lunedì 2 novembre 2015

M.te Acuto - Libro Aperto - 3

(M.te Acuto - Libro Aperto - 2)

La domenica era stata una giornata di velature, nuvole alte e più o meno sottili. Non più il cielo blu, non più il sole, non più i colori sgargianti di sabato: sembrava quasi che la dinamica della luce di una giornata autunnale si fosse organizzata su due giorni per lasciare, in questo secondo, le atmosfere un po' crepuscolari tipicamente autunnali.
La seconda metà di queste immagini sono un po' grigette, in effetti: i limiti del furbofono com macchina fotografica sono evidenti. Tutto sommato però questo rende abbastanza bene l'atmosfera dell'autunno.
Il tratto tra cima Tauffi e il Libro Aperto è stato ancor più deserto e il sentiero decisamente meno battuto: alcuni passaggi con qualche roccetta tengono lontano gran parte dei già non numerosi "appenninisti".

Il Lago Scaffaiolo alla mattina

Ancora un ceppo che segnava il confine tra Granducato di Toscana e Stato Pontificio (o Ducato di Modena e Reggio?).
Ho lasciato la massima definizione: ingrandendo la foto è possibile vedere, sopra lo strato di inquinamento padano, le Alpi innevate (gruppo dell'Adamello?).

A pochi metri dalla vetta del Monte Spigolino

La valle dell'Abetone e sullo sfondo le Apuane.

Ecco il sentiero Italia (00) verso ovest-nord-ovest con Libro Aperto e Cimone.

Monumento ai Caduti, passo di Croce Arcana.

Colle dell'Acquamarcia.
Il termine colle per passo non è frequente da queste parti.

Cimone


Vista dalla vetta settentrionale del Libro Aperto (Monte Rotondo, la più alta delle due).
Non siamo più sullo 00 ma sul sentiero che conduce a Cimoncino e Cimone.

Qualche grado in più su questo passaggio attrezzato con qualche catena.
Eravamo rimasti in due, le donne avevano scelto di tornare a valle scendendo prima.

Pizzo dei Sassi Bianchi

Due monumentali faggi plurisecolari di alta quota.
La foto, decisamente, non rende.

Cima Tauffi dal basso, nella discesa verso Taburri.
Eravamo appena passati lassù.



La musica delle acque.


Anche queste due foto non rendono idea della grande bellezza autunnale.
Cascata lontana incastonata nella policromia autunnale.

Borghetto


23 commenti:

  1. Nella parte di appennino che conosco ligure, tosco emiliano, tosco romagnolo, abbruzzese da una certa quota (decisamente più bassa rispetto alle alpi, diciamo intorno ai 1500/1600) in su, praterie.
    Il limite del bosco arriva più in basso rispetto alle alpi.
    Stavo pensando se le cause siano la siccità estiva e il vento...

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  2. > tanta più roccia, tanto più alto il limite

    Monte Gennaio m 1810
    Corno alle Scale m 1945
    Cima Tauffi m 1799
    Libro Aperto (vetta Monte Rotondo) m 1937
    Cimone (il meno basso di tutto l'appennino tosco-emiliano-romagnolo) m 2165
    ...

    Diciamo che nelle Alpi le malghe (in fondovalle) che superano queste quote sono ... migliaia.
    In questa parte di Appennino non c'è nulla sopra: quindi venti tremendi, siccità estive... non c'è acqua, visto che sopra non c'è nulla. Il limite superiore del bosco è basso, diciamo 1600m ca. per dare un'idea

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  3. UUIC: "In questa parte di Appennino non c'è nulla sopra: quindi venti tremendi [...]"

    Zitto!!! Non farti sentire, che se no in quattro e quattr'otto arriva qualche frescone e sbatte lì un bel progetto per una serie di "parchi eolici"... e addio Appennino.

    Personalmente ritengo che l'Appennino, quando riesce a non essere devastato, offra un ambiente notevolmente più vivibile (su scala umana) rispetto alle Alpi. Sull'Appennino (mediamente) vai dove vuoi, quando vuoi, con attrezzatura non specialistica, praticamente senza seri rischi di perderti o di rimetterci la pelle in qualche incidente di brutto profilo (almeno, niente di veramente più serio di quello che potrebbe capitarti gironzolando tra le risaie in Lomellina). In estate, portandosi acqua a sufficienza o conoscendo molto bene la situazione idrica di un particolare territorio, puoi soggiornare dove ti pare bivaccando qua e là anche senza tenda, senza patire le nottate umide/gelide che sono tipiche dell'ambiente alpino.

    L'Appennino abbandonato è una gran figata, in grado d'offrire ancora qualche residuale spazio di libertà. Non so quanto potrà durare, purtroppo, perché ci sono abbondanti segnali che indicano un certo desiderio di "ripopolamento" antropico (ad esempio, nel genovese stanno proliferando le aree cintate e le ristrutturazioni/ampliamenti della vecchia edilizia rurale -- solo che la vecchia edilizia rurale non aveva strade carrabili, né scarichi fognari nei rivi esangui tipici del luogo; il "recupero" sta diventando più che altro un massacro). :(

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    1. Dormire con sette gradi senza attrezzatura credo che ti mandi all'altro mondo nel giro d'una settimana o poco più. Non direttamente, giorno dopo giorno, passando attraverso malanni d'ogni tipo.

      Personalmente, cinque o sei anni fa ho avuto un'occasione di dormire con temperature che hanno toccato i tre gradi, ma ero abbondantemente intabarrato in strati e strati di trapunte e mi ero portato prudentemente uno scaldino (niente di "tecnico", la classica "borsa dell'acqua calda") che ho "rinforzato" due volte nel corso della notte usando un comune fornelletto. In quelle condizionie con clima asciutto ho dormito benissimo. In altro modo avrei probabilmente fatto qualche settimana d'ospedale o peggio.

      Quando fa molto freddo, un trucco può essere non dormire la notte, bensì di giorno. Entro certi limiti funziona.

      P.S. Una guerra atomica lascia troppi strascichi, non è una soluzione auspicabile.

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    2. Uno dei primi giri che feci in Appennino, quando mi trasferii qui dalla Lombardia, rischiai molto. Conoscendo le Alpi (fonti e corsi di acqua diffusi) mi ero portato relativamente poca acqua e l'estate, qui, può essere micidiale per temperature. Lezione... imparata.

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    3. A proposito di vita spartana.
      Ci fu un anno, quando io ero ancora piccolo e i miei ancora giovani, che andammo a passare qualche giorno di vacanza "natalizia" nella casa (non più abitata) della nonna nel remoto paesino trentino.
      In quei giorni - oltre alla casa fredda perché non abitata - ci furono temperature molto rigide anche in quei posti.
      Insomma, nella vecchia camera con serramenti "come quelli di una volta", ovvero non-serramenti, dormivamo con -2° o -3°. Intendo all'interno della camera, eh!? :)
      Fu una esperienza molto forte.
      Mi ricordo vari stratagemmi etc. e un naso che rimaneva fuori e che era... freddo.

      Sapete che vi dico? che rispetto al merdoso caldo africano che arriva sempre più non avrei alcun dubbio su quale contesto termico scegliere. Il naso era fresco ma le ronfate, al calduccio, sotto opportuna coltre, erano fantastiche.

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  4. Togliendo croci e case, sembra un paesaggio quasi anatolico centrale...

    Comunque belle foto!

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    1. O è l'Anatolia Centrale che talvolta potrebbe ricordare l'Appennino ?

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    2. Ci sono zone della Sicilia interna che, fotografate dall'alto, sono indistinguibili da quelle dell'Anatolia.

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    3. Come disse Euclide:
      Cose uguali ad una stessa cosa sono uguali tra loro (Assioma 1.)

      Insomma, io sto in Italia sull'Appennino o quelli sull'Appennino stanno in Anatolia Centrale.

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  5. le foto sono belle..... beh! io non posso essere presa in considerazione poichè questi luoghi per me sarebbero belli anche fotografati con i piedi :P

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    1. Anche ero arrivato a considerazioni simili.
      E' molto difficile fare brutte foto in quei posti.

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    2. Più che grigio, con velatura e nuvole alte.
      Luce diffusa (e anche minore), rispetto alla giornata precedente.

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    1. La foto 11 è relativa alla discesa dalla cima settentrionale del Libro Aperto (monte Rotondo). Ci sono una dozzina di metri di parete a 75° attrezzati con catena.

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    2. Le persone che "porto in giro" in gruppo riconoscono la precisione delle stime di difficoltà.
      Comunque, dalla vetta settentrionale del Libro Aperto è possibile, con una deviazione di 20' circa, con un comodo sentiero, arrivare alla base della paretina.
      Due donne del gruppo, informate sul fatto che dalla Cima Tauffi in poi ci sarebbero stati alcuni passaggi con scoscendimenti (roccette, v. immagine 9) sono scese a valle prima.
      Questo era stato previsto anche nel programma proposto al gruppo che riporto "o - Monte Lancino - Taburri (sent. 431) oppure ..."

      :)

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    3. Falla con me, che ti troverai bene! Nonostante le apparenze sono un gran compagnone e so cadere sempre in piedi. :)

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  7. Grazie, Uomo, per le passeggiate virtuali che ci offri periodicamente.
    Per me, è un'esperienza sempre rinfrescante.

    :)

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    1. Grazie a te.
      Sabato e domenica altro giro, questa volta in provincia di Sondrio. Ne arriveranno delle altre.:)

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  8. Il crinale appenninico tosco-emiliano (l'appennino medio e basso emiliano è una zona sub-arida, non arriva a 700mm di precuipitazioni all'anno in certe zone) è una delle zone più piovose d'Italia (anche 3500mm di acqua) ma con distribuzione delle piogge molto concentrate e con lunghi periodi di siccità.

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  9. Ho fatto scorrere le foto sullo smartphone (furbofono!) mentre ero -anzi sono- schiacciata in metro. Pensa te che contrasto.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.