giovedì 19 aprile 2018

Meditazione centrale

Avevo varcato il gate C, ero entrato nella parte ordinata del mondo. Il lucidi sopralzo dei locali lounge di Italo, le persone del mondo, eleganti, per moda, industria, finanza, affari. Lucido, commerciale. Schermi basilicali che vomitavano i loro decibel atti a stimolare la massa ad essi obbligata, con immagini di resort, di moda, di gioielli e ammennicoli pseudotecnologici. Una presenza acustica aggressiva e regressiva. Il mondo affari finanza spettacolo non è avulso dalla liquidità, dall'appecoronamento indotto, solo ne è parte al proprio livello. Dentro l'ordine commerciale, l'ordine del negozio, materiale.
Fuori le genti, le masse più formicolanti, per molti censo inferiore, lì fuori. Umanità derelitta, forse balorda o anche molesta, disparata. E umanità che si arrabatta.
Mi ricordavo i dettagli di quella giovane donna di origine araba. Una “butta di là” che con il suo italiano con cadenza semitica, cercava di portare l'umanità formicolante al quel gazebo bus_per_areporto_bergamo_orio_al_serio.
Osservavo anche la folta barba nera di quel robusto e un po' panciuto poliziotto, in coppia con uno più piccolo e smilzo, sembravano Bud e Terence. Avrei voluto ringraziarli per il lavoro importante di spazzini sociali, di gestione dei rifiuti più o meno nocivi, tossici, della società. Un lavoro tanto negletto quanto importante. Nessuno di noi vivrebbe una solo mese senza globuli bianchi.
Ecco che ritorna: interrompe la parentesi di spippolamento veloce:   “bus_per_areporto_bergamo_orio_al_serio!”.
Mi guarda.
E' bella? O è bella perché giovane? Non riuscivo a capire. Neppure l'età: ventidue? trentadue?
Osservavo, attratto, i contrasti di quella anima, persona, femmina. Dentro, sotto il lounge, ecco altre donne, varie, alcune giovani, alcune belle. Ma non ho visto quegli occhi neri che brillavano, quelle occhiate quasi altere per quanto veloci, forti, quella forza, quell'anima irruente.
Un volto un poco scuro, molto fine di profilo. Sì, di profilo quella donna, era bella. Osservavo le belle labbra, il rossetto scuro ben stesso, il trucco curato, le labbra rosse e carnose. E quel velo blu di prussia che ne celava i capelli. Saranno stati neri come il carbone, l'ebano. Come le sopracciglia, curate. Scure come il pelo riccio del delta di venere, le piccole e grandi labbra quasi brune, che schiudono il rosso carminio. Chissà se di fuoco o banali, modeste!?
Quando si metteva di fronte, osservavo il volto pieno. Entrava una certa durezza, in quei lineamenti. Invecchiava e ringiovaniva di dieci anni ogni volta che una delle due connotazioni prevaleva sull'altra. La bellezza delle giovinezza che li stemperava passerà e come molte donne di quelle genti, probabilmente, finirà affaticata e abbruttita da una vita poco più che biologica: casa, figli, pettegolezzi, telenovele dolciastre arabeggianti, cuscus al montone, cucina, preghiere al Profeta. Passa un signore forse bulgaro o kazaco, si gira, eccola di profilo, di nuovo bella. La donna marocchina con la quale ebbi una breve avventura usava la metafora di Aziza, gazzella, per dire bella.
Ella aveva notato il mio sguardo. Vidi i suoi occhi neri osservare priva velocemente e poi ancora, più intensamente, i miei.
Ecco il gioco delle anime, l'attrazione di uomo e di donna, gli archetipi che si vogliono incontrare.
Il destino mi aveva catapultato via dal mio angolo di paradiso in Appennino, non dico eremo perché non lo è, ma è fedele, corretto, parlare di luogo della Natura, del silenzio, di una certa introspezione, dove contemplare il perpetuarsi di morte e vita, dei cicli e la bellezza estetica della vita, del bosco, dei fiori, dei prati, di zecche e dei chiù, di farfalle e della neve, di querce, dei cieli, delle stagioni. Il destino mi ha catapultato in questa umanità in una distesa artificiale metropolitana, un  enorme tumore artificiale. Ecco una femmina che mi guarda perché si è accorta che la guardavo.
Sotto, sotto tutte le apparenze, anche quel brutto miscuglione di cose contrastanti, di mondi, di tempi contrastanti, incompatibili, il trucco ben fatto e l'esibire le proprie convenzioni religiose che dovrebbero imporre la modestia, il velo e il furbofono con la custodia rosina, le calze di nylon – ma che caldo avrà!? - in scarpe da ginnastica, jeans, unghie dipinte, un orribile orologio anni ottanta in ottone e ancora, sopra, il velo che nega tutto quanto il resto.
Era di profilo ora, di nuovo bella. Mi distraeva il suo profilo. Mi faceva  pensare, invece, di fronte Quella percezione di distonia attivava la ricerca di cosa non andasse: cercavo cosa stonasse quasi impercettibilmente, quasi, quando era di fronte.
Poi mi ha guardato più forte e io le ho sorriso, Un sorriso accennato, lieve, che ella ha ricambiato. Sono le anime che si incontrano, per un istante, nude di tutto il resto, ego e seduzione esclusi, forse.
Tutta quell'umanità, formicolante ai propri livelli, cosa cerca? Le madre coi piccoli bambini in braccio o in grembo, le longilinee modelle di nero vestite, gli uomini con cravatta impegnati a parlare di affari e ancora turisti e poi invasori, tutti alla ricerca. Cosa cercano?
Cosa cercava, quella donna, nel suo incontrare il mio sguardo, un duello furtivo ma con i colpi di fioretti che si incrociavano? Vuole un marito? Che le faccia fare dei figli, la tenga chiusa in casa?
Ecco che invecchia, di colpo, di trenta anni e di quaranta chili, la vita biologica, non so se semplice o rozza, l'ha trasformata in una di quelle brutte donne barile, nelle loro orribili palandrane, i veli e il misto di robe di brutti incompatibili e diversi.
Osservavo le grazie e gli stridori di un mondo catapultato qui nello spazio e nel tempo che incrociava il mio, imposto al mio. La testa e l'anima, su piani diversi, in direzioni a volte parallele, a volte ortogonali. Osservavo l'attrazione e la repulsione, l'incontrarsi delle anime e lo scontrarsi delle conoscenze, penetrazioni subite, di “razzismo” - mi fa ridere su questa parola per schiocchi che vuole disprezzare una reazione di difesa - o di identità o di raziocinio o storia che sono intelligenti, sani, ecologici, giusti.
Avevo meditato, sul fianco sinistro della stazione Centrale. Una giovane donna, le masse formicolanti, i destini.

11 commenti:

  1. Sei troppo aulico. Coi tempi che corrono non ci si può permettere certe raffinatezze. Alla larga.

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    1. Infatti non mi riferivo alle "forme letterarie", bensì alle "concessioni" d'altra natura. Mi ripeto: alla larga. Posso permettermi, al più, un "purtroppo", ma non vado oltre per scelta deliberata dettata dalle circostanze.

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    2. Come osservava Sgarbi il sesso, l'istinto, non fa ragionsmenti.
      Poi c'è la mente, la coscienza, etc. .
      Quezte pongono dei freni.
      Se non fosse così ci accoppietemmo con ogni femmina gradevole, in autobus, al lavoto: araba, etc. .
      Qui ho descritto questo dialogo tra iatinto e altro.

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    3. Io sto combattendo, nel GAS, su questo fronte. Sento sterotipi e litanie ripetute acriticamente, come da zombie mentali che ripetono sempre gli stessi schemi triti e ritriti ai quali sono stati ammaestrati leggendo Internazionale, il Manifesto, il Corriere, Famiglia Cristiana.
      Un coacervo di cazzate, omissioni, dogmi.
      Amichetto Abdallah.
      A parte che in anagrafe italiana si dovrebbero poter registrare solo nomi italiani.
      Ma questo sarebbe solo un corollario.
      Quella gente dovrebbe essere rimpatriata: supposto che qualcuno del clan sia qui per lavorare come lavoratore ospite, a tempo, i ricongiungimenti dovrebbero essere semplicemente vietati e repressi, se scoperti.
      Fine dei problemi.

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    4. > Ti faccio una colpa perché non sai che

      Io vivo questo mondo che si avvia alla barbarie tutti i giorni in treno.
      Vivo a pochi chilometri da una futura enclave islamica.
      Sei tu che credi che qui non ci sia la balcanizzazione, la sirianizzazione.
      Già vissuto tutto di persona. Anche già scritto.

      Ieri mattina al GR1 hanno passato un terzo del tempo con della roba relativa al mondo anglofono: morta cazz di cantante merikana, il compleanno della regina, etc. .
      Ora, uno non allineato nel mondo del GAS mi manda questo.
      Io metto insieme con altre tessere.
      Mi viene da pensare che siamo già in una guerra combattuta dagli atlantisti (SUA e RU) in Europa. Gli stati continentali vengono sottoposti alla guerra migratoria. Ne disgreghi, ne frantumi le società e continui ad usarli per i tuoi scopi.
      Non a caso giornali come La Stampa, il Corriere, Repubblica, etc. è un martellamento continuo sul peggio del peggio liberal chic (io lo chiamerei cretinal chic visti i destinatari) progressista, filo SUA, anti tutto il resto, in cui ogni cacca che viene da quelle parti viene incensata e proposta, a partire dall'ammaestramento alla Open Society sorosiana.

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    5. Avete fatto caso anche alla proliferazione delle ambientazioni "multietniche" negli spot pubblicitari? Un proliferazione verificatasi nel giro di un paio d'anni al massimo. Se non fosse che sicuramente si tratta di un fenomeno spontaneo e per niente organizzato, verrebbe da citare Lorenzo: "Niente avviene per caso".

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    6. Ah, si noti: mentre negli spot compaiono mediamente anche personaggi non più giovanissimi, in quelli con ambientazioni multietniche non esistono personaggi "foresti" che abbiano più di 20-25 anni. Anche questo è un caso, e non ha nessuna attinenza con l'individuazione dei target e altre menate del genere, chiaramente complottismi per paranoici.

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    7. E' che te sei troppo raffinato.
      Tra l'altro, se coloro che tengono un cane in città pensassero a quanto gli impongono nevrosi e malesseri magari non ci sarebbe bisogno di tutti quei sacchetti. E' che quelli, mediamente, "amano" i propri cani esattamente come i genitori, mediamente, "amano" i propri figli.

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    8. Il Grande Razzista, il signore degli incroci di razza per i suoi piani di zootecnia umana, è una delle fonti di problemi.
      Quando arriverà la morte di questo figuro, non saranno certo risolti i problemi.
      Ci sono la hybris progressista, anche tecnoteista, visto che le manipolazioni umane si fanno in laboratorio che richiede tecniche specialistiche.
      C'è l'egoismo tracotante di coppie di diversamente sessuali che da una parte rivendicano la loro diversità e dall'altra la vorrebbero negare: se sei omosessuale non puoi avere figli.
      C'è il furore ideologico di tutti gli invasati che pensano che un mondo secondo i loro piani scriteriati sarà sicuramente un mondo felice, sano, senza malattie, di amore, pace e volemose bene.
      C'è l'esterofilia anglofila, secondo la quale ogni roba che viene da paesi anglofoni, ogni, questa merda compresa, è positiva in sé.
      C'è il delirio di onnipotenza femministoide, quello di voler eliminare i maschi: sono poi le stesse cretine che trovano i barbuti islamici che le mettono sotto, trovano soddisfazioni alle loro pulsioni di odio e dipendenza nei confronti dei maschi "alfa".
      Una serie alta così di pessimi problemi stratificati.
      In tutto questo c'è, non certo ultimo, anche un piano di frantumazione, di omologazione, di manipolazione ideato e attuato dalle castalie mondiali, atto a distruggere la classe media, ovvero la classe che è scomoda e meno manipolabile, perché ha strumenti e pensa, a differenza dei proletari che non hanno strumenti e delle classi abbienti che non hanno necessitò, stimoli.

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  2. Un gioco di sguardi é sempre seducente....immagino che la tua pratica del tango con la "mirada" abbia affinato questa sensibilità visiva.
    Ciò che è diverso attira e respinge, piace e inquieta, suggerisce e nega.
    In passato sono stata sensibile al fascino mediorientale ma dopo un paio di conoscenze ammetto che mi è passata ogni curiosità. É una una cultura incompatibile al 100%. Ma certo, una bella donna arabeggiante con i suoi occhi scuri e morbidi, la sua alterigia di femmina che vuole rendersi preziosa e inaccessibile, può avere un suo indubbio fascino.

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    1. La mirada del tango... alla fine sempre di quello si tratta: aeduzione tra uomo e donna.
      Aveva un ptofilo assia fine ma, vista di fronte, linementi con una certa durezza che trapwlava dal viso ben truccato.
      Indubbiamente anche un po' di fascino e attrazione/repulsione degli opposti/incompatibili.
      Quando ci penso mi attirano (eufemismo) assai poco.
      Basta vedere come si sformano/deformano quando passano a fatteici.
      No grazie.

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