lunedì 22 novembre 2010

Nebbia

Sabato mattina ero per la bassa. C'era quel fantastico evento metereologico che prende il nome di nebbia.
La pianura ha un fascino incredibile d'autunno. La nebbia permette alla tua anima di perdersi un po'.
Non c'è nulla di più bello di camminare lungo gli argini di una roggia o di un fiume, le foglie brune e gialle sotto, ascoltare il profumo fine dei pioppi, le gocce di condensa su rami e ragnatele, sull'erba, l'oblio dello sguardo. Intravedi un casale che sbuca là in fondo, con un comignolo che fuma.
C'è del fuoco e calore, vita. Immagini già la tovaglia a quadretti, i piatti di ceramica bianca spessi, il profumo di brodo e di lessi, i bicchieri semplici e la bottiglia di bonarda, il giallo della polenta nel paiolo sulla cucina economica.
La nebbia mi ha portato indietro di vent'anni, a quando ci si perdeva a chiodini o anche solo a scorazzare, là dove sgorgava il fontanile, o vicino al fiume.
Strugge l'anima, la lascia un po' umida.

Prima nebbia mattutina - Lungo canale Muzza (Paullo) Italy

Sonoadeficit

Questo fine settimana ho lavorato sempre. Con mio figlio in casa da sabato sera a fare una tonnellata di compiti. Anche cose piacevoli come gas (quasi tutto sabato) e cucinare e avere amici (prima suoi poi miei) a casa e a sbaffare (apprezzano  molto!). Fatto forse un'ora di pausa (due pisolini) in tutto.
Mi sono mancati ozio, leggerezza, glamourità e quelle minchiate edonistiche che fanno colori e bene. Sono a deficit.
La signorina Hilton in versione lavoratrice con tacchi è molto meglio meno peggio di quanto è tirata.

P.S.
Dopo che ho visto gli orribili occhiali della prima foto ho barrato il molto meglio.

venerdì 19 novembre 2010

Veneto Stupidissimo

"I fenomeni naturali che si sono verificati in Veneto rientrano nella normalità. È normale che in autunno si registrino piogge di tali intensità e durata". Così la Società Italiana di Geologia Ambientale. Ma allora perché il Veneto è diventato un lago? Il governatore Luca Zaia non ha dubbi: il cemento non c’entra. Chissà, forse anche perché il cemento è una questione spinosa per la sua maggioranza.
(Eddyburg.it, Ferruccio Sansa)


Interessante l'articolo su Eddyburg. Nulla di nuovo. Le lagne sull'alluvione bruttacattiva, le grida irate contro Pompei, prima i soldi al Veneto.
Ricordiamo agli ex serenissimi ora cementisti stupidissimi quali sono le cause, i problemi, andiamo alla radice. Il peggio Galan, sostenitorre dell'inquinamento da Ogm, uno della banda bassotti, ha ancora il cemento sulla giacca.
La periferia padana veneta ormai è già da anni un'orrenda distesa conurbata di schifosi capannoni, di villette, di merdose tangenziali, di centri commerciali con roba di plastica dentro, a partire dal cibo. I dati del  Centro Studi dell’Università di Padova confermano l’impressione: dal 2001 al 2006 sono state realizzate abitazioni per 788 mila persone, quando la popolazione è aumentata di 248 mila. Sono state rilasciate concessioni per 94 milioni di metri cubi di costruzioni, l’equivalente di una palazzina alta e larga dieci metri e lunga 1.800 chilometri. Nel solo 2002 sono stati costruiti 38 milioni di metri cubi di capannoni. Ma soprattutto: la superficie urbanizzata in Veneto è aumentata del 324% rispetto al 1950 (mentre la popolazione è cresciuta del 32%.
Non è sufficiente. I tumori PD(L) come Veneto City sono ancora nell'immaginario accrescitivo e tumorale di molti.
Homo Stupidus Stupidus ex Serenissimus.
Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

mercoledì 10 novembre 2010

Nucleare? No grazie

Io sono con loro. Resistenza al nucleare. Sempre, ovunque.
I contenuti degli intestini... mefistofelici girano, girano.  Turismo nucleare di scorie ingestibili; una volta che quella merda è stata prodotta, è (praticamente) per sempre.


(radiazione termica (solo?) dei carri di conferimento delle scorie radiottive in un sito di stoccaggio tedesco, via greenpeace / blogeko)

martedì 9 novembre 2010

Ha tirato una violenta borsettata



Sabato pomeriggio, mentre stavamo andando in treno a trovare _zzz e _zzzino c'è stato un contraddittorio con UnBambino che mi ha piuttosto prpovato emotivamente.
La questione del contendere è la sua resistenza, sempre notevole, ad iniziare a fermarsi a casa del papà la domenica sera, come da accordi con la madre, dopo nove anni di lotte giudiziarie (in realtà ciò fu deciso dal giudice subito, dai tre anni in poi ma sua madre, pur di non lasciare l'orsetto con l'orso, iniziò addirittura a non farsi trovare il sabato pomeriggio per portarmi unBimbo solo la domenica mattina).
La madre ha sempre ruotobastonato la frequentazione. Il risultato è che dopo anni, o sono lo zio divertente, che prepara cose differenti, che organizza cose speciali, che deve stupire ed intrattenere o altrimenti, semplicemente, UnBambino mi dice che vuole tornare da la_mamma.
E' piuttosto doloroso sentirsi proprio dire "no, non ho voglia di fermarmi da te" e anche sentirsi objezioni tipo "tu vuoi troppo (troppa frequentazione), se non ho voglia non è un obbligo". Insomma, come se io fossi un amico di mio figlio, se ci_piace si ferma altrimenti no.
Gli ho chieso se preferisse che io sparisca per un po' in una sorta di mancata vendita. E' rimasto silenzioso. Gli ho detto che ho trascritto e conservato, fatta memoria delle centinaia di sabotaggi, di permessi di lavoro a ufo, andavo a prenderlo e sua madre non c'era. Non sono miei idee, ci sono verbali e altro che lo testimoniano, nero su bianco. Gli ho detto che è stata dura per me perché mi è stato impedito di stare con te, ciccio mio e per questo capisco che ora sia un po' estraneo, più amico che papà.
Sua madre di recente, una domenica sera che UnBambino aveva deciso di fermarsi a casa mia, sua madre gli aveva ricordato che le dispiaceva che non sarebbe tornato a casa.
Il resto del fine settimana è andato meravigliosamente. Ma la normalità del stiamo a casa e tu stai a casa con papà in una serata normale di domenica sera, anche se non c'è festa, non ci sono frizzi non ci sono lazzi, cinema o spasso party, è ancora lontana.

Leggo di Alessandro Piazzi e della sentenza di condanna dell'Italia da parte della Corte Europea. A Radio 24, stamane, il giornalista osservava che una delle pecche è il malcostume giudiziario pilatesco in cui non si entra nel merito della responsabilità, delle disposizioni violate, da parte di chi, ma ci si lava le mani con disposizioni che tutelano il minore "perché gli ex coniugi sono in stato litigioso". Nel nostro caso sono state le centinaia di salti, ritardi, assenze, sparizioni, sottrazioni del minore che alimentarono il conflitto perché io percepivo un'ingiustizia terribile, una sopraffazione continua e iterata unitamente al menefreghismo dovuto al non entrare nel merito del perché io ero furioso.

Ora scenderò per strada, massacrerò a pugni in faccia una veccchietta, ella mi tirerà una borsettata. Poi interverranno i poliziotti e poi il giudice sentenzierà: mi dispiace, stavate litigando, siete corresponsabili, anche lei ha tirato una violenta borsettata allo UUiC. Signora Bevilacqua, nessuna condanna di UnUomo e nessun risarcimento da parte sua.
Mica male, eh!?

venerdì 5 novembre 2010