, dopo la frattura del femore, le ha imposto una presa di coscienza sulla fragilità. Personale, oltre che quella delle comunità umane montanare. 

La superfetazione a destra ha il tetto sfondato e se ne sta andando. Un castagno vigila il passare del tempo.

Quante finestre, passaggi, usci si affacciano su questa corte, un tempo assai vivace, ora silenziosa.

Stampella

Le stalle erano vicine al resto. Le finestre erano piccole, il vetro non c'era o era troppo costoso.

Sopra a tutto, un castagno secolare. Nutrì coloro che fecero e poi puntellarono.

Sul davanzale della finestra, cresce erba, ormai. Ma non è un buon segno.

Sopra all'uscio ormai sgangherato, una piccola inferriata in ferro battuto.
C'era comunque un anelito alla bellezza, anche in queste povere case.

(unuomoincammino)

venerdì 23 febbraio 2024

Batticuore

Sto per partire. Mi aspettano. Una milonga, il tango. Batticuore.

giovedì 22 febbraio 2024

Eversione (sbloccare la)

Dunque la compagna giudice Roberta Marra ha sbloccato la Ocean Viking.
Notare qui https://ilmanifesto.it/sospeso-il-fermo-della-ocean-viking-primo-colpo-al-decreto-piantedosi proprio i meccanismi da sempre usati dalla magistratura compagnesca per sovrordinarsi agli altri due poteri, annullandoli, de-facto.
Il diritto internazionale (la nave batte bandiera norvegese però la Norvegia non si assume l'onere dovuto di gestione dei trasportati/deportati), la costituzione presa solo per gli articoli che piacciono (la sovranità popolare e difesa dei confini contan un cazzo).
Magistratura eversiva, antipopolare, antidemocratica.

martedì 20 febbraio 2024

Rimozioni

Sono incappato nella ennesima censura, stasera due commenti, sì disadeguanti ma pacati, nei quali sollevavo questioni etiche su delocalizzazione e nimby.
Disprezzo i censori.
Dopo molti anni ho rimosso, qui a lato, un diario dai luoghi che reputo degni di attenzione.

lunedì 19 febbraio 2024

Lassù

Ieri prima camminata, una strada sentiero in crinale, in parte sopra calanchi  una buona ora e mezza. Le gambe vanno bene, ora.

All'orizzonte il cupo strato di inquinamento sulla val Padana, sopra un sole barbaro, ho rimpianto le braghe corte, aridità intorno.

Una stalla anni settanta chiusa e in via di diventare rudere, la copertura in eternit ceduta in molti punti. Suino o bovino, direi, ora nulla di buono viene più, solo prati e seminativo, per venderli, fieno e grani. Ecco, alcune torrette per la caccia al cervo. La fauna selvatica prende lo spazio abbandonato dagli umani: molte le tracce, sulle argille azzurrine, di lupi, caprioli, cervi, cinghiali. Pochi lustri e tutto cambia velocemente.

Lunghi tratti con roverella ritorte e basse, sofferte, ginepri, pini austriaci. Sono terreni alcalini, ostili, addirittura abiotici, a tratti, dove le sabbie offiolitiche emergono.

Camminare, in silenzio, lassù, un po' di brezze termiche nella stasi generale, piacere, gioia.

Dopo molto tempo sono tornato a vedere le guance di Rosa Canina un po' colorite: periodo di salute problematico per lei, la frattura fu epifania di altri problemi.

mercoledì 14 febbraio 2024

Cinque giorni dopo

Sono passati cinque giorni ma lo scrivo solo ora. Rosa Canina è appassionata di canto e... si guarda spesso il festival di San Remo. Così venerdì mi ha invitato e mi sono seduto accanto a lei. Penso che siano almeno trent'anni che non seguivo qualcosa del festival.
Le insofferenze per il kitsch nazional popolare, da caravanspettacolo, televisivo, sono notevolmente diminuite. Come profano ho notato alcune persone che sapevano cantare: cromia, estensione, pathos, capacità di passare tra registri (emotivi) diversi, ampio spettro in estensione (alti e bassi) e in volume. Poche ma esistevano: ora non ricordo i nomi, dovrei cercarli, ma tutto sommato, i nomi non hanno rilevanza.

Una parte rilevante di cantanti di partecipanti invece, incapaci di cantare. Non mi soffermo sui testi ma, supponiamo pure il testo sia valido, lo devi cantare, altrimenti siamo a teatro e diventa un festival di teatro.
In particolare una presenza nutrita di parlatori/sussurratori (t)rapper: non è canto, semplicemente come sciare non è calzare gli scarponi ed essere a divertirsi con dei calimero in rifugio. Mi ricorda la stessa solfa della nomina di alcune inchiavabili in concorsi di bellezza, nomine che derivano da scelte ideologiche e di lavaggio dei cervelli completamente e avulse dal contesto (spesso addirittura incompatibili col contesto).
Mi soffermo su sussurri, parlottii, cantilenie.

Ho notato un'altra cosa incomprensibile: il cambio pressoché continuo dei direttori di orchestra. Proprio così, non cambia l'orchestra e con essa il direttore, cambiava solo il direttore. Non può funzionare!! Esiste un rapporto fiduciario, di fine comunicazione tra un'orchestra ed il suo direttore, che si sviluppa in tempi lunghi, in innumerevoli prove. Come si fa a cambiare direttore ogni qualche minuto, mantenendo gli stessi musicisti?!
La logica non solo non è quella della musica ma è incompatibile con la musica.

Insofferenze diminuite ma non sparite: è l'esagerazione spettacolare (giacche con con colori pagliacceschi, trucchi eccessivi, uomini con la gonna e la blusa plissettata, scenografie da lunapark, capelli cotonati alla 380 trifase) che non mi piace. Oltre alla incapacità di cantare.

Inoltre: venerdì, la sera dei duetti, sono riapparsi alcuni cantanti in voga negli anni settanta e ottanta, orami decisamente anziani. La voce non c'è più e neppure i corpi, i volti, rifatti, conciati come quelli di un tempo. Un colossale tentativo di lotta contro il tempo che non si può non notare impietosamente. Ad un certo punto sarebbe bene ritirarsi a vita privata.

Il passare del tempo vale anche per me, divento meno severo, non so se più distaccato o bonario: a volte penso anche se questo piace a molte persone e le fa stare bene, allora... è bene sia così.


La scenografia (qui una parte di essa) mi ricorda alcune giostre di lunapark, uno stile tropposo, non se discotecaro o americano.

domenica 11 febbraio 2024

Contrasto

Dopo le vicissitudini della prima mattina, sono partito in auto con Rosa Canina verso sua madre, presso la si fermerà per un paio di giorni in visita. In questo febbraio tropicale, è arrivata la pioggia, finalmente. In febbraio, in montagna, una volta c'era la neve, ora invece piove. In crinale due giorni di pioggia. Così, attraversando l'Appennino nella stretta e ritorta strada lungo il torrente, ecco la meraviglia, per me, amante della pioggia. Da ogni valletta laterale, un ricco rio spumeggiante, scendere a precipizio, sul macigno e le sue fratture, verso il torrente.
Che meraviglia, quell'acqua fresca, spumeggiante, viva, zampillante, abbondante! Così raro, ormai.
Un po' strano il contrasto con le latifoglie, ancora nude e ancora senza gemme.
Più sotto, di qui e di là, l'impazzimento con le mimose in piena fioritura e già gemme obese, qualcuna lì sullo sbocciare. Le gelate di marzo e aprile si stanno sfregando le mani.

Pive nel sacco

Stamattina mi sono alzato alle 5:50, preparato le mie carabattole, caricato (molto) il mio zaino e me ne sono sceso in stazione per andare a trovare i miei veci. Stazione vuota e silenziosa, treno soppresso. Ho aperto lo zaino, messo le pive nel sacco e me ne sono tornato a casa (*): programmi andati a ramengo, era l'unica possibilità per arrivare, poter stare con loro qualche ora e tornare a orari decenti.
Devo dire che come metodo scacciapasseggeri, una "efficienza" al 90% (salta un treno su dieci) è... un metodo assai efficace.

mercoledì 7 febbraio 2024

La strada nel bosco

Siamo incappati, Rosa Canina ed io, quasi per caso, in "La strada nel bosco", un canale di una giovane donna che si è trasferita a vivere, col moroso/marito/compagno in una casina isolata, nel bosco, nell'Appennino romagnolo. Anche il suo un diario, anche se principalmente in immagini e suoni.
Abbiamo visto alcuni video di Matilde ed è diventato un piacere, la sera, quando siamo stanchi, assistere a quelle piccole storie, di semplici atti manuali, di vita quotidiana, di attività domestiche arcaiche, come preparare il pane, pulire la cucina economica, migliorare il pollaio, raccogliere i pomidoro maturi e prepararli in conserva, accatastare la legna, spaccarla, raccogliere le patate, a volte anche umili, sempre eleganti.

Matilde è, inoltre, una fine esteta e il semplice fatto che ella ha scelto di utilizzare (oggetti in) materiali naturali unitamente ad una elegante sobrietà degli ambienti, come dei video che ella prepara personalmente, incontra appieno i nostri gusti.
La sera, a volte, dopo cena, davanti al fuoco della nostra cucina economica, ci sediamo, ci rilassiamo, ci ricordiamo le nostre meditazioni fisiche, ci stringiamo le mani e ci godiamo quei suoni, quegli atti (brevi documentari realizzati bene, con cura), quasi una rappresentazione delle nostre abitudini, dei nostri atti, della nostra casa, dei nostri gusti.

martedì 6 febbraio 2024

Piena, bianca

Le energie sono ne sono andate tutte nello sfrantumamento scrotale durato settimane per una caso simile che accadde a Palermo e quindi per l'assassinio "patriarcale" di Giulia Cecchettin.
Ieri sera e stamattina sono andato a controllare il sito di Non una cretina di meno e sul fatto della ragazzina poraccia tredicenne stuprata a Catania da tredici invasori egiziani non una parola, vuoto pneumatico, silenzio completo.
I vaneggiament, invece, sono abbondanti, molta cacca contornata da una ricca cornice dorata di parole barocche, adulterate, fasulle, stridenti.
Fasciopatriarcali anti solo in luna bianca come i maschi etero, italiani, piena come la loro colpa a prescindere. Aanche razziste anti, ovviamente, le compagne.

(victorwalsh)

venerdì 2 febbraio 2024

Due cose

cose

  1. E' tornato Nessuno e questo è evento che mi rallegra, perché è persona idealistica, pura, nobile e guerriera.

  2. Da tempo il diario di Ugo Bardi è chiuso: ma ancor da più tempo esso aveva perso quei connotati che caratterizzarono, inizialmente, Effetto Cassandra, ovvero un certo rigore nell'affrontare la questione dei limiti e di cosa succede con fenomeni su macro scala connotati da quantità in crescita esponenziale in un mondo finito a capacità finite.
    A destra ho collegato Apocalottimismo, animato da Jacopo Simonetta e Igor Giussani, che io conobbi proprio in Effetto Cassandra.

mercoledì 31 gennaio 2024

La maestrina

Prima parte di gennaio: osservo, ancora una volta, l'inversione delle cose: il problema non è la strage politica di via Acca Larenzia, l'uccisione di alcuni fascisti e pure altre morti che ne conseguirono, mattanza attuata con metodi che i compagni accusano di essere fascistici e specificatamente il problema genetico, ontologico dei fascisti. Il problema furono i saluti romani di alcuni convenuti per commemorare la strage. Insomma, il solito incraniarsi sul dito invece di guardare la luna che qui, più che mai, ad un osservatore esterno si delinea nel suo essere così marcatamente intellettualmente disonesto. Più o meno come lo scandalo per l'affermazione di appendere per i piedi un tale sinistro da parte di un destro iberico, intenzione che viene urlata in quasi tutte le manifestazioni dei sinistranti.

Mi giunse notizia degli agguati dei fascisti anti a Budapest e ora, fa polverone che una tale Ilaria Salis, una da sempre coinvolta, attiva in azioni di violenza politica, sia trattata per ciò che è, una criminale che non ammette una diversità nel pensiero politico, una persona che non nasconde l'intenzione, l'opportunità e il valore di sopprimere gli eterodossi.
Una brava persona che piglia, parte dalla Lombardia, e si reca in un paese terzo per pestare e massacrare oppositori politici usando i martelli (sempre lo sfondare il kranio che ricordiamo fu il segno della violenza politica di Lotta Continua, ora si usano i martelli al posto della chiavi inglesi, più facili da nascondere).
In Italia siamo talmente abituati al perdonismo, al lassismo giudiziario mono direzionale, che, semplicemente, l'applicazione magiara di leggi e regolamenti non lassisti, viene considerata un problema in sé.
La bassezza morale di tutto questo non finisce di sorprendere.

Qui sotto come fu ridotto Dudog László, massacrato a Budapest durante uno dei vari pestaggi da parte dei fascisti anti della Hammerbande, pestaggi ai quali la maestrina rossa Ilaria Salis è accusata di partecipare.

Ri-bici

Avevo tentato, circa un anno fa, di andare ad un appuntamento con mio figlio e fu così doloroso che il ritorno (ero di fretta all'andata) lo feci a piedi, spingendola a mano. Ed era già alcuni mesi che non pedalavo. Ieri sera sono andato a casa di Rosa Canina, poco meno di sei km, è andata bene. Poi stamattina, per tornare al lavoro. Gioia e senso di libertà della bici, proprio quello!
Scrivo bene e non molto bene perché... muscolatura, forza, fiato si sono ridotti molto, in questo anno e mezzo di fermo. Che fatica, stamattina!
Prossimo obiettivo prima escursione. Poi verrà il tango. Di cui ho nostalgia e che inizio a sognare.
Un passo o... una pedalata alla volta.

lunedì 29 gennaio 2024

Humus - 2

 (Humus)

  • Una schiacciante maggioranza di quei tutti pare convinta che la possibilità di ritrovarsi col piatto vuoto sia qualcosa che non li riguarda
    MrKeySmasher, commento

Quando è apparso, dopo la curva, non ero riuscito a capire, subito.
Ecco la valle Padana, ieri, scendendo dalla Lessinia, completamente coperta da un mare di nebbia: in fondo osservavo l'appennino emiliano e le sue due vette principali.
Per tornare a quanto scritto ieri, ci siamo infilati in quel mare di nebbia e, a proposito della ostilità rispetti alla terra e al mondo contadino che la coltiva e la fa fruttare, ho visto che la devastazione, la distruzione del terreno verde è ripresa con virulenza che non osservavo dal una decina di anni: cantieri e cantieri con le solite merdose plastiche arancioni intorno, ciascuno con enormi distese di terra fertile scorticata a enne ettari alla volta.
E' così evidente che esiste un'ostilità, una volontà politica per distruggere e la terra fertile e la sua economia.
Nulla da meravigliarsi se il tumore asfalto-cementizio padano sia in gran parte dei mesi, ammorbato dai veleni: da piazzali asfaltati, dal calcestruzzo armato, dal traffico, dagli scarichi delle officine non viene né aria buona, ossigeno, men che meno acqua, cibo o altro di buono. Ah, la logistica per spostare qui ciarpame e pattume consumistico prodotto in Cina o Fanculistan, proprio una buona economia quella!
Non parlo poi della riduzione, per chilometri, della poca alberatura negli spazi residui a bordo strada (abbattuti con "tagli" obbrobriosi, lacerazioni complete alla base) a biomassa, cippato che ho visto nel veronese. Abbiamo proprio bisogno, in quel lago di smog, di eliminare più alberi possibile, di strade meno ombreggiate e più roventi.

domenica 28 gennaio 2024

Humus

(unuomoincammino)

Ero piccolo, alle elementari insegnavano le basi - per questo importanti per definizione - del vivere. L'humus è scuro, risultato della trasformazione (in gergo meno elementare dalla biodegradazione) di resti di cibo, di erbe, di legno vecchio, di cacche (qui i bambini ridono sempre), di insetti e altri piccoli animali morti (qui, quasi sempre, una strana omissione , non si capisce perché una dorifera o un'arvicola sì e un capriolo no), di vecchie foglie... Esso dà fertilità, possono ricrescere nuovi alberi, nel bosco, nuove patate, cetrioli, orzo, piselli nei campi e poi caciocavallo e uova e ...

Domenica scorsa eravamo nel cuore dell'Appennino spopolato, deserto. Uno di quei borghi milleduecento il 10 agosto, dodici il 10 gennaio. Campi ormai boschi, case in quelle chiusure multimese (con barriere e strati ulteriori su uscì, finestre, etc. per protezione da inverni tanto temuti quanto contumaci). Silenzio, una cupezza collodiana,  anche la giornata nuvolosa da effetto stau portava cupezza. Ancora, nella desolazione, qualche rara finestra con la luce dentro, qualche raro comignolo da cui usciva il fumo di legna e fuochi che rallegrano e scaldano anche noi due, forestieri osservatori.
In pochi decenni, diciamo sei o sette, un intero mondo collassato, svanito. Gli ex castagneti ormai boschi, dalla cultura di castagne e marroni, a quella silvestre, un taglio a ceduo ogni vent'anni, dai marroni alla legna da ardere o, peggio, cippato, tagli quasi sempre eseguiti da rumeni o albanesi o bulgari, gente ancora avezza alla fatica.
In quel borgo di montagna, sul crinale sommitale tra due erti versanti, con vicoli e stradine a isoipsa, solo, sulla principale, una lunga fila di piccoli fuoristrada. Cacciatori pensai subito.
Dopo il breve pellegrinaggio per le viuzze di quel relitto del mondo rurale, agricolo, arriviamo là, a quel ritrovo, ultimo della stagione, di quella com-pagnia di cinghialai.
Dopo molti lustri siamo, Rosa Canina ed io, tornati ad assistere al rito norcino, uno dei compimenti del ciclo dell'humus, terra siete e terra tornerete. Avevano interrotto di lavorare i due verri prima della pausa pranzo, il com-pane colle pappardelle al cinghiale, il rostinciano, il buon rosso, etc. . Anche alcuni giovani, qualche gemma e foglia verde chiaro in quella farnia grande e vecchia di capelli sapere pepe o anche solo sale.

Fino a stamattina ero in un'altra desolazione, alpina, un piccolo paese di frazioni spopolate, solo le campane di San Vizili o San Carlo a rompere il silenzio: non ci sono più grugniti  o muggiti, non ci sono più stalle  non più il coccodè delle galline o il suono dell'officina del fabbro. L'ultima piccola stalla della frazione ha chiuso qualche settimana fa.

In Francia, Germania le proteste di contadini, agricoltori, arrivano, a fatica, alla nostra cronaca. In Francia i suicidi di contadini non sono mai stati così alti.

In questo mondo al contrario, osservo, costernato, allibito, la frattura, il baratro sempre più ampio e profondo, tra la terra madre, il mondo rurale e le masse sterminate di umani urbanizzati, tra la terra rinselvatichenda e le conurbazioni megalopolitane, tra il senso della vita morte, il senso dell'humus memento mori, e la follia di lotte per diritti inestitenti per lo sbagliato, per il problema, il vizio, lo storto, l'innaturale, se non abominio e inversioni  di etologia, etica, morale  storia. Sradicati, problematici, liquefatti, psicotici, ammalati, fieri di esserlo e volenterosi orgoglionamente di esserlo di più. A La Zanzara un invertito trans qualcosa commentava con grande soddisfazione e sostegno, la notizia che un ospedale fiorentino applica farmaci castranti, bloccanti a bambini  di età inferiore a dieci anni. Il male diventa anche infierire su corpo-mente-genitali-anima di bambini, in età in cui poco è definito e tutto è potenziale.

Il rompere il rapporto con terra, cibo, ossigeno, calore, sapori, vitalità, colle virtù, radici, corpo, col senso dei limiti, con l'acqua e il bosco e il legno, la legna, la fatica, la forza e costanza, è di un mondo malato, impazzito, che ha perso il senso di Diana, del sangue e della fame, del letame che diventa pagnotta di pane sano, croccante, profumato, dopo la necessaria lunga lievitazione, del cazzo eretto e della fica bagnata, del sudore e la fatica per il pane, de il bene e il male. È il rompere, anche, il rapporto con coloro che ti forniscono il cibo senza cui nulla avviene.
Peraltro in una follia antipolitica che decise e decide di annichilire il settore primario a favore del consumismo. Importare il cibo, con guerre, rotte marittime chiuse, instabilità geopolitica, esplosione demografica, sanzioni e blocchi è  scemo - le intellighentzie! - e sempre più non lungimirante.
Forse ne sono pure segno quei piccoli cimiteri vetusti, qualche vecchio sbiadito fiore di plastica, lapidi storte, sbrecciate: il camposanto è stato da tempo sostituito dai condomini loculari multipiano o, nelle future versioni, dalla pastiglia nera, la terza e ultima, dopo quella rossa e blu, in cui saranno stato compressi i resti minerali del corpo minerali del corpo CF4d-1GBjX62W-kk91H.
Il senso smarrito dell'humus.

martedì 16 gennaio 2024

Meditazione fisica - 2

Ecco, parte del mio risultato di sabato, le due cassette superiori delle quattro.

Immagine meno metafisica.

L'azalea l'ha salvata Rosa Canina e, nonostante sia un'acidofila, riesce a resistere con la nostra acqua ricca di magnesio e calcio. Legna e fiori sono belli, chiedono solo di essere visti, osservati bene.


sabato 13 gennaio 2024

Meditazione fisica

Rosa Canina era rimasta su, a preparare l'impasto per la pizza. Prendere la farina, pesarla, impastarla con acqua e il lievito, con le mani. Poi un poco di sale. Le due bottigliette della nostra conserva sono già sul piano, per dopo.
Oggi c'è stata la seconda giornata di inverno (sigh!), una bella brinata, deve essere sceso di qualche grado sotto, stanotte e all'alba. C'era bianco al di la della quercia amata. Purtroppo freddo non sufficiente per alcuni nidi di processionaria che sono spuntati su un paio di pini neri.
Ci accompagna con il suo crepitare e il freddo diventa solo un amico che ti invita ad un ballo col fuoco.
Scendo a far legna, le ho detto, qualche cassetta! La beppa ha appetito, in questi giorni! Così si è dovuta occupare di alimentarela, la cucina economica. Ora l'impasto è in altro, sopra di essa, a lievitare, in un luogo tiepido (ho corretto l'immagine a corredo e qualche parola, refuso, e ora Rosa Canina sta preparando i biscotti all'arancia).

Prendere i pezzi piu grossi e spaccarli. Con la spaccona è abbastanza semplice, non ho ancora trovato un pezzo che le resista dopo qualche colpo. Alcuni di questi pezzi spaccati hanno sentori di rafano, di senape, un po' anche la catasta.  A questo giro essa contiene castagno, ciliegio, roverella, faggio, ciliegio, qualcosa di robinia, frassino. Spacchi, raduni nelle cassette di legna e porti su. Ti fermi, perché le fibre, i nodi, sono belli, potresti quasi leggere un po' di vita di quell'albero.
Nel silenzio. Senti solo gli scricchiolii dei ciocchi che tentano di resistere, ogni essenza a modo suo, al colpo di taglio. Ho fatto... passi da gigante con l'anca e ho portato su quattro cassette oggi, una alla volta.
Dopo molti mesi di scarsa (eufemismo) movimento, ecco di nuovo il cuore che batte, vene e arterie che pulsano. Gradino dopo gradino.

L'ultima cassetta era al suo posto. Di nuovo il silenzio. Ancora, un po' di crepitare, quando ho inserito due nuovi pezzi e ravvivato le braci. 
Avevamo sete, ho preso una bottiglietta di acqua tonica, mezzo limone e l'ho spremuto nei due bicchieri. Poi quasi il suono delle bollicine, sì, come quello delle pubblicità, certamente non così forte, pacchiano, artefatto,  quando ho versato l'acqua tonica. Noti le note azzurrine quasi del vetro che non è proprio neutro, trasparente. Quasi un Peccato metterla nel vetro da riciclare, da rifondere.

Adoriamo questi atti di meditazione fisica, mani che lavorano, corpo che si muove, spegni il cervello e ti immergi, piano, nel silenzio e nel corpo, nei suoni, odori, colori della vita, percependone.
Prendi i panni del bucato, senti l'umidità, le fibre diverse, cotone, canapa (Rosa Canina ha alcune lenzuola vecchie, antiche, di canapa, ancora) sulla pelle, le mollette di legno, le apri e pinzi sul filo dello stenditoio. Puoi percepire pure la tessitura, la fibra di ciascun capo lavato, che ti aggingi a stendere.
Percepisci, con ogni senso, tutto ciò che essa ci dà. Ora mi siedo, per un paio di quarti d'ora e lo scrivo sul diario, che siamo felici. Ella è di là, si sta facendo la doccia. Poi inizieremo a preparare la pizza e biscotti (due piccioni con un solo giro di forno).

(dettaglio, via myinteriordesign.it)

venerdì 12 gennaio 2024

Bebighengonio

Solite devastazioni, pestaggi, sgozzamenti, rapine, razzie, accoltellamenti, furti da parte di bande organizzate di giovani criminali nordafricani di generazione n. Solito inglesismo scemo, baby gang, 'na roba esotica, un lemma di una lingua straniera, così si capisce di meno, come se bisognasse trovare il nome per un nuovo elemento chimico, il bebighengonio, capitato, come un meteorite imprevisto, dal cielo.
Sentivo il comunista sindaco di Reggio Emilia, per le devastazioni di San Silvestro e Capodanno, arrampicarsi sugli specchi per concludere colla solita ritiritera scema per scemi della mancata inclusione.

Ecco le banlieue quotidiana, per tutti. Nel massacro sociale, al padroni del vapore i benefici della manodopera a prezzi bassi, al resto della società il macello, la violenza, la prevaricazione, la guerriglia, poi guerra. Questa sarebbe roba de sinistra. Sì, certamente.
Come se nessuno sapesse di queste distopie dei luoghi banditi, un problema senza soluzione. Tutto voluto, organizzato, realizzato, ogni resistenza, ogni tentativo di ostacolare, di far qualcosa, aspramente e sistematicamente represso.

mercoledì 10 gennaio 2024

Vivo e scrivente

Ho notato (ad esempio qui) che il signor Nessuno è tornato.
Temevo il peggio, dati alcuni suoi problemi di salute.
Una persona scomoda come tutto ciò che è di pregio, valore, è grex -egis, uscito dal gregge.
Ho imparato molte cose da lui, da molti suoi commenti duri, affilati. A volte scoppiavo a ridere per le sue iperboli colorate, esagerate, sugli abomini eccessivi di moda.
Mi rallegro che sia ancor vivo e scrivente.

Soave, silenziosa.

Una volta scrivevo sulla meraviglia di questi giorni nei quali le notti sono così lunghe, la meraviglia delle ore oscure.
Da martedì 2 gennaio sono tornato a lavorare, in uno strano connubio di lavoro da casa, fisioterapia, convalescenza per il quale esco molto poco. Così passano i giorni e poi le settimane. L'altro giorno mi è venuta una voglina di tango. Quanto aspetterò ancora? Già ora la nuova anca al titanio ha funzioni sensibilmente superiori a quella vecchia, asportata; la massa muscolare è ancora decisamente minore di quella dei tempi migliori: un anno di inattività non può non avere effetti.
E' stato un periodo felice, a casa, con Rosa Canina. Ogni tanto va via per qualche giorno. Scherziamo perché io esagero sempre la lunghezza delle sue assenza :- "Durante la settimana che sei stata via dall'altro ieri...": ridiamo! Abbiamo fatto il 24 tra di noi, poi, il 25, ciascuno dai propri veci. E' stata una vigilia proprio lieta, di nostre attenzioni reciproche, di fare piccole cose insieme, di scherzare con i nostri buffi siparietti, lazzi, frizzi. Un 24 di volerci bene, di fuoco acceso, di sapidità, di silenzi, di appisolarci abbracciati.
E' la quotidianità soave, allegra che ho desiderato per tanti anni. La sua convalescenza e poi la mia si sono trovate bene.
Cosa vuoi scrivere di fuoco acceso, dell'alimentarlo? del sederci alla nostra tavola, coi buoni passatelli che ha preparato? del preparare i broccoli sulla cucina economica? o del portare la cenere alla quercia? Quotidianità soave, intima, silenziosa e così è pure per il diario.

Dopo molti anni, forse lustri, ho fatto il brindisi di mezzanotte, nel passaggio al nuovo anno. Un caro amico, _unna, col quale camminai, anche in Val Grande, nel 22013 (da qui, Betulle - 5 a ritroso) è vemuto colla sua famiglia da noi, San Silvestro e Capodanno. Hanno due bimbe e la più piccola ha problemi, non comunica, solo poche parole. La piccola tende a precettarli, a volerli, papà e mamma, per sé ma la loro vita è anche incombenze, lavoro, accudire la sorella più grande, potersi riposare. Hanno  un grande tormento che, insieme con una percezione di una impotenza via via maggiore, diventa dolore.

Così ho detto a _unna: venite a stare qui coccolati per  una giornata.  Ci siamo trovati così bene, per quel giorno e rotti. Anche questo stare bene è stato silenzioso e soave, animato dalle due piccole. Lo scrivo solo ora sul diario, passati dieci giorni. Prego la Madre e il Padre, per loro.