(Il tramonto dell'euro - 2)
Continua la mia analisi etica ed ecologica del lavoro di Andrea Bagnai. Il secondo capitolo è dedicato all'oca, non il buono (forse anche squisito :) uccello acquatico palmato ma al concetto di
Optimum Currency Area.
L'aumento del commercio intraeuropeo sia stato solo del 9% e non del 200%. Del resto, pensateci un po': se per sincronizzare le nostre economie dovessimo incrementare il commercio intraeuropeo di una percentuale a tre cifre, vi renderete conto anche solo dell'impatto ecologico di una cosa del genere. [...] questa cosa che l'unione monetaria ci fa bene ci fa bene perché aumenta l'interscambio commerciale europeo torna continuamente fuori. E' una menzogna, è un assurdo economico ed ecologico, ma troverete sempre un politico disposto a ripetervela, anche gratis.
p. 125
Non si può non pensare ad una sola delle colossali menzogne che sostengono la presunta necessità del
TAC/TAV (non lo sanno neppure essi, il fatto che sia inutile non ha alcuna rilevanza, l'importante è che si faccia) Brennero o Val di Susa (la crescita esponenziale illimitata dei volumi di merci e passeggeri che dovrebbero varcare i confini) e capisce che i danni ecologici di questa religione crescitista non sono affatto da temere, sono già in atto, Bagnai prende atto della mendacità di questa assunzione.
La motivazione per entrare in un'unione monetaria (ridurre l'incertezza del cambio)n si presenta proprio quando i Paesi che l'adottano avrebbero in realtà bisogno di maggiore, non minore, flessibilità.
p. 128 -129
Con il paragrafo "Europa: il percorso giusto" l'autore illustra quale sarebbe dovuto essere l'approccio
giusto (a suo avviso) per una unificazione politica europea alla quale avrebbe potuto seguire quella monetaria: mobilità degli studenti e lavoratori (potrei essere d'accordo solo se temporanea),tipologie di contratto con diritti ben definiti (non si citano i doveri), integrare e uniformare i sistemi di
welfare, integrazione fiscale, controllo democratico sulle istituzioni europee.
Il sì global monetario scacciato a pedate dalla porta diventa, dopo poche righe, un sì global che rientra dalla finestra su quasi tutto il resto (non ci sono le parti scomode: doveri, etica pubblica, sostenibilità, rispetto delle culture identitarie anche nei loro aspetti inconciliabili, limiti territoriali e di scala della democrazia, etc.).
La rigidità monetaria non ha alcun senso in aree così eterogenee: Bagnai ha ragione da vendere (
nota).
Ma il suo antagonismo e disprezzo per gli europei del nord (i riferimenti caustici a biondi occhi azzurri bravi a produrre, il termine di
Realpolitik usato dispregiativamente) gli fa dire ovviamente crucchifinnicipaesibassesi brutticattivicaccadiavolo ma non gli fa spendere una parola una che il ritorno alla liretta bungabunga sarebbe passare da un'OCA europea ad una italiana, visto che non c'è alcun similitudine tra le province di Pordenone, di Bolzano o di Verbania e quelle di Catanzaro, Caserta o Messina.
Insomma, l'OCA degli altri è brutta, la nostra invece andrebbe bene, non spendiamoci una parola, è data per scontata. Non si accenna alla necessità di
monete provinciali in una politica di
rigorosa sostenibilità, a partire dall'aspetto finanziario, monetario di questa che è il
pareggio di bilancio in un regime poco meno che autarchico e con scambi limitati (scambi, un mezzo, non un fine, limitati non solo per le merci, intendiamoci!) tra le varie piccole matrie/patrie.
L'idea che la moneta unica possa costruire una comune identità nazionale è tragicamente smentita dai fatti: i risentimenti nazionalistici che l'euro sta destando nei Paesi europei del Nord e del Sud sono sotto gli occhi di tutti.
p. 131
Questo è noto anche in Italia dove l'unificazione ha esposto a tensioni di ogni tipo (anche economiche ma non sono certamente le più importanti) tra nazioni provinciali e regionali che hanno ben poco in comune. Però se lo dici le reazioni isteriche esplodono come mi è successo con un collega di origine campane ieri, quando gli ho detto che la
tassa/canone messa in bolletta è dovuta alla straordinaria evasione del sud, lo stesso collega che mi ha dato ieri del leghista e che in altri contesti diceva che è scappato da quella realtà e che essa non ha né avrà soluzione e che non può che peggiorare (però se lo dici tu sei un sporcoleghistasembrisalvini).
Bagnai ha una cultura progressista non può ammettere il limite del paradigma internazionalista, egalitario, (violerebbe i dogmi della sua fede) e pendola continuamente tra il sì global ed il no global.
Non solo, il crescitismo progressista emerge ancora una volta (Engels fu uno dei patriarchi di questa religione, con il comandamento che le progressive sorti della tecnica avrebbero eliminato ogni vincolo e, peraltro uno dei più feroci e scorretti denigratori di Malthus).
La teoria dell'Oca [...] non ha raggiunto, a livello teorico, conclusioni definitive. [...]
- se si ritenessero superiori i cambi fissi, ci sarebbe un'unica Oca, il mondo intero. Qualcosa di simile si è avuto con Bretton Woods ma non ha funzionato [...] anche se il suo crollo non ha danneggiato più di tanto lo sviluppo [crescita, NdUUiC] dell'economia mondiale.
p. 127