giovedì 14 gennaio 2016

E' tutta vita - 2

(E' tutta vita - 1)

Ho spento la luce e mi sono girato. Ero sveglio e stavo rivivendo tutto.v Un incubo lucido.
Sceso dal treno, più tardi, fuori dalla stazioncina, ho visto quelle due, chissà se insieme arrivavano a quarant'anni. Col passeggino. Velate.

"Volevo avere la certezza che c'eravamo ancora, che eravamo forti. In quel momento ho avuto il desiderio di fare l'amore.
Mi sono avvicinato con l'intenzione di stringere, buttarla sul tavolo e prenderla. Le ho afferrato una mano. Lei mi ha detto :- "Lasciami in pace, non è il momento" e mi è scivolata via dalle dita. E' uscita dalla cucina, e mi sono sentito veramente solo."
p. 167

Sono le cinque e venti e, in Nicola e Sofia vedo lei, me, ciascuno di quei gesti, di quei non gesti che erano l'eutanasia di un amore, risento, appoggiato al guanciale, il dolore dell'essere impotenti ed esserlo in modo vigile, partecipe consci della demolizione in corso.

Essi hanno risolto brutalmente il problema: le femmine stiano a casa, sottomesso, a fare figli.
Brutale. Non scrivo efficace perché non lo è.
La settimana scorsa a La Zanzara, una prostituta libera professionista che lavorava a un certo livello raccontava la differenza tra i facoltosi clienti, arabi e italiani. Ai primi non interessa in alcun modo il suo sentire, i secondi lo cercano. Per quello mi limito al e sottolineo il brutale.

Sofia e Nicola e il loro innamore vengono triturati dall'arrivo del figlio. Non sono più una coppia, diventano rotelle e pulegge che si muovono inanimate in sequenze di movimenti fisse, infinite, ripetitive. Nessuna libertà in un cantiere umano, in una vita "organizzata secondo i bisogni e i desideri di altri". Il protagonista alla fine non ha neppure il cesso per avere un angolo in cui stare da solo.
A Rai Radio1 passavano un servizio natalista di una radio rumena sul calo della popolazione in quel paese.
Sofia vaga per casa come una bestia in gabbia, le manca il lavoro. Potrei mettere il nome di cinque o sei amiche mie e sarebbero le stesse tensioni.
Il suggerire, come proponeva un istituto rumeno, misure [ipernataliste] come in Francia è talmente semplice da offendere l"intelligenza. La natura è proprio quella, la stessa, brutale (femmine degradate a sfornapargoli come atto di ortodossia crescitista).

La pressione della vita contemporanea è uno dei rulli compressori.
Ma in fondo questa è la vita, è la vita - morte - caos in cui finiscono gli innamorati.
Erano le sei e ho chiuso il libro.
Sono me, lei, il nostro innamore ridotto ad rifiuto a lato, una bottiglia di plastica appiattita dalle auto in un parcheggio di quell'iper.
Alba insonne e rivivere quell'annichilirsi quotidiano.
Fin qui la struttura.

Non c'è solitudine più fredda, una e feroce che quella in coppia in ciò che è smarrito.


("solitudo", ritam)

23 commenti:

  1. in questo post c'è un mischione tra il libro di Volo e altre cose di vita quotidiana, e devo dire che ci capisco poco.

    di certo c'è che stai andando avanti con la lettura di 'sto libro.... che posso dirti....aspetto Clorinda, lei su queste cose è più efficace di me :-)

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    1. Il libro di Volo mi riporta a un vissuto ancora molto vivo.

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    1. Grazie per il tributo *_*

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    2. ma prego. è che UUIC se le tira proprio come diciamo noi a Milano......

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    3. > UUIC se le tira proprio

      Eh!?
      Io proprio non capisco in cosa consisterebbe il tirarsela, men che meno in questa pagina.

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    4. Uomo, tirarsela significa che citare Volo = beccarsi le "critiche" di quelli che - come me - pensano che Volo debba essere bandito dal genere umano

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    5. Tirarsela la conoscevo come "atteggiamento sostenuto", non nella tua accezione di "oggetto di critiche".
      Francamente a non capire.

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    6. tirarsela addosso, più chiaro ora ? :-)

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    7. > UUIC se le tira

      Ecco, io avevo letto "UUIC se la tira"
      I malintesi sono seguiti da questo errore.
      Chiedo scusa.

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    8. Ma che gli vuoi dire a Uomo, lui ci sguazza nel torbido. Le critiche gli sortiscono un effetto... pruriginoso. È il suo stile.

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  3. Ci sono dei fatti, non c'è da condividere alcunché.

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  4. va che ha ragione Lorenzo a 'sto giro uomo

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  5. Già i Greci si erano accorti dei meccanismi dell'eros.
    La letteratura di ogni tempo è ricca sulle questioni dell'eros, gioie e dolori.
    Per un certo tempo ho studiato con una certa assiduità il tantra i cui fondamenti arrivano a cinquemila anni di storia e già allora si capiva come l'eros era difficile e scardinava la coppia e uomo e donna che la compongono. Direi nulla di nuovo, in questo ambito.
    Ora possiamo non occuparci se non indirettamente di alcune questioni vitali come cibo, alloggio, salute. Questo porta a vivere a nuovi livelli nei quali ci sono problemi di sempre vissuti in modo diverso e nuovi problemi.
    Certo che sistemi via via più complessi sono anche più fragili. Un'auto è assai più complessa di un calesse ha anche dominio e prestazioni diverse.

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  7. A volte è meglio volare con la propria mente, che con quella di chi scrive certi testi...oserei dire di "nonsense". Mi convince Francesco che invita ad evitare di tirarsela.

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    1. > è meglio volare con la propria mente, che con quella di chi scrive certi testi

      Ieri sera il mio bipede mi racconta un fatto.
      L'insegnante sa che va a Monaco di Baviera, aa ooo uuu quella pasticceria che buona...
      Il bipede registra, va in Baviera, non riesce ad andare a tale pasticceria a prendere quei pasticcini, va da ALDI, una catena di spaccaprezzi (hard discount) tedesca compra 'na scatola di buoni pasticcini, li mette in un sacchetto e li porta in classe.
      Insegnante e compagni slurp gnam slurp in visibili "quella pasticceria aaahhh che pasticceria!".

      Il fatto che alcune cose le abbia dette/scritte Volo piuttosto che Polo piuttosto che Nolo piuttosto che Golo conta o non conta?
      C'è un'aneddotica e estesa di test sul cambio di percezione dovuto a condizionamento "esterno".
      Ci sono rami della scienza che cercano di evitare questo e hanno sviluppato metodi "ciechi" proprio per evitare questi condizionamenti

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  9. > è un modo di guardare il mondo infantile e narcisista

    Potremmo dare definizione di "infantile" e "narcisista".
    E iniziare a considerare gli assunti che appaiono in esse.
    Potrei pensare, dall'altra parte, a "vecchio" e "masochistico"...

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  10. Al di là di ogni considerazione letta, io credo che non si possa giudicare la vita di qualcuno se non si sono passate le stesse cOse. E anche se le hai passate, giudicare non ha senso. Ognuno fa la sua vita, con gioie, dolori, erriri, pentimenti ecc. É appunto. ..tutta vita. Non é la nascita di un figlio a rovinare la coppia ma lo é spesso l`atteggiamento di tante donne che una volta diventate madri perdono quasi del tutto interesse verso il compagno. Chiaramente poi accadono i patatrac. Mi capita di leggere certi insopportabili blog di `mamme` e capisco perché poi le coppie si sgretolano.
    L`eros per sua natura é libero, soffre se lo si ingabbia dentro situazioni statiche e ripetitive e quando gli si toglie quel pó di mistero. Una tizia che cinguetta sul colore della cacchina é il massimo dell`antierotismo, secondo me. Fabio Volo ha scoperto l`acqua calda.

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  11. E' piu' ricco di significati questo tuo commento che tutta la bibliografia di Volo.

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  12. In rete si chiama laglasnost ed è una censuratrice feroce . Sono delle fanatiche - esse direbbero - "fasciste", staliniste.
    La dissociazione è completa.
    Sono le (anti)femministe di plastica filo barbarie machiste.
    Dai un qualche potere mediatico a delle piccole menti scadenti farcite di oppio (neo)religioso e i risultati sono questi.

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