mercoledì 2 novembre 2016

Non esserci per il mondo

Ho passato il ponte di Ognissanti a lavorare.
Ho testa, membra, ogni pelo intrisi di una miscela bizzarra di ansia, foga e pathos creativi, frenesia, preoccupazioni. Sì, anche preoccupazioni.
Oltre ad essere molto stanco, per i carichi. Giorni passati senza che me ne accorgessi, non sono esistito per il mondo.

Ho un caro amico tanghero, _aceri, che conobbi con _tta la sua compagna non compagna, ai corsi primi passi. Un bell'uomo, colto, brillante. Ecco, gli si è spappolato mezzo cervello per un grave ictus. Operazione salvavita e adesso è lì così, a metà, un piede di qui ed uno di là, tra morte e vita. Avevo pregato per lui, che andasse o rimanesse intero. Invece non è avvenuto, ci sono probabilità sia non poco un vegetale, che non ci sia per il mondo. Terribile.

Ho avuto qualche ora felice, con _mlero, lunedì da tarda mattinata fino a martedì mattina.
Tornerò anche al diario.

34 commenti:

  1. Ho una zia che ne ha subito uno pochi mesi fa.
    Mentalmente è lucida, pare, ma non parla e non muove metà del suo corpo.
    Mi spezza il cuore vederla così.

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    1. La medicina ha successo e salva coloro che una volta passavano all'Altromondo.
      A volte lascia delle piante da vaso.

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  2. Mi spiace per il tuo amico, un abbraccio.
    Noi week-end su e giù per l'Italia tra mostre d'arte concettuale cinese (magnifica mostra!!!!!!!!!!!) piazze, palazzi e fiere di cose giuste e poi lavori a casa a disfare l'orto e a portar su legna per il camino.

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    1. Beh, a me la legna, lavorarla, Baffus, da' il gusto di muovere il corpo, di sentire che ho ossa, muscoli e che sono ancora vivi.
      Ecco, legna e orto svettano, direi, in base ai miei gusti.

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  3. Terribile condizione, hai pregato per ciò che è giusto;
    speriamo se ne vada del tutto.

    ===

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  4. già detto, dio non esiste proprio perchè a qualcuno toglie a qualcun'altro aggiunge

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    1. Dal punto di vista scientifico non e' possibile dimostrare la non presenza, l'assenza di alcunché in sistemi aperti.
      Con raziocinio massimo direi che puoi solo essere agnostico.

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  6. Uomo, ma una visita all'amico magari? Io preferirei che in caso di malattia qualcuno mi venga a trovare piuttosto che si metta a pregare per la mia dipartita...sempre toccando ferro.
    É stato provato che anche persone in stato di seminciscienza riescono a sentire la presenza affettuosa di amici e parenti. Ecco, io un salto ce lo farei.

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    1. Mi hanno detto che non e' ancora il momento. Sarei andato oggi...
      Ho pregato che si compia cosa egli desidera. Per me, vale sempre meglio morto che vegetale.

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  7. E' difficile anche per l' "aiutino" peloso che arriva da alcuni rami della cosiddetta "scienza medica" (al tempo stesso pilotata dalle e pilota delle scelte legislative che impongono certi comportamenti anche a quei pochi medici che sarebbero di diverso avviso). Eh, ma sai che bel giro di soldini che ne deriva? Mica vorresti che ci si rinunciasse, no?

    Poi ci sono i familiari, e anche lì in genere non va molto meglio.

    N.B. Qualora ti venisse il dubbio... il sarcasmo non è rivolto a te.

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  8. Aggiungo, per chi è genitore: far presente ai propri figli "in età" che la vita non ha senso (ed è anzi un percorso di miserie assortite), chiedere loro perdono per quella scelta incongrua posta tramite la quale è stata imposta loro la vita, pregarli/implorarli di non ripetere l'errore... chi lo fa? Tra le persone di una certa età la presa di coscienza è più diffusa di quel che si ama ammettere, però non sono a conoscenza di uno che sia uno che si sia preso il mal di pancia di ragionare coi propri figli sul significato e sulle conseguenze concrete dell'imporre la vita a chi non esiste. Magari portandoli in "visita guidata" a qualche ospice per terminali. Per quanto occorra ammettere che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, almeno provarci sarebbe meritorio.

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  9. Ho letto i commenti. Risponderò appena possibile.
    Buongiorno a tutti.

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  10. Mi dispiace molto per il tuo amico Uomo. Come sai io ho Fede e sono convinta che nulla avviene per caso, anche cose tragiche come questa. Spero che troviate una risposta al perché, che la sua famiglia trovi di nuovo la serenità.

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    1. Il mio amico non so se abbia fede nel senso comune del termine. Certamente aveva uno spirito di abnegazione e di aiuto per il prossimo che io trovavo, semplicemente, sconcertante nel momento in cui egli diventava una sorta "servizio" di aiuto e soluzione di problemi ai quali molti attingevano a piene mani.
      Una di queste persone era la sua ex, figlia di un imprenditore emiliano, che scarivava i suoi molti problemi sul mio amico. Ora, pero', ella gli e' vicino e lo assiste in ospedale da giorni.
      Anche in questo c'e' un senso. Bisogna allargare gli orizzonti temporali.

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  13. io...ho chiesto espressamente a chi mi sta vicino così come a mio figlio, che se dovesse subentrare una patologia che non mi consenta di poter " capire" e dunque non poterlo fare da sola, di lasciarmi andare. Che fare la pianta d'appartamento, non ci tengo per nulla...nel caso di "coscienza" ci penserei da sola.
    la Vita quando non può svolgersi sulle proprie gambe (per dire) non ha alcun senso diventare di penso per altri.

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  14. Mi riferivo al far notare ai propri figli ormai cresciuti e in procinto di "metter su famiglia" quanto è inopportuno imporre la vita a chi non è ancora nato, chiedendo perdono per l'errore a propria volta commesso in gioventù nel metterli al mondo (probabilmente per l'incoscienza propria e per il colpevole silenzio dei più anziani che hanno a loro volta taciuto).

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  15. Ovvero, l'unica via d'uscita sarebbe l'estinzione completa della specie umana?
    Mah. Sono molto perplessa.

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  16. Eh, hai voglia l'estinzione completa... porrei l'asticella dell'obiettivo un poco più in basso, su un livello personale. Anche perché ognuno è responsabile degli esiti diretti delle proprie scelte. Io le mie le ho fatte e mi sento a posto. Tanto mi basta.

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  17. Io, però, non mi voglio estinguere a livello personale... nonostante la vita dura e ingiusta e il fato (avverso o benevolo, cosa sia non si sa ed è pure mutevole).
    Appunto, sono scelte.

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  18. Leggevo qualche giorno fa il seguente articolo:
    The macabre fate of beating heart corpses.

    La parte finale dice:
    And things may be about to get a lot more complicated. At the moment, doctors are bound by the “dead donor rule”, which asserts that no organs can be removed until a person is dead – that is, totally brain-dead or with a heart which has already stopped beating. But some people, including Veatch, think this should change.

    They have proposed the “higher brain” definition, which means a person isn’t dead when their heart stops beating, or even when they stop breathing – a person is dead when they lose their “personhood”. Those with crucial parts of their brains intact and the ability to breathe independently would be dead so long as they could no longer have conscious thoughts.

    By loosening up the definition a little further, transplant doctors would have access to a much larger pool of potential donors than they do at the moment and save countless lives.

    Death isn’t an event, it’s a process – but after thousands of years of trying, we’re still searching for something more definitive. It doesn’t look like this is about to end any time soon.


    Lo trovo piuttosto inquietante.

    Comunque, anche io, se potessi scegliere come morire, sceglierei di andarmene in un colpo solo.

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    1. Alla larga dai Frankenstein del trapianto, una delle truffe sanitarie più "corpose" del momento (tra le tante). Parlo per cognizione di causa.

      Il sospetto è che, per l'ennesima volta, dietro ai pretesti "umanitari" si nasconda il gusto per un lucroso giro d'affari condotto sulla pellaccia altrui e senza la benché minima considerazione per le sofferenze inflitte (ai trapiantati, nè, mica agli espiantati, senza contare le ricadute in termini di vanificazione della gratuità del sistema sanitario per i malati "ordinari").

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  19. Vorrei sollevare un dubbio, nel pessimismo di Lorenzo, di MrKeySmasher.
    Sicuramente avete memoria viva di molte cose belle della vostra vita, di una vita che ha un valore in sé e che non ha senso scarnificare di domande che non hanno senso in quanto prive di risposta. Se ponete attenzione sulla meta, vi perdete la vita stessa che e' il cammino in sé, non certo la meta.sta nel non chiedersi che senso abbia.
    Fare il proprio dovere, fare qualcos, anche poco, per migliorare voi stessi e l'ambiente in cui vivete e lasciarlo un po' anche solo poco, meglio di come lo si è trovato.
    E' di grande consolazione e aiuto, lenisce un sacco di dolori d'anima piccoli e grandi.

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  20. Esse, sebbene io sia attento ad automomia e indipendenza fino a farle diventare ragioni di vita, devo dire che, da osservatore esterno, queste disgrazie hanno anche alcuni lati positivi. In una risposta sopra ho citato la compagno o (ex)compagna - francamente non è chiaro se esista ancora e come una relazione tra i due - che dopo aver preso tanto, molto, oltre l'umanamente sopportabile (per me) ora trova una soddisfazione e un modo di ripagare il proprio debito esistenziale, assistendo il suo (ex?) compagno ovvero mio amico.
    Comunque, anche io preferirei staccare spina,tubi o quant'altro per impedire di farmi diventare una pianta da appartamento.

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  21. Bulutn: "Io, però, non mi voglio estinguere a livello personale..."

    Mi spiace, Bulutn, ma a livello personale ti estinguerai esattamente come accade a CHIUNQUE tra coloro ai quali viene imposto di nascere. Ma proprio tutti, nè, senza esclusioni. Non puoi farci niente, altri han deciso il tuo percorso e non puoi deviarne.

    A livello personale uno può invece decidere se vuole essere o non essere responsabile di questo ineluttabile dato di fatto per quel che riguarda la propria progenie che, al momento della scelta, ancora non esiste. Lasciare che continui a non esistere significa non condannarla a morte certa, probabilmente dopo un percorso di sofferenza più o meno intensa.

    Lorenzo, a questo giro sei stato, è vero, molto realista. Prendere atto di quel che osservi, però, pare non sia da tutti.

    UUIC, l'attenzione non è tanto sulla propria meta, piuttosto sull'opportunità di imporre quella meta a chi potrebbe restare fuori dal meccanismo. A uccidere non è il Padreterno (quello, al più, serve come alibi), è chi genera nuove vite. Niente vite, niente morti.

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  22. No Scassatasti. Lei morirà. Tu ti estinguerai, tu che quasi compatisco per la tua piccolezza, piccolo a sufficienza da considerare senza senso la vita. Forse la tua lo è. Quella della maggioranza delle persone non lo è, perchè per qualcuno quelle persone sono importanti. Ti compatisco per quanto vuoto sei.
    E continuo a trovare abominevole che tu sia un insegnante.
    Scusa Uomo, non era questo il post giusto per essere così diretti, ma ho resistito anche troppo a lungo.

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  23. Alahambra, guardati allo specchio e inorridisci.

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  24. Tu deprechi la vita, consideri senza senso l'esistenza, propugni l'estinzione globale augurando quindi la morte a tutti, hai a che fare tutti i giorni con ragazzini di 11/13 anni cui ti vanti esplicare queste tue teorie e sarei io quella che deve inorridire? Inorridisco certo, ma di sicuro non per me.

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  25. MrKeySmasher: Ecco, il fatto che tu sia un insegnante mi lascia molto perplessa.
    Se i miei figli venissero a casa e mi dicessero "la maestra sostiene che la scelta più responsabile è di non avere figli, anche potendo averne e avendo ragionevolmente i mezzi per mantenerli" io gli direi "Ma che stronzata! Ve lo dice perché vuole convincervi a estinguervi mentre lei e i suoi amici si moltiplicano e prendono il controllo di tutto!"
    Una esternazione brutale...

    Io credo che ogni essere umano normale desideri avere dei discendenti propri, che possono essere del proprio sangue o figli adottivi, che però vengono cresciuti come propri. Il motivo principale è l'istinto a tramandare i propri geni, a perpetuare la propria "stirpe", a tramandare i propri valori.
    Io non posso che ringraziare i miei genitori che mi hanno messo al mondo. Nonostante tutte le difficoltà che ci sono state e che un giorno verranno (che diventano sempre più grandi). Ma adesso, io sono davvero convinta che se io esisto è un bene per me e per chi mi ha messo al mondo e per chi io ho messo al mondo, in primis, e per tante altre persone con cui mi trovo a interagire. Io ho potuto avere figli e ne sono felice, al netto di tutti i sacrifici. Farò di tutto per farli crescere al meglio. Poi, nulla si può contro il destino.

    C'è una sola osservazione/obiezione al mio discorso, una sola che posso ragionevolmente accettare... ma non ti dico quale è! :D
    Se ti va, la trovi da solo!

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  26. Punto primo: non parlo di queste cose ai ragazzini (svolgo un lavoro, non una missione, e nel mio mansionario non è previsto ch'io parli di queste cose mentre sono in servizio), per i quali tra l'altro, pur al netto di certi umanissimi e sporadici momenti di "nervosismo", nutro profonda empatia e talvota compassione. Fintanto che non compiono la scelta di divenire genitori, loro sono le vittime.

    Punto secondo: ognuno è responsabile delle proprie scelte - io ho fatto le mie, decidendo di non imporre la vita ad alcuno, e di questo sono responsabile; chi ha fatto la scelta opposta, di quello è responsabile. Punto.

    Punto terzo: difficilmente ricorro all'insulto per primo, perché lo ritengo inutile se non dannoso, fatte salve alcune rarissime circostanze che non si verificano certo in un luogo di discussione "virtuale" con sconosciuti. Molte volte, per le stesse ragioni, evito di rispondere all'insulto ricevuto e, quando replico "per le rime" cerco di farlo senza esagerare, senza lasciarmi andare oltre certi limiti.

    Poi vedete voi, siamo in un Paese dove si dice che esista la libertà di avere ed esprimere opinioni, quindi potete esprimervi senza problemi particolari.

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