
Prima chiazza di brina, sul sentiero, stamattina. :)
Non servono miglia e porti lontani. Gli odori forti di spezie, di vita sono qui, dietro di te. In cammino verso l'oltre, terre così vicine e inesplorate. Passo dopo passo.
Piu' mi inoltro nel cammino della vita, piu' mi rendo conto che certe dinamiche influenzarono e influenzano le comunita' umane, in ogni loro dimensione.
Ad una di queste dinamiche darei il nome di cialtronismo sciatto-aggressivo o, forse piu' precisamente, sciatto-riottoso.
Ci sono dei gruppi di migliori e il resto, piu' o meno cialtroni: all'incirca siamo sempre a formiche e cicale. Ad un certo punto le formiche si stufano e iniziano a imporre un'ecologia, una pedagogia. Sebbene gli intenti e, spesso, i risultati, confermino la bonta' di uno sforzo migliorativo collettivo, gran parte dei pigri cialtroni inizia ad accumulare astio, livore per questa imposizione: e' l'intolleranza degli adolescenti, ancora inabili, irresponsabili, per i genitori.
Anche le comunita' umane non sfuggono alla seconda legge della termodinamica: il caos/disordine tende sempre a prevalere. Questo spiega come, anche nella storia, i peggiori hanno avuto sempre il sopravvento.
Il cialtronismo sciatto-riottoso e' ovunque, sempre. Ecco alcune mie impressioni:
Qualche giorno fa il vecchio furbofono cascò per terra aprendosi completamente, batteria da una parte, chiusura da un'altra. La pacca forte ma apparentemente non grave, riassemblato tutto, pare(va) funzionare. Attenzione a non sottovalutare la pacca, perché dopo qualche giorno ho scoperto che... il furbofono aveva perso conoscenza della seconda identità guggliana, quella con cui scrivo qui. Poco è servita la procedura per ristabilirla.
Insomma, ora non riesco più commentare (come UUiC) da furbofono e quello mi era utile nei buchi di tempo libero, ad esempio in treno
La pacca partecipa a tenermi poco presente nella diariosfera.
Oggi sono a casa con una mezza influenza, con un po' di tempo.
Quando mi inoltro per l'Appennino, ri-scopro quanto essa sia bello. La luce d'autunno, di traverso, è il miglior binocolo per osservarne la bellezza. Il primo e medio Appennino, con la loro geologia fragile, sono proprio colline con pendenze miti e le strade che non hanno un decametro uno che sia dritto. Inoltrandosi verso sud-sud-ovest, si arriva quasi prossimi al crinale, al macigno che deborda, per qualche chilometro, dal confine fisico (spesso, ma non sempre) anche politico con la Toscana, anche se domenica scorsa, 26 ottobre, non ci siamo spinti così a sud.
Con Rosa Canina, in lunghi tratti, eravamo da soli nella meraviglia.
Con Federico I dei Landi la casata ebbe rango elevato a marchesi, era contea di confine anche allora. Mi ha sempre affascinato il rango di marchese.
Alla fine eravamo saturi di bellezza, date, nomi, abbiamo chiusa la Guida Rossa, quella stampata, quelle in rete, e siamo rimasti nel vento, lassù, la Bellezza, gli spazie, la storia e noi due.
| Così bello il basso Appennino qui che ci siamo fermati per ammirarlo. |
| Cortile de pozzo, con l'accesso (?) al mastio, con uno splendido cespuglio di rosmarino. |
| Si fa sera, con l'accesso al Cortile d'Onore, la parte tardo rinascimentale (XV - XVI secolo) |