lunedì 31 agosto 2020

Manica larga

Dopo la lavorata di sabato e domenica, ieri pomeriggio siamo andati a farci un giretto tra i monti in Toscana. Siamo partiti relativamente tardi, alla fine abbiamo mangiato qualcosa fuori.
Quello che mi lascia perplesso è che un numero troppo elevato di locali hanno votazioni in [4, 5] su 5: il luogo che abbiamo scelto ieri, ravanando in rete, aveva una valutazione di 4,5 / 5, insomma un voto 9.
Ora abbiamamo mangiato bene, diciamo con un voto che per me sarebbe stato 7,5.
Questo significa due cose:
  • problema di maniche larghe anche nella valutazioni di trattorie, osterie, ristoranti, non solo nelle scuole;
  • le persone mangiano così male che sono entusiaste di mangiare benino.
Infine, ancora una volta, è risultato che ciò che si ottiene facilmente, con poco impegno (in questo caso delle informazioni) vale poco.

Frullata

Inizialmente avevo intitolato Passata questa pagina, poi visto che non passiamo un bel tubo ma semplicemente frulliamo quanto ottenuto dalla lavorazione integrale di pomidoro biologici, ecco che ho corretto in Frullata.

Questa volta 45 kg (5 kg in più che l'anno scorso): il mio bipede e pure quello di Rosa Canina hanno apprezzato parecchio durante l'anno e quindi, a questo giro, quantità aumentata.
Abbiamo lavorato 7h 30' sabato (forse anche qualcosa in più considerando il tempo per andare dalla bio contadina a 7km a prenderli) e diciamo un 3h domenica.
Salsa ottenuta semplicemente squisita, nulla a che fare con quelle industriali.
Certo che se uno caricasse il costo di 21h di lavoro, tutto ciò non avrebbe alcun senso economico.

Ora solo una piccola frecciata ideologica: i marxisti (come tutti i seguaci di qualsiasi religione) non hanno mai capito un tubo di parte notevole della realtà. NON esiste affatto la sola dimensione economica/economicistica della realtà, dell'esistenza (*).

venerdì 28 agosto 2020

Mi manca

Mi manca la dolcevita del mio amato tango.
Le nuvole, a ponente, sono  ancora plumbee, scure.

(marcomunarini)

giovedì 27 agosto 2020

Faticosa

Ci ho pensato un po': non metterò il nome di questa valle. fino ad ora è difesa dal suo essere impervia, con dislivelli pesanti dovuti all'imponente primo gradino glaciale e dalla fatica (notevole) con la quale bisogna conquistarla e - Deo Gratias! - dalla mancanza di infrastrutture di accesso. Su questi luoghi incombe sempre il pericolo di accesso da parte delle masse al quale segue il pericolo ancora peggiore delle valorizzazioni turismificanti (così frequenti in Trentino e in Alto Adige), meglio ometterne il nome. Da sempre sono per la montagna selvaggia, antidemocratica, discriminatoria, esclusiva, solo per chi la ama, se la suda e, soprattutto, la rispetta.

L'anno scorso, Rosa Canina ed io, venimmo sorpresi da quella valle cupa e selvaggia, glaciale, ricca di acque, che osservammo, col binocolo, dalle cime del versante opposto (3a foto qui, in secondo piano dietro il giovane larice leggermente a dx). Ci eravamo ripromessi di tornare in ottobre, cosa poi saltata. Sabato 15 agosto, abbiamo faticosamente (specie per lo scarso allenamento, ultima uscita era stata in Appennino quasi un mese prima, siamo rimasti con le gambe di legno per due giorni, poi!) realizzato il nostro desiderio, Rosa Canina, _zzz ed io.
La serata prima eravamo andati a vedere l'attacco del sentiero, sotto un nubifragio e sabato, la musica e il fresco di mille ruscelli e dei molti laghi è stato il ritornello principale che ci ha accompagnati.

Parola alle immagini.
















(unuomoincammino)

martedì 25 agosto 2020

Cuore verde, monti azzurri - 10: fede antica

(Cuore verde, monti azzurri - 9: Vallo di Nera)

Sulla strada del ritorno, martedì 30 giugno, visitammo San Felice di Narco e poi San Pietro in Valle (quest'ultima solo esternamente, ultima foto, la pieve è isolata ed è aperta solo negli orari di visita).
Non è solo la bellezza di queste pietre romaniche preziose, c'è anche la bellezza selvatica, umbra che le circonda, il silenzio, il suono delle acque, l'odore di fiume, la brezza del vento, il profumo dell'elicriso.
L'estetica è armonia di molti sensi.
L'Umbria è vicina a Roma, le vie dei pellegrini che giungevano ad essa qui sono fitte. Percepisci l'intensità devozionale osservando i sacrifici di bellezza che la testimoniavano.

San Felice di Narco




San Pietro in Valle

Futa e confutare

 Domenica 2 agosto

Nel nostro peregrinare verso altre mete ci siamo fermati al Cimitero di Guerra dei caduti Tedeschi presso il passo della Futa. In questo mondo storto alcuni luoghi, come i cimiteri, sono diventati tabù e altri, orribili, non-luoghi, le nuove chiese della bruttezza, della stupidità, dell'appiattimento consumistico, sono diventati la normalità. Ecco, allora, che bisogna invertire quanto è storto, malato, marcio e tornare neo luoghi ora tabù.

Osservavamo le età: 19, 35, 22, 21, 20, 23, 21, 19...
Che mattanza. Morire così,  lontano da casa, sotto le bombe, dilaniati, in una terra di ex alleati che poi avevano voltato la gabbana. Io penso che la storia non possa prescindere da quella degli sconfitti e guardare con (eufemismo) sospetto a quella dei vincitori.

Nella narrazione ideologica, menzognera dei vincitori non si accenna mai alle cause della seconda guerra mondiale, da una parte, come in ogni guerra, ecologiche, rivestite di ideologia. Si omette che le potenze atlantiche si accaparravano le risorse energetiche e quelle continentali strette da questo blocco e sovrappopolate erano soffocate. Alla fine che differenza c'è tra il morire in una impresa con qualche speranza oppure di inedia, di stenti?

La storia si ripete e la hybris che nega le cause  trova sempre nuova forza per imporre le sue follie rivestite coi pani luccicanti del progresso (sì, verso il peggio) e del politicamente corretto, con la preparazione di catastrofi, in una menzognera, dolciastra, ipocrita e viscida narrazione per creduloni coglioni. Questa volta la mattanza te la mettono sotto le vie di casa, nei teatri, nelle stazioni, sui treni e giù, fino ai diritti dei nuovi che tu, piccolo essere autoctono meschino, ignorante e razzista, dovrai sostenere colla tua fatica, col tuo sudore, non solo col tuo sangue.



Blocco di covata

Caro diario, in montagna mi sono accorto che il nuovo l'attuale furbofono è sordo e in quel luogo, dove la copertura cellulare è assai flebile, non ho scritto nulla per quasi due settimane; anche poter scrivere i pochi commenti che ho lasciato in diariosfera è stata un'impresa.

Eccoci qui, in ritardo, a registrare il blocco di covata di sabato 11 luglio . _mrozzi, ex tesoriere del GAS e anche egregio bioapicoltore, nonché nostro fornitore delle due famiglie, ci ha preso in simpatia e così ci fa da mentore: egli trova attenzione e domande in Rosa Canina e si cava la soddisfazione di avere qualcuno appassionato a metodi biologici e ad apprendere le sue conoscenze.
Eccoli qui sul campo (non è una metafora :) col blocco di covata, una venticinquina di giorni nei quali l'ape regina di ciascuna famiglia viene messa in disparte (zio petardo, scoppieranno loro le "ovaie"!) . Insomma, 'sta varroa del pipo si trova senza larve per 'sto periodo e c'ha le sue rognose gatte da pelare. Come se non bastasse, alla fine, arriva un bel trattamento con l'acido ossalico. Mazzata dopo mazzata. Speriamo!
Nel veloce controllo di ieri, tornati dalle Alpi, le due famiglie sono vispe e operose.
Purtroppo il bel medicaio vicino che era in fiore è stato segato oggi e questa parte della stagione non è ricca di fiori (*). Sgrunt.

Trasloco e prima puntura

Martedì 7 luglio traslocammo le due famiglie nelle arnie di Rosa Canina che avevamo recuperato. Finito il fermo "interregionale" da virus corona, Rosa Canina era riuscita a recuperarle nel suo campo in montagna; in precedenza avevamo finito un bel giro di manutenzione con un trattamento prima con una soluzione di propoli in alcool e poi con una miscela a base di limonene e cera d'api (con un profumo così bbbono ma bbbbono che... mi spalmerei quella miscela sul pane e burro e me la sbafferei!).

Una delle due famiglie è... piuttosto nervosetta e un'ape kamikazetta ha fatto un volo zzzzzzzzz a manetta e è andata a conficcare il proprio pungiglione sopra il sopracciglio sinistro dell'Orsone. Poi mi sono allontanato un po' di più (come nella seconda foto). Abbiamo restituito le arnie all'apicoltore che ci aveva venduto le due famiglie e ce le aveva prestate temporaneamente.



mercoledì 12 agosto 2020

I pastori di qui e quelli di là

La Chiesa cattolica sta perdendo il proprio gregge. Allora dice alle pecore degli altri pastori e agli altri pastori: siamo uguali, siamo fratelli, dai, state con noi.
Ovviamente gli altri pastori manco per il cazzo pensano di far mungere le proprie pecore da quegli altri, di dare a quelli gli agnelli, di farle tosare, etc. . Così mandano ai pastori di Trastevere i loro pastori barbuti rozzi e di spicce maniere.
Questi hanno metodi convincenti, ad iniziare da quello di riempire la crapa delle pecore con segatura semplificata decisamente più scadente, cosa che manda in visibilio le pecore.
Il risultato è che la pecora Silvia Romano si dichiara Aisha e passa, tutta giuliva e contenta, ai pastori più decisi e i pastori grulli e pure le varie pecore sardinato-arcobalenghe di qui si compiacciono e applaudono e propongono un aumento dell'intensità del metodo e invitano più pastori palandrato-barbuti di qui.
Beh, non male.
Coglioni e giulivi, sopra e sotto.

lunedì 10 agosto 2020

Fenomenali

In questo periodo c'è 'sta nuova menata della legge contro la omotransfobia. Già il nome arzigogolato e artificioso indica la perversione mentale dei promotori, senza entrare nel merito della solita carriolata di fondamentalismo per cretini e della loro hybris decisamente cogliona di voler abolire, per legge, le emozioni. Già, tanto sono gli odiatori non odiatori che odiano gli odiatori che non odiano come loro.

Infine dopo aver assistito alla caccia all'uomo italicus che correva sulla spiaggia durante il fermo da virus corona, ora vedo che i cari kompagni sempre solerti colle mascherine e le nuove ortodossie sanitarie, attivarsi via via più per importare masse sempre più grandi di stranieri infetti e, con massimo soddisfazione sadica, incistarli, in piccolo gruppi, in zone d'Italia dove l'epidemia è sotto controllo.
Il razzismo livoroso degli antirazzisti antitialiani è semplicemente fenomenale.

Sono capaci di raggiungere e oltrepassare ogni peggior limite stabilito orgoglionamente in prececenza.

I fiori e il covo

Percepii per alcune settimane il rallegrarsi dei miei veci. Mi avevano chiesto di accompagnarli nel paese natio di mia madre e di stare con loro, un poco per aiutarli ma, soprattutto, per essere lì con la mia auto in caso essi avessero avuto bisogno (mia madre soffre di sbalzi repentini di pressione sanguigna e la montagna, in passato, la fece peggiorare, da questo punto di vista). Sono già più di trent'anni che mio padre vendette la sua ultima auto una Renault 16 TX. Per i cittadini è facile, a volte molto  più facile, vivere senza aver bisogno di alcuna auto (per altre cose suppliscono mia sorella e mio fratello con la loro, quando necessario).

Sorridevo perché ella mi aveva chiesto più volte di portare in Trentino i fiori che ho a casa: ha sempre avuto il pollice verde (“ereditato” da sua madre) e mi ero già organizzato in questo senso. Non sono ancora molte le estati che essi vivranno, così avevo accondisceso volentieri: due settimane su,  la seconda  con Rosa Canina (sarebbe arrivato, finalmente, il momento della presentazione!). Anche papà si era rallegrato di tornare su: là ha il suo covo, una piccola officina nel cantinone a volta, dove si ritira per ore a riparare, a fare alcuni oggetti, a lavorare il legno, a sistemare l'officina stessa. Mi dispiace forse più per il vecio che per mia madre: anche in questa coppia, da sempre, il maschio è stato più incline al rurale, la femmina ha anelato alla città. Giovedì la mamma mi ha chiamato: non se la sentiva. Mia madre ha sempre sofferto di ansia per i più disparati motivi, ansia che spesso, si avvita su sé stessa senza alcuna ragionevole spiegazione. Così è stato anche questa volta. A ottantasette anni, capisco, anche un semplice cambio del posto in cui si vive, può essere percepito come una grande difficoltà. Mi ha raccontato che appena ha deciso di rinunciare all'agognata vacanza al paese natio, tutta 'sti nuvoloni cupi di ansia si sono dissolti e, via con essi, se ne sono andati agitazione, mal di pancia, tachicardia. Potere della crapa, nel bene e nel male!

Così sto facendo tre giorni con loro, qui in città, in Lombardia, e poi partirò verso i monti.

Il passare dalla prospettiva di stare con loro in montagna, felici nella bella vecchia casa della mamma  tra i monti e i larici e i pecci delle Alpi Retiche, allo stare in città, è stato un po' pesante. Ma ho digerito anche questo.


sabato 8 agosto 2020

Tirata

Solita tirata prima delle ferie. Una sgobbata talmente tirata che l'ultimo giorno di lavoro avrebbe dovuto essere giovedì ed invece ... ho lavorato fin quasi alle ventuno di ieri.
Tornerò ad avere un po' di tempo anche per il diario.