Per fare un raffronto, Google stimava, per l'auto
- 55' di tempo per lo stesso itinerario (il più breve, passando per il centro)
- da 16' a 35' di tempo, via tangenziale (18 km e rotti).
La bici si rivela vincente anche su distanze medie. E non è certo il clima un ostacolo: nei paesi nordici, dal clima molto più rigido, essa è molto più utilizzata.
Certo, bisogna vincere la resistenza della mente pigra che anche per me punta i piedi (ieri, oltre tutto, piovigginava), la stessa mente pigra che si oppone al movimento fisico in genere. Si può usare la mente meglio e ancorarla, emotivamente, alla sensazione di grande benessere, di energia e tonicità, persino di buona stanchezza fisica, che il movimento fisico dà.
Certamente c'è una questione sicurezza: molti automobilisti sono persone cialtrone e lo sono anche nel traffico e il fatto che non usino la bici li rende ignoranti su alcune regole e buone pratiche. Tutto ciò comporta un certo rischio se non si usa la mente preventiva (io intuisco quando alcuni di questi tipi girano a destra senza segnalarlo, ad esempio, quella del mancato uso degli indicatori di direzione è un orribile malcostume italiota non sono a conoscenza di tasse sull'uso delle "frecce" - *).
Del tutto inutile dirlo alle moltitudini di pigri, fanatici, statici, autossicodipendenti sprofondati, da soli, nelle loro auto, in lunghe file se semiimmobili.
E' il progresso, non si può tornare indietro! E comunque non si è mai stati bene come si sta oggi, altro che. (sarcasmo)
RispondiEliminaCosa c'e' di peggio di un cretino? Un cretino con uno strumento.
EliminaCosa c'e' di peggio di un cretino con uno strumento? Un cretino con uno strumento e disponibilita' di energia.
Il progresso regressivo.
Progresso deriva da progredire, che significa semplicemente andare avanti, muoversi verso una destinazione. Per quel che ne so.
EliminaUna bella domanda? "Qual è la destinazione?"
Ognuno la vede alla sua maniera. Direi che chi tiene il timone la vede un po' diversamente da come la vedo io, epperò dissentir non c'è concesso.
A chi mancherebbero le basi? Guarda che il significato di progredire (per umiltà, ho appena controllato, che non si sa mai) è proprio quello che ho indicato.
EliminaAvresti potuto limitarti a mettere i tuoi soliti puntini sulle "i", che magari ci stanno pure bene e che avrei letto volentieri, evitando il cappello acido. Ma non ne sei capace, nonostante il supporto degli ippocampi e perfino di quello dei monoplacofori sottostanti.
Sai che ti dico, carissimo? Che puoi prendere il punto in cui ti trovi come centro del tuo sistema di riferimento, quindi avviarti fin d'ora progredendo nella direzione che preferisci per raggiungere proprio quella destinazione verso la quale puoi immaginare che io ti stia mandando. Sì, quella. E non dimenticarti di misurare lo spostamento, lungo la strada.
EliminaSignor so-tutto, impara a leggere capendo quel che leggi. "Prendere il punto in cui ti trovi come centro del tuo sistema di riferimento" non significa che devi prendere te stesso come punto di riferimento, bensì che devi prendere come centro di quel sistema il punto in cui ti trovi, che è altro da te (anche se ho ben capito che in un angolino del tuo cervello, per altri versi più che abile, alligna l'idea d'esser tu stesso il centro d'ogni sistema di riferimento; che è poi la definizione stessa di egocentrismo).
EliminaLa questione degli otoliti c'entra come il classico cavolo a merenda. Ora partirai probabilmente con un pippolotto su quanto sia salutare mangiare crucifere a merenda, passando poi a stimolanti dissertazioni sull'etimologia del termine "crucifere"...
Cerca di dominarti, perché dai l'idea d'esser preda di qualche forma compulsiva (della quale magari sei pienamente consapevole). Detto questo, cesso di stuzzicarti, perché m'è appena balenato il sospetto che potresti essere incolpevole del tuo stato.
Una canzone su misura per te, manco fosse una giacca di sartoria. Viene addirittura il sospetto che possano averti incontrato e averne tratto ispirazione.
EliminaNon ho letto tutto per mancanza di tempo.
EliminaHo però l'impressione che Lorenzo si sia perso in dettagli perdendo di vista il senso dell'affermazione di MKS, critica rispetto al "progresso" come valore in sé.
Alla fine, rileggendo qui e là, non siete neppure troppo lontani.
Il progresso, secondo alcuni, è la barbarie dei bambini scelti da abbienti onosessuali e fatti fabbricare da macchine riproduttrici umane.
Il progresso è l'inferno multietnico che i mondialisti- no borders - (post)comunisti - razzisti anti stanno realizzando in Europa contro le genti europee.
Il progresso è la cazzata immane delle rottamazioni per le auto elettriche e tutte queste mode non se se cretine o scellerate.
Per me che sarei un restauratore, altro che conservatore, questo progresso, rispetto al sistema di riferimento che adotto, è un andare verso il peggio, verso la barbarie e la tirannia dell'artificiale.
No grazie.
In Germania e Austria ci sono ciclabili extraurbane, talvolta le si vede ai lati delle strade.
RispondiEliminaE' la cultura con le diversita' nazionali.
Mai capito perche' gli italiani sono cosi' patologicamente ostili a bici, ferrovie e mezzi pubblici e cosi' autossicodipendenti.
Tutto cio' oltre ogni ragionevole considerazione.
Scrissi delle estenuanti discussioni con A-Woman sul fatto di usare l'auto o altri mezzi di trasporto.
Anche l'antiurbanistica italica e' fatta a misura d'auto. Un tessuto di pessime pratiche e di orribile antipolitica.
Comunque, lunedì, sono andato al lavoro in bici anche con la neve.
RispondiEliminaSplendido.
Osservavo i visi stralunati con due occhi come fanali di persone che mi guardavano passare come fossi un marziano.
Una soddisfazione anche solo per quello, dimostrare che si può usare la bici anche quando nevica.
Goduria!
> è la parte che maggiormente si riproduce e contribuisce al totale
RispondiEliminaGià!
Le dinamiche della crescita demografica esplosiva sono molteplici: dalla peggiore pratica antibiotico sì - pillola no, alla volontà di egemonia, da tradizioni anacronisitiche (e già deleterie) a inquinamento religioso.
RispondiEliminaInsomma, più sono messi male e più fanno figli, più conigliano e più stanno peggio.
> per consentire la "de-crescita" demografica bisogna procurare una incredibile "crescita" socio-economica di quella parte di umanità che adesso definiremmo "sotto-sviluppata".
>
> Questo manda in cortocircuito
Paul Chefurka fu tra i primi ad utilizzare l'efficace metafora dello Elefante in una stanza.
Un problema che non ha soluzioni accettabili.
Ma un problema ha sempre soluzioni. Se tu fai uscire il cruento dalla porta, esso rientrerà moltiplicato dalla finestra. Anzi, entra con le navi delle ONG scafiste, con la magistratura rossa, con le associazioni scafiste come l'ASGI, etc. .
Uno strato di masosadici sinistranti che lavorano alacremente a diffondere il disastro.
La decrescita intelligente è tutt'altro che rozza e usa molto la tecnologia: è sufficiente pensare alle tecnologie di rete e ai relativi paradigmi.
RispondiEliminaSolo dei coglioni potrebbero pensare di tornare a vivere come anche solo 80 o 100 anni fa.
Vedi, io ritengo proprio il contrario, che solo dei coglioni possano credere alla crescita.
RispondiEliminaAllora, sul Corriere appare una frase del ministro tunisino di non so che cosa secondo il quale i migranti avrebbero il diritto (?) di andare nei paesi di "accoglienza".
RispondiEliminaTunisi sta puntando i piedi e non vuole riprendersi più le proprie risorse.
Vedi, il problema si risolve molto velocemente: si tagliano le rimesse, si danno regole di ingaggio secondo cui ogni natante, dai gommoni alle navi scafiste delle ONG, magati cariche di vari collaborazionisti, vengono mitragliati se alla seconda o terza intimazione non cambiano rotta.
Le soluzioni esistono sempre.
> affermare A e Non-A nello stesso momento
RispondiEliminaCome la demenza di affermare una crescita esponenziale finita in un pianeta finito.
Ahah, Lorenzo, oggi le comiche!
A volte vuoi fare il cretino.
RispondiEliminaE' semplice matematica: non è possibile una crescita esponenziale infinita in un pianeta finito.
E' inutile che ti arrampichi sugli specchi o che la meni tanto sul Sessantotto, la contemporaneità, le elite apolidi, etc. .