(unuomoincammino)
Rosa Canina, sempre così parsimonia e modesta, desiderava fare colazione sotto quell'ulivo.
E allora andiamo a fare colazione là invece che a casa.
Per me uno dei peggiori capuccini e un trancio di pseudopizza che non saprei come definire, impastava la bocca senza alcun condimento e gusto. Fare una "pizza" così scarsa, qui, cogli ingredienti eccellenti di queste parti, richiede molto impegno.
Conferma la regola statistica che nei bei posti il resto è scarso.
Beh, la parte piena del bicchiere è la bellezza del posto, quell'ombra alla brezza di mare, l'olivo secolare con la diplefenia ad abbracciarlo.
Rosa Canina era imbronciata, alla fine mi faceva sorridere. L'avrei sbaciucchiata per bene, la mia adorata!
E avresti dovuto farlo, allora, sbaciucchiarla per bene!
RispondiEliminaComunque hai ragione, a volte nei luoghi più belli si mangia così bene. Non si impegnano, tanto hanno la natura meravigliosa, pensano che basti quella.
Per varie cause, ad iniziare dalla menopausa, Rosa Canina ha perso parte della "voglia". Allora io la assalto con abbracci e raffiche di baci e abbracci e sbaserozzi e ci divertiamo da matti coi ns. siparietti io che la voglio stropicciare ella che tenta di resistere, la spilorcia! :)
EliminaPer noi maschi toccare significa dire ti voglio tanto bene, colle mani, non colle parole. Io le voglio tanto bene, alla mia Rosa Canina.
Coso, hai introdotto l'ennesimo concetto pericoloso.
EliminaPer i "maschi" il "volere bene" è abbastanza scollegato dal toccare.
Ovvero, siamo programmati per sacrificarci per i congiunti, ovvia ragione di propagazione dei geni ma nello stesso tempo , chiusa la parentesi del "dovere", siamo anche portati a toccare tutto il toccabile.
Vedi professione più antica.
Che poi va anche nell'altra direzione. Arriva uno straniero, sembra tanto interessante, facciamoci toccare, quando nessuno vede. Rimescolamento dei geni che in epoche di poca variazione era necessario.
EliminaNon posso darvi torto.
EliminaOra, però, esiste pure 'sto eros anche.
Ti voglio bene e sgobbo per portare a casa pane, dentista e vacanza. Poi esiste pure un momento, che ti voglio abbracciare quando ti alzi da tavola, ti accarezzo tornata dal dentista, ti dico quanto sei bella quando, sudata, sei arrivata in vetta, col tuo bel culo che fammelo toccare, bella mia!
I bambini crepano se non sono toccati, accarezzati dalla mamma.
È ancora prima dell'eros è la scimmia nuda di Morris.
Un conto sono le convenzioni sociali, un altro i meccanismi evolutivi.
EliminaAllo stato primordiale un clan familiare ha bisogno solo di uno stallone che "vuole bene" a tutte le giumente.
Però questo sistema che vale per tante specie di mammiferi ha l'inconveniente di impedire la cooperazione tra gli individui maschi, perché anche dove si riesce a creare una struttura di subordinati, c'è sempre la competizione per le posizioni che consentono di "volere bene".
Siccome la cooperazione è un moltiplicatore di forze, quello che lo "stallone" da solo non può fare, diversi maschi insieme invece riescono, la nostra specie col tempo si è inventata vari meccanismi che sovrappongono il "ruolo sociale" all'individuo, cioè tu non sei semplicemente "stallone" ma hai una determinata posizione in relazione alle posizioni di tutti gli altri e questa posizione ti impone degli onori e degli oneri, un po' secondo l'aforisma che la liberà finisce quando comincia quella degli altri.
Le femmine si sono adattate di conseguenza, tanto che nella nostra specie non puntano allo "stallone" ma agli individui con le migliori posizioni sociali, perché non è la mera prestanza fisica, è la capacità di guadagnare la posizione e da quella ottenere gli onori.
Però da sempre si sa che gli accoppiamenti tra un numero esiguo di individui non sono salutari, quindi le femmine sono abbastanza portate a farsi volere bene dagli stranieri oppure a spostarsi da una comunità ad un'altra. Anche perché mentre per i maschi la posizione sociale è la ragione di vita, le femmine non ce l'hanno, quindi non fa differenza dove le metti.
L'eros non so bene cosa significhi a Cosonia, per me è una pulsione, un automatismo, come l'appetito che viene quando si sente un certo odore o si vede un certo oggetto. In quanto automatismo, è seppellito abbastanza a fondo perché altrimenti ne faremmo di cotte e di crude, io cerco di rimanere indifferente quando mi capita di incrociare le ragazze che escono da scuola ma dentro di me c'è un vecchio satiro, proverbiale non a caso.