giovedì 30 agosto 2018

Spostare il focus

La parte leghista di questo esecutivo ha sbriciolato la più colossale panzana orchestrata da anni dalla sinistra massmigrazionista: nonostante i metodi all'acqua di rosa e strati molteplici di ostacoli, impedimenti, etc. intrecciati dai sìglobal, è riuscita a ridurre sensibilmente l'invasione.
Anche solo per questo opera di ritorno alla verità è menzionabile e onorevole.
Ora ci sono queste patetiche dinostrazioni dei sostituzionisti contro Orban, contro le sovranità e la democrazia, infine, contro le classi inferiori e la borghesia, a me sembrano degli zombi delal politica, una massa di idioti manipolati.
Magistrati più realisti del re che vogliono incriminare coloro che tentano di ristabilire una qualche legalità. Un mondo sovvertito di zecche, parassiti, delinquenti, scafisti, sobillatori che lavorano contro. Che cercano di annichilire qualsiasi resistenza ai confini, tanto sanno, proprio per l'intrico di leggi che hanno architettato, che il rimpatrio degli invasori è più difficile, ecco che premono perché ne arrivino più possibile. La politica del disastro compiuto.

In Germania coloro che devono "accogliere coercitivamente" i doni, le risorse, i gioiosi fratelli dell'islam religione di pace, hanno reagito: un dono siriano e uno iracheno hanno ucciso a coltellate il marito che stava difendendo la moglie dal principio del loro stupro. Ore, paginate furiose, scleri, articoli, speciali, editoriali contro il nazisovanismo, nessuno caga l'ennesimo crimine che ha fatto detonare una situazione orribile creata proprio dai sinistranti.
Idem in Italia: due italiani stuprano una tedesca, scleri ovunque (forse perché studenti di polizia?): un senegalese e un bengalese (peraltro con più precedenti di violenze sessualu) stuprano "troie" italiane, i media del pensiero unico ortodosso, razzista anti, passano a fatica la notizia.

La manipolazione delle masse, i due pesi due misure, continuano. Basta spostare il focus, omettere alcune cose, enfatizzarne altre.

domenica 26 agosto 2018

Tre giorni

Tre giorni insieme.
Alle cinque è andata via.
Un piccolo senso di vuoto dopo questo pieno. Sebbene indipendente da molto tempo, questa unione che cessa, specie se così piena e vissuta di mille cose, si percepisce come vuoto. Epicuro scriveva che "proviamo bisogno del piacere quando soffriamo per la mancanza di esso".
Ci eravamo messi a leggerne "Lettera sulla felicità", seduti,sotto due farnie, in fianco a quel laghetto di mille verdi e di musica di acqua scrosciante, del torrentello immissario. Era passata a nuoto una serpe (forse un marasso dalla livrea, anche se risulterebbe non presente a sud del Po). Ella mi aveva detto :- E' un simbolo del cambiamento!
Così si ritorna, un po' barcollanti, alla vita, satolli, sazi e consumati di corpi e di baci.

Domani sarà il primo giorno di lavoro, con la nuova azienda. E di queste nove settimane di ferie, mi sono riposato per questi ultimi tre giorni, la casa era un delirio sottosopra fino a tutto mercoledì e giovedì mattina, il secondo trasloco interno per imbiancatura e i nuovi battiscopa. Questi tre giorni di riposo e i primi, da giovedì 21 a domenica 24 giugno. Così, mentre camminavamo sui colli, tra prati e boschi verdi dell'acqua di stamani, a raccogliere menta, more e nepitella, mi rendevo conto che... non ho fatto ferie estive quest'anno, nel senso di giorni di riposo o di attività che non fossero lavoro. E questi tre giorni di letizia, di gioia e di un po' di vagare, con Rosa Canina, per l'Appennino meraviglioso un po' mi hanno fatto sentire questa mancanza.

(unuomoincammino)

lunedì 20 agosto 2018

C'è una spiegazione?



Io cerco di capire.
Forse questo contrasto tra spartanità e femminilità, come è stato ricordato.
Ma una cosa che non posso osservare è il suo viso radioso che io trovo bellissimo. Io l'ho baciata per ore, sul viso, sulla nuca, stropicciandole la chioma corvina. Tutta la cosmologia dei baci, in tutte le forme, modi, suoni, intensità.
Ecco, io contemplerei e bacerei il suo viso per ore, i suoi occhi .

C'è una spiegazione per questo colpo di fulmine?
  • mora
  • spartana e femminile
  • fine (comportamento)
  • fine (fisicamente) e formosa in alcuni tratti
  • con un viso che mi manda in visibilio, in brodo di giuggiole
  • mi fa ridere.
E altro che cerco di osservare, di capire, di estrarre.

Micragnosità

Ultimo giorno di lavoro, oggi per lui. Il mio bipede aveva pattuito 1000€ netti al mese di salario. Egli ha lavorato cinque settimane. Il proprietario del ristorante vuole dargli 1100€, UnBipedinone ne vuole 5/4 ovvero 1250€.
I soldi sono fatica per tutti e valgono. Mio figlio si è rimboccato le maniche, non si è tirato indietro, si è trovato a lavorare dalle 12 alle 14 ore al giorno rispetto le 10 pattuite.
Sicuramente un'esperienza di vita, formativa, più che economica e ci sarà un aspetto formativo anche in questo, quello di lottare, di pugnare, di essere caparbi, tenaci nel volere risultati anche economici e di conquistarli, in una qualche maniera.
Prima di certi giudizi dovrei sentire anche l'altra campana, certamente.
Però io non capisco questa micragnosità.

sabato 18 agosto 2018

Chi vivrà cadrà

  • Massimo D'Alema li prende in parola e nel 1999 decide di privatizzare la rete autostradale di proprietà dell'Iri e quindi dello Stato. Ancora una volta i Benetton non si perdono d'animo. Una lira delle loro non la rischiano, non sia mai. Bussano a Banca Intesa e gli viene aperto. Chiedono un piccolo prestito che in euro è di 8 miliardi e l'ottengono. Con questi soldi comprano dall'Iri Autostrade. Per due, tre anni la manutenzione della rete è quasi inesistente. Con i soldi rastrellati ai caselli e l'aumento delle tariffe restituiscono i soldi a Intesa.
    [...]
    Le Autostrade sono una Zecca che produce moneta sonante. I Benetton semifalliti come imprenditori del tessile-abbigliamento hanno diversificato e incassano tanti di quei soldi da diventare investitori globali. [...] Si pensa solo a incassare soldi ma si bada poco alla manutenzione e alla modernizzazione di un asset così importante. Insaziabili questi Benetton. Con una redditività del 25% decidono di tagliare le spese di manutenzione.
    [...]
    Per loro le Autostrade ex Iri sono una miniera d'oro inesauribile. Aumma aumma nel 2016 ottengono una proroga quarantennale con un emendamento aggiunto all'ultimo minuto dal governo alla Finanziaria. Una vergogna. La banda Renzi è capace di tutto. I predecessori non sono stati da meno. I contratti che riguardano i concessionari delle autostrade vengono secretati.E la trasparenza del mercato, la concorrenza, le terzietà della politica, l'occhiuta vigilanza del commissario per la concorrenza di Bruxelles? Tutto fumo, chiacchiere e distintivo.

    affariitaliani.it

Io ascoltai a Radio24 Oscar Giannino fuori di melone dalla rabbia per il fatto che i piani finanziari delle autostrade erano/sono secretati (con la recente pantomima di Del Rio, del governo Renzi, che ha desecretato tutto il fumo eccetto l'arrosto) con aumenti folli persino nei molti anni di "crisi" e di deflazione.
E prima ancora lessi le parole di Giorgio Ragazzi riportate da Grillo sul suo blog.
Io non sono certo favorevole al traffico su gomma.
E quindi posso essere ancora meno favorevole quando questa diventa anche una rapina ai cittadini, ai paesani, perpetrata da compagni miliardari Benetton con la connivenza dei compagni politici e del compagno D'Alema, del compagno Renzi, del compagno Del Rio.
Già, uno dei vari sfasci dei Paese da parte dei sinistranti, del Partito Distruzionedelpaeseedellanazione, Questi afferma(va)no che i populisti fasciogrillonazileghisti avrebbero governato male.
Ora si tratta di capire perché il Governo non desecreti tutto quanto riguarda le concessioni autostradali. Perché non viene fatto?

 

Colpo di fulmine

Penso che l'espressione più concisa e anche più precisa sia "colpo di fulmine".
Sono tutto sottosopra.
Non riesco a capacitarmi che ciò possa essere successo alla mia età. Come è possibile questo?!
Dopo A-Woman, nullo di tutto ciò è successo. Solo con _tra era successo qualcosa del genere. Ma non so, forse era solo sopra, di parole e arti, ma non del resto. E neppure lontanamente così completo, profondo, omnicomprensivo. Che prende ogni cosa.
Sono stordito, ho perso l'appetito, faccio fatica a tenere una qualche disciplina personale, ho fatto la spesa andando in giro un po' assente. Dopo molti anni, una dozzina, mi trovo ad avere voglia solo di lei, delle decine di migliaia di baci che ho dato, che ho preso.
Sono stordito.

(via vincenza63)

Rosa Canina

  • Ho in mente una rosa canina.

L'avevo vista arrivare, su in quel borghetto, invitato da _ica, la mia amica con la quale studio milonga. Era arrivata, con i pantaloni da escursione, gli scarponcini, una semplice camicia a quadrettoni bianca-azzurra-avio. Era bella, mi piaceva. E quella tenuta sportiva o spartana, se preferite, l'assenza di un sia pur minimo velo di trucco, a parte le unghie dipinte con cura, uno sprazzo assai femminile in quella severità, tentava di nascondere la sua bellezza, le sue forme di femmina, celate a fatica.
Qualche parola tra quelle che si scambiano tra persone che non si conoscevano, lì convenute per festeggiare Ferragosto ospiti di _ica.
Durante il pranzo ella era seduta dalla parte opposta della tavola. Non riuscivo a trattenermi dal guardarla. E ogni tanto, osservavo i suoi occhi, incontrare i miei, solo per una frazione. Poi via. Poi ancora.
Salendo, nella passeggiata fino alla croce sul monte sopra, in vetta, tra i macigni, avevamo incontrato un piccolo giardino mediterraneo, di elicriso, ginestraccio, di sassifraga. C'era una rosa canina. Ed ella, così, tra le altre parole, aveva detto "Ecco, la rosa canina mi rappresenta" e io, un po' indietro, le avevo colte.
Tornando a casa, la notte, avevo in mente una rosa canina e le scrissi quel semplice messaggio, al numero che mi aveva dato che sono rare le donne che camminano, come lei, in montagna e io volevo camminare con lei e le avevo preso quel numero.

martedì 14 agosto 2018

Raffaele Ariano

Raffaele Ariano, aspirante elitario, fa parte di quella castalia che si nutre di società a scoppio, la crea e ne fomenta il conflitto, fomenta lo scontro sociale tra i migranti alloctoni e i poveri, piccoli ignobili borghesi meschini autoctoni, tra i sostituenti e i sostituiti, i subalterni nostrani, i nuovi inferiori che devono subire ringraziando gli aguzzini esotici e i loro mandanti, sacerdoti moralmente superiori.
Fa parte di quella genia di nuovi sfruttatori damerini, di neo soviet, razzisti anti, i più uguali, ammantata di moralismi per cretini. Sono gli immunodepressori sociali sadici: dovete subire i nuovi paradisi multietnici e farlo in silenzio, indicibili razzisti neofassisti che non siete altro!
Caso evidente in cui la filosofia, l'amore per la conoscenza, non è servito a nulla. Anni di studi sprecati, insulto alle intelligenze. Se questo pseudointellettuale per sciocchi è messo così, chissà quale sarà la consistenza etica e morale degli altri tromboni storti.

lunedì 13 agosto 2018

Più il tango che le donne

  • Cumannari è meggiu ca futtiri.

Sono uscito con _mrato, venerdì sera. Una serata piacevole. A me non piace uscire subito a cena, è troppo intimo o impegnativo, fortunatamente le ore sono volate. Eravamo a parlare prima di cibo, di case, poi di lei, della sua storia, dei suoi genitori dalla salute cagionevole (anche lei, un po', c'ha l'anca sbilenca più di me e altro), di diritti (ella o, più precisamente di conquiste) di come aveva combattuto per sua madre, all'ospedale e di limiti, di sostenibilità della sanità che non sta su per aria (io). Grinta pura, del resto è del cuore della Sicilia, non della Danimarca. Cerano  le stelle cadenti (2 - 1 per lei), la fuori sul balcone sulla città, due sedie e qualche tavolino al di là della strada, ci avevano chiamato per il conto che ci era scappato il tempo e la notte inizia ad essere più morbida dopo la ferocia termica che io la amo sempre di meno 'sta stagione.
Una serata molto piacevole, come con una brillante amica non vista da tempo. Il suo abbraccio e le sue parole seducenti, nel tango, fuori, erano svaniti. Raspa: restiamo ancora e sempre perfetti amici.

Io penso di amare più il tango che le donne. Un po' come il "Comandare è meglio di fottere" calabrese o siciliano. Mi aveva chiesto se fossi un maestro ma a me non me ne fotte un pipo di essere maestro, specie quegli scarsoni autoproclamantisi tali, io vorrei solo ballare bene ed emozionare me, la ballerina, chi ci guarda. In un certo senso cumanni, comandi, come uomo, una finzione in parte perché è solo un fantastico gioco a due. Un po' da alla testa, le ballerine che vogliono ballare con te, che ti chiedono, sfacciate, se voglio iscrivermi  di qui o di là, sorridono come il sole, sfacciate e audaci, sono loro ad avere bisogno di me e non il viceversa, hanno il davanzale fiorito e florido, gli occhi con fiamme di rimmel e, alcune, anche l'arte in corpo.
Il tango è anche caccia simulata: cerco una preda e sono preda per te, il carniere è la nostra tanda fiorita come un mazzo di rose antiche e di ranuncoli, è la creazione inutile, sublime, fantastica. E' il gioco delle seduzione senza tutte le zavorre delle relazione. Inebriante, leggero e profondissimo, una fiaba che finisce, sei felice, poi vai a casa, mi metto in loggetta e in questi giorni di spopolamento dell'Appennino spopolato, mi godo come non mai il silenzio, valle vuota pure dal traffico, la brezza fresca, il profumo di fieno (il secondo taglio), mille milioni di stelle audaci. Sembra quasi un tango.

Maria Filiali, la ved(ev)o di tanto in tanto ballare in una delle mie milonghe preferite, qui in città. Arte in corpo. Come femmina, però non mi muove, lei bellezza anni Quaranta che interpreta nella terza capitale (storica) del tango, una milonga contemporanea.


(ozgûrkarahan mariafilali)

Uno alla volta



Era giovedì 9. L'ho aspettato subito a sud del portocanale. Sua madre mi aveva dato uno zaino che sembrava pieno  di pietre che mi viene ancora da bestemmiare solo a pensarci £$%xx!3@# che la prossima volta gliele compro io quelle bevande invece di spaccarmi la schiena e ... i piedi. Avevo anche sbagliato le calzature, io mi lamento del caldo in collina ma appena sceso nel braciere padano...così i sandali da una parte erano stati utili ma dall'altra mi avevano rovinato i piedi in un paio di punti. Dopo aver risalito dalla stazione metà dei trenta bagni mi ero seduto: vieni tu che in bici lo zaino lo porti meglio.
Così è arrivato pedalando, quasi nel suo abbigliamento nero da  lavoro, sul ponte sopra il canale. Pantaloni neri, scarpe nere, aveva una maglietta nera, la camicia bianca l'aveva lasciata là, lavora col grembiule nero o come diavolo si chiama, sopra la camicia e i pantaloni.
Finalmente, dopo tanti, giorni... Un abbraccio forte, dei nostri.
Un po' dimagrito, con un po' di segni di stanchezza sul volto: mi ha detto che fa una vita abbastanza semplice, casa, lavoro, pausa, lavoro, casa, notte. A volte si prende una mezzora dopo il lavoro, per due parole o con i colleghi o con un paio di amici del suo paese che sono lì. A casa crolla nel letto, dorme come un sasso fino alla sveglia della mattina, alle nove, in genere poco meno di otto ore.
Non mangia granché, un piatto di pasta prima di servire i pranzi, verdura e pietanze prima di cena: non si possono appesantire prima di servire. Arriva a casa e mangia delle robe, quelle robe preconfezionate che non hanno tempo e voglia di cucinare né di fare la spesa. Ha avuto una telefonata con mia madre e le ha detto che... ha voglia di tornare da me, come si mangia da papà io non mangio in giro! Mi ha fatto piacere!
Non ha voglia neppure di tenere la casa in ordine due giovinotti appena diciottenni... Da quanto ho visto è poco  cosa rispetto al lercio e al disordine di case di alcune persone adulte la cui vista orribile ho avuto occasione di subire.
L'ho visto un po' torchiato, ecco.
Si è sfogato un po': il proprietario è una persona rozza. Gli ho detto che le mie amiche tanghere romagnole dicono che i romagnoli sono grezzi e anche _dlini, mio ex collega di Ravenna, colui che tentò (ahimè senza successo) di portarmi al tango quando ero infoiato di afrocubano, una persona fine che scherzando e ridendo prendeva in giro i suoi conterranei così sanguigni. Grezzi e cordiali, ho aggiunto. Mi insulta (ha trovato un insulto per me "'È inutile che vai all'università a perdere tempo!") perché sclera, dopo qualche minuto gli passa e bofonchia un "Bravo, sei andato bene!". Ecco, vedi, sanguigni, nel male, nel bene. Impari anche a stringere i denti, ciccio, come i parà, il nonnismo serve a vedere se sei capace di resistere. Se resisti, se sei forte, poi diventi uno di loro che devono fare la guerra, non lavori da cicisbei.
Sono persone che si sono fatte da sole, spesso dal nulla. E... ed è sempre al telefono, c'ha due batterie che è S E M P R E al telefono si guarda un po' di tipe nude, sempre al telefono, passa quasi tutto sul tempo al telefono, papà.
Forse ci vuole qualche capello bianco per capirli 'ste persone sgobbone o non so cosa, forse anche con le loro manie, non dico di no. Furono e sono il cuore, palpitante, forse anche rozzo, di questa Italia che tira avanti e sgobba.
Mio figlio è abbastanza fine e non le capisce ancora queste cose, nota, per il momenti, alcuni aspetti un po' ruspanti, un po' volgari.
Abbiamo mangiato insieme qualcosa, egli ha divorato un bufalo: due pizze e un mezzo fritto di pesce.
Mi ha raccontato gli errori che hanno fatto i due camerieri, quello dell'ordine e il ragazzo che ci ha aperto quella deliziosa bottiglia di rosato d'Abruzzo. Lavorare in un ristorante prestigioso, di un certo livello  costoso e in decadenza gli ha insegnato qualcosa. Il giorno prima aveva servito uno dei più famosi rapper italiani, mi ha fatto vedere la foto che si è fatto fare con lui, mio figlio è(ra) infoiato di trap. Vedi, papà, ad aprire la bottiglia non devi appoggiarti sul tavolo. E il tizio mi ha servito la pizza da sinistra, invece di farlo posteriormente, dalla mia destra. E il taglio del sigillo della bottiglia lo devi mettere nel secchiello del ghiaccio, il cliente così può verificare che non ci sia "odore di tappo".
Bah, io non le sapevo 'ste cose, lo ascoltavo in silenzio, con un po' di ammirazione per questa etichetta di sala che egli ha appreso.

Mi dice che sta contando i giorni al venti, quando finirà. Uno alla volta.
Ciccio, hai avuto occasione di comprendere (è più profondo, non è il capire della mente, non so se superficiale o non emotivo) cosa è il lavoro, impegnarsi per un reddito, che nulla viene gratis.
Ho capito che è importante studiare, papà!
Bene.
Conta i giorni che mancano. Uno alla volta.
Un abbraccio forte, sono salito sull'ultimo treno regionale, prima delle ventidue e via, ho visto il mio bipede un po' torchiato farmi ciao e tornare verso la bici. Sono crollato, sonno pesante nel caldo pesante e afoso.

giovedì 9 agosto 2018

Scorpacciate e digiuni

Questi quaranta e passa giorni sono serviti tutti. Ieri si è conclusa la parte principale dei lavori, ho la cucina pronta all'ottanta per cento e già utilizzabile. Devo dire che senza questo lungo periodo di ferie non sarei riuscito a fare tutto ciò che è stato fatto. Avere la casa sottosopra e con calcina, attrezzi e mobili e suppellettili spostate etc. è stato pesante ma il risultato è meglio di quanto pensassi. Domani ancora falegname, poi il resto a settembre, durante i fine settimana, visto che sarò tornato al  lavoro.

Ho alcuni numeri nuovi di telefono. Ma devo impegnarmi per attaccare bottone, non sono certo colpi di fulmine. In ogni caso è piacevole anche conoscere delle persone e qualche uscita non mancherà. Nulla di paragonabile a Loredana, tanto per avere un metro.
Ieri sera, seduto in loggetta, stavo cenando tardi (erano le ventidue) avevo qualche pensiero di nostalgia per _civa: con lei stavo bene. Ma è proprio questo il fatto: stare bene, come con amiche, ma non essere innamorato, non al punto di pensare a quella parte di doveri che una relazione di un qualche spessore implica. _fetti, un caro amico con cui giocai a pallacanestro, poi andammo pure a ballare, artigiano brillante e cordiale, proprio emiliano per generosità, civismo e cordialità che, in qualche modo stravede per me (penso che egli veda in me una sorta di zio o di persona che faccia le veci di un padre non so se dire assente o conflittuale) ed è chiaccherone fenomenale (ogni tanto UnBipedinone mi dice che scappa quando egli inizia...) e ha iniziato a propormi questo e quello. Anche se non è una donna o una morosa, ho sentito la mancanza di spazio, il fatto che dopo l'ultimo fine settimana passato insieme, con amici, mi mancasse un po' l'aria quando ha iniziato a proporre subito un programma per il prossimo. Ecco, io ho bisogno di spazi ed è questo che rende complicate le relazioni, momenti intensi, appassionanti e poi spazio, un po' di solitudine. Scorpacciate e digiuni alternati. Mi rendo conto che per altre persone deve essere difficile.
Invece ho saputo che _ele, un mio caro amico italoisraeliano che vive tra Cambridge e qui (ha una figlia in città) che è(ra) strainnamorato pazzo, un sentimento totalizzante, mentale, lussurioso, sentimentale, emotivo, valoriale, gustativo, edonistico (religioso? anch'ella è ebrea, _ele è agnostico, non so quanto conti 'sta cosa) ha deciso di... convolare a nozze.
Da una parte sono felice perché esiste qualcuno che ancora viaggia con le ali nell'occhio del ciclone eros, dall'altra mi chiedo quanto durerà, c'è la mia parte cinica affilata che vuol dire la sua.

Sono sceso dal treno, tra qualche minuto arriverà mio figlio e, dopo qualche passo, sono seduto sul lungomare di questa conurbazione romagnola litoranea e osservo, un po' stranito, tra pubblicità degli impianti di risalita della Val di Sole, il profumo di brodetto, il tunz tunz disco, questa paradossale e costipata realtà.


mercoledì 1 agosto 2018

Casa sottosopra

A metà della terza settimana di lavori inizio a vedere la luce in fondo alla galleria.
Vivere in una casa sottosopra e con la calcina ovunque è pesante. I risultati però iniziano ad arrivare.

("stuccatura di alcune maioliche" unuomoincammino)