giovedì 28 febbraio 2013

Cozzi paradigmatici

Sul treno verso casa ieri incontro _rio e mi siedo a suo fianco. Si lamenta, dice che ha dovuto attraversare il sottovia di via  Zamboni, non è abbronzato, forse è lo smog, una cosa terribile quel traffico. Gli dico che dobbiamo diminuire in Italia dovremmo essere 6M invece di 60M, ci sarebbero un decimo di auto in giro. Egli si irrigidisce subito. Legge la Repubblica, è in piena area PD per quello che conosco: inizia affermando che ci saranno nuovi mezzi, nuove tecnologie. Gli faccio  presente che ci sono limiti fisici del pianeta che  sono assolutamente incompatibili con la crescita esponenziale che è una catastrofe che la maggior parte delle persone non capisce matematicamente (1.04^x ad esempio porta al raddoppio della popolazione in diciassette anni e questa è al semplice bomba D demografica che farà collassare molti paesi in Africa e non solo). Un po' sardonico dice "finisci come i cinesi..." a cui rispondo che nessuno dice come essi sono arrivati alla politica coercitiva del figlio unico: in Cina sono passati per ripetute carestie con decine di milioni di morti nelle quali succedono le cose più orribili come infanticidi, cannibalismo, soppressione dei deboli, assassini di massa, massacri, distruzione totale dell'ambiente, tutto ben documentato e noto in letteratura. Ripete: ci saranno nuovi mezzi, si potranno recuperare nuovi campi. Gli dico che in queste situazioni le aree di selvatico non antropizzato dovrebbero aumentare e non diminuire perché esse sono le uniche fonti di biocapacità che possono ricostituire le risorse vitali (carbonio organico, ossigeno, acqua in primis), gli racconto per cenni della distruzione testimoniata da Emilio in Brasile.
Il dialogo procede e volta per volta smonto le sue affermazioni progressiste con dati scientifici. Mi testa, cambia strategia polemica, va sul consumare meno. Mi dice: non si può vivere troppo austeri, io ogni tanto mi voglio fare una buona frittura di mare. Infatti, _rio, hai ragione. Solo dei pazzi possono ipotizzare di farci vivere stipati in 9 - 12G homo in quaresima perenne, mangiando solo ceci e lenticchie e bietole. Per due miliardi o tre di homo un piatto di frittura c'è, per setto o dieci no, non ci sarà non c'è più nulla nel mare. Sei egoista!? Sì, bisogna essere intelligentemente egoisti.

Uno dei punti più aspri di conflitto tra il pensiero della descrescita serena, gaudente e sensuale e il progressismo accrescitivo (e sotto sotto moralista) è proprio quello sulla sostenibilità ecologica e sulla presa atto dell'esistenza di limiti. Anche per questo la finissima e visionaria opera di ristrutturazione radicale, profonda della filosofia politica del M5S, il primo a cogliere alcuni aspetti di decrescita non può che cozzare energicamente con il pensiero tecnoteista accrescitivista progressista engelsiano di marca PD.

Nell'immagine sotto lo stato dei fiumi in Cina, magnifico esempio di sviluppo con progressive sorti. Se pensate che possa essere un loro problema curiosate qui cosa succede da noi. Solo uno dei milion mila disastri antropici.


mercoledì 27 febbraio 2013

La revancha

Il martedì sera da Flora è una festa che può essere piccola o sontuosa, soave o passionale. Ma è sempre il nostro ritrovo di anime e di amori tre minuti. Sono gasato oggi. Ieri ho ballato bene. Delle due tipe che tempo addietro mi lasciarono lì a mezza tanda, (ero ancor più principiante, questo è una cosa che viene ritenuta in questo ambiente borghese e di convenzioni borghesi spregio massimo) ieri ne ho presa una, per una tanda di vals e l'ho fatta ballare fino in fondo.
¡Ah milonga mi amor!

P.S.
Il Tango è quello di Troilo, Varela, D'Arienzo. Questo nuovo è un'altra cosa.

 

martedì 26 febbraio 2013

Questo diario

Questo diario osserva un silenzio post-elettorale.

lunedì 25 febbraio 2013

Vuelvo al Sur

Stavo cucinando prima che arrivassero e Rai Radio1 trasmetteva uno speciale sulla cultura argentina, parte di esso dedicata  al tango. Venerdì sera _ias, il maestro di città a lezione di milonga ci aveva portato ad una bella osservazione/parola: muoversi insieme tu e l*i, co-muoversi. Commovimenti sottili e intimi, fino a sentire il suo batticuore e il suo respiro appoggiati al tuo. Commuoversi. Alla radio hanno passato Vuelvo al Sur della divina Mercedes Sosa e io mi sono commosso; ero con tagliere e coltello e il mestolo da girare un po' e sentivo l'anima sciogliersi, le barriere cedere, mi sono ritrovato in poco a piangere.
Lasciati nelle sue braccia, bandoneon e parole di Mercedes accoglieranno il tuo struggersi.

Vuelvo al sur
Como se vuelve siempre al amor
Vuelvo a vos
Con mi deseo, con mi temor
Llevo al sur
Como un destino del corazon
Soy del sur
Como los aires del bandoneon
Sueño el sur
Inmensa luna, cielo al reves.
Vuelvo al sur
El tiempo abierto y su despues
Quiero al sur.
Su buena gente, su dignidad.
Siento al sur.
Como tu cuerpo en la intimidad.
Te quiero, sur . . .

Te quiero, sur . . .

.  

domenica 24 febbraio 2013

buf.ne. - 3

(buf.ne. - 2)

Ed è stato sole e stillicidio di gocce di acqua pura di neve dagli alberi sotto il vento di scirocco e poi salite e sole e blu e  mille cristalli di luce croccanti a sostenere i tuoi passi nell'aria e poi silenzio e respiro e tirare  la fatica fino a ottantacentimetri alternandosi in testa. Fino a ieri non era così pesante come oggi umida. Poi ancora nubi e poi verso la fine bufera da sudovest tre omini di neve noanchi di fiocchi come padelle che quasi non vedevamo più. Noi e la Natura in bianco e blu  e grigio e piombo e bianco e noi tre di tre, in silenzio, nella fatica. A volte non c'è neppure bisogno di parole, bastano i passi.








sabato 23 febbraio 2013

buf.ne. - 2



(buf.ne. - 1)

Stava imprecando contro quel cazzo di spazzaneve demmerda che aveva ammucchiato la neve ai lati "chiudendole" la macchina. Le dico che voi condomini che non avete spalatouncazz (che sono arrivato io a portarle un libro letto l'anno scorso che le avevo promesso e ho preso la pala vicino alla porta e ho aperto loro il sentiero da strada fino alla base della torretta) il lato prospiciente la strada dovete pulirvelo voi, potere solo essere felici che sia passato lo spazzaneve che le casse del comune sono esangui e non sapranno neppure come pagarlo (fosse per me non dovrebbe neppure passare, tieni sgombra la stazione e muovi le chiappe e usi il treno quando ci sono condizioni meteo così (ancora una volta W e straviwa!!!!! il pareggio di bilancio!!).
E poi fa : questi stronzi che hanno fatto costruire tutta questa roba senza dare servizi.
[...]
Domani cosa voti? le chiedo.
Pidì.
Ah, ecco. Dopo una bella lamentatona qualunquista continua pure a votare le cause del problema.
Sotto la bufera di neve le ho liberato l'auto dalle montagne di neve. Ma forse sono io che sono asburgico_dentro e voi pigri condomini pretenziosi del cazzo che siete italiani, forse non c'entra neppure questo partito o quello.
Effetti collaterali desiderati: potentemente antierotico, antierotizzante. Meglio così.

P.S.
Ella stava scendendo per liberarsi l'auto da sola.

buf.ne. - 1

Tecnicamente è una bufera di neve. In realtà è un sogno magico, incantato bianco.
Domani mattina gli amici mi raggiungeranno in treno e poi... partenza da casa con le ciaspole.
Su fino a monte _aro. Da casa, nel bianco. Mi  madre mi ha chiamato oggi e .. era un po' preoccupata per... i lupi. Ma quelli hanno a disposizione centinaia di ungulati, i predatori piò feroci, gli homo, meglio starsene alla lontana. Questo pomeriggio che la neve è alta ho visto un capriolo nel giardinetto sotto la finestra della camera che si sbaffava un po' di corteccia di un giovane frassino.
Domani su nel bianco, in questa realtà alterata stupefacente, alterante. Non c'è bisogno di porti lontani.

venerdì 22 febbraio 2013

Fiducia e marchi

Da Flora martedì è stato bello; quel piccolo covo di tangher* impenitent* mi piace nel cuore, nella pancia e nella testa. Qualche tanda anche con _ica la mora profumo. Per alcuni momenti siamo stati teneri, come se fossimo un'anima di due abbracciate; ho chiuso per qualche passo anche io gli occhi, la sua tempia appoggiata alla mia guancia, i suoi seni sul mio petto, anche il suo batticuore perfino appoggiato al mio. Per attimi è stato tenero e intimo. Così è il tango, puoi passare dall'indifferenza molto tecnica alla tenerezza, alla passione che si fa quasi scotimenti. Ci scambiamo qualche pensiero, ogni tanto qualche parola. Col tempo mi ha raccontato qualcosa di lei e ha iniziato ad accennare che ha due figli. Lei ha la bellezza scura del sud nel suoi tratti e il suo cognome parla chiaro (diffuso nel Palermitano e in Molise) anche se parla con forte cadenza bolognese. Quasi avesse voluto fidarsi, le avevo detto del mio bipedinone alcune volte e, tempo dopo, mi ha accennato ai suoi. Fidarsi ad occhi chiusi, aprirsi un po'.
A volte penso a quelle parole, una volta che tu sarai stato toccato da questo mondo esso non ti lascerà più. Erano Albo e Alba, se ricordo bene, che conoscemmo ad una ritrovo di LCP.
Ecco, io penso al suo disvelarsi - ho la sensazione che sia un disvelarsi forse prudente più che timido - al fatto che ella è una affermata professionista della città. Sì martedì le ho proposto di uscire a cena ma sarà via alle terme coi suoi due bipedini fino a domenica, non potrà a questo giro. Ecco il proprio atteggiamento fine, ecco, e il senso di maternità responsabile, quasi a sentire di burro e uova e vaniglia e anche un contegno  borghese per bene. Ecco, ma in tutto ciò poi un giorno? Un giorno le dovrei dire che sono, vorrei essere e vorrei fosse libertina, corsara nei mari dell'eros burrascoso?
Le terre dell'eros oltre ti toccano, ti lasciano un marchio. E' un piatto che ha colori e sapori forti, a volte troppo, pregnanti, il colore di un curry che tutto macchia l'odore che impregna. Non fu affatto facile con A-Woman e non ho granché voglia di ripeterlo.

Sabato tornando dai miei ho avuto un piccolo battibecco con _ara. Quando sparisco per un po' mi manda un segno tipo "tutto bene?", "ciao catarro" e messaggi così, brevi e buffi, impertinenti. Le ho risposto che è una stronzona che ogni volta che la accomodo a lato ella torna a farsi viva e che si merita solo pochi baci. Ha risposto con un breve messaggio leggermente piccato. Poi più niente. Ci limiteremo alla sola sublimazione verticale.
Stasera tornerò nelle braccia del tango. Forse col tempo è un po' la soavità dell'affetto che inizia a mancare. Come quei tango ballati teneramente con _ica e il suo batticuore ad occhi chiusi, anche solo per qualche passo.


(silvianironi via milongasì)

giovedì 21 febbraio 2013

Tu puoi? No tu no

patente






Ihihih, le critiche si fanno sempre più pesanti. Buon segno.
In realtà leggendo questo la questione della base elettorale torna ancora una volta ad essere estremamente importante. Per votare bisognerebbe dimostrare di avere un minimo di capacità intellettiva, di osservazione, di critica e di discernimento. Alcuni non sono proprio in grado. Ecco, ci vorrebbe la patente.

mercoledì 20 febbraio 2013

Mobilità



Sul trenino ad alta lentezza devo aver smarrito il cellulare "dedicato". E' il cellulare/numero che utilizz(av)o per i contatti da rete / diariosfera, per i contatti con gli scambisti nella ex coppia. Era il telefono del libertinaggio. Poco fa sono riuscito a bloccare la SIM e ha ottenerne una nuova (peraltro ho scoperto con quel gestore che è possibile chiamare il numero dedicato solo da telefoni cellulari che si appoggiano su quel gestore. Mah, sono dovuto andare in negozio). La rubrica è andata tutta persa. _lce e _ato, Sole & Mare, _lu & _giu, Ciocco e Lata e molti altri (anche diarist*). Ora recuperò pure un cellulare per quel numero. Mio fratello dal quale riciclo/riuso molte cose mi ha già detto che mi può passare uno dei suoi "dismessi".
La perdita della rubrica è  un segno? Gli unici superstiti sono quelli di _ira e _sco perché presenti anche nel mio cellulare/SIM personale ufficiale. Anche questo un segno. Il mio approccio con il sesso oltre non è più così clandestino, recluso.
Peraltro mi sono accorto che ho sviluppato una sorta di velocissima dipendenza dal/col furbofono, sempre lì a controllare posta e diario. Ho ecceduto direi, fin quasi alla nausea. Da sabato son tornato al mio cipollo minimale nokia GPRS da ventinove euri. Peraltro questa veloce assuefazione c'è nei momenti in cui non sono impegnato con le mie passioni vere, reali. Ecco, le passioni e i buoni vizi della realtà sono ottimi nel tenere lontani le dipendenze.

lunedì 18 febbraio 2013

Le prime luci del mattino

Meno ci capisco dell'amore e più questo mistero mi stupisce. Emmenomale.

Ho aspettato un po', avevo scritto una prima pagina ("pag. 122"), poi avrei voluto riportare qualche passo ma è troppo onerosa la trascrizione in termini di tempo. Sto finendo la seconda lettura che a fagocitare i libri forsennatamente ti perdi un sacco di sapori fine, retrogusti e le briciole croccanti e quella vena grassa e sapida. Non avevo letto nulla di Volo e questo regalo di _zzz mi ha fatto cadere in un vortice. Adoro tutto ciò che permette di scoprire le tue parti  rosse e blu e indaco e nere.
122 è la metà di pagine 244. A metà c'è la vita di Elena nei giorni della Liberazione, (una vacanza con Paolo, il marito nei ponte del XXV aprile). In effetti la propria liberazione, una di quelle autentiche. Sono le pagine centrali del libro ma anche il cuore della tesi.
Rivivrai pagina per pagina il soffocamento del post innamoramento, l'estinguersi del sé, della relazione fino alla percezione di essere diventat* un cadavere freddo di un duo fraterno. Volo è maestro iperrealista nel linguaggio della quotidianità nell'evocare quegli stati d'animo. E le pagine in cui descrive la quotidianità soffocante e fredda di molte relazioni/matrimoni raggrinzitisi a routinequotidiana - mortedelleattenzioni - mancanzadicomunicazione e di contenutidacomunicare - ilsacrificiodeltiriamoavantiperchéècosìchedeveessere - sparizionenonsolodellalibido ma della soavità della carne tiepida fino a che i sempre più radi contatti diventano perfino disgustosi - l'esserefreddiesolisenzaalcunaintimitàindue sono tra le migliori.
E' il fuoco (a volte fiammella tiepida a volte neppure quella) che lascia braci che poi si consumano nel grigio freddo della cenere. Quelle parole ti fanno rivivere il principio della fine e pure la fine.
Demolizione del braccio della morte "solo tu ed io per sempre". RIP. Un libro di demolizione dell'ergastolo. E di ricostruzione dell'eros, del piacere liberati. Ma quanto dolore sento ancora. Come se mi mancasse l'aria. Non ho potuto non rivivere. Oh, ci sono eccezioni, ma sono rare, la stragrande maggioranza di coppie degrada in duo fraterni.
La protagonista attraversa due metamorfosi e la seconda è dolorosa: è il ritorno precipitevole, il ricadere a terra a velocità spaventosa nella realtà dal sogno reale dell'innamoramento e della divinazione dovuta alla  incredibile scoperta dell'eros, il ritorno all'essere sola, solo un primo passo prima della liberazione successiva che verrà. La descrizione degli stati d'animo sempre più irrequieti nella dipendenza dall'altro e la chimera di Elena di voler consolidare situazioni ludiche, liberatorie, di volerle cristallizzare in uno status quo stabile che ne è formidabile ed efficace dissolutore, demolitore vede Volo ancora eccellente nella semplice scrittura evocativa.
Elena compie la propria trasformazione, da cigno bianco a grigiastro quasi trasparente fino al rosso vivo. Poi torna del proprio bel colore, la vera scoperta.
Sei da sol* nella cella fredda del duo fraterno penitenziario? E la demolizione liberazione per te.

Fabio Volo
Le prime luci del mattino
Mondadori


Due scrocconi

Aln 668





Discutevo l'altro giorno con un ex-compagno della lista civica della spietatezza del finale di L'albero degli zoccoli: il punto centrale non è la ruberia vera e propria del capitalismo del farsi ricchi parassitando anche i beni oltre al lavoro degli altri (una vacca ed un vitello trattenuti rispetto ad una parte di tronco di un piccolo platano) ma il fatto di colpirne uno per educarne cento (mezzadri) e i cleptocrati (padroni) lo avevano capito benissimo.
Sul piccolo trenino degli anni 50' sale una coppia di africani senza biglietto. Il controllore li "becca": li conosce: questi usano quel trucco e viaggiano a scrocco ogni volta. Penso che fosse un po' in crisi di coscienza (a naso direi di aria PD) sbuffa "se fosse una volta ogni tanto ma voi due sempre". I due hanno imparato subito a infiltrarsi nelle stupide pieghe politicamente corrette di questa società fragile e inetta. Essi sapevano che egli non potrà mai intervenire fisicamente (se intervieni fisicamente poi rischi di passare guai giudiziari seri) e così hanno imparato a viaggiare a carico degli altri viaggiatori e della società. Ho sostenuto a parole il controllore perché in mezzo a quel treno di immigrati mi sembrava un poraccio a guardia del bene comune in mezzo a tanti piraña (la complicità tra migranti sovrasta decisamente il fatto che pure essi erano danneggiati dal viaggiare a scrocco).
Qui si pone di nuovo il problema di come reprimere i comportamenti nocivi e stroncarli sul nascere e questo cozza con molte altre cose, un conflitto tra principi etico che è frequente (lo conosciamo nel gas nella valutazione dei prodotti e produttori). E si torna all'aspetto educativo della repressione. L'unico rimedio è di far viaggiare due polfer sui convogli (la violenza delle migrazioni di massa inizia ad apparire per ciò che è) e far scendere a forza immediata gli scrocconi e ciò senza guardare provenienza o colore perché deve essere un comportamento di giustizia e non (anti)razzista. In generale questo è un piccolo assaggio, un piccolo colpo leggero inferto. Essi vedono come reagiamo o se non reagiamo del tutto. Poi la proposta si fa più intensa, aggressiva, ci testano come reagiamo aumentando l'intensità. Noi rimaniamo bloccati nel nostro politicamente corretto, invecchiamo, ci indeboliamo. Ciò viene percepito e le ghenghe di piccoli malavitosi diverranno più forti fino al punto che saranno soverchianti. Sarebbe necessario intervenire subito e sistematicamente, la buona salute di un organismo si mantiene con una sana vita nel tempo e non per interventi estemporanei e tardivi. Da medo in petrolitico trovate un grave esempio sempre in ambito ferroviario.
Purtroppo questo incattivimento dei rapporti basati comunque sul "io ti sfrutto/ io ti fotto come posso" fa riflettere su quali soluzioni efficaci adottare senza moralismi buonisti e senza ingiustizie.
Ah, il controllore ha fatto fermare il treno alla prima stazione dicendo che non il treno non sarebbe ripartito fino a che i due non avessero pagato il biglietto. A quel punto un ragazzo maghrebino ha pagato il biglietto per i due centrafricani bofonchiando qualcosa contro il controllore, poraccio che io ho sostenuto come ho potuto. In qualche modo si è arrivati ad una soluzione sollevando un conflitto virtuoso di interessi che a sua volta scarica l'ingiustizia su quei viaggiatori che avrebbero avuto una coincidenza. Ecco come i casini si avvitano e aggravano le situazioni.

(immagine: ivanfurlanis)

domenica 17 febbraio 2013

Vacca bio vecchia

polenta gulasch





Fino a venerdì sono stato un deposito ambulante di catarri di vario assortimento. Merda, due palle così, è da Natale che 'sta solfa dura su e giù.
Fine settimana di riposo qui con mio figlio (fortunatamente) sepolto di compiti. Così mi è tornata la fregola di cucinare.
Ieri sera orecchiette al cavolo romano "strascicato nel mare" che il mio bipede ha apprezzato moltoparrecchissimo e un'insalatina tiepida di lenticchie e d'orto e tonno studiata al volo sui mei volumi de La Cucina Italiana che si è rivelata strepitosa. In congelatore ho sempre un assortimeno di buoni semilavorati / ingredienti, in questo caso lenticchie di collina (del gas già ammollite e precotte a vapore in pentola a pressione) e il sedano e così a volte basta curiosare il ricettario.
Condizione di ex catorcio voglio che questo periodo catarritico invernale finisca, no tango, no escursione sui monti. Allora a pranzo oggi ho invitato il mio maestro "dei colli" di tango e sua moglie co-maestra/aiuto almeno mi diletto con le relazioni e le amicizie dell'ambiente.
Ho preparato un pranzo altoatesino robusto: una polenta tirata al paiolo di rame minuti novanta (con una farina di mais integrale molita a pietra di qualità veramente eccellente, che hanno apprezzato di brutto, eh, anche una polenta come può essere fatta bene o male), un insalata di cappuccio fresco marinato con comino e... zio bono, questa volta è stato forse il migliore della mia vita, un gulasch come dio comanda, ancora dal ricettario di Castel Rametz con una boccia di Sfursat Nino Negri strepitosa (_sco e _ira grazie :).
Spettacolare. Mi hanno salameccato di complimenti di brutto. Eheh :) Merito anche della carne che il contadino del gas ci portò qualche mese fa, quando e impacchettò una vecchia vacca bio.
Vacca bio vecchia fa buon gulasch. Perbaccossì!

venerdì 15 febbraio 2013

Traballa

Traballa il trenino ad alta lentezza. E mi concede il piacere grande di attraversare sprazzi residuali dell' estetica rurale italiana anni 50. Qui nel cuore lontano della val Padana.  C'è neve, l'odore nafta, le minute stazioncine, alcune ancora con le piccole aiuole. E i grandi campi i filari di pioppi, gli spazi grandi dell'agricultura fruttifera e sensuale. Alla mia felicità manca solo il profumo di polenta e di bollito. Laggiù c'è quel piccolo campanile barocco e la pieve che vigila. Mi ricorda di tornare alla  realtà e di spegnere il furbofono.

giovedì 14 febbraio 2013

Poche parole



_ira sul proprio diario aveva scritto parole sobillatrici.
E ha perseverato nel rispondere a _sco e me ad una mia di apprezzamento affermando che desidera riceverci congiuntamente. Poche parole, argute ed eleganti.
Così signorilmente e regalmente Troia. Ha il dono di una oscenità fine, potente, nella migliore accezione del termine. Ella solletica le mie voglie. La soddisferemo.

(immagine: robertmapplethorpe)

martedì 12 febbraio 2013

Uhh

Ho saltato lezione di tango ieri sera. Temevo che mi sopprimessero gli ultimi treni per tornare. E poi non ero sono ancora in forma. Così me ne sono andato a casa. Quasi due ore tra ritardo del treno e il giro che ho fatto lungo, difficile abbandonare quell'incanto per tornare a casa. Che meraviglia!

Non c'era un cane ieri sera in giro. E così nel silenzio, sotto i fiocchi fitti, ho fatto un giro più lungo, non sono salito per il sentiero, anche perché non ero attrezzato come stamani che son sceso cogli scarponi da ghiacciaio e le ghette sprofondando fino al ginocchio nel bianco soffice, il freddo pungente e l'azzurro blu sopra di un alba gelida.
Non c'era nessuno solo la bellezza del bianco ancora intonso, dei ricami ovunque, del silenzio, delle forme tonde.
E lo scrocchiare della neve croccante sotto i passi, il rumore del fiato e del cuore che batteva.

Era così bella la mia amata Grande Quercia e la stradina che sale nel bosco.
Indicibile bellezza.


lunedì 11 febbraio 2013

Paolo il pescatore



Incontrammo (_zzz, _zzzino,UnRagazzo e io) Paolo Fanciulli.
Ecco, in questo contesto di nulla politico, di puttanate demagogico populiste e di ciarlieria gossipacea su come si è vestito questo, su cosa ha detto quella di quell'altro, di alleanze estemporante noiconloromanonconvoi, di partiti che condividono tutti il 95% dello stesso programma che ha portato a questa situazione di grave degrado, ogni tanto arriva un suono dalla foresta (di poseidonia) che cresce.

Tangoholic prima


Penso che abbia avuto una quasi ricaduta. Condizione fisica del cazzo. Domenica me ne sono uscito a mezzogiorno a pigliare un po' di sole. Beh, ho preso un sacco per la spazzatura e mi sono fatto metà circondario della frazione sotto a raccattare rifiuti a bordo strada e nella parte di campi adiacente, che 'sta plastica materiale di merda (ecco, proprio il materiale del modernismo, ogni epoca ha i materiali che si merita) che io inizio ad odiare sempre più e disturba oltre ogni limite il mio senso estetico. Se ci sarà anche solo una persona che vedendo un ambiente ancora integro desisterà di buttare i propri rifiuti in giro allora il mio egoismo avrà ottenuto un piccolo buon risultato. Ne ho raccattato quasi un sacco intero che poi ho in parte differenziato.
Giornata fredda, comunque; il terreno dei campi è gelato. Mi piaceva anche se mi dava fastidio e questo, insieme al sudare per sforzi del nulla era segno della catorcità. Poi a casa e mi sono preparato un buon pranzo; sto scoprendo le trote e un modo semplicissimo di prepararle. Risultato finale? Deliziosa. Mi godevo pure il fuoco scoppiettante alla mia destra. Piaceri casalinghi.
Poi è stato un dilemma: milonga TPO o non milonga TPO? Marcio catorcio, affaticato, con sensazione di caldo sui bronchi (principio di bronchite?) mi sentivo veramente giù di fisico. Mi sono messo a letto dopo pranzo e mi sono fatto una buona dormita, vedremo quando mi sarò svegliato mi ero detto.
Stavo conciato male ma la tentazione... Ah, le irresistibili tentazioni del superfluo. Non è poi così fisico poi il tango e potrei pure stare  in quel "salotto", al limite a godermi compagnia e vista di amori subitanei ballati senza esagerare. Si trovano le giustificazioni, per ogni cosa.
Che anche solo vedere alcune coppie amarsi delicatamente, appassionatamente e a volte così infinitamente uno è un miracolo stupefacente che mi emoziona.


domenica 10 febbraio 2013

Come baci corsari

In questo momento avrei dovuto essere alla corte di _ira e _sco, forse in un groviglio in tre, noi due a cercare di soddisfarla. Ma questa settimana greve al lavoro non lo ha permesso. Peraltro anche là ci sono problemi di salute, scarlattina, influenze e stamani un loro bipedino non stava bene. Venerdì andrò dai miei e se ci sarà occasione passerò poi da loro.
Ecco, pensavo che...
A volte ci sono desideri che covano là sotto da tempo. Scherzavamo qualche giorno fa al telefono _ira ed io: forse diventare un trio a godere, una sorta di unità di intervento a tre per soddisfare il desiderio, i desideri oltre di altre blogger appagando i nostri. In modo leggero e gaio, piacere e sesso, l'art pour l'art,. solo per reciproco diletto.
Ma poi perché non scriverlo in chiaro? In fin dei conti la nostra unica possibilità di deità è quella di afferrarli i desideri, i capricci e portarli qui giù in questo mondo, con tutta la fantastica superlativa estetica della realtà.
Non servono i siti ad hoc (come LCP). Forse è assai più sexy arrivarci dalla testa ad un corpo, come leggevo da sexibility.
Qualche volta l'ho sperimentato nella mia vita, il piacere per il piacere, il gioco dell'eros libero come il vento. E' veramente essere dei, almeno per qualche ora. Mi è sempre piaciuto questa pirateria corsara, il navigare fino ad un porto, le emozioni e il sesso ludici e poi ripartire. Riesci a vivere quella tua parte sobillatrice, sovversiva che hai sempre negato, che ti libera. Quelle mani quasi ignote che a pochi millimetri scorse su di te fanno tremare e andare il cuore a mille? e quei baci corsari e sconosciuti sul collo ad agitarti le onde dell'anima? Fu un propellente d'amore superlativo. Sì ora non c'è più e non ancora un amore al mio fianco. Ma ci sono nuovi scenari liberi. Forse non sai ancora che potresti essere tu la complice. Batti un tasto.
unuomo.incammino chiocciola gmail.com


sabato 9 febbraio 2013

Forse per questo

A metà pomeriggio mi era venuto in mente di prendere la notte tra le mie braccia. Poi mi sono lasciato andare ai tempi lenti, alla ricarica personale.
Tango domani, a la "tarde". Rivedrò _ara, l'ho chiamata ieri, è tornata a Ferrara dal Salento. Ecco, lei, la tondatura del quadrato ora è per me un po' più lontana emotivamente. Certo mi piacerebbe essere tra le sue gambe, sulle sue labbra, sulla sua rosa di carne ma... Col passare del tempo ho conquistato leggerezza e indipendenza dagli ingombranti prerequisiti dei molti sentimenti presuntamente necessari. Non deve essere così complicato. Non ho voglia di cose complicate ora. Forse per questo gli amori tre minuti in milonga sono deità, eros fine, leggero, libero, massimo.
Genitali a parte, quelli non c'entrano in milonga.



Labirinto

Sono arrivato a casa febbricitante, ore ventietrenta che giù in città iniziava la lezione di milonga. Avevo raggiunto e passato i limiti. Lavorare undicioreemezza col fiato sul collo della respons-abilità ora dopo ora in un labirinto di mille limiti di strumenti, analisi, processi, finire cento volte in un antro chiuso senza uscita mette il tuo sangue freddo alla prova. Regredire, osservare bene il punto della selva cupa a cui sei tornato e poi ripartire, seguiamo quella traccia.
Sono gia le quindici... a quest'ora sarei dovuto sul treno verso casa pensi e poi posi gli occhi sul piano. Quanto che rimane ancora merdadiocane!
Sono cambiati i luoghi e i dispositivi ma è sempre quella lotta per la vita, il travaglio del contadino o la fatice del cacciatore nella foresta fitta. Portare a casa qualcosa.
Ho dormito dieci ore e svegliarsi è stato sei ore di sonnecchiare nel letto. Ero nuovo stamani, via pure il sentimento di influenza che era solo tossicità di una settimana di lavoro quasi di Sisifo. Saltati la visita ai miei, i passi argentini ieri sera, la lussuria in tre stasera. C'è però il piacere del dovere compiuto, di quanto fatto, l'adrenalina dell'impeto furioso. Sono ancora a letto a ricaricarmi nell'ozio, mi si chiudono gli occhi ancora.

giovedì 7 febbraio 2013

Tilt

stress





Dopo una giornata di lavoro pesante, sono arrivato al risultato prima delle diciotto. Poi ho avuto una sorta di crollo. Ho cercato di finire alcune attività nei venti minuti restanti e sono rimasto lì senza riuscire a far nulla. Imbambolato. Sai quando la testa affaticata inizia ad essere lentissima.
Mi sono avviato verso casa.
Sul treno amnesie non riuscivo più a ricordare i volti o parti dei cognomi dei contatti in rubrica.
Mi ha chiamato un amico del corso di tango, a volte pronunciava termini tecnici che non capivo, non riuscivo a ricordare cosa significassero. Ecco, un senso di estraneazione. Per qualche attimo ho avuto il pensiero: ma riuscirò ad arrivare a casa?
Ecco, ieri sono finito in tilt.
Anche oggi ho la capa pesante. E il carico e la tensione per i tempi stretti resi più stretti dalle bizze degli strumenti sono più grevi quando sei già affaticato.

martedì 5 febbraio 2013

Vendere problemi - 2

(Vendere problemi

Sono giorni intensi al lavoro, tanto intensi da essere pesanti. Gli strumenti che usiamo e che ci hanno venduto  sono spesso pieni di limiti, risultato di una non-analisi, di una non-progettazione, caratterizzati da una non-qualità.
La tecnologia  accelera i tempi per produrre più velocemente tecnologie mediocri e ancora più scadenti, con le quali risolvere alcuni problemi introdotti dalle precedenti per introdurne di nuovi peggiori. Ecco il JIT, il susseguirsi di mode estemporanee, di vezzi e capricci determinati da masse ondivaghe del mercato sospinte qui e là da coloro che devono vender loro questa_e_quella novità inutile. I fornitori di finte soluzioni e i complicatori di affari semplici a loro volta seguono gregariamente i moti caotici dovuti ad altre forze irrazionali, assurde. La società liquida e liquidificante ha ottenuto ed è causa di questa accelerazione di prodotti scadenti a veloce obsolescenza e, molto spesso, assolutamente inutili. Come le onde corte in rada, si aumentano caoticamente l'un l'altra.
Il risultato? I sistemi complessi hanno costi spropositati, complessità autorigenerantisi, qualità sempre più bassa. Si prendono dei problemi e se ne vendono ad altri. Progetti ad alta problematicità aggiunta.
La qualità della vita è mediamente sempre più bassa, tu diventi funzionale al sistema, tu lo servi e Gaia viene sistematicamente distrutta, reso morta in parti sempre più ampie per produrre rifiuti. Anche la tua vita che passa veloce consumata dal tempo produttivo che sgobbiamo quaranta ore e più come negli anni 70 senza alcuna riduzione del tempo dedicato al lavoro. Sono questi i risultati?
Come osservava Claudio Risè in Il maschio selvatico questa accellerazione velocizzante della vita crea quantità enormi di problemi alla vita delle persone e ciò emerge nella sua pratica terapeutica.
Così c'è questa stanchezza intellettuale a sera che mi piace poco.
Ho finito sereno al lavoro, oggi. Sono incappato in un altro limite dell'alta (?) tecnologia rozza, non ero io.
D'altra parte il lavoro da sempre ha questa componente di fatica che è anche ciò che nobilita. Anche se alcune persone tecnofile, tecnoteiste credono ancora che la ultima nuova tecnologia risolverà problemi e renderà più bella la vita (in alcuni casi avrà il solo effetto di aumentare temporaneamente la produttività di ciarpame spesso inutile).
Non era un limite mio e sono andato fino in fondo, era un limite dello strumento.



lunedì 4 febbraio 2013

L'albero degli zoccoli

  • È come fare un ritratto della Madre. La madre la riconosciamo davvero quando ormai è perduta. Quando la madre è una realtà che ci spetta e quindi non ne siamo del tutto consapevoli, quando ci viene a mancare allora cerchiamo nella memoria di ricomporre il suo volto, sentire le voci, avere addirittura una sensazione palpabile del ricordo e questo somiglia molto al cinema.
    Ermanno Olmi, intervistato sulla pellicola

Sabato sera stava fioccando fittamente e dopo cena, di tanto in tanto distratti dal fuoco che doveva essere alimentato ci siamo ritrovati a fine Ottocento nella campagna al confine tra la bergamasca ed il bresciano e poi lungo i navigli fino nella Milano agitata da disordini sociali. Puoi andare col pensiero al monologo di Paolini sul disastro programmato del Vajont o ancora alle novelle silvestri di Corona o di Rigoni Stern. Anche la pellicola di Olmi, Palma d'Oro a Cannes nel 1978, è un ritratto della Madre, di una madre morbida di latte e polenta, delle sue braccia ampie e consolatrici, rispetto alle asprezze del vivere che si rivelano poca cosa rispetto alla spietatezza disumana del capitalismo e dello sfruttamento di pochi su molti. Il capolavoro di Olmi anche nel finale rifugge da sdolcinatezze e idillizzazioni e anche per questo è ancora più grande nella maestria. Ed è opera di "coltura e cultura" così grande proprio perché vissuta dal regista. Così come Paolini eccelse nel lavoro sul Vajont ad esempio. Sono cantastorie della Terra e della Madre,della loro Terra e della loro Madre e le cantano ed evocano meglio di ogni altra cosa.
La ricostruzione di luoghi, dei costumi, degli usi e la coerenza linguistica - la visione in bergamasco rende aspetti sottili e culturali che portano l'opera alla perfezione - gli attori che in quell'epoca avevano memoria d'anima ancora il vissuto della quotidianità agricola e rurale- dopo lo sradicamento di massa dalla Terra semplicemente oggi quel cast non sarebbe più possibile - rendono maestro il lavoro del regista. e anche le figure di genere, o di generazioni sono rese così solidali ma non per bontà o per migliore morale rispetto alla frammentazione individualista odierna, ma semplicemente per necessità etiche sinergiche per la sopravvivenza. Sono belle pure le figure maschili di babbi e nonni e il loro rapporto con i piccoli. Il ritratto di un amore che sboccia facendosi largo e germinando tra le zolle della morale così aspra è una formella di eccellente impressionismo nel polittico olmiano.

Papà che bello questo film, ma il finale ...
Ehi, ciccio, è la vita che è dolce ma anche aspra e ingiusta.

Se ci può essere memoria emotiva viva, che ci tiene vigili contro la disumanità del sistema, contro lo sfruttamento di homo su homo, che ci riporti alle morbide e tiepide poppe sode e umide di latte della Madre fruttifera, essa verrà tenuta in vita dal ritratto di Ermanno Olmi.
Emoziona e commuove fino al midollo.


sabato 2 febbraio 2013

Vizi

  • Bene avere molti vizi in modo che nessuno prevalga.

Questa notte in milonga è stata molto dolce la vita. Ballato bene e sorridevano tra le mie braccia. I loro seni e le coppe che li contenevano spinti sul mio busto i miei occhi sui loro chiusi, le mie labbra a millesimi di niente a sfiorare le loro. Ebbri di questi amori tre minuti.
Ho fatto tardi e ora scrivo dal letto, poltrisco ancora e Varela e Pugliese mi riportano a questa notte.
Mi godo questa pigrizia e di fermarmi in ozio e piaceri. Colazione salata delle quattroetrenta e pure pocanzi la zuppa di fagioli salvia e sospetti di cotica hanno vezzeggiato la gola.
Ho sentito prima la muñeca brava, _ira; ella e _sco hanno avuto giorni scoppiettanti dopo il nostro incontro. E' in contatto con una blogger veneta e vorrebbe organizzare una lieta e gaia lussuria in quattro, forse presto.
Torno a ri-leggere (2a volta) il libro che come un coltello ha aperto il mio caveau, che mi ha rimesso su quel carrello delle terrificanti e meravigliose montagne russe estreme delle relazioni mendicanti che ti tolgono aria e vita e dell'amore come il vento del mare.
Sistemerò refusi e altro più tardi, al piccì. Ora leggerò ancora un po' che alle quattro devo andare a prendere UnRagazzo.
Il ticchiettare della pioggia sui lucernari mi culla, adagiato in vizi soavi presenti e futuri.


venerdì 1 febbraio 2013

mcni

Molte cose, nessuna importante.
Sono un po' carico al lavoro.
_zzz sabato mi ha lasciato un libro che ho letto velocemente. E' stato un rovistare e un rievocare emozioni e vissuto e a tratti mi ha emotivamente scombussolato parecchio. Ne scriverò.
Stasera tornerò in milonga. La lezione di ieri è andata bene messo a posto il giro di destra, un paio di forme di calesita e oggi ho questa pregioia che mi impregna, di tornare ad averle tra le mie braccia. Ancora alcune ore.
Stamane c'era sereno a casa (poi mi sono affogato nella nebbia padana) ed è stato bello vedere l'alba, la prima volta con un po' di luce del mattino, a oriente, al momento della sveglia. L'allungamento delle giornate sta aumentando, derivata seconda positiva.
Da domani sarò col mio bipedinone. Mercoledì dopo cena abbiamo ci siamo cimentati a scacchi. Ero veramente stanco ma la prima metà della partita l'ho giocata aperta e in attacco, l'ho messo sotto. Poi mi sono distratto e mi ha mangiato a morsoni, ogni mia distrazione veramente banale via un pezzo importante, gli ho concesso la vincita; era un po' malcontento; c'è un po' di piacere sadico nel mangiarsi l'avversario a pezzi al quale non mi sono prestato.
Sento voci di neve sabato e domenica. Magari! Sarebbe una gioia per me. Mi piacerebbe andare a ciaspolare con UnRagazzino, ma... i fettoni del mi' bipede hanno raggiunto taglia 46 e ... non ho scarponi di taglia adeguata per lui. Ma quanto crescerà ancora?

Spero possiate godere anche voi di questa pregioia, di questa letizia per le ore che furono e che saranno.