martedì 28 maggio 2019

Non se ne capacitano

La narrazione metafisica, assurda, menzognera, stralunante dei sinistranti razzisti anti trova un riscontro reale nella reazione, la risposta dei paesani di Riace e di Lampedusa è paradigmatica.
I sacerdoti della Grande Sostituzione, spacciatori di inquinamento oppiaceo ugualista e sìglobal si stupiscono, non se ne capacitano. Mah va?! La catechesi asfissiante, continua, percussiva, non funziona, lo spessore politico è sconcertante (*).

Quella pazzesca,  fenomenale razzista anti della Bonino è fuori, stapperò una buona bottiglia.


lunedì 27 maggio 2019

Matta

Domenica di riposo, buona cucina e molti piccoli lavori in casa.
Riposo, lavoro e... lussuria.
Rosa Canina ora ne diventa matta.
Ah, L'Art pour l'Art!

venerdì 24 maggio 2019

Terapia sovranista

E' importante un voto in Europa che contrasti questo progresso verso la barbarie globale.
Questa  barbarie è realizzata tramite lo tsunami migratorio, con l'imposizione coercitiva ai territori e alle genti di misure decise da sinistre oligarchie autoreferenziali "fascistoidi"  rossastre, multicolori, cocomeriane,  progressiste, la nuova aristocrazia apolide, cosmpolita, finanziaria, al caviale.
Me ne fotte il pipo se non sono d'accordo con non pochi punti programmatici dei partiti identitari e sovranisti: di fronte ad un infermo multiculturale, multietnico, alla alienazione disumanizzante e artificializzante, agli ugualismi, ai dirittismi, alla dittatura ideologica ignorante e bruta, feroce dei fondamentalisti sinistranti, di fronte all'inferno quotidiano attuato da questi mandanti moralie e reali usando storme di criminali alloctoni im/deportati a decine e decine di migliaia, di fronte alla guerra civile contro il corpo sano della Nazione, sui mezzi pubblici, nelle vie, negli ospedali, il resto conta poco.

Comitatus Molisii - 5

Il Sud (*) ed alcune sue radici ancora forti nella tradizione potranno salvarci dalla disastrosa frantumazione globalista, sostituzionista, liquefacente che distrugge la lingua, la cultura, l'etica comunitaria, l'economia, la convivenza civile.
Eravamo stati consigliati dai due giovani ragazzi che condevano l'agriturismo di partecipare a questo rito arcaico, la corsa dei buoi di San Martino in Pensilis.
Tornando dalla puntata a Lesina, da quella puntata nell'arcaico contemporaneo che è il Foggiano. Luce, campi fertili e ridenti a distesa d'occhio, dolci colline, gente ancora legata alle radici, alla terra, alle tradizioni. Un buona base per resisterere al nuovismo progressista per idioti verso la barbarie.
Tempi lunghi, direi: gli anni passati intervennero alcuni dementi artificializzati affetti da animalismo a bloccare la manifestazione. Lungaggini dovute anche a questi.
Anche solo questo fece e fa parte dell'abbandonare la frenesia assai spesso inconsulta della contemporaneità liquida.
Che meraviglia!










lunedì 20 maggio 2019

Al ritorno

Al ritorno dalla Germania, non ne potevo più di sentire la solita narrazione e luoghi comuni.
Ad un certo punto ho iniziato a controbattere.
Due ore discussione infuocata, i tre colleghi ed io. Siamo usciti tutti scossi, direi. Rosa Canina mi ha chiesto cosa fosse successo, appena mi aveva visto.
Ho invitato i colleghi a prendere, invece delle loro BMW, semplicemente i mezzi pubblici, a certe ore, per andare in certi luoghi. Emozionarsi con la guerra civile a km0.
Un conto è il mondo della fiabe, il fantastico Nuovo Mondo, un conto la realtà.
La sinistra al caviale...
Già.

sabato 18 maggio 2019

Gli occhi

Sorrido. Non mi sono chiuso gli occhi o li ho imbottiti di fette di salame e prosciutto.
Gia', gli occhi. Io avevo visto quegli occhi. La stessa forma degli occhi nei geroglifici degli antichi egizi. Quanto magnetici erano? Si aggirava con la sua bellezza fine e straripante, cosi' discreta e silenziosa, quasi riservata, tra i colleghi vocianti. In disparte.
Ieri, durante la giornata di lavoro (non piu' riunione mondiale, giornata di lavoro nella sede madre in Baviera) era a pranzo con noi.
Ogni tanto non riuscivo a non guardarla. Liliane e' egiziana copta. L'ho capito dal cognome, quando le ho chiesto quale fosse il suo Familienname. E me lo ha confermato.
Per me e' stata la piu' bella, affascinante di tutte.
In disparte la osservavo. Alta, elegante, cosi' appariscente nel rifuggire da ogni appariscenza, il viso fine, la carnagione un po' scura e quegli occhi d'ebano,  dietro ai quali c'e' il sogno, il desiderio, l'illusione e che ti chiamano, in silenzio. Ti chiamano ogni volta che per un istante, quasi impercettibile, vengono ai tuoi e fuggono, fuggono per poi ritornare. Che ballo, cogli occhi, a pranzo, ieri. Da sotto riappare _ica, la mora del profumo. Ci sono dei tipi femminei che tendono a destabilizzarmi.
Avevo visto la sua fede sul fine anulare. Lascio su zero il pulsante Seduzione - non facciamo danni, vedi come ho messo la testa a posto !? - e contemplo la bellezza in se'.


venerdì 17 maggio 2019

χορός (coro)

Abbiamo avuto tutti i piaceri, le risorse, il cibo fine, i cosmetici nel bagno personale, i divertimenti, le bevande, le attenzioni, possibili (a parte quelle sessuali).
iDivertimenti, da divertire.
Ieri bowling, stasera  disco commerciale condita con una sassofonista e una percussionista ad integrazione dal vivo.
Il ballo fa stare bene le persone. Cosi' ho visto colleghi e dirigenti inappuntabili lasciarsi andare anche perche', un po', a volte, trascinati in pista.
Il ballo nella societa' liquida e' individuale. Esso non puo' non rispecchiare la liquefazione e l'individualismo della societa' in cui si svolge, accade. Penso che sia una forma coreutica molto meno empatica, ad alta dissipazione di energia, in cui il caos introdotto permette di espellere energia, di buttarla fuori in tutti i modi possibili, compresi, se non quasi esclusivamente, incongruenti. Monadi che si muovono dentro una caldera ciascuna per se'.
Hanno messo su pure un sirtaki, ad un certo punto. E ho notato che il chorus, il gruppo, ha tentato in modo goffo, di mettersi in cerchio e di cercare una qualche forma di sincronia, per quanto primitiva, approssimata.
Nel corso della serata un paio di coppie, in alcune occasioni, hanno tentato di ballare goffamente dei balli di coppia su musica dance commerciale. Mah, anche questo oltre che oggettivamente anche relativamente goffo, fuori contesto.
Piu' duro per gli asiatici gialli-occhi-a-mandorla lasciarsi andare. Invece i colleghi indiani via nelle danze subito. Come i giapponesi. Beh, le giapponesi sono fini e pure belle, si muovo bene; secondo me i nipponici sono un po' il gotha degli asiatici, e' comer se avessero una marcia in piu'. Sempre una impressione di dolcezza e femminilita' nelle donne con gli occhi a mandorla, non importa se nipponiche, cinesi, da Singapore. Forse solo un'impressione, un'illusione.
I regaz, le nuove generazioni, specie quelle asiatiche, ecco, sono e vivono per i furbofoni. Interrompevano tutto per farsi dei selfoni con i sorrisoni. E una e due e tre volte, per tutta la serata. Ma che senso ha? Ma interromperanno pure le trombate o i parti o gli spegnimenti di incendi per fare dei sorrisi finti  o veri da mandare, in forma di pixel, su qualche server in giro per il mondo? Ma il qui e ora orientale?
Quello che esce dalla porta rientra destrutturato dalla finestra: si sono formati dei gruppi, dei trenini. dei cerchi, di persone ballanti insieme. E' cosi' profondo questa tensione verso il chorus che sopravvive anche alla liquefazione. Ho notato anche una certa rude complicita' maschile, all'inizio, come al solito, con la nostra ritrosia maschile al ballo, diventare cerchi saltanti, abbracciati, circondanti.
Provo una piccola gioia a vedere che le tendenze profonde della societa' umana e un anelito a qualche forma coreutica, comunitaria, sopravvivono e si manifestano di nuovo, per quanto brutalmente semplificate a forme caotiche.



giovedì 16 maggio 2019

Miglior Soldato, Gemma Pura

Sono un po' rintronato dal rumore, dal vocio di questi giorni di incontri, di seminari, non sono abituato a questa intensita' umana nella mia vita.
Non ricordo i suoni dei nomi di questi due colleghi taiwanesi, ma il loro significato. Anche Cielo Elegante. Sorrido per questi nomi di questo collega e di queste due colleghe della Cina Nazionalista.
Provate ad indovinare quale e' il nome maschile e quali i due femminili. Poi Damir, David, Peter, Osvaldo, Stephanie, Lola, Hagen, Steve, Amish, Fetu, Osamu.
Osservo attentamente questo salotto cosmopolita di matematici, ingegneri, fisici. Il tentativo, ben riuscito, per il momento, di tessere una squadra mondiale vincente, ortogonale a culture e nazioni.
Lo osservo anche con sgomento. Osservo che questa nuova Alhambra e', per disponibilita' di risorse fisiche, mentali, culturali, lontana anche dalle popolazionie e le culture (diffuse o popolari temo siano aggettivi ridondante) di questi cavalieri della conoscenza, della tecnica, dell'economia.
C'e' uno jato con i rispettivi corpi popolari che non puo' che accentuarsi, a mio avviso, col tempo. E' come se le chiome degli alberi avessero deciso di staccarsi, di allontanarsi  da fusti e radici. Come puo' funzionare tutto questo se le rispettive nazioni competono tra di loro in modo via via piu' intenso, duro?
Osservo i fondatori, tedeschi, con il loro spirito benevolo e magnanimo, la loro volonta' di tenere insieme al meglio questo crogiuolo, di motivarlo, di gratificarlo (ci hanno regalato due giorni di ferie in piu' per ringraziamento dei risultati), il loro impegno gravoso nel radunare tutti i collaboratori nel globo, sospinto da uno spirito pragmatico che anela ad una collaborazione interculturale animata da non so se nobili intenti ma dalla buona intenzione di essere nel progresso e di contribuire ad esso nei migliori modi possibili.
Come possono questi distacchi divenire sempre piu' rilevanti? Come e' possibile che questo mondo sempre piu' carico di persone che vogliono avere energia, tecnica, consumi, possibilita' possa ignorare che le risorse, gli spazi sono finiti, cosa puo' succedere quando si arrivera' alla resa dei conti, che la torta e' quella, che non ci sono piu' fette piu' grandi per piu' tutti?
Non mi piace che le chiome vogliano separarsi, allontanarsi da fusto e radici. Mi inquieta.
Penso ai nomi pagani che mi sussurrano, ora che sono in camera e il vocio frastornante e' cessato, quanto siano profondi e nella storia dell'Uomo i loro significati. Miglior Soldato, Marte, e la Pura Gemma, Venere. Non e' mai cessato l'amore e il conflitto, attrazioni e odi, tra loro.
Quanti piani di rottura, quante faglie in questo mondo. L'energia continua ad accumularsi.


lunedì 13 maggio 2019

La cosa giusta



  • Madri sovrane  nell’Ungheria di Orbán
    Il governo di Budapest chiude le frontiere e per contrastare il calo demografico punta sugli aiuti a favore delle nascite. «Una bella favola che non è per tutti», rimproverano associazioni femminili e per i diritti Lgbt.
    (corriere.it)

Ovviamente non ho acceduto all'articolo, visto che boicotto in tutti i modi possibili il Manifesto della Sera e il suo razzismo antieuropeo, antiitaliano; non verserei loro neppure un centesimo, neppure sotto tortura.
Tralascio, per il momento, il discorso sulla decrescita demografica che deve essere applicata ad Africa ed Asia, visto che i paesi europei sono già, al netto degli tsunami migratori e delle riproduzioni  aberranti degli invasori mussulmani, in netta e provvidenziale decrescita demografica (compresa l'Ungheria, con  1.45 figli per donna).
Non posso che godere, godere e godere per la presunta discriminazione della quale si lamenterebbero  le associazioni femminili e Lgbt per i diritti. Si può essere ragionevolmente sicuri che se quelle robe si lamentano, allora la cosa è giusta. Ogni azione in direzione delle diversità, del discriminare, di discernere, di opporsi a ugualismi, dirittismi e altro cacca del politicamente corretto è cosa giusta.

L'universo, la biologia, il mondo si basa sulla diversità, sui differenziali di campo. Da tempo sottolineo che l'ecologia è antitetica a questa barbarie del progressismo liberal, l'appiattimento ugualista è la morte concettuale, fisica, evolutiva del mondo.
Viktor Orban brutto cattivo cacca diavolo!

domenica 12 maggio 2019

Snappo alle curve

Abbiamo lavorato due casse di carciofini violetti diventate tredici barattoli, vacca pera!!
Mi ha trombato furiosamente che ero così pigro dopo la dura settimana di lavoro e il sonno piccolo per il tango felice di venerdì sera che l'anca sembrava guarita, non esistere più.
Abbiamo devitalbizzato una quercina, un alloro dal quale ci eravamo recati per le sue foglie da utilizzare coi carciofini, e ridevitalbizzato dagli attacchi di ritorno un bel rosaio canino al lampione, una ginestra e un tiglio, un pioppino nero.
Abbiamo messo i fiori di campo sul tavolo.
L'ho molestata con le mie bischerate da orso cretino ridendo alle lacrime stesi sul lettone.
Abbiamo fatto due belle dormitine appatellati puccipucciosamente.

mercoledì 8 maggio 2019

Tre orribilità



  1. I negozi aperti nelle ore del non neg-ozio, i festivi e di notte per l'aumento del consumismo, come se ce ne fosse bisogno.
  2. Le partite della pedata e relativo rumore informativo tutti i giorni o quasi della settimana, duppallecosì.
  3. Che i mezzi di informazione di massa mezzi di formazione di massa si dilunghino a josa con un pargoletto di una tal famiglia britannica del quale oltre a non fottermi una cippa mi fa presente, ancora una volta lo sdilinquimento che ne segue e la colonizzazione mentale, culturale da parte di 'sti "imperialisti" anglofoni nei confronti della nazionedello stato, del paese pizzamandolinoamoreebifolchilimanteniamo'gnorantieservitantoesterofililosonogià.

martedì 7 maggio 2019

Comitatus Molisii - 6: spazi

(Comitatus Molisii - 5)
  • Strade deserte tutte per me o quasi
    o - Lupo Libero
Le strade deserte sono uno dei segni di esistenza del paradiso. Così, un ricordo che mi poterò nel cuore, del Molise (*), sono il senso arioso di spazio, l'imponente vastità degli spazi naturali e la fantasmagoria dei polittici natura e agricoltura. E le strade, infinite, vuote (**) che vivi con ogni senso come regista, sceneggiatore, attore, montatore, pubblico, protagonista, la tua pellicola di Grande Bellezza.
Pensavamo fosse una caratteristica solo del Molise montano (Alto Molise, provincia di Isernia). Invece, anche il Molise collinare (ad esempio, nel nostro viaggio la Valle del Biferno, da Campobasso a Larino), medio, anche solo quello a pochi km all'interno della costa (che non raggiunge, comunque, le aberranti costipazioni umane che impestano molte altre coste italiche) è glorioso di spazi, verde, luce, silenzio, vastità.

Cosa arriva là in fondo?

Un gregge di capre e pecore con tanto di pastore... macchinato :).

Molto meglio questi dei camini delle centrali termoelettriche.
Siamo già a 3GW e rotti di eolico in Italia.
I nuovi mulini a vento roteavano ed erano molto più silenziosi di quanto pensassi.

lunedì 6 maggio 2019

Storto

Venerdì ho saltato lezione di milonga. Ieri sera sono andato a ballare per un paio d'ore. L'anca sinistra ora mi fa male ogni volta che la carico un po' di più.
Sento che ho il corpo parzialmente "storto" perché la gamba sinistra la uso di meno e in modo "storto", certi movimenti sono proprio preclusi. Anche il tango è "storto".
Muovermi poco non mi fa stare bene.
Meglio  che il tempo necessario per l'operazione passi prima possibile.

Convivere

  • La paura si vince affrontandola.
Mi ero morso la lingua durante il viaggio verso il Molise. Mi ero chiesto il perché di quella ritrosia con qualche risposta.
Ieri, dopo la nostra giornata di cammino e vagare nel fan-tas-ti-co diluvio (con fiocchi bianchi compresi)  in Appennino (siamo andati là in alto, è già Toscana lassù, dove ella acquistò un campo e dove tenne le api) e poi, tornati a casa, il tepore del fuoco, l'aver cucinato e lavorato insieme, mi sono detto che non ha senso questo ostracismo. Già, la paura... E' bene che, di tanto in tanto, ricordi a me stesso quanto rammento ad altri.
Ho detto a Rosa Canina che mi piacerebbe che venisse a vivere con me, all'ameno paesello, in mezzo al verde, alla scorbutica e soave natura che è parte di noi due. Con qualche lavoro (e forse un acquisto) la mia casa avrebbe posto anche per lei.
Suo figlio avrà la maturità a giugno e poi inizierà l'università in altra città. Ella aspetti prima di decidere di comprare casa in città.

Comitatus Molisii - 5

Ci sediamo in un caffè, a Campobasso: caffè Illy, cioccolatini piemontesi. Il giorno prima, in trattoria, a Pescolanciano, ci offrirono anche del prosciutto di Parma. Eh!? Ma il prosciutto affumicato del Sannio?
In Molise, una pazzesca presenza di auto tedesche. A Isernia, in zona stazione, abbiamo visto dei brutti condomini, non so se popolari, sciatti, male tenuti o tutto questo: nelle vie furiosamente costipate di parcheggi delle Audi che costavano più degli appartamenti nei quali vivono i proprietari.
A Campobasso, il capoluogo di regione, il solito Lidl, vendere cibo tedesco in Molise è come vendere delle patacche di plastica e alpacca a Bulgari.
La colonizzazione economica, l'autocolonizzazione, del Molise, è sconcertante.
Un esemplare, paradigmatico esempio di ciclo di Frenkel, interno, nazionale ed europeo.
Una quantità sconcertante di insegne di botteghe, uffici, etc. interamente o in parte rilevante in inglese. L'autocolonizzazione inizia culturalmente.

Santa Maria Addolorata, chiesa in neogotico francese, progettazione e direzione lavori di un ingegnere bolognese.

venerdì 3 maggio 2019

La cocomera e i gretini



Io sapevo che sarebbe stato solo questione di attendere anche solo un po', non è necessario che la cocomera arrivi a maturazione.
Dunque la piccola Greta, assai ben manipolata, è arrivata a ciò che è antitetico all'ecologia ovvero al combattere radicamento, identità, diversità, localismo. La signorina Greta Thunberg apologizza l'ultramercantile (v. qui e qui).
Un buon prodotto per nutrire la mente delle masse.
Il termine dispregiativo di "gretini" per coloro che si trastullano con le contraddittorie e quindi grottesche narrazioni della piccola razzista anti svedesi diventa, col passare del tempo, sempre più proprio.

Comitatus Molisii - 4: confine culturale

(Comitatus Molisii - 3)

C'è uno jato, una cesura, in pochi chilometri, tra il Molise a il Foggiano. La provincia di Foggia è una provincia problematica ed è diversa dal resto della Puglia e dal Molise da cui provenivamo. Insomma, i molisani dei quali eravamo ospiti in agriturismo ci avevano avvertito: là ci sono vari problemi.
I confini culturali, in pochi km, tra la maremma grossetana e quella viterbese, tra il Trentino e l'Alto Adige, tra il Basso Molise e il Foggiano. Mi chiedo come sia possibile che in pochi km le cose cambino così radicalmente.
Da Larino abbiamo visitato, martedì mattina, il tombolo della laguna del lago di Lesina e poi la spiaggia a turismo zero. La diffusione dei rifiuti e dei randagi sono due dei segni subito evidenti, nel Foggiano, di questo peggioramento così netto. Alla sera, a cena in agriturismo, una vittima arberesh (del vicino comune di Ururi) ci ha raccontato del "rapimento" dell'auto di sua madre, avvenuto in un paese al di là del confine. Hanno scherzato, ma neppure troppo, che siamo stati fortunati a ritrovare la mia auto.

Altro bottino di rifiuti raccattati.
Ma perché 'sta gente è così profondamente stupida da lordare ciò in cui ritorna? C'è una stupidità latente in questo guapismo che è sconcertante anche nella sua enormità.

Dopo le abbondanti piogge di lunedì 29, la macchia mediterranea è letteralmente esplosa di fiori, martedì 30.
Silenzio, solo Rosa Canina ed io.
Ci siamo infilati in un dedalo di piste, nel tombolo della laguna di Lesina, senza riuscire ad arrivare al mare. Dopo un'ora di cammino arrivati qui abbiamo desistito (*) e siamo tornati indietro.
A quello ci siamo andati poi, in auto.
Il passaggio del fronte perturbato ha esaltato la bellezza del cupo grigio plumbeo prima e di quello luminoso di blu e bianchi dopo.



Secondo giro di raccolta (avevamo già scaricato all'unico cassonetto incontrato, nella pineta lungo il cammino)



La costa settentrionale del promontorio del Gargano dal porto canale di Punta Pietre Nere.



mercoledì 1 maggio 2019

Comitatus Molisii - 3

(Comitatus Molisii - 2)

La nostra base, in Alto Molise, a Roccasicura.
Un piccolo bilocale (di due) assai ben ristrutturato, in cima alla rocca. Vista mozzafiato, ci si arriva solo a piedi. Silenzio, il tocco dell'orologio, spazi infiniti, l'aria frizzante e pulita di montagna.


Vista dalla camera, le due cime, a destra sono il Gran Sasso e la Majella

Comitatus Molisii - 2

(Comitatus Molisii - 1)

La qualità eccelsa dei prodotti molisani tradotti in una "alta cucina popolare" (sembrerebbe una contraddizione) ha un corrispondente nei piccoli borghi abbarbicati in torno a speroni rocciosi, paesi quasi fantasma che hanno perso l'80% della loro popolazione.
Contrasta invece con la bruttezza modernista della antiurbanistica del nuovo. Al brutto del nuovo sìglobal-speculativo che conosco qui al Nord si aggiunge la bruttezza del caos  meridionale e una maggiore ostilità alla manutenzione. Una sorta di abruttimento collettivo dell'inurbamento massificato artificializzante. Il passaggio dai minuscoli paesi dell'Alto Molise, belli, con decoro, fiori, profumo di legna buono dai comignoli fumanti, senza traffico a Isernia è stato brutale. Del resto sono piuttosto cinico: nelle città, le zone intorno alla stazione, sono quasi sempre brutte e la speculazione più becera ha impestato, negli anni del (nefasto) boom, pressoché tutte le città d'Italia.
I paesini che abbiamo visitato hanno perso l'80% dei propri abitanti in pochi lustri, problema di quasi tutto l'Appennino. Problema che si dovrebbe affrontare su molteplici fronti: economia, demografia, fiscalità. Cultura: se i regaz sono bombardati da piccoli da video di tamarri che vivono nei peggior cessi di varie megalopoli con schifezze di vario tipo, non si può pensare che poi non vogliano inurbarsi nei peggiori formicai urbani.
Campobasso, invece, ha un centro assai bello, che abbiamo visitato solo la pioggia. Io ho apprezzato la città vuota nella pausa pranzo che esiste ed è lunga (sulla vetrina di una bottega, chiusura alle 13, riapertura alle 17). Gli orari con un minimo di organizzazione permettono di differenziare, di discriminare l'ozio dal neg-ozio. Pieno - vuoto, chiaro - scuro, lavorante - riposante, dinamico - statico. C'è qualche posto in Italia in cui ci si è salvati dall'assurdo livellamento e i dogmi consumistici (e relative patetiche prediche, ricordate Monti a Merkel?). A Roccasicura, domenica, c'era gente che andava a messa e le botteghe in piazza erano tutte chiuse: che meraviglia!

P.S:
E' una terra pulita: forse perché sono pochi?
Domenica, comunque, nell'uscita di montagna, abbiamo raccolto la nostra sporta di rifiuti poi differenziati.