martedì 30 gennaio 2018

Senza se e senza ma



  • Sorprende sentir dire, ancora oggi, da qualche parte, che il Fascismo ebbe alcuni meriti, ma fece due gravi errori: le leggi razziali e l'entrata in guerra. Si tratta di un'affermazione gravemente sbagliata e inaccettabile, da respingere con determinazione. Perché razzismo e guerra non furono deviazioni o episodi rispetto al suo modo di pensare, ma diretta e inevitabile conseguenza. Volontà di dominio e di conquista, esaltazione della violenza, retorica bellicistica, sopraffazione e autoritarismo, supremazia razziale, intervento in guerra contro uno schieramento che sembrava prossimo alla sconfitta, furono diverse facce dello stesso prisma.

    Sergio Mattarella 

Ascoltavo il sermone fondamentalista del cattocompagno Mattarella. A distanza di oltre settant'anni, non c'è ancora una qualche capacità di discernimento. Ancora lo stesso approccio totalitario e fazioso bene da una parte (la nostra) male dall'altra (gli altri), ancora gli antifascisti più fascisti dei fascisti.
Le affermazioni sul male assoluto sono persino ridicole, negando il fatto oggettivo del largo consenso ottenuto dai fascisti, proprio con un approccio sociale, socialista che dovrebbe essere caro ai compagni marxisti ora presi da compulsioni estreme del razzismo anti italiano e dal loro sadismo ideologico contro onesti, indipendenti, produttivi (i piccoli borghesi, nel loro gergo).  Nel discorso del cattocompagno Mattarella non c'è alcuna menzione dei crimini, ancora peggiori, commessi dagli SUA e dal comunismo. Niente, zero, vuoto pneumatico. Una rimozione senza se e senza ma di molti panni luridi.

Non solo politicamente i socialisti marxisti competono furiosamente con i socialisti nazionalisti ma, su un piano ancora più importante, quello della sociologia e della filosofia della politica essi condividono lo stesso approccio totalitario (*). Il fatto che ora il regime sia soffice invece che duro è un'ulteriore aggravante, in quanto molte persone non lo percepiscono a causa del colossale ottundimento del politicamente corretto e di altro ciarpame progressista, di molteplici ismi nei quali si trovano immerse e martellate da mane a sera.
Un presidente della Repubblica privo di discernimento, a capo dello stato, insieme con una castalia di altri fanatici settari (uno delle loro litanie preferite, ripetute ossessivamente è il “senza se e senza ma”, la celebrazione dell'ottusità tanto pervicace quanto acritica) ai vertici del paese, incapaci di un qualche distacco dalla propria fazione è un segno del degrado civile, politico e istituzionale di questo regime cattosovietico dissimulato.

lunedì 29 gennaio 2018

Giallo (e verde) amarognolo

Quando ti vedevo abbracciato con quelle ero gelosa.
Ascoltavo questa confidenza, da parte di _civa. Confidenza ha una connotazione emotiva, altrimenti, se vogliamo un livello più oggettivo, osservazione. Ci sono stati momenti nei quali non ho ballato (forse per le troppe donne, poi c'erano quelle giovani...) e lì, seduta a guardarti, non stavo  bene. Forse meglio che non venga in milonga con te.
Una delle cose che apprezzo, del nostro rapporto, è una certa onestà intellettuale. Certo, mi infilerei con desiderio in mezzo alle labbra, alle gambe, di alcune di quelle di ieri sera e di venerdì. A _civa non l'ho negato, le ho detto che però, non ho tempo, risorse e testosterone a sufficienza per avere più di una donna, con una faccio già fatica, di lei mi piace la testa vispa, il corpo e la mente golosi ed esploratori.

Io non riesco a comprenderla, 'sta gelosia, è un sentimento che mi è sconosciuto. Non riuscivamo a prendere sonno, questa notte. Avevo adrenalina al posto del sangue, per il tango al fulmicotone,  Instabile, ieri, le streghe venerdì. Ascoltavo _civa, come ella mi vedeva alla quale ella ha fatto seguire qualche domanda circostanziata su quella con hellokittesca col tappeto rosso intorno oppure quell'altra con i capelli a caschetto (Come stai? Mah, stasera non va granché! Abbiamo iniziato le nostre due tande e, piano, le polveri si sono asciugate e, i fuochi, poi, si sono accesi, con gli scoppi dei colori, mancava solo il profumo della polvere pirica combusta). Io non entro così in confidenza coi ballerini, mi ha risposto, _civa. Mah, confidenza, le ho chiesto come stesse, nella piccola conversazione in mezzo tra un brano e l'altro ed ella mi ha risposto. Ah, sì.
Sentivo, sotto, questa tensione, qualche frecciata su questa e su quella.
Avevo tentato di chiederle cosa sia 'sta gelosia. Sarà di testa? Istinto? Una cosa del genere femminile? Ma si può spiegare un sentimento così? Si può spiegare il profumo del miele millefiori, a parole, il profumo giallo e amarognolo del tarassaco? A stento, una vaghissima idea se il tuo interlocutore ha qualche idea di un giallo amarognolo.
Poi ci siamo addormentati a fatica, abbracciata per scaldarsi a me.
Sublimare verticalmente un desiderio orizzontale. Ascoltiamo il batticuore di Elena, il corpo scattante e le labbra rosse di Giulia, Arianna scopiettante e Arianna che come un vestito di seta si abbandona al tuo abbraccio. C'è la scintilla della seduzione. Ma questo è vero anche per te. Non rispondeva, _civa.
E tutto viene sparigliato da questa avventura estetica di improvvisazione, di dialogo di corpi anime e menti uno di due. Il tango amante pretenzioso che compete con tutto, perfino con l'eros. Ho ricevuto tre inviti ieri. Vieni qui sabato 3? Vieni là domenica 5?_zzz dice che le femmine, percepiscono che tu hai l'odore addosso di un'altra, che hai onorato e soddisfatto, non importa quante docce tu ti sia fatto, annusano Tilopa e iniziano a sfidarlo.
Forse non è proprio stata sufficiente la doccia, prima di avviarci verso Sant'Alessandro a Giogoli, a togliermi di dosso il nostro fine settimana cibo_riposo_sesso_cibo_riposo_sesso barocco, voluttuoso, che ci ha satollati di lussuria.
E' come se diventare un grasso, florido fiore ricco, ancora con le goccioline di rugiada, di tarassaco e con le api, con le labbra rosse, gli occhi col rimmel, che si avvicinavano a tentare di bottinare.
Il giallo del tarassaco. E la gelosia (la ruggine verde, lessi, in passato, negli studi del tantra). Una tessera verde che manca al mio mosaico.


venerdì 26 gennaio 2018

Un po' di pazzia

Era un po' di tempo che non la vedevo. Così, qualche giorno fa, le mandai un messaggio in_milonga_non_ti_vedo_piu_dove_sei_finita_balli_ancora?.
_polfi mi risponde, dopo qualche ora, che... ha sfornato una pargola.
Sul momento le ho risposto con un frizzo - sei_tornata_una_bella_milfa! - poi sono rimasto sorpreso se non di stucco: la neo milfa in questione è sui cinquanta o pochissimo meno.
Per fare un figlio a quell'età ci vuole un (bel) po' di pazzia.
Penso che le cose con _civa fluiscano anche perché non c'è il rischio di arrivi indesiderati.


mercoledì 24 gennaio 2018

Le kompagneske preokkupazioni

Il kompagno D'Alema ha sottolineato, preokkupato, il rischio dell'Italia neofassista.
Il kompagno chi? Sì sì, quello con la tenute vitivinicola in provincia di Termi, la barca, quello che ha donato la gallina delle uovo d'oro privatizzato [coi piani finanziari secretati ai cittadini] agli amici kompagni diversamente proletari Benetton le autostrade, ecco, proprio quello lì.
Egli e gli altri kompagni (Boldrini, Bonino, Manconi, Vendola, ...)  sono proprio quelli che hanno introdotto la guerra civile a intensità bassa (intensità media già in altri luoghi d'Europa) come si può osservare nel documento video a corredo. Cose che ogni persona che viaggia sui mezzi pubblici, in certi orari, su certe tratte, subisce quotidianamente sulla propria pelle.
Le grida scandalizzate di coloro che hanno sfasciato il paese.
Già.

lunedì 22 gennaio 2018

Due oltre

_civa mi dice:- Questo è bello. Mi piace come balla e tu... puoi ballare come lui.
OhOdinoperdonalachehaparagonatolamiasommapersonaaquestotanghero!
Ahahah.
Beh, io sono io e... Mariano Otero è Mariano Otero (ho almeno vent'anni di troppo e poi so che non vorrei rendere il mio amore un lavoro).
Scherzi a parte, 'sti due sono in gamba. Nella sesta arte, fanno ciò che le grandi menti fanno nella scienza ovvero un lavoro di sintesi. Io non amo affatto il tango escenarioso (in inglese detto tango show), ovvero quel tango iperbolico che gran parte della persone conoscono per averlo visto in televisione.
Mariano Otero e Alejandra Heredia hanno due lunghi curricola di studi di danza, prima di arrivare al tango. E si vede. Così hanno il loro stile, la loro capacità espressiva straordinaria, ballano un tango danza che emoziona, mi emoziona, riescono a battere persino il mio ostracismo. Forse perché la danza e appena accennata nel tango o il tango sfuma nella danza, non si capisce neppure se uno o l'altro.
_ias,  uno dei miei maestri, afferma che quando sai ballare bene il tango, puoi ballare qualsiasi altra cosa. Nel video a corredo essi interpretano un foxtrot (Zapatos Rotos, un brano del 1970 dell'orchestra Enrique Rodriguez, cantato da Erique Falcon, in questo una cumbia colombiana (ella, col pancione, è milfa bellssima e artista, grazia in corpo e femminilità, mi fa un sangue pazzesco).
Oltre alle doti artistiche, come danzatori, se la cavano bene anche nelle apparenze, stile e scelta dell'abbigliamento.
Ecco, andare oltre, anche nel tango! Ed essi ci riescono esemplarmente.




domenica 21 gennaio 2018

Come un gatto in tangenziale

Ridacchiavo, stamani, pensando a quella scena, ella con i zatteroni e gli altri, i radical chic, tutti a piedi nudi, sul legno. Ci siamo presi un po' di tempo e siamo andati a vedere qualcosa di leggero. _civa mi aveva detto che le sarebbe piaciuto ridere un po'.
A tratti caricaturale senza incertezze (probabilmente per esigenze comiche) porta - direbbero i fisici - al contorno i comportamenti e gli stereotipi e delle classi abbienti, della buona (?) borghesia progressista (che rende Capalbio la sua corte estiva nella Maremma bucolica, giardino) ingessata nei propri schemi al caviale e le rozzezze volgari, infernali, in fermento, delle periferie coatte, miscuglio insopportabile dei popolani italiani e delle immigrazioni di tutto il mondo.
Da una parte una serie di cicisbei, di elfi eterei che campano nei loro mondi fiabeschi, di buone maniere, di progressismi salottieri, che passano dalle okkupazioni dei palazzi di Sesto San Giovanni (Luce a Giovanni) al doversi prendere un ansiolitico per essersi ritrovata nel crogiuolo della vita reale, di condomini coatti, a eccessi sangue merda e amatriciana. Dall'altra il fermento popolaresco più vivace, gretto, terraneo, disincantato, cinico, volgare coi limiti di non aver strumenti, forse non volerli neppure.
Incomunicabilità tra due mondi.
_civa sottolineava che, almeno una volta, la scuola e l'istruzione funzionava da ascensore sociale, almeno un po' (le ho risposto che l'orribile, folle, patologico appiattimento alla mediocrità del cialtronismo delle squola sinistroide marxista ha ottenuto proprio l'effetto contrario , quello di inibire l'emergere delle eccellenze, specie di quelle dai settori marginali della società penalizzati dall'ugualismo al grigiastro informe).
Nonostante la mia scarsa accondiscendenza verso le masse, specie quelle grevi e tamarroidi, cafonesche e cialtrone, devo dire che emerge una sincera vitalità, irruente e da cagnara, che manca ai manichini radical chic.
La sinistra al caviale, in definitiva, è il teatrino moralisticheggiante che recita, tra buonismi e progressismi fasulli, fanfaluche egalitarie e buone intenzioni dello spessore della carta velina; senza questa autogiustificazione di presunta superiorità morale/intellettuale, certamente autoreferenziale, sarebbe senza alcun motivazione esistenziale, con vuoti affacciandosi ai quali, necessita di ansiolitici e fiori di Bach.
Molto più sincera la vecchia aristocrazia che non simulava queste ridicole finzioni  interclassiste e mondialiste, contaminazioniste.


venerdì 19 gennaio 2018

Gelato arancione

  • Ma c’è un altro elemento, nel culo, che attira il sadico: la perfezione. E’ la perfezione ad accendere il desiderio della profanazione. Solo ciò che è perfetto merita di essere sconciato, sciupato, oltraggiato, vilipeso e quindi, alla fine, reso imperfetto. E anche questa è una dimostrazione dell’enorme superiorità del culo sul seno. Il seno si accarezza, si vezzeggia, si mordicchia affettuosamente. Per consolarlo della sua pochezza, di essere solo un seno. Nella perfezione del culo c’è un orgoglio luciferino che va abbattuto e degradato.

    Massimo Fini

Sai che... ora... a volte penso di non riuscire a farne più a meno.
Ascoltavo, sorridendo. Non sempre c'è il tempo per il luculliano banchetto del sesso anale. Per me è anche un rito di abbandono, di dedizione a lei, non riesco a incastrarlo come il passo sette o due di una procedura veloce.
Mi aveva mandato i suoi messaggi con i sorrisi, l'ammiccare per l'uso del gelato arancione, come ella chiama il cuneo in gel trepuntocinque di diametro, che le regalai qualche tempo fa.
All'inizio era riluttante. Ora non riesce più a farne a meno. Stupita del piacere ritrovato mi chiedeva perché, secondo me, da sempre viga quel divieto, ci sia quel tabù.
Storicamente :
  • perché il sesso anale richiede un minimo di disciplina (pulizia e igiene) ovvero una doverosa separazione di intenti (cosa significava dedicarsi all'Art pour l'Art in zone desertiche prive di acqua?);
  • perché se le donne e gli uomini si lasciassero andare a quel piacere, si distrarrebbero dalla via cara alle religioni e ai loro disegni egemonici di sopraffazione numerica degli altri, ovvero la via del sesso vaginale che, come noto, porta, senza contraccezione, ad una gravidanza con una probabilità di circa il 30%. Non per piacer tuo ma per dar figli a Dio. Appunto.

Nota: leggere la divertente "elegia" del culo, da parte di Massimo Fini.

giovedì 18 gennaio 2018

Donna in lacrime



  • Articolo 129 codice procedura civile
    Chi interviene o assiste all'udienza non può portare armi o bastoni e deve stare a capo scoperto e in silenzio. È vietato fare segni di approvazione o di disapprovazione o cagionare in qualsiasi modo disturbo.

Credete che sia cambiato qualcosa da questo?
Sì, certamente qualcosa è cambiato. In peggio!
Il fatto che l'invaditrice marocchina, Asmae Belfakir, abbia deciso di rispettare i precetti della propria religione piuttosto che le leggi dello stato che ha invaso (non si è tolta il velo ed è uscita dall'aula) è segno di quali tempi arriveranno.
Prego notare che la signorina con i suoi comportamenti assai storti dovrebbe essere una professionista del diritto.
Il fatto che la stessa lavori in un'università di una zona da sempre comunista nella quale (nel loro gergo) i clerico fascisti sono stati sempre osteggiati (e massacrati a centinaia dalla resistenza) e che ora si sdilinquisce (mellifluo pippone chiesastico scandalizzato sul giornale radio regionale, stamani, sulla “povera donna in lacrime”)  per i fascioislamici la dice lunga sul voltagabanismo di questi sinistranti e le barbarie che questi preparano quotidianamente.
Il presidente del tribunale, il signor Muzzarelli, è un funzionario degno dello stato.
Ancora una volta per i razzisti anti, la legge non è affatto uguale per tutti, si applica solo a quei meschini, ributtanti, inferiori meschini piccolo borghesi di italiani.

domenica 14 gennaio 2018

Almeno un po'

Siamo stati felici come bambini incontrando questo apparire fugace di autunno inverno (temperature e accumuli erano quelli di una timida nevicata autunnale). Quello della magia bianca del freddo e dell'acqua che diventa solida. Dello stringere i denti per il vani opporsi dell'anca, in fine ha dovuto rinunciare alla sua opposizione, abbandonarsi alla luce, alla grande bellezza. Anzi, l'esercitarla, col camminare, paradossalmente, le ha fatto bene.
Avevamo faticato a venir via da quel giardino di donne splendide e con la grazia in corpo, da quel cuore pulsante, la Milonga Sì che sempre scalda e fa battere all'impazzata il mio cuore. Tre ore e mezza di sonno e via. Verso l'inverno amore nostro, come bambini felici.
Del gruppetto di sette siamo rimasti solo _zzz e io, quell'erto ha spaventato gli altri. In qualche modo a ragione, perché per cinque soli metri, cinque metri, quelli sotto la piccola cresta della vetta, _zzz li ha tentati, con i suoi ramponcini a maglia troppo leggeri, senza riuscirci. Avevo portato in vetta anche il suo zaino, per tentare di alleggerirlo, ma non è stato sufficiente. Un paio di foto dall'alto e poi in giù, stavano arrivando le nuvole. Siamo passati dal colore al bianco e nero.
Siamo riscesi nell'incanto dei cristalli, dei merletti, felici di camminare nel bianco, con la nostra micri esperienza di alpinismo invernale. Almeno un po', per quel che si potè.
Dagli amori tre minuti ai merletti del freddo, al respiro passo dopo passo, su, verso la vetta.



























sabato 13 gennaio 2018

Quanti anni ancora?

Quanti anni balleremo ancora?
Vedi, orsone, quella domanda di _civa ti gira nella testa. Ancora. Una volta, gli anni "Hi Energy" della house calda martellante e suadente, dei goa, dei rave tekno, delle danze dell'Ottocento, delle tammurriate, della rumba e del son, delle pizziche, ti consumavi di gioia e danza. Un po' alla volta, un po' ogni volta.
La questione, semplicemente, non si poneva. Non si medita quando cavalchi, a pelo, il purosangue dell'irruenza, della forza, solo la passione riesce a condurlo.
La coxartrite alla testa del femore è la malattia... dei danzatori. Sono giorni che la tua anca sinistra è peggiorata. Ancora.
Ti senti storto, sei, storto. Il corpo cerca di compensare.
Ora sei seduto in un treno vuoto, verso la milonga, ce la farai oggi?
Prima o poi... Prima o poi dovrai farti operare. Poi, ancora più in là, arriverà il tempo in cui gli abbracci saranno sempre più pacati e i firulete un ricordo. Come quei due vecchi, sabato, che ballavano, abbracciati pacatamente, quel tango, lentamente.
Ogni volta, ogni gioia e danza, è un passo in più, un passo in meno che resta.
Quanti anni danzerai, ancora?

giovedì 11 gennaio 2018

Avventurarsi nella vita

Abbiamo passato buoni giorni nelle nostre ferie natalizie, UnRagazzo e io. Ferie perché, a parte quasi tre giorni di visita ai nonni/veci in Lombardia, siamo rimasti nell'ameno paesello sugli Appennini.
Amo le cose semplici, quotidiane, come decidere cosa mangiare, fare la spesa, anche cucinare insieme, visto che il “pupo” è stato contaminato dalla passione per la cucina del suo papi. Abbiamo vissuto anche qualche scazzo ma penso che sia fisiologico: io cerco di fornire SEMPRE  una spiegazione, il più razionale possibile, nelle mie richieste o nei miei dinieghi, spiegando il perché, i perché. Solo che, spesso, non è affatto una questione di raziocinio ma solo di affermazione – del tutto fisiologica per un adolescente – del proprio ego e, per me, di conferma del mio (anche gli orsoni nel loro ispido hanno un ego).
Ieri l'ho visto infervorato nella preparazione del regalo per il diciottesimo compleanno di _zzzino, oggi: un album con centinaia di foto delle decine e decine di avventure  vissute in quattro maschi, ora quattro uomini. Bimbi piccolini che camminavano, facevano lotta gioco, si arrampicavano, si tuffavano, esploravano vette e si polleggiavano su falesie deserte, ridevano per gli scherzi e le burle di un pagliaccio invitato per una festa di compleanno, sbuffavano, sudati, per il salire con le ciaspole sul bianco nel blu, pedalavano per lande e fiumi stranieri.
Mi intenerisce vedere quell'impegno fortissimo – è rimasto su fino a tardi – del bipede. Io non ho alcuna cultura dei regali, non li faccio, non li voglio; cerco di prendermi attenzione delle persone care durante l'anno, con gesti frequenti, meno celebrati. Già i loro diciotto anni. Sarà più difficile ora comunicare in quel modo il mio affetto, il mio voler loro bene, perché essi sono avviati sulla loro strada, già da tempo non ci sono più le uscite in montagna, nella natura insieme. Questo mi porta un po' di malinconia ma è parte della vita, della vita bella  e sana proprio perché cosi. Uomini, spero vir-ili, forti e saggi, passionali e razionali, scienza e arte, che si avventurano nella vita.

Vedo che una certa strettezza economica lo ha spinto verso la creatività. Ormai sono entrato da un pezzo nella maturità, sono meno testosteronico e così mi commuovo. Vivo questo paradosso (che non lo è affatto) del togliere che educa, del "meno è meglio".
Ho i miei rimorsi per non riuscire ad essere stato più severo con alcune cose che io reputo, con scienza e conoscenza, deleterie come 'sta merda dello spippolamento e del virtuale sempre_ovunque. Però vedo qualche risultato e questo mi consola. Le foreste crescono in silenzio, ci sono alberi forti e robusti che hanno qualche ramo o parte del tronco con qualche strana curvatura.

martedì 9 gennaio 2018

La lezione del freddo

Domenica, in quella città tiepida, c'era 'na politglia nerastra, "acqua umida", sale, polvere di asfalto. Stamani c'era nebbia anche lassù a casa mia, un caldo marcio, quasi afoso.
_zzz mi ha regalato "La lezione del freddo", tra narrazione e saggistica sulla vita quotidiana nel freddo. Quello che ti richiede di pensare cosa fare quando una bimba lecca un tubo di metallo e vi rimane  attaccata con la lingua congelata su esso.
Il freddo sta sparendo, nella serra. Sparisce, con esso, anche la meditazione, le lezioni, l'estetica, la cultura del freddo.
L'autore, filosofo delle scienze, osserva questo mondo che non ci sarà più e si pone alcune questioni generali (sebbene, per l'ennesima volta, la causa numero zero della distruzione del pianeta, dell'ecocidio dell'antropocene, l'esplosione demografica, Il Tabù, non venga neppure accennata).
Nel New Hampshire c'è ancora una dimensione selvatica, una dimensione naturale, che diventa un dispositivo non ignorabile dagli esseri umani. In quei boschi enormi, in certe condizioni, un banale contrattempo o incidente può diventare fatale. Rispetto all'artificiale patologico (della conurbazione continua europea) questo obbliga l'Uomo a pensare, a essere intelligente. Il civismo di quelle comunità è uno dei frutti deliziosi di una natura asperrima, arcigna.
Ai tabù della liquidità contemporanea (buio, silenzio, digiuno, ozio) possiamo aggiungere ora anche il freddo. E' proprio il freddo che rende evidenti cretinismo e idiozia diffusi quando esso appare nelle nostre città di ebeti artificializzati, condizionati.
Un saggio ameno su un grande mentore, il freddo, e sulla filosofia che sparisce con esso.

La lezione del freddo
Roberto Casati
Einaudi

lunedì 8 gennaio 2018

Uno cielo e terra e acqua

Dai tetti in coppi di piccole dimore, muri di coccio sberciati dal tempo, sbucavano comignoli in mattoni, a volte con un tentativo di architettura con una certa grazia. Non erano case di signori ma, anche nella povertà, c'era un anelito alla bellezza, apparentemente inutile (la bellezza può essere inutile?) come quella dei comignoli in mattoni.
Ancora fumavano, alla base del camino c'era un focolare, una stufa e il calore delle fiamme, la loro musica porta piacere e conforto a corpi, anime, menti. Immagina una bella cucina economica e la cucina ancora odorosa di bolliti, di polenta, con un piccolo Lied olfattivo cantato da una buona salsa verde o da un risotto ai saltarei o alla zucca.
Eravamo scesi dall'argine maestro. Io ero incantato da questo ampio paradiso: spazio, spazio e ancora spazio col Grande Fiume ora pacifico con le tracce di piene cattive. Pioppi e salici, edera e canne, campi e vista che si amplia, terre grasse e canali umidi, verdi mille e grigi mille. Lo spazio ti espande l'anima e il silenzio è il suo canto. Gli infiniti toni di grigio con i quali a ponente e a oriente il Po si fondeva col cielo, la foschia quasi nebbia, rappresentano il paradosso ottico di un confine che sa di infinito. Ho sempre adorato le tracce residuali di ambienti padani, fluviali che resistono alla bruttezza con l'arroganza di presunta efficienza della contemporaneità.
Anche in quei luoghi vicino al fiume la vita si intrecciava con la morte, per miserie, per il travaglio di lavoro o parti, per la fragilità dell'esistenza.
L'argine maestro è alto una quindicina di metri almeno sul piano di campagna. Vedi tutto da lassù. Siamo scesi e infilati in una piccola chiesina, dedicata al patrono dei pellegrini. Una piccola chiesa del Seicento, con una sua grazia. Già la porta aperta, in quel deserto umano, stranisce. Nel silenzio c'era un signore che pregava. Osservavo una sorta di felicità sul suo volto quando iniziò, come... un fiume in piena, a raccontarci di restauri, campane, affreschi ritrovati. Qualcuno che visitava il tempio remoto a lui così caro... chissà cosa avrebbe pensato il pio anziano se gli avessi anche solo accennato ai nostri piaceri sodomitici della mattina, alla nostra lussuria portata al massimo. Già, questi corpi che portano al sacro così vituperati e insozzati da quella morale.
Poi? Via in bici, ancora. Siamo scesi dall'argine in "Esso". C'era uno stretto sentiero che fendeva un muraglia di rovi. Sulle rive c'era ancora la palta azzurrognola (delle infernali argille plioceniche dell'Appennino) dell'ultima alluvione emiliana. L'acqua grigiazzurrina sembrava immobile ma solo qualche metro più in là si osservava una certa velocità che suggeriva profondità oscure, gorghi e forza inquietanti.
Ho toccato l'acqua lì dove cielo e terra diventano uno, finito e infinito.

(_civa)

venerdì 5 gennaio 2018

Bello, faticoso

Ieri sera, questa mattina... scrivo piano... mi sono trovato a pensare e desiderare _civa. Non è un desiderio sessuale (quello in treno, ad esempio, ieri) ma di stare insieme, bene.
Il luculliano banchetto di San Silvestro e Capodanno, ore e ore di sesso esagerato soave, tenero, profondo, gioioso, voluttuoso, creativo, semplice, brutale, intimo, sussurrato, urlato, poetato, muto devono aver creato fiotti di ossitocina.
I tantrici hanno ragione quando dicono che l'unione del maschile e del femminile (Ardhanarisvara) è divina e divinatoria. Ma non è una favola così semplice. Si è destato un demone e ora, sul treno, in strada, sono tornato a vedere femmine belle, sexy, a immaginarle in voluttà, abbandono e a desiderarle con concupiscenza.
Molto bello. Anche molto faticoso.


giovedì 4 gennaio 2018

Antipolitica delle decisioni assurde - 11

(Antipolitica delle decisioni assurde - 10)

Stavo ascoltando la radio

Per l'acquisto di prodotti ortofrutticoli...
blablablablablablablablablabla
   Quante minchiate, l'USA&getta è intrinsecamente antiecologico, ma che raccontano questi...
blablablablablablablablablabla
blablablablablablablablablabla
   Questi tentano di riformare la merda, per dirla alla Grillo...
blablablablablablablablablabla
blablablabla e, secondo la nuova legge, vigerà, per motivi igienici, il divieto di riutilizzare i nuovi sacchetti.
   Eh!? Il divieto di riutilizzo!?!?
blablablablablablablablablabla

Per quale accidente di motivo non potranno essere riutilizzati i sacchetti per motivi igienici? Una porta a casa tre broccoli che sono oggetti notoriamente immondi e poi, per motivi igienici,  non potrà metterci dentro due sedani rapa, no!? Beh, uno pensa che questi siano presi, nella miglior tradizione securitaria, di ipernormazione, dalla fregola di migliorare (?) il peggio che hanno appena prodotto.
Poi giri un poco la rete e vieni a sapere che l'imprenditrice della società che detiene l'80% del mercato di questi sacchetti bazzica il PD e la Leopolda, tale Catia Bastioli, amministratrice delegata della Novamont, guarda caso anche con le mani in pasta nel mercato elettrico, come presidente di Terna.
Mah vah!?
Nota: la merda non si può riformare. Io sono radicale e vado alla radice problema: l'USA&getta è una delle peggiori cose, dal punto di vista ecologico. Dai mercati contadini io acquisto senza plastica, prodotti migliori, senza alcun sacchetto. Altrove hanno altri sistemi basati sul riuso.
Questa del divieto del riuso per motivi igienici è veramente la merda della merda.

Ma questa è poco. Come scrissi in passato, i kompagni non hanno alcuna intenzione di intervenire nell'aberrante mercato elettrico italiano (con dei fantastici risultati per voi anche per il 2018).
La vedete questa fotina? (prego, notare l'ovvio, ovvero che se una squadra di pallacanestro la farcisci di nani e monchi e scarsoni essa andrà peggio e non meglio come ti catechizzano da mane a sera). Prego, prendere nota: Oliviero Toscani e Benetton, nuova campagna di razzismo anti... Ah, già, i kompagni. Dunque, l'aumento medio delle autostrade, nel 2018, sarà del 2.74%. Uno o due anni fa sentii Oscar Giannino imprecare furiosamente, a Radio 24, contro la secretazione dei piani finanziari delle concessioni autostradali. I (post)comunisti, il secondo governo D'Alema, nel 1999 - 2000, eseguirono la "privatizzazione all'italiana", la svendita delle autostrade a dei privati. A privati compagnamici. A spese dei paesani e dei cittadini che hanno pagato, con le loro tasse, la realizzazione delle autostrade. A titolo di misura, un tratto da queste parti è passato, dal 1998 ad oggi, da 900 Lit a 1,70€, circa 3.6 volte tanto.

"Il sistema ha due difetti fondamentali: primo è il dato di partenza, ossia è stato regolamentato l’incremento delle tariffe ma si sono prese per buone le tariffe esistenti all'epoca, quando il capitale investito da queste concessionarie era bassissimo, quindi senza tenere conto del fatto che queste già avevano un livello di profittabilità assolutamente ingiustificato."

Chi è il principale gruppo privato che gestisce le autostrade in Italia? I Benetton. Sì i Benetton sui quali erano stati puntati i riflettori quando venne giù quella fabbrica bengalese con dentro le schiave operaie, scoprendo che il gruppo veneto si fa produrre vestiti in Bangladesh (rivendendoli a prezzi italiani, europei, in Italia, in Europa) da quelle schiave operaie. I neo soviet capitalisti.
Poi c'è il pseudo intellettuale per sciocchi, l'Oliviero Toscani. E' il militante progressista radical chic della catechesi per cretini, sull'ugualizzazione, sul progresso fantastico di avere una squadra di basket di nani, monchi e scarsoni (a tue spese e contro di te, i tuoi figli inferiori, meschini) e te la inculca con le fotine giulive per giocondi da mane a sera. I neo soviet e i gli intellettualini militanti per cretini.

Il progresso, i kompagni e la lotta al capitalismo brutto cattivo cacca diavolo, i proletari e l'uguaglianza, le classi subalterne, idirittideipoveridelterzomondo, più green e arcobaleni per tutti. Essi affermano di essere i migliori. Anzi, di più... , i più migliori!
Già.

[aggiornamento]
Poi scopro (qui):

"I nuovi sacchetti dovranno essere composti da materiali biodegradabili per il 40 per cento, che diventerà 50 per cento dal primo gennaio 2020 e 60 per cento dal primo gennaio 2021".

Da mettere nei rifiuti organici... ovvero come impestare di plastica persino il compost da rifiuti organici urbani, come se non fossero già pieni di plastica ora, e di farlo "secondo legge" il cui scopo sarebbe quello di ridurre la dispersione nell'ambiente della plastica.
Un green washing decisamente più migliore. Già.

mercoledì 3 gennaio 2018

Bella di giorno

Ieri sera, su invito di _civa, ci siamo visti il lavoro di Luis Buñuel. Qui è possibile trovare la versione intera, senza i tagli eseguiti, in Italia, dalla censura (sono le parti non doppiate, con i dialoghi e il parlato originali, in francese).
Eravamo entrambi satolli di sesso, placati dalla furia. Lo zio Osho osservava che una volta che ti sei strafogato di cibo in un ristorante o altrove, ti liberi, puoi "elevarti" e pensare ad altro. Ciò nonostante devo dire che in alcuni passaggi il lavoro di Buñuel è riuscito ad erotizzarmi sottilmente (il ché, date le nostre condizioni di saturazione, è notevole). Devo dire che le mie aspettative erano un po' troppo elevate, anche. Ma io non sono un adulto che vedeva quest'opera nel 1967, sono un adulto che la vede nel 2018. La morale, il senso del pudore, sono così drasticamente cambiati. I vincoli , i divieti sessuali sono molto più blandi ora. E' sufficiente navigare un po' in rete e troverete video, anche autoprodotti, di persone ai confronti delle quali il vissuto di Severine - Bella di Giorno sono... quasi amatoriali, dilettanteschi.
In passato vidi altro di Buñuel (che non ricordo, io inizio ad amare la mia memoria "spazza via"!) che non amo molto per il suo surrealismo, assai ben presente in Bella di Giorno. Posso capire che questo aspetto colto fu ciò che contraddistinse quel lavoro da una esibizione pornografica (io ho una concezione neutra della pornografia, quindi migliore rispetto a quella peggiorativa del pensiero comune "per bene" che utilizza a raglio il termine e il prefisso porno come dispregiativo) delle trasgressioni della società bene francese. Forse nel  1967 si subiva ancora il fascino dell'indagine psicologica come possibile terapia dei mali.
Certo che nella storia le persone svalvolate non mancano con tutta una serie di "famolo strano ma strano" dovuto a traumi e incidenti del passato. _civa e io, dopo la nostra lussuria di due giorni e mezzo, eravamo e siamo dei sani e puliti amanti, in confronto.
Catherine Deneuve è semplicemente D I V I N A (e lo dice un uomo che non ha alcun predilezione per le bionde - finta, in questo caso). Trattata come 'na principessa di cristallo e organza da un marito benestante un po' cicisbeo (ma 'sta gente, per che diavolo si metteva insieme? per stare con una zia? per trattare la moglie come una madre, una sorella vergini? certo che questi "per bene" erano ben strani, anzi, storti) ritrova una gioia di vivere, un benessere psicofisico ed esistenziale solo incontrando il sesso più amorale come prostituta in una casa di appuntamenti parigina. Come rispondevo a Pippa, un camionista o un meccanico, quando vedono una donna in crisi, nervosa, spenta, stressata, farebbero una battuta scurrile sul fatto che questa necessiterebbe di una buona dose di cazzo. La saggezza popolare può essere un po' ruvida nelle espressioni ma può andare alla radice della questione senza tanti ghirigori delle buone (e, purtroppo assai spesso, ipocrite) buone maniere.
L'amico dell'amico che la vorrebbe avere, una volta che la incontra nel bordello, le dice che così non ha gusto: il gusto era quello del traviare la splendida e irreprensibile (e algida!) moglie per bene, non quello di accoppiarsi con una prostituta professionista del sesso poco per bene.
Questo è un passaggio che mi ha colpito molto: il piacere di introdurre una donna ai piacere del sesso oltre, non canonico, trasgressivo (in quel contesto, a quei tempi il termine era appropriato), di vederla abbandonarsi e iniziare a essere una sorta di eroina della lussuria è un piacere assai più grande di quello fisico. Con _civa rimarcavo questo passaggio: le dicevo che succede anche nel tango, quando incontri una principiante con talento: in due o  tre tande vedi fiorire l'arte, passare da movimenti aspri o incompleti, abbozzati, ad un dialogo che può essere faticoso per te che sei più in là, a qualcosa che inizia a fluire, a fiorire, da idea di potenza d'arte a realtà, iniziale, a principio d'arte. E se tu accompagni una femmina in questo suo cammino... ahh, che meraviglia!!!
Ci sarebbe molto altro da scrivere ma... non ho tempo. Magari nei commenti.
Ho scelto l'immagine a corredo perché mostra la protagonista sorridente, proprio mentre esercita con un cliente asiatico, dopo i musi lunghi e contriti, tristi, le esitazioni dovute alla dissociazione interna, di una vita tanto dorata e fasulla. Ah, come dicevo a _civa, ieri, come scritto noto e risaputo, le uscite sessuali dalla coppia, possono portare vita nuova, passione e benessere, vitalità (Severine riesce a "scongelarsi" ed essere carina anche col marito cavalier servente adorante, dopo essersi scoperta come femmina) e non ci voglio mica studi di psicologia sessuale o di neotantra per scoprire l'acqua calda così negata dalla folle mito comune e morale della fedeltà esclusiva.
Beh, devo dire che ora, col virtuale, potrebbe pure andare peggio, in quanto a dissociazioni e fasullità.


martedì 2 gennaio 2018

Cistite da viaggio di nozze

Sono stati quasi tre giorni di eros, in molte (non tutte, ovviamente) sue forme. A metà di stamattina ci siamo fermati: _relli, in milonga, venerdì, mi diceva che con il suo nuovo moroso "brutto e vecchio" ci sono i fuochi d'artificio e che le è venuta la cistite da viaggio di nozze.
Ora, _civa ha la cistite da viaggio di nozze: siamo usurati.
Ieri, il primo di gennaio, per la prima volta ha avuto un orgasmo vaginale. Per alcune donne è ordinario (A-Woman ce li aveva multipli, con ejaculazione, anche) per altre, clitoridee, non lo è affatto. I limiti del corpo cambiamo nel tempo: non possiamo più scofanare le quantità pazzesche di cibo che divoravamo trent'anni fa e domenica ser, San Silvestro, con mille mila cibi squisiti, da amici, è stato un mosaico alimentare che l'ha provata - un poco anche io - nonostante ci fossimo un po' controllati. Certamente io scopo molto meglio ora di trent'anni fa._civa è brillante, con una mente curiosa e un corpo da sballo. Ella figlia per bene di una democristianicissima famiglia, ha chiaro in testa che vuole conoscere, provare alcune cose, capire come funziona il suo corpo, la sua mente.
Benvenuta. Io mi accendo con la curiosità femminile. La vedevo iniziare a chiudere gli occhi e a gemere, con il nuovo cuneo medio che avevo comprato per lei. Sfidare i propri limiti e godersi le nuove frontiere, le nuove sensazioni, la risacca di scintille, dall'ano, al pavimento pelvico alla mente e ritorno.
In questi giorni avevamo tempo, mi ero riposato, avevo le batterie cariche. Come nel tango, come osservava _zzz, come nella vita, libertà è respons-abilità. Se dedichi attenzioni e impegno all'eros, questo ti gratifica. Se sei gratificato, puoi dedicarti alla partner che, al centro delle tue attenzioni, si abbandona. Ieri l'ho inculata o, meglio, è successo insieme, per mutua volontà, io l'ho penetrata un po' il resto lo ha fatto lei, spingendo il suo sedere piano e con decisione, verso di me, allargandosi. Califano lo aveva cantato quel processo fantastico del lasciar fare a loro.
Abbandonarsi scriveva Toni Bentley. Lo smontare i freni, l'espandersi non sono processi deterministici, non lo sono affatto. Sono processi spiraliforni, ad alta inefficienza, lentezza.
Ella ora ha la cistite, ma la pelle idratata, sorride, è nel lettone che fa la maglia coi ferri. Una donna che ha goduto, che è stata onorata, come si dice nel tantra e anche in Sicilia, irradia energia, bellezza, sprizza di sesso e vita da ogni poro, diventa una femmina sessuale e terribilmente attraente.
Io sono egoista e mi godo tutto questo. Dovrei essere umile e invece mi godo l'essere stato un buon provocatore, un buon majeuta.
Ora mi alzerò e andrò a preparare un buona cenetta, dopo il buon pranzo di oggi. Cose semplici e complicate, compresa una cistite da viaggio di nozze.