I tre giorni di tango (dimagriti per stanchezza sabato sera e partenza prestiva domenica sera) hanno risvegliato il vulcano sopito. Martedì sono tornato alla dolce vita ordinaria, bella milonga estiva sotto le stelle ma pur sempre... ordinaria.
Emani energia e allora molte cose cambiano. Impacchetti tutto con un completo un po' più elegante e tutto inizia a fluire potentemente. Ad attrarre.
Una quindicina di ore di tango sono state utili per riprendere l'arte, almeno in parte.
Mi ricordo ancora quella tanda di vals (penso valzer classici) proposti da Miss Mary Meriù Wu, TJ da Londra che, sabato pomeriggio mi aveva destato dal sonno instabile, in tenda, un tentativo ristoratore da quella spossatezza che mi portò qualche ora più tardi alla febbre. Quei valzer arrivavano alle mie orecchie, alla mia anima provocando una sottile angoscia di non poter ballare quella musica che non so se definire sublime, uterina, ispiratrice, vorticogenica, emotiva, transe. Lo scroscio di applausi di fine tanda pose fine a quella inquietudine.
Sublimare, per qualche minuscolo attimo di abbraccio all'eternità, finitezza, limiti, caducità, vita e morte.
Ma è un'illusione. Il tango è semplice fisica danzata e maliziosa nella suo avviarti verso piacere, gioia e relative possibili, frequenti dipendenze.
_dra rideva per le battute con le quali cercavo di distrarla e di sollevarla. Ma le gocce di rosso dall'unghia del suo alluce macchiavano le scarpette e pavimento.
Un piccolo tocco sgraziato tra il mio piede e il suo ci aveva riportato alla realtà, alla fragilità dalla quale eravamo fuggiti abbracciati, al mio piede fuori rozzamente fuori posto di qualche decina di millimetri.
Ho qualche goccia di sangue (altrui, dopo quelle del mio) nel mio curriculum tanghero.
Tra l'euforia ed errori.
giovedì 31 agosto 2017
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É splatter questo post...
RispondiEliminaMi ha fatto impressione
Avrei potuto infieri con la descrizione della ferita.
EliminaUna sorta di onta, di macchia sul mio curriculum tanghero.
Beh, qui fa unc caldo porco che mi vien da bestemmiare lasciam perdere.
Alle 18 c'erano 36 gradi alla centrale.
Si' , io sclero con questo merdoso, allucinante, patologico caldo.
Allahmaiale.
> Quei valzer arrivavano alle mie orecchie, alla mia anima provocando una sottile angoscia di non poter ballare quella musica
RispondiElimina> che non so se definire sublime, uterina, ispiratrice, vorticogenica, emotiva, transe.
> Lo scroscio di applausi di fine tanda pose fine a quella inquietudine.
Ancora mi chiedo se non fosse il Second Waltz di Dmitri Shostakovich quel vals suonato da Meriù Wu.