giovedì 30 giugno 2016

Orso Bertoldo

Ieri sono stato un po' 'no zombie visto che ho dormito poco (neppure cinque ore) nella notte tra martedì e mercoledì. Il tango sotto le stelle, in quel posto, mette a dura prova la disciplina delle persone. E quando sei tu che stai attento sono gli altri compagni di viaggio che si lasciano andare. Oltre allo struggersi negli abbracci, ballando quella musica, l'estate volgare e smargiassa zotica di temperature eccessive lascia il passo alla mitezza e ad un po' di fresco. Difficile andarsene a letto. Il giorno dopo poi è molto dura. La stanchezza diventa una patina viscosa che rallenta tutto, energia e volontà mancano, divento scorbutico se devo interagire.
Ieri sera ho avuto UnBipedinone e poi è arrivata anche _mlero: preparare il cibo, sistemare la casa, questioni burocratiche, gli impegni di stasera e dei prossimi giorni, ciò che mi ha organizzato _mlero... Ultimamente ho fatto molto la trottola, tra mamma che ora sta meglio, la mia bella longobarda, gli impegni vari.
Io sono un cancro che amo starmene a casa, ama anche la solitudine, starmene a ritmi lenti nel mio adorato angolo di paradiso in collina.
Ero stressato ieri e stanco. Arrivavano le domande per i prossimi impegni da stasera a domenica. e mi sentivo una camicia di forza che mi obbligava a muovermi, fare, decidere. Divento scorbutico.
Io ho sempre compatito quei poracci che sono palline nei flipper della loro vita: mi fissi un appuntamento a Bari per domattina. La sera partenza in aereo per Mosca. Avrei il commercialista ma lo sposti al mio ritorno dalla Russia, prima della riunione a Lucca....
Manco per il cazzo farei una vita così.
Sono un orso, sono come Bertoldo, che detestava la corte e voleva starsene a casa a mangiare cotiche con fagioli.
_mlero è stata molto discreta ed è riuscita a lasciarmi spazio e tempi stimolandomi con discrezione, comunque, almeno sulle cose più importanti. Alla fine quante cose, incredibilmente, eravamo riusciti a fare. Una doccia da scemoni a far burle e versi insieme sotto l'acqua ha lavato via lo stress e ci ha avvicinato al tempo della notte, anche se era, ancora una volta troppo tardi. Inizio ad osservare la sua grazia e il suo valore.


("mangiafagioli", annibalecarracci)

mercoledì 29 giugno 2016

Blu, quasi tutto

Eravamo finiti su quell'ultima spiaggia, gli ultimi chilometri di natura piuttosto selvaggia, prima del Lazio. _mlero ci teneva tanto ad essere lì, in quel posto, presto. Prima che, alle estremità raggiungibili dai bipedi automobili, arrivasse la fauna radical chic.
Ma ella, io, camminatori, abbiamo una marcia in più. E in cinquanta minuti di cammino siamo finiti in un angolo di paradiso, a vista d'occhio non c'era nessuno, nessuno per chilometri.
Abbiamo fatto l'amore quasi tutto il tempo. Il Tirreno, il sole, blu, silenzio, una duchessa longobarda e un orsone.



Brexit!!!! - 2: i tubi digerenti

  • La morte è insopportabile per chi non riesce a vivere.
    Giovanni Lindo Ferretti

Ero partito da qui ma poi è diventata una pagina. Sartre osservava che l'altro (paese, nazione, vicino, ...) è inferno. Molte persone lo sanno, lo vivono quasi quotidianamente nei posti affollati, nel traffico, in condominio. Però se lo dimenticano. O fingono di dimenticarselo, specie se in contesti "per bene", pubblici, nei quali non si può proprio dire che il re fa la cacca puzzona. Come se tra le nazioni dovesse essere, per qualche strano e imperscrutabile motivo, diverso. Più o meno lo stesso tipo di pensiero koglione (la cappa è la stessa di quella dei kompagni marxisti ma anche dei socialisti fascisti) che pensa che per gli stati il deficit, l'insostenibilità e il debito fatta paradigma, fatto debitismo crescitista pro tumore (poi lo condiscono con le parole per citrulli con i nomi di qualche grandi folli (economisti), per dirla alla Kenneth Boulding), non debbano, sempre per metafisiche ragioni, valere, semplicemente e rozzamente, non esistono.

C'è molta follia in giro. La morale porta le persone ad essere dissociate dalla realtà, dalla loro stessa esperienza, ed è la prima causa di problemi.
Il Regno Unito è uscito da un condominio diventato orribile, quello in cui ti sfondano la porta di casa, ti impongono l' "accoglienza coercitiva" di milioni di ostili e tu sei brutto cattivo xenofobo schifoso razzista inferiore che non ti fai diventare accogliente. Nei posti in cui c'è qualche traccia di democrazia, qualcuno ha detto "No grazie!".
Questo è un buon segno anche perché dimostra la sinistra visione economicista, quella dei kompagni riformisti sì global per cui tutto deve essere giustificabile dalla crescita, dal feticcio economico, può essere smentita. Alain de Benoist, sottolineando l'etica dell'onore, disprezza massimamente questa visione utilitaristica, da maiali il cui unico orizzonte si limita allo sgrufolare nel truogolo, che riduce e degrada, dice il mio papà, le persone a tubi digerenti semoventi. Beh, se ci si pensa, il materialismo (sempre oppio marxista) non può assumere che le persone siano anche un'anima, qualcosa che vada oltre al metabolismo economico, al produci consuma krepa, un'anima con dei valori. Ancora una volta, gli ingordi e ladri liberisti, anche su questo, sono più sinceri, non hanno la patetica arroganza di questa merda plasticata prodotta da queste patetiche, sinistre e urbane castalie progressiste moralisticheggianti.
Osservo le pagine di scleri, di isteria pseudo intellettualoide – sono ridicolmente patetici! – dei vari organi del pensiero unico, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano, il Corriere: quali disgrazie economiche per questa violazione insopportabile al pensiero del tubo digerente unico. Ho ascoltato la radio nazionale, stamani, primo canale, mezzora ininterrotta di pseudo esperti che trombonavano sulla "catastrofe" Brexit, non una sola voce critica, dissonante. Poi ovvero da sempre ci sono robe ancora più enormi, follia kafkiana senza limiti.
Dignità, autonomia, indipendenza, sono un valore e quindi hanno dei costi. Succede raramente ma succede: non si compra, non si vende, non è monetizzabile, non è merce, non è negozio.
Io continuo a godere.
In direzione ostinata e contraria!



martedì 28 giugno 2016

Tutta mia la città (snob!)

Ieri ero ancora in ufficio, fin passate le diciannove. L'azienda si era già svuotata. E sentivo, dai condomini formicaio qui intorno, le urla di centinaia di persone, all'unisono. Ah, ecco perché qui non c'è più nessuno... la partita della nazionale...
Poi me ne sono uscito, in bici, per andare a lezione di tango. la città era semideserta qui, verso la stazione ancor più. Era bello pedalare per le vie deserte, città più bella che mai. Gli spazi grandi, le vie enormi, vuote, il silenzio. Cambiano le proporzioni, le dimensioni, in una dimensione quasi onirica, quella che si vive anche in alcune ore delle giornate di agosto o di alcuni festivi.
Sono proprio uno snob! ( o snobbo, come fui appellato da Clorinda). La nazionale della pedata dovrebbe giocare più spesso.
Luciano Salce fece un capolavoro in "Il secondo tragico Fantozzi".



venerdì 24 giugno 2016

Brexit!!!!

Il primo valore del voto britannico è il decisivo cambio di rotta rispetto a quanto deciso da alcune oligarchie mondialiste e globaliste: fermare l'allontanamento del potere dalle nazioni e dai territori e riavvicinarlo a essi, alle Piccole Patrie.
Il secondo punto è che NON esiste e non è MAI esistita alcuna realtà del fatto compiuto: dalle unioni si entra e si può uscire. Le elite sostituzioniste e le loro sinistre armate cialtrone dovrebbero riflettere sul fatto che recuperare e mettere mano ai danni implementati col loro piano pacifista potrà essere molto cruento e che ignorare la storia le balcanizzazioni, le sirianizzazioni, etc. è folle e criminale e che esse sono i responsabili morali di ogni reazione immunitaria, come già lo sono per le migliaia di invasori morti nel loro folle sostegno Mare Lorum alle migrazioni di massa.
Infine una riflessione non può non andare a questa costituzione (con la ci minuscola) sovietica genuinamente antidemocratica che esclude esplicitamente gli elettori italiani dalle questioni internazionali che  riguardano il loro paese.
Prossimo passo la demolizione del trattato di Schengen.
Stasera uno dei brindisi andrà alla sconfitta di Soros e dei suoi compari oligarchie cosmopoliti e dei battaglioni plebei di invasati No Borders.
Stasera offrirò io a _mlero perdente. Ha fatto un muso storto quando, accesa la radio in auto, ho esaltato dopo aver ascoltato l'esito del referendum nel Regno Unito.

martedì 21 giugno 2016

Attivo e non attivo?!

Varco s. m. [der. di varcare] (pl. -chi)
o - Valico montano: i v. delle Alpi, degli Appennini. Con questo sign. è raro; com. invece con il sign. più generico di passaggio, luogo o apertura per dove si passa: io vedea di là da Gade il varco Folle d’Ulisse (Dante), lo stretto di Gibilterra per dove era passato Ulisse; spesso con l’idea che il passaggio sia angusto e difficoltoso: scoprimmo alla fine uno stretto v. fra le rocce; lo scoglio sconcio ed erto Che sarebbe a le capre duro v. (Dante); Il varco è qui? (Ripullula il frangente Ancora sulla balza che scoscende...) (Montale); aprirsi un v. nel fitto della foresta, in una siepe, tra la folla, attraverso il folto dei nemici; aprire un v. nelle mura della città assediata;l’impeto delle acque era riuscito ad aprirsi un v. nell’argine.
Più concretamente, soluzione di continuità in una linea o struttura di sbarramento, che consente il transito (spesso con opportune manovre di apertura) a persone o a mezzi di locomozione che ne abbiano l’autorizzazione; sono così chiamati anche, in alcune stazioni ferroviarie, i passaggi dalla sala d’aspetto alla zona dei binarî (con sign. simile, quindi, all’ingl. gate). In usi fig., poet.: Io mirava colei ch’a questo core Primiera il varco ed innocente aprissi (Leopardi); all’alma Bisogna ir lieve al periglioso v. (Petrarca), al passo della morte; gli occhi ..., Che di lagrime son fatti uscio e varco (Petrarca); la voce allentò per lo suo v. (Dante), nella gola.
(treccani.it)


Nei centri storici di molte città l'accesso automobilistico ad alcune vie è regolato da cilindri di metallo che quando emergono dalla loro sede costituiscono un ostacolo e impediscono il passaggio degli autoveicoli, quando sono immersi nella loro sede inferiore al profilo stradale, lo consentono.
Questi dispositivi vengono chiamati, impropriamente, varchi (varco è un passaggio, non ciò che lo può occludere, si dovrebbero chiamare bloccavarco (o qualcosa del genere).
Questi dispositivi sono corredati di una palina, talvolta distante dal dispositivo, che informa dovrebbe informare i conducenti. Sapete come avviene 'sta comunicazione? Con la scritta Varco attivo - Varco non attivo (v. imagine) che solo a sciverla mi viene da bestemmiare.

Che cazzo mai vorrà dire che un varco è attivo? o non attivo? Io non l'ho ancora capito.
Bisogna essere 'gnoranti come delle pantegane per non sapere che un varco è aperto o chiuso, che i varchi si aprono oppure si chiudono.
Ci sarà stato qualche persona 'gnorante abbestia che si è inventato l'italiacano dell'attivare o disattivare i varchi, una serie di scalzacani della lingua che dovrebbero essere rimandati alle elementari, invece che a produrre della roba.
Questo potrebbe essere uno di quei semplici test Invalsi he potrebbe valutare le competenze linguistiche da terza elementare di una persona, Invalsi che vengono detestati e contestati dalla cricca di cialtroni, fancazzisti e ideologicamente malevoli, quelli che piglia(va)no il sei politico e c'avevano il "diritto universale" al posto di stipendio in qualche scuola di bambini o raga.
Ecco i frutti linguistici del cialtronismo linguistico (sessantottino e antinazionale quindi ostile alla lingua italiana ma non solo).
In principio era il verbo? Andiamo bene!

lunedì 20 giugno 2016

Avvicina, allontana

Nel corso che ho seguito la settimana scorsa ho avuto il piacere genuino di stare a contatto con persone che eccellono nell'uso di quella officina (sistema articolato di strumenti e tecnologie).
Il limite di strumenti di nicchia è che non c'è una letteratura, la condivisione delle conoscenze è poco strutturata, se non inesistente o per trasmissione (talvolta con didattica discutibile) orale.
Noto anche che il guru che ha tenuto la seconda parte di corso, su un caso studio reale, ha dimostrato da una parte la sua conoscenza, dall'altro il limite dello strumento e della complessità (tecnologica): un caso reale, di produzione industriale ha messo a dura prova esperto e strumento. Complessità gestita (e venduta) in modo apparentemente smart: non appena il caso si fa reale la complessità non solo non diminuisce ma si riversa sugli utilizzatori, aggravata in parte dai limiti cognitivi di una conoscenza superficiale dovuta all'approccio scatola nera. Se la scatola fa quello che vorresti faccia, allora è più semplice, ma se la scatola nera non fa le cose che tu vuoi che faccia, allora le cose si fanno molto più ostiche.

In generale, molta parte della tecnologia sta diventando autoreferenziale: l'innovazione si giustifica in quanto necessaria all'innovazione, al consumismo tecnologico.
I risultati nel mio campo sono spesso sconcertanti: sistemi, prodotti sempre più complessi, instabili, inaffidabili che obbliga il personale che li deve usare ad una mediocrità permanente: non puoi mai studiare quello strumento perché quando inizi ad avere l'insieme minimo di conoscenze, ma ancora prima, lo strumento, l'apparato è già vecchio. Ma non è vecchio funzionalmente è vecchio perché non aggiornato. Questa autoreferenzialità della tecnologia ha varie spiegazioni e ragioni: quel che si osserva è che essa risulta spesso un peggioramento della qualità del vivere. Le regressioni cognitive, intellettive di massa dovuta all'impatto della connettività permanente e ubiqua, sono già documentate in letteratura. Si potrebbe osservare, come analogia, il picco di qualità e quantità nel cibo e poi il decadimento che segue. Si pensi, ad esempio, agli orari di lavoro: da quanti decenni c'è l'orario di lavoro a quaranta ore settimanali? La tecnologia ha permesso alle persone di avere una riduzione dei carichi di lavoro?

Il primo docente, molto in gamba, a proposito della connettività permanente, ubiqua, riportava, con ironia, un motto :- Avvicina le persone lontane, allontana le persone vicine.
Solo alcune osservazioni impertinenti sul feticcio.


domenica 19 giugno 2016

Cinque anni per molte cose

L'amore vuole il suo tempo e la sua energia. Così sto sperimentando nuovi equilibri dopo che _mlero è entrata nella mia vita, io nella sua. Cose si accumulano, nuove cose in due si fanno. Scrivo dal treno, scendo in città, dopo molti giorni tornerò al tango, anch'ella. Andremo insieme in milonga, quel luogo che per un caso fortuito, quel lunedì 23 vide lei non soccombere ai disturbi mestruali, io resistere alla stanchezza. Per due casi fortuiti la nostra vita cambiò. Mi trovo, orsone, a far spazio alla longobarda, ai suoi occhi gaii e le mani che parlano, al suo far l'amore anima e corpo. Sarà la seconda notte che dormirò nella sua casa che parla di lei, del suo gusto che è il mio. _mlero mette insieme sensibilità artistica e la concretezza (a volte quadrata) della sua terra. La trovo assai leonardiana rispetto ad altre artiste vagolanti nelle sconclusionatezze, in irrequieti disordini campati per aria artistoidi.
In effetti attendere cinque anni ha avuto un senso, il senso di prendere atto che c'erano varie cose che non andavano in quelle e molte cose che vanno in lei.
Per il momento mi tengo qualche sera e qualche pezzo di giornata per me, stare da solo che mi fa star bene, mi ricarica. Questo sarà un buon equilibrio tra pieno e vuoto da conquistare.

venerdì 17 giugno 2016

Forza Br.!

In una democrazia  (Regno Unito) le cose importanti, come rimanere o uscire da un'unione di stati, le decidono il demo.
In una oligarchia con costituzione  (con la c minuscola) cattosovietica, le cose importanti le decidono i pastori che sfruttano li begguri o i sacerdoti marxisti che alle pecore hanno fatto credere che difendono i loro interessi "proletari", il demo è escluso.
Tutto ciò che va in direzione contraria al mondialismo e verso la democrazia diretta LOCALE è positivo. Anche la soppressione di una di questi furbastri adulteratori ideologici invasati. Quel che non hanno fatto i NAS lo ha fatto uno che ha capito tutto.
Forza Brexit!

martedì 14 giugno 2016

Lavaggio di cervello n° 2

Ho osservato l'isteria collettiva sul fatto che la popolazione residente, è, per la prima volta da novant'anni, calata. Dai comunisti di Rai Radio3 ai fascisti de Il Primato Nazionale, passando per quasi tutte le altre posizioni (ad esempio i più formidabili zootecnici intensivi che sono i cattolici, ohps, scusate, i secondi più formidabili... da tempo sono i merd islamici in testa alla peggiore classifica).
Pensate al grado di follia collettiva a cui si è arrivati: siete in 120 su un mini autobus da 20 e dopo novant'anni, una persona scende (in realtà la differenza tra persone salite e quelle scese e pari a -1). Pianti, svenimenti, si strappano i capelli, iniziano a pregare che salga qualcuno, simposi, convegni tra le sardine stipate che è necessario più uelfer per più nuove sardinine nella scatola.
Dementi che si comportano da Dementi.
In realtà c'è qualche fondamento: questi koglioni crescitisti invasati, demagoghi, fanatici, paladini dell'insostenibilità, hanno creato un sistema che reggerebbe solo se crescesse (esponenzialmente) all'infinito. Società che si basano su un principio tumorale non possono che collassare. Infatti.
Prima Malhus, poi il MIT con Donella Meadows e la sua squadra, Chefurka, Randers, il Club di Roma sono stati ferocemente attaccati da fanatici (idioti è pleonastico) invasati crescitisti e tecnoprogressisti.
Quando ero in lista civica alcuni kompagni davano del fascista (tanto per cambiare, quelli sono i più koglioni di tutti visto che i fascisti come tutti i nazionalisti sono, in demografia, crescitisti feroci) a Club di Roma e MIT.
Non esiste solo il lavaggio del cervello illuminista, progressista, diritti e marxista che ha sostituito, nella lobotomizzazione di massa le religioni tradizionali.
C'è anche il lavaggio del cervello crescitista, la crescita demografica senza se e senza ma.
  1. Non giova ricordare a chi è utile l'aumento dei valori assoluti dell'impronta umana, coloro che tengomo per mano la chiavetta della scatola e il convincere le sardine che devono crescere e stare più (stipate nella scatola è ovviamente omesso) numerose.
  2. Non serve, come ha fatto Jorgen Randers, ricordare che è la quantità pro capite di risorse e servizi che conta (caso Giappone, PIL stabile, decrescita demografica sensibile => aumento generale della qualità della vita).
  3. Inutile che Jared Diamonds ricordi che la iperdemografia è storicamente causa di crollo e scomparsa delle culture (uno dei cinque fattori fondamentali in questo processo autodistruttivo).

L'ottima notizia è che siamo un po' meno stipati, forse il mostruoso deficit ecologico itlaiano ha avuto una piccola diminuzione.
La parte pessima di questa notizia è che il piano di sostituzione sta procedendo: popolazione di xeno ulteriormente aumentata.
Piano!? Leggere qui un'altro "fortuito" caso di sostegno all'invasione e di smantellamento dei già precari sistemi immunitari da parte della ghenga della kompagna Mogherini degli scafisti di stato e delle ONG collaborazioniste.
Diminuire un tumore non serve se si viene aggrediti da un tumore (islamico) più violento.


Ad andar col corridore

Settimana di corso (fino a venerdì,ben condotto, interessante e intenso) su uno strumento. Poi  _mlero queste sere che non ho il bipede in vacanza (coi compagni di liceo) a scuola di vela in Sardegna.
Comunque a me piace studiare quando c'è buona didattica e passione.
'sto strumento sul quale eravamo tutti autodidatti, rivela le proprie potenzialità.
Ad andar col corridore si impara a correre!

domenica 12 giugno 2016

La prima sega (semina)

Papà: mi ha fatto la prima sega! Era lì che si strusciava su di me e io impazzivo, non ce la facevo più, le ho chiesto di farmene una e me l'ha fatta!!
Mio figlio era  infervorato e mi stava raccontando del suo fine settimana passato al mare, da _nna, la morosetta e i suoi. È la straordinaria scoperta della sessualità, è l'età nella quale ogni atto, ogni cosa, anche semplice, è una straordinaria e stupefacente, intrigante scorperta. Ascoltavo, sorridevo e rivivevo (anche se sua madre e io fummo decisamente più tardivi, arrivammo a quel livello vari anni dopo).
Gli ho dato alcune dritte, ad esempio gli ho parlato del punto G. E poi un po' di filosofia ovvero che prendersi cura del piacere delle femmine è un'atto gratificante prima che di cura e poi d'amore. Mi diceva, strabiliato, che _nna non si masturba. Gli ho suggerito di suggerirle di iniziare a scoprire insieme, lui con lei, come si arriva al piacere per una femmina. Era recalcitrante, l'ho percepito, ho tirato subito il freno a mano, non volevo essere invadente. Lasciare spazio a coloro che arrivano, che non tutto sia scritto, scoperto, come diceva Pablo Neruda.
Ho lanciato qualche seme nella sua terra, ora sarà lui a scoprire, a far germogliare.

Tango sociale?! (du' palle)

Venerdì ho perso una delle mie milonga preferita per errore (non l'avevo vista su faitango) per finire in un posto non so se nazionalpopolare o goffo. Ecco, un posto di tango direi sociale più che artistico. Guardare ballare era brutto, non c'era armonia. Insomma, una milonga scolastica, per principianti per persone che, però, non lo sono più da tempo. Cercherò di farmi capire dai profani: immaginate di andare a un concerto di pianoforte e per due o tre ore, appunto, sentiate strimpellare. Du' palle! Appunto! Mancanza di armonia è... ancora poco.
Il tango richiede studio e applicazione: sul Rio de la Plata compensano con l'apprendimento già dalla tenera età ma, da quanto ho visto, non sono mica milonga popolate solo da Rojas, Naveira, Rodriguez, Sepulveda e Zotto e Frumboli: il tango è talvolta elementare, basico (basilare) anche, se generalmente, con dei buoni fondamentali, come lo stare sulla musica, venerdì cosa non troppo abbondante, diciamo (*).
Anche l'ambiente venerdì era un po' ruspante. Dovrei dire "un po' più ruspante": in quella discoteca c'erano più ambienti da ballo tra i quali anche uno "liscioso" e la differenza in ruspanticità si notava.
Insomma, per parte del tempo sono stato seduto ad osservare.

Notavo che quella disco (la conosco perché ci andai a ballare afrocubano (salsa, rueda, rumba, etc.) era desolantemente vuota. Mi dicono e ho letto che è un problema generale (e.g. anche nel turismificio romagnolo). Possibile  che le persone abbiano smesso di ballare?! Lo considererei uno dei segni del peggioramento sociale in corso.

mercoledì 8 giugno 2016

Ven ca che t'adopri

Ho sempre avuto una predilezione per le genti montanare, abruzzese, tirolese, sarda, mochena, valser, ladina, piemontese  e, tra queste, per la gente friulana.
Quasi paradossale che appena ravvivata la mia stima, _mlero bella, lunedì 23 maggio,. casca nella mia vita.
E' tornata per qualche giorno nella sua terra natale, in Carnia, un lavoro con i bambini di quelle comunità.
In lei sento il risuonare delle mie terre natali, scopro, nelle immagini che cattura di giorno, gli stilemi della terra madre, nelle foto  i tetti i fiori sui legni scuri bruciati dal sole, i boschi ormai selve verdissimi ed erti il profumo di pecci del paese della nonna materna, nel suo viso riconosco i tanti volti della Madre Terra. Adoro il sospetto di cadenza friulana, i suoi modi asciutti.
Biele frute, ven ca che t'adopri.
Le chiedo di darmi qualche lezione di Furlan. Io mi ricordavo quell'espressione che avevo appreso da giioia  e prima ancora dal mio vicino amico contadino di origini udinesi e oggi, ridendo, mi dice che i furlans sono persone pratiche, spicce (si riferiva al t'adopri, chiedo scusa per l'ortografia improbabile) e così, con qualche parola, con qualche foto, mi trovo ad adorarla, ti sento mia, _mlero.

Mi ha accennato alle tradizioni pagane carnascialesche, al Püst, leggo alla pagina che ella mi ha indicato e mi sovviene il Mascher, un altro carnevale, quello bagosso, scopro strabilianti affinità etnologiche, cromatiche, archetipiche.


martedì 7 giugno 2016

Virus con toga

  • Si badi infatti che il riconoscimento di un diritto fondamentale non può dipendere dal numero di soggetti cui quel diritto viene riconosciuto. Per sua natura, un diritto universale non è a numero chiuso.
    (Federico Salmeri, giudice, lastampa.it)

Uso il termine di dirittismo per disprezzare la follia, sempre più diffusa, di ragionamenti completamente avulsi dalla realtà.
Come scritto in passato c'è una fortissima vicinanza ideologica tra marxismo e dirittismo e lo sono anche dal punto di vista filosofico: un accrocchio di idee demenziali contrarie alla realtà, alle leggi fisiche, biologiche e che per assenza di critica e dogmatismo, si sostituiscono alle religioni tradizionali senza averne la qualità. Questa merda è il risultato dell'artificializzazione dovuta all'urbanismo: pigio un interruttore e c'è l'energia elettrica, vado al supermarket e trovo melanzane e tonno in scatola, l'ospedale deve curarmi, apro l'acqua e mi faccio la doccia, okkupo la casa, c'ho i diritti universali.

La magistratura non è popolata a caso da pazzi come questo Federico Salmeri: è il risultato di decenni di mistificazione, di adulterazione ideologica (di lustri di allevamento gramsciano di reggimenti plebei di moralisti fanatici).
Se si mettessero a predicare da un pulpito o per strada le persone richiederebbero dopo poco tempo, il personale per un trattamento di salute mentale obbligatorio; il fatto che evacuino 'sta roba in sentenze è molto peggio, perché la corruzione, l'infezione avviene nei punti più delicati per la società civile.

Questi personaggi sono come la SIDA, lavorano alla distruzione del sistema immunitario, una gruppo di potere di invasati sadici intenzionati a correggere ed educare la realtà "storta". Come il virus che porta all'immunodeficienza, l'azione è su vari livelli: per quanto riguarda le migrazioni di massa, il meccanismo principale di sabotaggio delle difese è sovraordinato, è quello europeo ("i clandestini non vanno reclusi").
Dal punto di vista psicologico la hybris è evidente: questi agenti utilizzati come utili idioti in piani più grandi di loro hanno la convinzione di salvare il mondo o di progredirlo (da scafisti giudiziari a schiavisti uterini, vedi l'azione politica di magistrati che consegnano piccoli oggetti umani agli omosessuali che li hanno progettati e fatti realizzare in donne forno).
Siamo fottuti: pazzi con potere (giudiziario) in mano.


("tre giudici", georgesrouault)

lunedì 6 giugno 2016

Asessualità - 2 (sessantun mesi)

(Asessualità)

L'ultima trombata di coppia, con A-Woman, risaliva probabilmente a domenica 8 maggio 2011, l'ultima registrata a fine aprile 2011. Dunque cinque anni, un mese e qualche giorno. Una sola interruzione, una splendida e frizzante orgetta a gennaio 2013 (le ho già accennato a quel trio a _mlero, visto che in questo periodo a casa sua "sempre aperta ad artisti che vengono e vanno, come succede tra noi" ospita un famoso TJ portegno (di Buenos Aires), un bell'uomo che, peraltro, la sta un po' tampinando e un giorno l'ho presa in giro facendo il geloso ottenendo in risposta "ma allora tu ti sei immaginato che trombassimo in tre, tu, lui ed io").

Io non sono mai stato uno che ha apologizzato quella cazzata del vivere asessuale: più volte l'ho definita cast(r)ità, nessun sostegno ideologico ad una situazione di disequilibrio, sbilanciata. La mia onestà intellettuale non poteva non osservare che l'eros è la scintilla vitale di una persona adulta e questo non l'ho mai negato. Del resto, questi sessantun mesi sono passati velocemente, visto che, come osservava quel tale viennese, ho sublimato di brutto e così sono stati cinque anni di vita pazzissima, ricca, così straordinariamente creativa e felice.
Però non posso neppure non osservare che anche la mancanza di sesso relazionale (provo a indicare un sesso che non sia la masturbazione) ha dei lati positivi. Per me quello di tenermi acceso, mercuriale, propositivo, etc. . Ma io sono e rimango estremo, radicale, vivo bene negli eccessi. O tutto o niente. Del resto sono passati sessantun mesi e il testosterone è calato. Avrò messo la testa un po' a posto? Non lo so. Vivere all'estremo è fantastico, ma anche faticoso. Dal niente sesso a un erotic day estremo finito, come dicevo in due far l'amore letteralmente usuranti, da niente a migliaia (forse decine di migliaia) di baci.
Mah.
Comunque quel "Asexual and proud" continua a non andare bene. A meno di non amare gli eccessi.
Ora il pendolo ha accumulato cinque anni di energia ha l'energia potenziale massima ed ha appena invertito la direzione.


Ficcanaso - 2

(Ficcanaso)

In realtà queste sarebbero le immagini del giro di domenica 15 maggio, col gruppetto di sette (altre le trovate nella puntata precedente di questa colonna).
Ma sono, in parte, anche le immagini di cosa abbiamo visto e goduto _mlero ed io, sabato, visto che abbiamo calcato parte degli stessi luoghi. Arrivo con oltre due settimane di ritardo ma... meglio che mai.
Mi sono dimenticato di fotografare, sabato, un colossale e floridissimo cespuglio di rosmarino nel quale, _mlero che, come me adora quella pianta aromatica, essenziale, ha ficcato il naso e tutta la faccia per un bel po' di tempo. E pure, sabato, quelli di una pieve longobarda e delle immediate adiacenze su un poggio solatio con un panorama mozzafiato. C'erano, nelle case antiche adiacenti, così eccellentemente conservate e recuperate, pavoni (anche un maschio albino) che si pavoneggiavano di brutto, pergole e cespugli e gazebo di rose straripanti e strepitose. Ma non ho fotografato quell'angolo di paradiso, a pochi chilometri da casa.

















(unuomoincammino)

domenica 5 giugno 2016

Giorni lieti

Abbiamo fatto l'amore per due giorni. Che è un po' ambiguo e forse devo raccontare un po'.
Questo stropicciarci diffuso era partito sotto le lucciole, nella notte tiepida sui colli venerdì sera e poi è passato per prati, ginestre, querce secolari e fonti di acqua diaccia cristallina e pievi longobarde, un ripetersi di rose belle, obese aperte e minute in bocciolo, antiche e lievi e, talvolta, un po' puttane nel loro profumo e ancora caprioli e fiori, fieno grasso e sole, nuvoloni  cupi e squarci sereni, poiane a fischiare e alberi enormi di secoli.
E durante il camminare eravamo lì a combattere la nostra voglia di noi, a ridere come scemi di 'sta promessa assurda di aspettare.
Mah, le vie della mente seguono strani percorsi. I corpi sono stati aizzati da migliaia di baci piccoli e grandi, teneri e lascivi, ariosi e mozzafiato e ieri sera le dighe hanno ceduto ai flutti in risacca sempre più tempestosa.
Ieri sera abbiamo preparato cena insieme, dopo un giorno di bellezza grande appenninica, di borghetti piccini e panorami vasti e di natura a maggio che è florida fino all'eccesso.
Tutto complotta lì e io lo sapevo.
Così abbiamo fatto l'amore a lungo, ieri sera. E stamattina di nuovo.
Che io ho fatto il tantrico un po' del cazzo che mi ero trattenuto ma poi _mlero voleva sentirmi venire e allora bisogna essere in due a resistere e così ci siamo lasciati andare che ella avevo già preso il suo piacere.
Con patata e bucefalo usurati che ridevamo come scemi di mucose   e pelli arrossate. Perché è difficile dire che non è fare l'amore far appoggiare una lucciola sul palmo della mano e porgerle questo miracolo di luce a singhiozzo e poi erano baci piccoli e grandi come prima e come dopo.
Oppure tormentati dal trasporto seduti per il pranzo al sacco vicino all'abbeveratoio vicino al grande gelso.
Come vengono facili le cose quando le anime s'incontrano.
Stamattina le resistenze erano ancora più blande perché il fattaccio era già successo. Eravamo così presi e stravolti dalla foga che avevamo entrambi il ventre fradicio e sentivamo una sorta di sciabordio splic - sploc  (come si scrive?) nello scuotimento reciproco.
Ma non voglio renderla una pagina di narrazione sessuale perché non è ancora il tempo.
Era bella e con gli occhi ridenti e io felice di essere con lei ed ella felice di essere con me. Felici di noi e per i molti regali che ci eravamo fatti.
Ora sono qui dalla mamma, in questo ospedale lombardo e pur'ella sta andando meglio. Giorni lieti.

venerdì 3 giugno 2016

Una parola?

Definire con una parola _mlero? Trovare un termine, uno solo? Faccio fatica a pensare che una persona si possa mappare con una parola. Se fosse così, ella sarebbe sostituibile, omologa a qualsiasi altra donna caratterizzata e quindi mappata con/su quella parola.

Quel lunedì, a ballare col gruppetto dopo la lezione di tango, la incontrai, La vidi oltre un anno fa, in una milonga estiva del martedì e poi sparì. Questa volta, però, le ho carpito il numero, l'aggancio. Mi sono separata da due giorni che mi ha... messa fuori di casa. Uomo, battere il ferro finché è caldo!!

Mi piaceva il suo viso fine e mitteleuropeo, direi quasi austriaco, Tonicità e portamento, Poi le parole. Il fisico è condizione necessaria senza la quale nulla procede. Ma poi aveva parlato e scherzato. Ecco, io trovo massimamente sexy una donna quando è irriverente, impertinente, scherza, ha ironia, pizzicotta con le parole. E _mlero fu proprio così. Ridere dei nostri spiriti (humour)  che si incontravano.
Ho scoperto poi di fuggita che è artista, mi ha raccontato dei suoi giri per il mondo. Ma francamente non ha aggiunto nulla, è venuto dopo tutto il resto.
Domenica, in giro fidanzatinoso per quella città toscana, ci siamo detti che non ci interessa consumare, abbiamo percezione di due potenziali da portare al massimo, con tempo, fino che le scariche, le saette di noi, bucheranno il dielettrico. Occhi vispi e mani monelle, ecco altre due tessere.

Domani sera Stasera ci rivedremo e anche sabato (domenica tornerà nella sua regione per votare).
Sei attesa e desiderata. Così è lieto il tempo che ci separa. Anche un po' lungo. Ma le due cose vanno a braccetto.



giovedì 2 giugno 2016

Dov'è finita l'eroina? - 7

(Dov'è finita l'eroina? - 6)

Scappano refusi ed errori (anche se cerco di rileggere e correggere), perché  in stanza non siamo più soli mamma e io: c'è un'altra paziente anziana con la figlia che l'assiste (anch'ella "fa la notte") e quindi non posso tenere più quella lucina accesa e la tastiera del piccio portatile di mio fratello NON è retroilluninata, cerco di scrivere come posso.
Stamane sono arrivato a casa verso le otto e mezza, ero cotto e rinco dall'hosp leg ho dormito  parte della mattina e la maggior patte del pomeriggio e ora eccomi di nuovo qui, seconda notte in ospedale,  Ho fatto le undici ore e mezza della note chiudendo gli occhi un solo quarto d'ora: non avevo sonno, anche se la stanchezza poi è arrivata! A differenza di ieri, oggi sto usando la rete senza fili (wi-fi) dell'ospedale: in effetti per chi fa assistenza è una comodità notevole. Ieri, le prime otto ore sono volate, verso le quattro mi è arrivata la stanchezza, ho smesso col web e da quel momento, le tre ore e mezza rimanenti non sono passate più.
La mamma è tranquilla, sta benino, è iniziata la fase di guarigione che, data l'età e i tempi di recupero allungati, non sarà breve. Penso che la sua prima liberazione sia stata e dall'ansia dell'operazione e quindi di psicologia del proprio fisico, di percezione del proprio fisico, delle sue parti, come osservava Oliver Sacks a proposito dellincicdente occorso alla sua gamba in Norvegia: percepire o non percepire una parte de corpo. Insomma, ieri notte poi mamma lo ha detto:- Sono contenta che mi abbiamo portato via quel brutto male finalmente.
E' stoica, serena, dignitosa, silenziosa.
Io sono abituato a questa cultura austera, spartana, non ho mai sopportato  piagnistei, e il teatro che c'è spesso in zone del meridione, un approccio melodrammatico, teatrale, che poi arriva fino al chiagni e fotti,
Una volta mi sarei fatto degli scrupoli a osservare questa differenza. Solo che, penso, il razzismo (positivista) estremo dei sinistri mi ha un po' liberato e non capisco proprio perché sia figo e bello che essi da mane a sera la smenano su quanto siano bravi, colti, multiculturali, ellenici, simpatici, ritmici, musicali, etnici, colorati etc. questi e quelli a differenza di noi/voi [inferiori] e altre panzane del genere e io dovrei vergognarmi e nascondere affinità, preferenze e eccellenze della gente cui appartengo.

Gli ospedali, come le trincee a cui fa riferimento Lorenzo, sono posti dove il balletto tra vita e morte diventa vorticoso. Qui il politicamente corretto torna a contare zero, qui ci sono cose vere, crude, dure, quelle della vita, della morte,si passa dalla plastica alla carne, al sangue.
L'ospedale è un demolitore di ipocrisie,  di finzioni moralistoidi, plasticacee, riporta alla realtà, alla soavità e alla durezza che sono la dimensione dello spirito, del tempo che va e della vita morte.
Nel suo incatenarti alla realtà l'ospedale libera.

mercoledì 1 giugno 2016

Mamma li cunigli turchi


Quando  vedo le invasore velate coi loro codazzo di bambini, tre, quattro, a volte cinque, a me sale l'odio. Oltre al disprezzo massimo come ecologista e decrescitista, percepisco l'atto di violenta sottomissione a cui la comunità cui appartengo viene sottoposta, uno stupro sociale, culturale, oltre che ecologico. Se l'istinto sarebbe quelle di investirle con un TIR carico di cemento, so che queste pulsioni non sono realizzabili. Su un piano più razionale, etico, le sottoporrei ad un trattamento sterilizzatorio obbligatorio (ovviamente partendo dal macho proprietario) e il giorno dopo tutto il nucleo famigliare  sarebbe su un areo verso la madre patria, dopo avere schedato il DNA, espulsi per sempre, con minaccia di pena capitale in caso di rientro.

L'instabilità (eufemismo) del mondo islamico è figlio delle culle usurate.
Ovviamente i kompagni, i cattolici, masse plebee irregimentate di utili idioti al servizio di disegni sostituzionisti e turbocapitalisti, sono i falsi e ipocriti attuatori della sirianizzazione dell'Europa.
A questo mosaico nefasto appartiene anche l'ultima tesserona tripla azione del M Erdogan:
  • ricatto dell'Europa con l'arma massmigrazionista di alcuni megatoni di invasori;
  • il delirante disegno iper natalista;
  • la richiesta di abolizione dei visti per i turchi (dove li mettiamo 'ste milionate di nuovi turchi sennò?).

Un disegno evidente di conquista dell'Europa, per poter scaricare sull'Europa i risultati delle culle usurate dovute allo svuotamento testicolare dei turchi nelle femmine fattrici di loro proprietà. Del resto una lettura un minimo critica di corano e sunna rileva l'impianto egemone basato proprio sulla reificazione delle donne a fattrici per la zootecnia umana intensiva di conquista. La dimensione religiosa è la chiave di volta di questo piano di metastasi antropica di conquista.

L'esplosione demografica continuerà a presentare i suoi conti.
La faustissima opportunità di decrescita demografica europea annientata dalle invasioni.



Dov'è finita l'eroina? - 6

(Dov'è finita l'eroina? - 5)

Sotto i ferri.
Era tesa la mamma. L'attesa che precede un'intervento spesso mette alla prova le persone. Di sfuggita, in quella camera dell'ospedale, avevo intravisto una preghiera, molto semplice e per questo bella, che affronta il tema del tempo travagliato che precede la chirurgia. L'operazione è iniziata con oltre due ore di ritardo. Del resto, in quei luoghi, arrivano le urgenze o gli interventi precedenti hanno complicazioni.
Mentre stavamo aspettando è arrivato un diacono, un dottore delle anime come si è definito con ironia. Qualche pizzicotto mio su alcune questioni cattoliche a proposito di rapporti col corpo ma non era certo il luogo per polemizzare. Anche perché la conversazione è stata garbata ed è passata su questioni di questa umanità, delle sue paure, del dolore, insomma, questioni di umanità piuttosto che teologiche, di empatia, conforto, etc. che travalicano dottrine e religiosismi. Così alla fine, abbiamo pregato per la mamma. Devo dire che una volta mi sarei contorto, avrei provato molto più imbarazzo (qualcosa ancora c'è): devo essere diventato meno allergico alla religione cattolica.

Quindi non ci sono ancora notizie, visto che deve uscire ancora dalla fase di controllo postoperatorio che dura almeno un paio d'ore. Secondo me per le diciannove...
Ora è la mia sorella e io tra un'ora sarò a darle il cambio. Farò "la notte": veglia, assistenza nel senso di richiedere eventuali interventi di sostegno anestesico e il male dovesse aumentare, etc. .
Mi porterò in ospedale il piccio di mio fratello dal quale scrivo. Tanto saranno una buona dozzina di ore almeno, avrò tempo per il diario mio e quelli altrui (molto accumulatosi).