Sempre più rara, sempre più preziosa.
Dopo cena, ieri notte, Rosa Canina ed io abbiamo camminato un po', nel silenzio, nel bianco, in questa magia sempre più rara.
L'inverno perde sempre più spesso il sentiero |
Tornando, lassù, la finestra di casa che dà sulla quercia grande. |
Ah, meraviglioso incanto. Qui da me in Sicilia solo pioggia e nebbia fitta. Cercherò la neve sull'Etna e sui Nebrodi- e il solo pensiero di fermarmi in qualche bivacco e accendere il fuoco nel camino, mi procura un piacere quasi fisico.
RispondiEliminaCamminare su tre cm di candore soffice che scricchiola sotto i piedi, milioni mila ricami candidi intorno.
EliminaTalmente raro che ė una meraviglia in sé.
Ci siamo fermati vicino ad un lampione, alla chiesa, silenzio e dal cielo scendevano milioni di fiocchi, uno vicino all'altro, uniformemente (stessa velocità), milioni di cristalli bianchi magici! Meraviglia!
Anche la sinestesia del freddo / caldo fa parte del gioco.
Bellezza e piacere!
Il buon vivere è nella mente di coloro che riescono a coglierlo, ad apprezzarlo.
Buondì Lupo libero!
Sarà che ho l'anima padana, col Po che mi ha fatto da papà e da fratello, incuneato tra le risaie della Lomellina e le colline del Monferrato, però esorto a non sottovalutare il fascino avvolgente e tranquillizzante della nebbia, la sua capacità di evocare un livello d'introspezione altrimenti difficile da raggiungere. Ci si avvicina il buio della notte, ma le stelle e la luna distraggono portando troppo lontano lo sguardo, allontanando il pensiero da se stessi. Ridatemi la nebbia almeno per qualche mese all'anno, ferma nell'aria con le sue sorelle rugiada e galaverna!
EliminaEro appena adolescente, i miei andavano a trovare amici nella bassa lombarda, nebbia, rogge, silenzio, i profili dei pioppi a sfumare nel grigio, profumi di polenta, bolliti, tortelli di zucca, umido di chiodini, il suono delle campane ogni ora.
EliminaA quel tempo i paesaggi erano integri, i capannoni 1/100 degli attuali.
Amo la nebbia, messer Pigiatasti.
Grazie per averla ricordata.
molto belle, specie la prima foto.
RispondiEliminaIn attesa del diluvio che presto laverà via tutto adesso anche qui il paesaggio è suggestivo. 5 cm bagnati, ma guardando dalla finestra ci si può illudere che siano soffici ...
Lorenz
Grazie, Lorenz.
EliminaMa con la neve Lorenzo metterà le catene alla motoretta?
RispondiEliminaIo lo feci, da ragazzotto, con risultati tragici! Forse perché non disponendo di catene tentai di arrangiarmi con una corda avvolta a spirale attorno al cerchione. Non fu una buona idea, visto che finii per terra prima ancora di uscire dal cortile... :)
EliminaP.S. Nessuno si fece male, vista la velocità irrisoria.
...e comunque non avevo una motoretta, bensì una splendida Honda CB125S. Qui da noi non ne vendono più di moto del genere, ora vanno di moda quelle inguardabili "moto Mazinga" disegnate da stilisti psicopatici.
EliminaDice l'uccellino che quel tale Lorenzo essendo nato in un'epoca in cui nevicava tutti gli anni, in cui la "sicurezza" non era nella macchina ma nella esperienza e non essendo un terrone col cappuccio bordato di pelliccia, sa guidare qualsiasi mezzo sulla neve, dalla bicicletta all'autocarro. L'uccellino dice anche che non ci vuole una grande scrienza, basta andare piano e tenere il motore sempre "in presa". Infatti quello che ti frega quando guidi è la combinazione del peso del veicolo e della velocità, combinazione che fa in modo che il veicolo tenda ad andare per conto suo ogni volta che cerchi di cambiare la velocità come vettore. L'uccellino presume che Lorenzo non vada in motoretta con la neve, perché significa andare a passo d'uomo e non avrebbe senso ma che piuttosto vada a piedi, infatti pare che quel tale abbia ancora da parte le ciaspole della naja alpina, durante la quale aveva l'incarico di "conduttore automezzi", da cui l'autocarro, su per le stradine di montagna. Per il lettore fico d'india, le ciaspole in origine erano delle assicelle di legno spesse un centimetro e alte cinque centimetri, piegate e chiuse ad anello in una forma a fagiolo di circa 50cm per 30cm, con una rete di corda nel centro, che si legavano sotto gli scarponi a fare l'effetto della "racchetta da neve", in sostanza diminuisce la pressione per centimetro quadrato aumentando la superficie su cui si scarica il peso, cosi il piede affonda di meno. Oggi le ciaspole le fanno di plastica, ovviamente. In condizioni urbane basta un paio di scarponi. Secondo l'uccellino, il tale Lorenzo possiede un numero imprecisato di paia di scarponi, perché cammina.
EliminaSe qualcuno si vuole divertire, sopratutto se di mestiere fa il carrozziere, suggerisco di mettersi a guardare nei pressi di una delle rotonde lungo i viali di Milano. Data la popolazione meticcia e "giovanile", appena le condizioni meteo non sono quelle "normali", ogni tre automobili ce n'è almeno una che arriva alla rotonda sparata e non riesce a frenare o a girare e va a sbattere.
L'uccellino dice che il tale Lorenzo in gioventù si facesse dare le chiavi dell'auto del babbo, uscisse dopo nevicata, cadesse dentro buca sfondando una ruota e conformente alle usanze dell'epoca, non chiamasse il babbo ma cambiasse la ruota a tentoni in mezzo alla neve, di notte per poi andare la mattina dopo dal gommista a fare riparare la ruota, usando i suoi sudatissimi risparmi ricavati da una paghetta che bastava appena per comprare le penne biro. Altri tempi, altra neve, altri babbi dell'Antico Testamento.
Sì, in moto sulla neve si va a passo d'uomo e... gambe larghe. Si va comunque, ma non ha molto senso (però, mi raccomando, senza corde avvolte attorno alle ruote, che è un suicidio).
EliminaIn auto invece ho un approccio concettuale diverso (meno da "scienziato" e più da praticone) che porta agli stessi risultati: immagino che l'auto sia una specie di barca e, come è noto, con le barche non sterzi di botto, non parti sgommando, non freni in un metro -- metti in conto l'inerzia e cerchi di "convincere" con le buone e tanta delicatezza il mezzo ad andare dove vuoi tu e non dove vuole lui, sempre dosando le pretese in modo molto prudenzialmente realistico. Nei casi più estremi, giova essere pronti a parcheggiare appena possibile, chiudere le portiere e affrontare n km a piedi, che richiedono tempo ma non uccidono nessuno. In questo modo, mai avuto problemi.
P.S. Ieri mattina prima di "imbarcarmi" ho caricato in auto pala, coperta, guanti pesanti, scarponi e mutanda lunga, che non si sa mai come finisce la giornata.
Grazie per le vs. testimonianze. Responsabilizzare i ragazzi è l'unico modo per educarli e portarli alla maturità.
EliminaNon può essere fatto da immaturi-irresponsabili ugualizzati al peggio.
Nelle occasioni di forti nevicate, in auto, io aggiungo palla, sega. Guanti impermeabili spessi sono già con le catene.
Ai danni della "educazione anti", sessantottina / ,alla dottor Spock, si aggiunge l'impossibilità di esercitarsi dovuta alla mancanza di nevicate.
L'inettitudine dilagante emerge chiaramente con qualche cm di neve.
... io aggiungo pala, sega; i guanti impermeabili spessi ...
EliminaIo imparai a "guidare" bene in bici e in auto su strade bianche studiando (a scuola guida), ascoltandoni veci, facendo prove ed errori andando oltre il limite.
EliminaE' la Vita, signori.
Non "esattamente" conforme ai dettami del politicamente corretto. Mi piace quando la vita, la realtà schiacciano questa fuffa.
Devo cercare la pala col manico a misura di auto che mi fece mio papà. Non risolve tutte le situazioni, ma può aiutare.
EliminaNon risolse quando con lo spazzaneve schiacciarono due metri di neve all'imbocco della stradina, e dopo aver impiegato un quarto d'ora per percorrerla mi toccò impiegarne mezza per tornare indietro in retro, tra i solchi lasciati da chi aveva tentato prima di me. Nevicate così non se ne vedono da anni, ma se ci fossero stati un paio di gradi in meno ora saremmo nella stessa situazione.
Una conseguenza del Mondo Nuovo è l'infantilismo e quindi la gente è abituata a trovare "normale" che quando ti viene in mente una cosa, la fai. Non è richiesta la capacità di valutare la situazione e di regolarsi di conseguenza. Tutti devono andare in giro con lo scemofono che li sorveglia, metti che si perdano o cadano in un dirupo. Come i bambini.
EliminaNel fu Bel Paese la circolazione in moto con neve è vietata dal codice della strada. In Germania invece ti vendono le catene omologate e vai anche con mezzo metro..
EliminaA me è capitato di essere sorpreso varie volte dalla nevicata mentre ero in giro in moto oppure ero in ufficio. Non potendo piantare la moto e tornare a piedi, sono tornato a casa in moto. Non è impossibile se stai sulla traccia pestata dalle automobili, basta andare piano e stare attenti ad accelerare e frenare. La cosa peggiore per la moto non è la neve ma il ghiaccio, perché te lo trovi davanti all'improvviso. Se usi la moto in inverno e esci dalla città, è facile prendere una curva e trovare una lastra di ghiaccio, specie alla mattina o alla sera tardi. Io sono andato in terra due o tre volte e siccome vado piano non è un dramma, sono terrorizzato invece di essere tirato sotto da un'automobile che mi segue o che viene dalla direzione opposta, perché il mondo è popolato di tarati che non ti lasciano lo spazio e vanno troppo forte.
EliminaIn Germania, da molti anni, esistono i fai-da-te (self-service) per il rifornimeto di GPL.
EliminaClaudia, usata la pala oggi, per liberare l'auto dagli accumuli lasciati dallo spazzaneve. E' servita!
EliminaPuò essere utile anche per uscire da un pantano, per creare uno strato non viscido dove le gomme possano far presa.
EliminaMark, devo ammettere che non conosco la norma che vieta la circolazione in moto in caso di neve. Per coerenza, immagino che sia vietata la circolazione su qualsiasi mezzo a due ruote, biciclette incluse.
RispondiEliminaQui c'è la direttiva attualmente in vigore, non menzionano biciclette o altro.
EliminaIn citta', qui, avevano vietato pure la circolazione in bici, alcuni anni fa, a fronte di una nevicata.
EliminaTraffico assai scarso, che problema c'e' a girare con le bici?
Io non lo sapevo neppure, me lo dissero uno do due giorni dopo. Io continuai, in tutti quei giorni, a spostarmi dalla stazione in ufficio e ritorno con la bici.
Non sono abituato a vivere sotto campane di vetro e neppure mi va che qualcuno mi ci voglia mettere sotto.
Non gli frega niente del tuo benessere, Coso, non ti vogliono bene. Sono le "regole" del cattocomunismo, appoggiato sulla Mafia, il Vaticano e l'Unione Sovietica (oggi Unione Europea). Un numero incalcolabile di regole che ti obbligano a passare la vita in un percorso ad ostacoli, un labirinto di gabelle, dichiarazioni, bolli, controlli, che servono allo scopo di giustificare l'esistenza di un enorme apparato burocratico parassitario e servono ad alimentarlo. Pensa a una cosa qualsiasi, che ne so, la caldaia per scaldare casa. Devi avere la "dichiarazione di conformità" alla installazione, il "libretto" dove segnare le revisioni annuali del tecnico e le certificazioni periodiche, devi pagare i bolli. La caldaia deve essere adoperata secondo le direttive comunali, credo, circa la temperatura massima che puoi tenere in casa tua, se dice 21 gradi, non puoi avere 22 gradi in casa. Poi la caldaia è alimentata a gas, poniamo, devi fare il contratto col fornitore, devi provvedere la lettura del contatore e devi pagare le bollette, tutto senza avere idea del reale costo del gas e delle accise. Come le paghi le bollette? Una volta si andava all'Ufficio Postale col bollettino e le lire, adesso presumibilmente farai la "domiciliazione" presso il tuo conto corrente bancario. E giù, altro fornitore di un servizio che sei costretto a pagare senza avere modo di sapere il costo reale del servizio e delle accise. Vogliamo parlare di tutto l'armamentario che ti servirebbe per gestire la faccenda con lo scemofono?
EliminaL'idea di un aggeggio auto-contenuto come la bicicletta che muovi con le tue gambine e che non è soggetto a verifiche, certificazioni, bolli e non ti costringe a sottoscrivere contratti, è un atavismo che va eliminato. Pensandoci, è fantastico che la bicicletta non sia ancora equiparata ai motocicli. Figa, Coso, pensa che le gomme della bici non sono conformi alla direttiva XYZ poi magari te le tieni anche lise, sotto il minimo tot millimetri di battistrada. Mi sembra ovvia l'esigenza di obbligarti alla revisione biennale presso ciclista autorizzato e l'ovvio cambio gomme "estive - invernali". I freni? Le Luci? Poi le tue gambine e le tue braccine sono adeguate a quel modello di bicicletta? Io farei un esame di idioneità psicofisica annuale presso centro autorizzato. Poi non possiamo farci mancare i "dispositivi di protezione", quindi casco, giubbetto riflettente, guanti, occhialoni, metti che ti entra una moschina nell'occhio. Infine targa e telaio punzonato, libretto di circolazione e bollo. Che magari te ti fai venire l'idea di cambiare la forcella con una non autorizzata.
La compagna Sara sarebbe contentissima. Pensa come sarebbe più agevole e salutare la circolazione delle bici se tutti rispettassero le "regole".
Signor Nessuno, Il Manzoni descrisse la pletora di leggi, leggine, grida, regolamenti che impestavano la società anche al suo tempo.
EliminaPenso che sia più un problema culturale che ideologico.
L'ideologia sinistra che vuole regolare-ugualizzare-appiattire certamente peggiora solo le cose.
Cosa diceva, in Barbarico, Giovanni Lindo Ferretti?
D'accordo hai poco tempo eccetera e quindi te la passo perché non ci hai pensato ma guarda che Manzoni non scrive del SUO tempo, scrive di duecento anni prima, quando la Lombardia era sotto il dominio spagnolo, mentre all'epoca di Manzoni eravamo sul punto di dare il via al Risorgimento contro gli Austriaci.
EliminaLa amministrazione austriaca era sempre coloniale ma abbastanza efficiente, in confronto a quella spagnola. Il dominio spagnolo dell'epoca raccontata da Manzoni era conforme agli standard del nostro attuale Meridione, che è diventato cosi proprio per il perdurare degli Spagnoli. Il Don Rodrigo è il classico notabile meridionale con al suo servizio i Bravi, classici sparafucile mafiosi. I preti sarebbero stati più o meno uguali. Nel Meridione però non sarebbe esistito un Renzo Tramaglino, piccolo proprietario terriero e operaio tessile, che ereditava la tradizione manifatturiera dell'Italia dei Comuni. Il personaggio di Renzo sarebbe stato un bracciante, un contadino senza terra, oppure un notabile di rango molto inferiore, perché non c'era niente in mezzo.
Torniamo a noi, forse non mi sono spiegato. Il problema non è la normativa, per quanto ipetrofica. Il problema è l'apparato burocratico auto-referente che deve essere allargato il più possibile e mantenuto a spese di tutto il resto. Dal punto di vista della "sinistra" attuale, il servitore dello Stato, nel senso letterale, ha la stessa valenza dell'antico proletario, cosi come i Comunisti volevano ampliare al massimo il proletariato e conservarlo nel suo stato subalterno, allo stesso modo la nostra "sinistra" vuole ampliare al massimo il numero di Italiani che dipendono dalla stessa "sinistra" per vivere e mantenerli nel loro stato di servi obbligati e nel contempo tra l'inconsapevole e l'entusiasta. Le "norme" sono uno strumento, come tutto il resto, rispetto al fine.
Considera anche che il "meticciato" agognato da quelli come Scalfari è un ulteriore livello di asservimento, è ovviamente un altro "proletariato" ma con l'aggiunta e correzione di essere frantumato dalle differenze e quindi sempre in conflitto con se stesso, da cui ovvio "divide et impera". Il dipendente pubblico deve ringraziare per lo stipendiuccio e la pensioncina, che gli vengono concessi data la premessa che altrimenti morirebbe di fame. Il "meticcio" deve ringraziare per il permesso di esistere, prima ancora che per lo stipendiuccio, data la premessa del "salvare delle vite".
Forse non te ne accorgi ma stiamo pagando centinaia di "esperti" tra comitati, "cabine di regia", commissioni, consulenti, enti, eccetera, per sentirci dire di aprire le finestre e cambiare l'aria. Non penso di essere presuntuoso a dire che io avrei potuto prendere esattamente le stesse decisioni di tutti questi esperti nel caso della Peste Cinese, bastava copiare i racconti sul Medio Evo e aggiungere un po' di primo Novecento.
Però io non sono abbastanza folle da concepire il bonus per l'acquisto dei monopattini.
Non solo poco tempo ma anche poca memoria. Di ciò che studiai e che non utilizzo ricorderò al più un 5%. Questo mi fa imbestialire, a scuola andavo molto bene, studiavo bene e molto.
EliminaSì, i Promessi Sposi hanno ambientazione precedente a quella del Manzoni.
Per tornare a tema, ecco la differenza tra cultura austriaca/nordica e quella ispanica/mediterranea, precedente e sottostante a quella ideologica.
Io che ho qualche germanofilia / asburgofilia preferirei essere invaso da questi che da afroasiatici con la testa farcita di cacca islamica,se potessi scegliere.
Elimina