martedì 10 giugno 2014

A fool with a tool is a fool

C'erano ventiquattro gradi stamani. La temperatura perfetta. Salgo in carrozza e ... la solita aria viziata (usiamo questo eufemismo, per il momento). Non un finestrino aperto, forse così da ieri o da tre giorni. Perché ora il_bobbolo sa tutto di Balotelli in Brasile, ha wapp, il web, iPhone5, la macchina con ESS, ABS, ha Skype e il televisore al plasma da 710 pollici, la domotica da 30k€ che ti spegne la luce quando esci dal locale. Però il_bobbolo non ha più connessione con le cose vitali, importanti come il respirare. Respirare, cosa!?!? Arriva il controllore e, ore setteequalcosa, accende l'impianto di condizionamento estremamente rumoroso. Diocaneporcogaleramiseria, ci  sono ventiquattro gradi fuori, non serve una macinatimpani energivoro, è sufficiente aprire di un paio di dita qualche finestrino e fare entrare un po' di aria buona dei boschi intorno alle ferrovia, no!?

L'antipattern della tecnologia autoreferenziale di massa in mano ad una massa di idioti. La tecnologia che si crede risolva alcuni problemi, ne crea di più gravi e diffusi, peggiorando sensibilmente la qualità di vita e comportando un notevole aumento del consumo di risorse e di produzione di rifiuti (inquinamento).
Dicevo della extra complessità, secondo Tainter fattore di crisi, causa dei rendimenti decrescenti, ciarpame superfluo se non nocivo e antifunzionale, sempre più complesso, inutile, deleterio: infrastrutture, tecnologia, roba che è usata e necessaria per un 5%, abusata, inutile, dannosa, fine a se stessa per il rimanente 95%. Spreco energetico, rumore sgradevolissimo, condizionamento delle già piccole menti scadenti, aria marcia solamente abbassata di temperatura. Ho aperto le mie due dita di finestrino, visto che era possibile farlo e non era bloccato, cosa che capita sempre più spesso nel carro di trasporto bobbolo in modalità Cassandra Crossing.

Scendo alla stazione centrale e odo un rimbombo pubblicitario diffuso: qualcuno ha deciso, nella notte, di aumentare spropositatamente il volume di quei pannelli che spargono inquinamento pubblicitario. Alle ore 22 di ieri sera quel frastuono non c'era.
Se tu li ignori, noi siamo stronzi e sadici e allora ti obblighiamo anche solo a udirli. Sapevo che alla stazione di Verona Porta Nuova ci fu una polemica accesa proprio su questo problema: i viaggiatori che avevano protestato energicamente contro il fracasso continuo emesso dai pannelli spargi inquinamento pubblicitario, le aziende sponsor (del macinamento di timpani e delle triturazione di testicoli ed ovaje) che premevano perché il volume rimanesse elevato.
Tre note:
  1. Boicottare prodotti e servizi da parte di questi inquinatori non acquistandoli.
  2. Osservare la perdita di Gestaltung, di foma-funzione anche del sistema ferroviario, non più funzionale al trasporto di qualità, efficiente, al benessere, ma al commercio di inquinamenti e di roba inutile e deleteria. Dovrei raccontare il grottesco caso della nuova stazione AV a Bologna e delle pessime regressioni nette per la funzionalità ferroviaria causata dal suo gigantismo di questa roba TAV semi incompiuta.
  3. La terza cosa è  riassumibile nel termine usato da agobit: Horror Vacui: il terrore delle masse per l'oscurità, il silenzio, il vuoto, lo spazio, il digiuno, l'ozio, la solitudine.

26 commenti:

  1. mi prendo di quelle ghiacciate in treno, poi scendo e mazzata della calura di stagione.
    ma non son contro le tecnologie, anzi, basta saperle usare con criterio.

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  2. Oh certo, la tecnologia è neutra.
    Forse sono le masse di idioti che la usano in modo compulsivo.
    Da sempre dico che sono le seconde a dover ridursi drasticamente.
    Tutto questo premesso, ritengo NON sia intelligente dare fucili automatici a dei pazzi, ruspe ad un demente, motoseghe accese ad un pazzo in metropolitana.
    Oh, ma i fucili automatici, le ruspe, le motoseghe sono strumenti utili, basta saperli usare con criterio.

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  3. Tranquillo, Man, a quanto pare i sistemi sanno già cosa fare da soli, e si regolano senza che glielo spieghi tu.

    Poi c'è anche quello che non è d'accordo se apri il finestrino perché lui ha il torcicollo e c'è la sciura che si spettina e ha mal di gola.

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  4. Quella del Giappone è un rientro dolce.
    Jorgen RAnders del MIT cita proprio il Gippone come caso emblematico di decrescita eccellente: la popolazione cala sensibilmente, il PIL o è stagnante o cala meno velocemente.
    => la disponibilità di risorse pro capite aumenta
    La popolazione, in media ha più probabilità di stare bene (ovvero di avere a disposizione le risorse per un buon vivere).

    Sebbene il deficit di risorse della scatola di sardine giapponesi rimanga cospicuo, pessimo, paragonabile a quello italiano.

    Il tipo ha il torcicollo e la sciura di spettina.
    Moriemo marci e soffocati ma senza torcicollo e con la zazzera in ordine. ;)
    I finestrini si possono aprire anche solo un po', per far entrare un filo di aria che garantisca un ricambio dolce, continuo.
    Tecnologia semplice, eh!?

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    1. Be' poi non so se poi nella loro "sostenibilità" i giapponesi contino anche quella ventina di centrali nucleari (tra le quali una saltata di recente, e di cui non si sa quanto scarichi e scaricherà in tutto il Pacifico...)

      There ain't free lunches, as usual.

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  5. io adoro l'aria condizionata in macchina, in treno e in ufficio, dove viaggio bardato. la detesto a casa dove sto ignudo

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    1. Eh, cari.
      Ma voi non vivete nell'umido nord est.
      Stiamo battendo i 34 gradi da lunedì, umidità che ti cola addosso.
      Non si vive così.

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    2. Avevo già finito di scrivere questa pagina quando mi sono accorto di questo tuo commento.

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  6. Anch'io in questo caso avrei preferito la soluzione "manuale" del finestrino aperto.

    Ma ti lascio una frase dell'ex Ceo di Intel, che mi trova assolutamente d'accordo

    Not all problems have a technological answer, but when they do, that is the more lasting solution.
    - Andy Grove

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  7. x nottebuia:
    Ehm, forse non hai aperto il collegamento che rimetto qui sulla grave insostenibilità dei giapponesi.
    Il nucleare è il problema senza soluzione che cerca di risolvere i problemi energivori della scatola di sardine nipponica.

    x Francesco:
    I giapponesi, che sono noti anche per la loro massacrante aria condizionato-surgelante usata a sproposito, decisero, proprio in seguito al disastro di Fukushima, che NON era necessario andare bardati al lavoro. Il primo ministro fu il primo a dare l'esempio.

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  8. x Wannabe Figa:
    Sono relativamente pochi i problemi che hanno soluzioni solo tecnologiche ovvero di tecnologia più complessa.
    Anzi, anche i pochi ipotizzabili sono quasi sempre soluzioni (?) tecnologiche a problemi causati da uso o abuso di tecnologia.
    Non si va alla radice dei problemi, si cerca di lavorare superficialmente, sui sintomi, quasi sempre aggravandoli.

    Anzi, facciamo 'sto gioco, tu indicami un problema in cui è una nuova tecnologia a risolvere un vero problema.

    Ad esempio, l'attributo "vero" esclude i problemi di lentezza nelle reti, visto che una parte spaventosamente della banda è sprecata per traffico inutile se non dannoso, con i noti ed arcinoti leggi e paradossi (di Javons, di Lewis Mogridge, di induzione, etc.).

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    1. Uomo, basta solo immaginare una giornata senza usare nessun tipo di tecnologia (e che non sia un campeggio!).

      Son del parere che se la tecnologia c'è e il suo uso mi facilita il lavoro (in senso lato), allora vada usata...

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  9. Verificato in prima persona: viaggio in auto (con un furgone!) alla mirabolante media annua di 25.2 km/l, frutto di consumi che oscillano tra i 18 e i 32 km/l, secondo le condizioni di viaggio. Accendere il condizionatore provoca, per via dell'assorbimento di potenza dal motore, un repentino innalzamento dei consumi del 20%. Spegnere il condizionatore ha come risultato l'immediato abbassamento del consumo del 25%.

    Altra testimonianza diretta: sono molti coloro che viaggiano per abitudine col condizionatore acceso in auto, anche quando la temperatura esterna permetterebbe di farne a meno. Uno di costoro è il mio ormai anziano padre, che si è messo in testa che l'aria del condizionatore "lo fa respirare meglio". Lui, almeno, ha l'attenuante dei suoi ottant'anni, che aiuta a comprendere (pur senza giustificarle) certe fissazioni.

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  10. x Wannabe Figa:
    La mia domanda non era "E' possibile vivere (bene) senza tecnologia: puoi farmi un esempio?".
    La mia domanda era ed è : mi puoi fare un esempio di problema attuale vero che non sia risolvibile dalle conoscenze e dagli strumenti attuali e che necessiti assolutamente di nuova (e più) complessa tecnologia?

    Esistono persone che vivono bene con utilizzi molto scarsi o anche prossimi allo zero di tecnologia, ma io non mi riferivo a questi massimalisti. Noi abbiamo fatto quattro giorni così in Val Grande ed è stato pure 'na figata pazzesca. Per dire che alle volte gli scenari nuovi sono nuovi anche dal punto di vista del piacere, della qualità di vita etc. . Ma quello era un caso limite.
    Le tecnologie sono mature, diffuse. Quelle "nuove", rispetto all'aumento radicale in qualità di vita introdotte delle prime tecnologie (frigorifero, trasporti, telefono,tecniche e strumenti chirurgici ed odontoiatrici, etc.) sono a livello di pochi punti percentuali, con costi di aumento di complessità straordinari.
    Secondo Jonathan Huebner i tassi di innovazione globale considerati importanti per gli esseri umani sono andati diminuendo negli ultimi decenni, dal 1914, per mezzo di un'analisi dei brevetti degli Stati Uniti" (picco della tecnologia).

    x MrKeySmasher:
    La mia teoria è che l'energia non solo dovrebbe essere la più cara possibile ma che dovrebbe essere razionata per nucleo famigliare basato su tre persone (due adulti e un figlio).
    Se la sprechi per delle cazzate inutili poi non ce l'hai per innaffiare l'orto o per andare a farti la radiografia ai polmoni.

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    1. Ma caro Man, non è solo un problema di ecologia, risorse, di energia, tecnologia, ma anche (e soprattutto) di chi ci guadagna.

      Fai bene a focalizzare la questione sull'aspetto ecologico perché è importante ma, purtroppo, non è tutto qui.

      Privilegiare certe scelte e non altre. E' il discorso che tento di farti da tanto tempo, ma sembra che per te sia secondario. Invece, secondo me, questo è l'aspetto cruciale del problema. Le scelte chi favoriscono? Chi ci guadagna?

      Esempio: perché si insiste con il petrolio fino a che non sarà estratta l'ultima goccia?

      Perché si insiste a voler fare le grandi aziende come la Germania (territorio piatto - facili vie di comunicazioni - modelli abitativi urbani) quando noi abbiamo una storia e una struttura di Alpi/Appennini che privilegia il modello distribuito fatto di piccola impresa (siamo ancora la seconda manifattura d'europa, con tutta la crisi!) e modelli abitativi decentrati (comuni, distretti, piccoli centri)

      Chi ci guadagna?

      Cioè: come e perché si impongono certe "traiettorie" di sviluppo?

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  11. La questione non è se esistono problemi che possano essere risolti dalla tecnologia, per come la vedo io, ma se la tecnologia, progredendo, mi trova una soluzione più efficiente ed economica ben venga

    Poi è ovvio che esistano dei punti oltre il quale non conviene andare, perché i costi superano i benefici

    Ma se tutti ragionassero così non si progredirebbe (che non vuol dire per forza crescere)

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  12. Mah...
    Soluzione più efficiente?
    Per chi?
    Abbiamo introdotto milion mila automazioni, resi efficienti (?) le lavorazioni e siamo qui, nel 2014, come 50 anni fa, a lavorare 40 ore alla settimana?
    Cazzo è servita 'sta tecnologia?
    Se poi facessimo un'analisi qualitativa delle produzioni e servizi temo che la qualità degli anni 60 risulterebbe molto spesso superiore a quelle attuali.

    Anche il fatto che esistano moltitudini di senza lavoro e persone che hanno carichi sempre maggiori è un sintomo non trascurabile di un problema generale.

    Ecco, io non ho questa positività pregiudiziale nei confronti della tecnologia.

    La capacità di spesa è stata massima nella seconda metà degli anni 70.
    Poi, tante, cose, spiegate molto bene in questo lavoro di Gail Tverberg che è, IMHO, fortemente correlato al paradosso di Jevons.
    La tecnologia che alimenta i problemi che pensa di risolvere (tra i quali se stessa). Ancora la dinamica di proliferazione fuori controllo di un tumore.

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  13. A proposito, cercando nell'archivio di ottime cose a cui lavorà MrKeySmasher, ho trovato la traduzione italiana di Complessità, risoluzione dei problemi e società sostenibili di Joseph Tainter.
    Magari ne estrapolo un passaggio a mo' di introduzione a questa pagina.

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  14. UUIC: "Abbiamo introdotto milion mila automazioni, resi efficienti (?) le lavorazioni e siamo qui, nel 2014, come 50 anni fa, a lavorare 40 ore alla settimana?
    Cazzo è servita 'sta tecnologia?"

    Domande pesanti come il piombo che URLANO la loro richiesta di spiegazioni. Non avranno risposta, perché a chi ha in mano il manico del coltello non conviene dare risposte a questo e ad altri interrogativi. Nasci, produci, consuma, crepa ("cortesemente, appena cessi d'esser produttivo e senza pretendere indietro i soldi che hai versato per la tua pensione, ché quelli li abbiamo già usati per i nostri porci comodi" -- [un dirigente qualsiasi]).

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    1. Uhm...famme pensà...
      La teconologia è servita ad aumentare la produttività. Tu lavori uguale o di più e quindi a chi vanno i maggiori profitti?

      Ma no, dai. Ti rispondo mainstream:

      Eh, be', ma siamo un popolo di furbi e sfaticati, dobbiamo fare i sacrifici. La ggente rubbba le pensioni, oggi c'è la concorrenza dell'Asia.
      (ergo puoi anche abbassarti lo stipendio)

      :)

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  15. E va be', Man, t'ho risposto sul mio blogghe, perché qui 'sto giro la conversazione ha preso la strada della Tecnologia.
    E' un altro tema molto interessante, ma la mia risposta ai tuoi ultimi riferimenti sarebbe OT

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  16. È un progetto di alienazione di massa che inizialmente appariva al più come una dinamica generazionale e che invece, a mio parere, è assai più subdolo giacché interviene sulla possibilità di creare rapporti, dialogo, progetti che non siano l'attesa spasmodica del nuovo rumore in scatola. Un click e si spegne il mondo, robotizzando, lobotomizzando ogni cervello, anche il più remoto neurone d'un arco riflesso. Il Grande Fardello della solitudine associata! E allora, si, boicottiamo il bum bum, prima che sia troppo tardi e non ci si renda più conto semplicemente di non essere più!

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  17. x nottebuia.
    Ho commentato sul tuo blogghe :)
    Su molte cose siamo d'accordo, su alcune no.
    L'aumento di produttività è stato funzionale all'accelerazione delle dinamiche liquide all'interno della piramide capitalistico-consumista ovvero all'accelerazione della percolazione verso l'alto di risorse e potere.
    E' un po' sociologico ma descrive molto bene la realtà.
    Oltre all'utopia della decrescita c'è anche quella dell'equità e del non-sfruttamento.

    x MrKeySmasher:
    I soldi della pensione che tu ed io paghiamo con prelievi salasso dalle nostre buste paga finiscono alle moltitudini di
    o - pensionati baby
    o - pensionati di platino
    o - prepensionati
    o - pensionati finti invalidi
    o - pensionati d'oro
    o - pensionati d'argento
    o - pensionati minimi che non hanno versato un euro di contributi
    o - pensionati immigrati
    o - diversamente pensionati
    o - pensionati multipli
    o - ...
    Sprechi, frodi, ruberie NON sono solo ai vertici. Il problema è che l'intera piramide è basata su sfruttamento, dissipazione, appropriazione indebita.
    Questo è uno degli aspetti del conflitto intergenerazionale: intere generazioni che hanno vissuto oltre la sostenibilità creando sia il debito colossale attuale sia il parassitaggio previdenziale che pesa su coloro che ora pagano e non avranno mai un cazzo di pensione. Schiavi della non-previdenza altrui.

    x Giò:
    Benvenuto! Mi piace casa tua :)
    Descrivi la regressione cognitiva, sociale, della conoscenza indotta dalle tecnologie pro consumistiche di massa.
    Idioti che, nella loro città, imboccano contro mano il viale della stazione (non il vicoletto pincopallo) che conoscono da sempre perché il bavigatore li ha istruiti così.
    "solitudine associata" mi piace!
    Io peraltro, sono favorevole a dosi regolari e sufficienti di solitudine solitaria, non associata, uno dei grandi Horror Vacui di sempre.

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