Dunque ho lavorato due giorni pieni facendo il manuale per Mor, bravo artigiano muratore, senegalese, islamico osservante; l'avevo capito subito: mia madre gli aveva offerto un caffè che aveva gentilmente rifiutato, affermando che era in digiuno. Lavorare insieme, fisicamente e duramente, sviluppa una buona comunanza ed è stato così anche per noi. Durante le pause e a fine lavoro abbiamo conversato. Mor è una persona sveglia, un bravo artigiano che ha lavorato anche in Libia e in Francia, poliglotta, parla alcune lingue africane compresa la
wolof, la propria linguamadre, il francese, l'arabo, un po' di inglese, ora un po' di ... bergamasco (ha lavorato alcuni anni a Bergamo e dintorni prima di trasferirsi in Trentino) e ora parlicchia il dialetto di quella valle trentina.
Ha sgobbato duramente... come un negro. E io con lui, cercando di dare una mano (non sono un muratore, nella vita). Io non sono assolutamente (anti)razzista e il mio
differenzialismo culturale (se così si può etichettare, mi fregio di neorazzista sovvertendo il tentativo di condanna ideologica del
pensiero di David Del Pistoia) da sempre mi rende curioso per le altre realtà identitarie e mi piaceva quella situazione egalitaria in cui io ero lì a dargli una mano, senza barriere o gerarchia alcuna. Come maschi, uomini avevamo uno scopo, fare e finire bene il lavoro. Anche questo lega molto. Nelle conversazioni ho percepito cordialità, in parte apertura, la schietta intelligenza vivace dell'aver superato molte difficoltà. Però tutto questo smussato e reso opaco da una mentalità profondamente religiosa. Mor affermava che il Senegal è islamico
da sempre (!?)) negando le radici animiste dell'Africa.Si è messo a sorridere quando gli ho raccontato di Yamaye, di Changò, di Ogun e degli dei Yoruba. Ah, quella è roba da scrittori, mi ha risposto.
Abbiamo parlato anche del ramadan (a mia madre giravano un po' le ovaie, "che io lo pago questo e non beve un goccio d'acqua da mattina a sera, poi rende poco", ma non si può dire nulla su questo, perché Mor ha lavorato veramente duramente). Io conosco le proprietà del digiuno, sia salutistiche che per la volontà e lo spirito e abbiamo concordato su questo. Ecco, trovo assurdo che poi a sera si possa mangiare e sbaffare e gli ho detto pure questo. Ma, sai, anche il vostro Gesù faceva questo digiuno poi avete lisciato e reso tutto facile, avete rimosso tutto. Mor ha detto che l'islam in Senegal è assai tollerante e lascia liberi i
fratelli cristiani: sui massacri dei cristiani in Nigeria invece egli sostiene che è colpa del petrolio e dei denaro del petrolio, come realmente è. Quando parlava dell'islam sorrideva e si illuminava. Gli ho detto che islam e cristianesimo sono state la rovina dell'Africa. la grande catastrofe. Macché! Mi ha sorriso rispondendomi "l'islam vincerà e conquisterà tutto" (parole testuali).
Non ho proseguito la discussione, non volevo rovinare per questioni ideologiche il rapporto che si era creato. Non è gradevole avere un amico in casa che ti dice che la sua squadra, il suo battaglione vincerà e conquisterà tutto. Anche se lo dice con il sorriso.
Non posso notare che la genuinamente ecologica personalità viene però fagocitata dal ruolo sociale e politico, di potere della religione, in questo caso l'islam.
Non deve assolutamente avvenire che l'Italia si islamizzi e, in genere, che torni una società religiosa, di qualsiasi religione si parli. L'islam ha una prospettiva ideologica di eliminazione di tutto quanto non sia islamico e questo ricorsivamente, a partire dal diritto di famiglia (figli devono essere islamici e il coniuge si deve convertire), la deislamizzazione (apostasia) è punita con la morte.
Anche per questo è necessario in primis contrastare con ogni mezzo la dimensione politica e sociale dell'islam. No moschee, non burqa, no conversioni forzate, no a qualsiasi simbolo e istituzione che ne rappresenti la dimensione collettiva.
In Francia che hanno qualche base ideologica più forte e intelligente sullo stato laico, una ottima legge del 2011 ha vietato il burqa. Ma là l'applicazione sta incontrando (anche in questi giorni) dei
principi di violenta resistenza. E' il tumore islamico che sta iniziano a "tastare e testare" le resistenze dell'ospite.
Indispensabile una politica per la decrescita demografica con il limite coercitivo di un figlio massimo per donna (uguale per tutte, donne italiane e straniere) taglierebbe l'attuale prospettiva di islamizzazione demografica in corso. Controlli e rimpatri forzosi sistematici e veloci di tutti gli immigrati clandestini con possibilità di ricorso solo dai luoghi nativi. Anche la ministra Kienge dovrebbe essere rimpatriata visto che è (fu) immigrata clandestina.
Ancora una volta la religione inquina le menti, le inquina con conoscenze a metà (l'ignoranza è molto meglio di credenze e di false conoscenze) ed è un potente meccanismo di controllo sociale e di divisione. No grazie.