giovedì 5 giugno 2014

Betulle - 8

(Betulle - 7)

Questa è stata la seconda giornata "facile". Io sapevo che la prima sarebbe stata impegnativa, anche solo per la sveglia (ore 4 e qualcosa, primo punto di incontro alle 5, secondo alle 5.30, partenza ore 6): la seconda quindi un po' meno impegnativa.
Questa è stata la prima giornata nella Valle Grande, in uno degli angoli meno frequentati di quella valle deserta di homo e straripante di vita.
Devo dire che il camminare è stato ravvivato da discussioni abbastanza vivaci, con le provocazioni di _rio e _imo, due compagni anarcomunisti che mi hanno dato, specie _imo, ripetutamente del nazista, visto che io confutavo regolarmente le loro posizioni su diritti, sullo strutturalismo, spesso complottismo, la mia enfasi su responsabilità e respons-abilità individuale contro il loro strutturalismo.
Ecco, la straordinaria selvaticità della Val Grande è proprio uno degli esempi del "In Natura non si mangia gratis", della biologia che non è antropocentrica, così straordinariamente anti morale nella sua etica.
I sentieri spesso tracce, (relativamente) pericolosi e per lunghi tratti per nulla segnati: in questo tratto essi si sono persi "a distanza di voce" due volte (io ero rimasto indietro con la persona più lenta). Avere occhio sulle tracce è questione di esperienza. Ehehe, il buon cattivissimo nazipastore ha riportato le sue pecorelle bipedi sul buon cammino. :)
Gli sconquassi della molta neve pesante che ha spaccato alberi secolari, rendendo spesso ancora più ardui alcuni passassi sui sentieri. Quello è l'equilibrio della Natura che troverà, nei SUOI tempi che non sono quelli frenetici di homo, il suo equilibrio. Il primo battibecco è avvenuto quando io mi sono rallegrato per la difficoltà dei sentieri, _rio aveva detto provocatoriamente che quella valle è esclusa a persone con minorazioni fisiche.
La mia risposta "Non c'è alcun diritto ad andare in montagna, la montagna democratica è la sua rovina, la grande sciagura" ha acceso gli animi. Sarebbe come se io mi lamentassi, rivendicassi il diritto a diventare un giocatore di basket professionistico che non sono diventato.

Un percorso straordinario per varietà, per scenari alpini, forestali, per i tre guadi attraversati, per le pendenze incredibili, infernali, vissute da dentro, per alcuni giardini botanici alpini attraversati, per l'isolamento percepito, per il bivacco di arrivo, uno dei più derelitti, a detta di alcuni, ma anche con un suo fascino incredibile, per alcuni alpeggi (come Biasciot) abbandonati, con la Natura che se li sta mangiando, prima le felci, poi i primi alberi, per gli squarci "E tu improvvisamente..."
Non sapevamo se avremmo trovato pentolame nel bivacco di arrivo, lo "scrauso"  ma ciò non ci ha fermato e ci ha premiato. Una notte con un temporale intenso. Entrava qualche goccia dal tetto in pietre, l'incuria avrà avuto ragione anche di quel bivacco. Ma eravano fuori da mondo, dentro di esso.
Ho notato che il fuoco interno senza camino non crea problemi, il fumo passa per il tetto e le correnti d'aria interne mantengono buona l'aria, solo un certo odore di affumicato.
Abbiamo trovato due locali, due maschi selvatici, per dirla alla Claudio Risé. Ci hanno raccontato un po' di storie sulla Val Grande, su come la vissero e la (non) vivono i locali.

Anche la storia di imbecilli che si inoltrano in essa senza alcun criterio. Richiedono poi interventi di elicotteri. Avevo detto che secondo me in Val Grande sarebbe opportuno che ne schiattassero un po' di più e che l'evoluzione del genere umano è finita proprio perché questi idioti non schiattano e vengono soccorsi ha rinfocolato le polemiche. Anche il soccorritismo ultra costoso a spese della comunità e che mette in rischio la vita di altre persone non è ecologico.
Quelle di _rio non così accese, come razionalista penso che si renda conto dell'irrazionalità di alcune sue convinzioni razionali.



































10 commenti:

  1. Purtroppo NON ho fotografato lo scheletro ancora abbastanza "fresco" (con tracce di tessuti organici molli) di una grossa pecora (ce ne erano alcune inselvatichite, ci hanno detto i due del bivacco di arrivo) ad un paio di metri dal sentiero.
    Immagine significativa più di ogni altra cosa del ciclo vita-morte che si celebra ogni giorno in Val Grande.

    Molto impressionante, devo dire.
    Un dettaglio emotivamente efficace del mosaico fantasmagorico della Valle Grande.

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    1. Dettagli che tolgono il fiato, tutti i km percorsi sono valsi fino all'ultimo.

      E sono anche felicissima che non ci sia il dettaglio splatter della pecora.

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  2. Ho letto anche gli altri post, hai vissuto una bella avventura.
    Ed hai fatto delle belle foto.

    Snobbo e selvatico. :)

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  3. Luoghi e foto ultraspettacolo!! Aborro anch'io il soccorritismo agli imbecilli.. come minimo addebiterei spese, straordinari e la rottura di coglioni difficilmente quantificabile...

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  4. "...come razionalista penso che si renda conto dell'irrazionalità di alcune sue convinzioni razionali"

    LOL, la frase finale vale da sola tutto il post.

    Grazie per aver condiviso le immagini e, soprattutto, per avercele fatte vivere nel tuo racconto. Davvero molto bello.

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  5. Dio che voglia di montagna.
    Discorso soccorso, bhe il più delle volte sono persone che determinati posti li conoscono, a perdersi.
    La superbia a volte fa perdere la bussola.

    Bel viaggio fotografico in questo post

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  6. quelli che necessitano dell'intervento dell'elicottero meritano il divieto di andare oltre i 400 metri di altitudine

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  7. La montagna mi piace da morire, e non lo sapevo.
    L'unica pecca. La mia totale incapacità di "vedere la traccia". O seguo dei passi, o mi perdo, è garantito. Mentre lo scrivo penso, che forse questo spiega tante cose.

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  8. x Wannabe Figa:
    Eppure, quello scheletro di pecora sotto il sentiero, dopo l'alpe Biasciot, prima di In La Plana, è stato uno dei momenti dove la selvaticità della Val Grande si è esibita con maggior intensità ed efficacia emotiva.

    x Clorinda:
    E sono poca cosa.
    "Snobbo e selvatico" mi piace molto. :)
    Ho cacciato via quelle così così e quelle mosse.

    x Nuvola Sospesa:
    E' quel posto strabiliante. Una sorta di giardino alpino pazzesco esteso per oltre 14k ettari.
    Tu togli homo e osservi come la Natura torna lussureggiante e nella sua più esuberante, rigogliosa bellezza. E' .. sconcertante.

    x franco battaglia:
    Dovrei raccontare la storia di due ciaini idioti saliti nella neve con le superga in tela alla Colma di Premosello, dissuasi in tutti i modi possibili dai locali (la donna parlava bene italiano, non si può neppure dire che non avessero capito).
    Se fossero crepati sarebbe stato un bene per l'umanità.
    Due in meno.

    x nottebuia:
    Il problema è che le utopie razionali non funzionano.
    Le distopie irrazionali sì.
    Allora, razionalmente, è necessario abbracciare il paradosso che la realtà NON è razionale, culturale, è straordinariamente influenzata dalla biologica e prenderne atto. La biologia funziona ancora in modo pavloviano: ma se accenni alla strategia de "la carota e il bastone" ad un anarchico, questi va in crisi e non lo accetta.

    x Colomba:
    Hai abbreviato il tuo nome di rete, non c'è più il Mérimée. Meno esotica ma anche meno da digitare.
    Coloro che conoscono bene questo tipo di realtà corrono il rischio della sottovalutazione del rischio. Questo è noto.
    Il viaggio continerà, ci sono ancora due giorni da fotodocumentare.

    x Francesco:
    Io temo che i costi elevatissimi rimarranno, per lo più, a carico della comunità.
    Mah, ci sono pure quelli che bevono 'na birra ghiacciata e poi si tuffano nel Panaro o nel Ticino, quelli che col mare grosso e vento che tira al largo entrano in acqua, etc. Il criterio altitudine è inefficace, direi.

    x gioia:
    Quando la Natura ha modo di riprendersi e può esibire la sua bellezza integrale, allora i posti diventano belli.
    Immaginati un tumore urbano, prendi Napoli o Milano o Roma.... Immagina che il 90% delle superfici artificiali, degradate e alienanti, tornino campi, parchi con alberi secolari, verde diffuso, querce e romiglie.
    Anche una cosa urenda con del verde diventa bella, molto bella.

    Io conosco bene le alpi centralil, retiche.
    Lì è praticamente impossibile perdersi: la sentieristica è quasi asfissiante. Mancano solo i semafori, i lampioni (i pedogrill li hanno già messi ovunque) poi la struttura per il turismificio sarà completata.

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