venerdì 4 dicembre 2020

Sempre più - 2

(Sempre più - 1)

Ieri mattina Rosa Canina è andata a trovare le sue... apine. Ce n'erano alcune morte sul predellino di ingresso di ciascuna delle due arnie. Peraltro si possono anche isolare termicamente. Alcuni di questi imenotteri, mi diceva _mozzi, quelli che superano l'inverno, hanno una modifica per cui perdono o hanno le ali fortemente ridotte; il loro scopo, nei mesi freddi, è di scaldare la regina e un nucleo dell'alveare. Dunque anche il metabolismo di questi animali a sangue freddo produce calore. Isolare le arnie... mah! Ora spiego la mia perplessità.
Nella nostra visione fa un po' pena vedere quelle api morte; eppure questo è il senso della vita, dei cicli che ne sono l'anima, il senso unico e profondo. La ns, visione del mondo è sempre più bacata e lo è sempre più spesso. Stiamo virando Siamo già dentro impastati e impestati in 'sto acquitrino, un panpietismo dolciastro, innaturale, pernicioso, indistinto, omologante, waltdisneyzzato.

Neve sempre bella! Oggi tempo da lupi e piove, lo scirocco ha fatto rialzare le temperature. Bene! In tutto novembre, qui, avevamo avuto un sol dì di precipitazioni significative.





(rosacanina)

49 commenti:

  1. A parte che le api non hanno il sangue ma l'emolinfa. Cito:
    "L'emolinfa degli artropodi (ragni, crostacei e insetti),è un tessuto fluido che svolge le funzioni analoghe a quelle del sangue e della linfa dei Vertebrati. L'emolinfa ha una maggiore viscosità; inoltre a differenza del sangue è priva di globuli rossi e, nella generalità degli insetti, di pigmenti respiratori riconducibili all'emoglobina. Si compone di una frazione liquida (plasma) e una cellulare."
    Il trasporto dell'ossigeno negli artropodi se non ricordo male è dovuto alla "emocianina" basata sul rame invece che sul ferro come la "emoglobina" contenuta nei nostri globuli rossi.

    Detto questo, sei contraddittorio come sempre, Coso. Se non ti va di proteggere le arnie dal freddo non capisco che senso ha tenere le arnie, la cui manutenzione comunque richiede cento procedure di mantenimento che tutto sono tranne che naturali. Per natura le api non starebbero li a farsi rubare il miele da voi, cosi come la mucca non fa il latte perchè il casaro possa fare il formaggio.

    Sei tutto storto.

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    1. Grazie per la precisazione sulla emolinfa. In Italiano si usa l'astrazione "a sangue caldo / a sangue freddo". Se dovessi dire "a emolinfa (fredda)" rischieresti l'incomprensione.

      Signor Nessuno, io ho cercato di osservare limiti della realtà e aspetti contraddittori di essa e le degenerazioni di molte correnti di pensiero "politicamente corrette".
      E' vero che il la mucca non fa il latte perché il casaro faccia il formaggio.
      Ciò non significa che il contadino vada letto la sera con la mucca o che l'apicoltore sposti le arnie in salotto, dall'altra parte della stufa, perchè c'è la bora brutta cattiva nazifascista lì fuori.
      Messer Pigiatasti usò quattro parole preziose, tempo addietro: il senso della misura.

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    2. Coso, non te ne voglio, sei abituato a gente che ne sa meno di te, la media degli Italiani è tra il lemure e l'ornitorinco.

      Funziona alla rovescia.

      L'espressione "a sangue freddo" si riferisce allo stato emotivo, intendendo una persona che non è coinvolta emotivamente dagli eventi a cui partecipa. Normalmente, è lo stato degli psicopatici.

      Per estensione, si attribuisce il "sangue freddo" ai rettili, che nella vulgata sono esseri repellenti e la rappresentazione del Demonio.

      La gente infatti è convinta che toccare un serpente significhi sentire il contatto con qualcosa di freddo e bavoso, tutto il contrario, ti posso assicurare che i serpenti, coperti da scaglie ossee, danno la sensazione di uno stecco di legno, ruvido e asciutto. Normalmente siccome NON sono omeotermi come noi, cioè non riescono a regolare la propria temperatura, per potere muoversi devono riscaldarsi al sole, quindi se li tocchi in condizioni naturali di solito sono anche caldi.

      Come faccio a saperlo? Una volta un colubro esculapio mi si è attorcigliato attorno ad una gamba.

      Anche li, l'italiano col cappuccio bordato di pelliccia non sa che in Italia gli unici serpenti velenosi sono meno di un terzo della lunghezza di un colubro, attorno ai 30cm. Quindi i serpenti lunghi oltre un metro sono impressionanti ma innocui. Il colubro in questione preda i nidi degli uccelli.

      Gli insetti sono su un ramo evolutivo completamente diverso da quello dei rettili, degli uccelli e dei mammiferi, che discendono da comuni antenati anfibi. Fanno parte del gruppo degli artropodi, cioè "piedi articolati", che non hanno nessuna struttura ossea interna, dato che il corpo è racchiuso in uno scheletro esterno.

      Poi altra cosa ovvia, fino all'epoca di mio nonno il contadino andava a letto con la mucca. O meglio, era relativamente normale convivere con gli animali e nelle condizioni migliori le bestie erano ricoverate subito sotto le stanze abitate dalle persone. Gesu, te lo ricordo, nasce nella grotta dove c'era il bue e l'asinello.

      Il senso della misura è diverso a seconda di quanti strati di "farloccaggine" ci sono tra te e lo stato di necessità. Se la tua vita dipendesse dalle api, saresti li a lucidarle una per una. Siccome per te è un gioco, che vivano o muoiano è la stessa cosa.

      Per estensione, come abbiamo detto e ridetto, per te è la stessa cosa che viva o muoia il 90% dell'Umanità, dato che nella tua vacuità sei convinto di potere giocare al Conte di Montecristo anche se rimani da solo a dovere fare andare tutto. Sarebbe interessante fare la prova dello "ecologista", cioè mollarti nudo in qualche landa disabitata e lasciarti li per un mese.

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    3. Mah, Lo, in definitiva passeresti dei brutti momenti anche se ti mollassero nudo in via Monte Napoleone. Sicuramente non riusciresti a rimanerci per un mese, perché finiresti prima a doverti confrontare con qualche pattuglia o, peggio, con qualche gruppo di "amorevoli" pezzi di... "marca" che si prenderebbero cura di te in modo piuttosto vigoroso.

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    4. Faccio uno sforzo per moderare la mia risposta, dato che non sono a casa mia. La cosa terrificante è che tu sei un docente, cioè uno che dovrebbe condurre gli allievi indicandogli la via.

      Vado a disvelarti l'arcano a cui dovresti arrivare senza nemmeno pensarci. La differenza tra Montenapo e la "landa desolata" E' LA GENTE, quella che Coso vorrebbe eliminare in omaggio alla teoria del "Teratoma Umano".

      Se tu ti ritrovi nudo in Montenapo puoi chiedere aiuto a qualcuno. Nella antichità esistevano due condizioni, dentro e fuori le mura. Dentro le mura, tutti ti soccorrevano, fuori le mura eri considerato una bestia e quindi si poteva disporre di te a piacimento. Infatti la punizione peggiore era lo "ostracismo", dal coccio su cui gli antichi Greci segnavano il voto per esiliare qualcuno. Ergo, nella "landa desolata", posto che tu non incontri persone che ti accoppino per il gusto di farlo o che ti riducano in schiavitù, l'unica cosa che fa la differenza è l'ingegno e l'ingegno si concretizza tramite l'arte, il sapere fare le cose. Lasciamo da parte l'allevamento delle api, chissà quanti secoli ci sono voluti per perfezionare l'idea, consideriamo accendere il fuoco, operazione di cui si parlava a proposito della preferenza di Coso per la legna marcia. Per accendere il fuoco devi fabbricare uno strumento che produca abbastanza attrito da generare abbastanza calore da dare fuoco a qualcosa, esempio un archetto che fa girare un perno, oppure devi trovare un minerale che quando viene percosso produce delle scintille.

      Il punto della faccenda è che per sopravvivere a Montenapo devi solo aprire la bocca, per sopravvivere nella "landa desolata" devi sapere fare le cose. Fare le cose ti dovrebbe palesare un concetto, cioè che tutte le cose che diamo per scontate, come pigiare l'interruttore e accendere la lampadina, hanno dietro una catena di "fare le cose" infinitamente complessa che è possibile solo perché ci sono migliaia o milioni di persone che ci lavorano e che rendono possibile tutto l'aggeggio e quello che ci sta attorno.

      Coso gioca alla mite pastorella, glielo dico da sempre. Va bene, finché non ti atteggi a Diogene, pretendendo di fare bella figura. Funziona solo coi compagni come Sara, all'interno di certi circolini alimentati con gli stereotipi del Sessantotto. Se alle api devi dare le goccine di acido ossalico per ridurre la presenza di Varroa e magari mettergli il candito vicino al buco cosi lo mangiano dopo che gli hai tolto il miele, non si capisce perché non si debba anche mettere un po' di polistirolo o quello che è attorno all'arnia per fargli superare l'inverno.

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    5. Mah... personalmente mi sento più sicuro in mezzo a un bosco che in qualsiasi città. Diverso il discorso per i paesini più decentrati, dove certa ginoria che infesta abitualmente i centri più grandi è difficile trovarla. Lì, forse e se sai come comportarti per suscitare benevolenza, riesci ancora a trovare almeno in parte il supporto che citi. Nelle città, qualsiasi città di dimensioni medio-grandi, è più probabile che incontri qualcuno che ti concia per le feste proprio se realizza che sei un nessuno qualsiasi. Gli altri, quelli non ostili (inclusa la vecchietta con la borsa della spesa), semplicemente ti ignorerebbero anche se stessi schiattando sul marciapiede. Se si dovessero accorgere che sei morto o comunque in condizioni di non reagire, più probabilmente ti ruberebbero il portafogli o qualsiasi altro oggetto di valore anche minimo.

      Visto che parli di cose terrificanti, è una cosa terrificante anche il fatto che tu spari a zero sugli interlocutori basandoti su una rappresentazione di persone che non conosci, rappresentazione che ti sei fatto leggendo stringhe di caratteri su uno schermo. Il che induce a farsi una certa rappresentazione di te, e ci vuole una bella dose di pazienza per non cedere alla tentazione e astenersi dall'assumere i tuoi toni. Di solito ci riesco, come ora, per cui ti saluto con un sorrisone.

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    6. Sulla prima parte, ripeto, per avere la misura delle cose bisogna metterti nudo in una landa disabitata e lasciarti li per un mese.
      Poi ci puoi raccontare che ti senti più sicuro. Se sei ancora vivo e capace di parlare. Parafrasando gli Americani, tutti gangsta con la luce in casa.

      Per quanto mi riguarda io nella landa disabitata posso vivere per il tempo e nei modi che dipendono da quello che mi posso portare nello zaino. Cioè grazie alla tecnologia che mi porto da casa. Faccio un esempio. Guardavo un gioco elettronico "moderno" che descrive la costruzione di una colonia su un pianeta. L'unico modo per alimentare la colonia sono i pannelli solari o i generatori eolici. Una cosa che è contraddetta da tutte le missioni spaziali fino ad ora, che sono alimentate con un RTC, radioisotope thermoelectric geneator, in sostanza una scatola con dentro degli isotopi radioattivi in forma di pasticche che mentre decadono generano calore e la differenza di temperatura tra la scatola e l'esterno genera una termocoppia che a sua volta genera corrente elettrica. Nel film "The Martian" si vede un RTC quando il protagonista lo estrae dal terreno dove era sepolto e lo mette nella cabina del rover per riscaldarlo. Il rover ovviamente va coi pannelli solari. Una cosa molto intelligente, no? Pannelli solari fuori che non potrebbero mai alimentare davvero il rover e una pila atomica dentro la cabina, quando l'unica controindicazione per un RTC è proprio la presenza di esseri umani nelle vicinanze (dato che, guarda un po', è radioattivo). Questa è la contemporaneità, una montagna di merda sotto la quale ci hanno seppelliti e che la gente è condizionata a pensare sia cioccolata.

      Tra l'altro, farei presente che in Montenapo una volta, prima della apocalisse zombi, c'era la Milano del lusso e la tua presenza nudo davanti ad una vetrina, anche se muto, provocava inevitabilmente l'arrivo della Polizia e di una ambulanza. Circa la faccenda de homo homini lupus, non solo ognuno è resposabile delle proprie azioni e su quelle viene misurato ma bisogna anche stare un tantino attenti a non proiettare sugli altri le proprie psicosi, in questo caso la paura del prossimo, che è una delle componenti fondamentali del "sinistrismo". Adesso siamo in un momento di terrore parossistico per cui ci dobbiamo "distanziare" dal prossimo non solo perché è cattivo ma perché porta il seme del male e questa è la vera natura della predicazione "sinistra", non il "vietato vietare" che era solo l'ennesimo piede di porco per scardinare l'esistente.

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    7. Sulla seconda parte, andiamo ad esaminare la confusione nei tuoi pensieri.
      "... basandoti su una rappresentazione di persone che non conosci, rappresentazione che ti sei fatto leggendo stringhe di caratteri su uno schermo."

      Primo, se io costruisco una rappresentazione della realtà, non solo la conosco a perfezione, questa è anche l'unica realtà che posso conoscere.

      Secondo, benvenuto alla fiera dell'ovvio, se tu scrivi, io leggo. Se non sei capace di scrivere quello che pensi e quindi descrivi le tue idee in maniera imprecisa o erronea, allora meglio che tu non scriva. Viceversa, se sei capace, allora datti da fare e spiegati meglio. Il fatto che da quello che scrivi derivi una percezione sbagliata di quello che pensi e' solo una tua responsabilità.

      Terzo, torniamo al caso di Coso qui, il quale è un brav'uomo in fondo ma è limitato da certe abitudini che ha acquisito e di cui non è nemmeno consapevole, per cui anche con le migliori intenzioni, continua a girare in tondo avendo come centro di gravità lo stesso "sinistrismo" da cui vorrebbe emanciparsi. Non potrà mai liberarsi dalla attrazione gravitazionale perché nel suo spazio la massa dei "sinistri" è enormemente preponderante, tanto che, conformemente alla prassi, certe cose sono "normali", anzi, "auspicabili". Quello che manca a Coso e manca anche a MrCoso è il contraddittorio. Siete nati e cresciuti e quindi condizionati nella menzogna de "tutti hanno diritto alle proprie opinioni" oppure "bisogna rispettare le opinioni degli altri". Poi uscite e il gendarme vi chiede la carta bollata che certifica la autorizzazione ad uscire di casa. Non siete consapevoli che sono due facce della stessa medaglia.

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    8. > personalmente mi sento più sicuro in mezzo a un bosco che in qualsiasi città

      Siamo in due.
      le citta' sono i luogji dove si compiono la stragrande maggioranza dei crimini e dei delitti.

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    9. > preferenza di Coso per la legna marcia.
      Singor Nessuno, usate le iperboli a sproposito e troppo frequentemente.
      Ho gia' scritto che quella poca legna la utilizzavo e la utilizzo solo per innescare la fiamma, cosa per la quale funziona moloto bene.

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    10. Manca meno di mezzora alla mezzanotte.
      Signor Nessuno, leggo i vs. commenti.
      Piglio le cose sensate e lascio andare le altre.

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    11. I serpenti non danno affatto la sensazione di uno stecco di legno. Sono morbidi al tatto e tendenzialmente caldi, con una consistenza piacevole e compatta, il che deriva dal non avere praticamente massa grassa. Eventuali parti più ruvide possono derivare da mute mal fatte e portano a loro volta diversi problemi al serpe.
      Purtroppo a loro non piace esser maneggiati perché è proprio piacevole quando si arrotolato su polso e dita,

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    12. Secondo me la "morbidezza" dipende da quanto è incazzato l'animale. Io non li maneggio, ne ho pestato uno inavvertitamente e questo mi ha stretto la gamba, essendo abbastanza incazzato. La sensazione al tatto era quella di un legno ma la presa era quella di un cavo teso. Non ho avuto il tempo di fare amicizia col serpente, ho fatto un salto come un gatto prima ancora che mi arrivasse alla coscienza l'idea di indagare. Gli animali furbi sono quelli che non stanno li a vedere cosa fai, il mio serpente è schizzato via a velocità fantastica, l'ho visto per forse tre secondi, era verde iridescente come i serpenti che vanno sugli alberi a mangiare gli uccelli, molto bello. Come ho detto, mi è sembrato un colubro. Ne ho visto un altro recentemente accanto ad un vialetto nel Parco di Monza, pensa un po'. Questo era più sul marrone ma mi sembrava lo stesso. Forse una specie affine. Avrà dovuto fare i conti con i cani, dato che i parchi ormai sono cacapisciatoi canini. Non tocco nessun animale intenzionalmente. Quelli domestici mi trovano stranamente interessante e vengono a leccarmi. Con quelli selvatici capitano degli incidenti.

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    13. Per ora gli animali più strani che ho incontrato sono le capre. Una volta che si mettono in testa che sei interessante, non te le togli di dosso in nessun modo. Poi hanno la abitudine di mordicchiare qualsiasi cosa. Una volta ero seduto in montagna e mi è venuto addosso un branco di caprette marroni coi piccoli al seguito, volevano indagare tutte le cose strane che avevo addosso e cosa avevo nello zaino. Hai voglia a gridare "sciò", niente. Nemmeno dandogli delle pacche. Poi è venuto il capraio forse preoccupato che io dessi di matto e facessi male a qualche capra. Sono strane, le capre, perché non si capisce cosa hanno in testa, come una espressione illeggibile. Almeno per me. Le altre bestie invece in qualche maniera dai movimenti del corpo o dallo sguardo, si può capire.

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    14. Coso, anche te, come MrCoso, avete una strana idea che poi non è la vostra, circa se e come stabilire il "giusto" e lo "sbagliato".
      Primo, ci dobbiamo accordare SE vogliamo indagare o se vogliamo fare ognuno il suo verso e morta li, non importa se è una sinfonia o un peto.
      Secondo, se ci accordiamo per indagare, c'è solo UN MODO, cioè fare scontrare la Tesi A e la Tesi B per vedere se una delle due sopravvive. Potrebbero morire entrambe perché una evidenzia le falle dell'altra ma quello che non può succedere è che sopravvivano entrambe.
      Terzo, per il secondo punto, una volta acclarato che ogni Tesi può morire miseramente, bisogna accettare le due conseguenze: Terzo A, prima di esporre una Tesi bisogna averci pensato ed essere ragionevolmente sicuri che sopravviva al contrasto contro un'altra Tesi. Viceversa, Terzo B, per la natura del gioco bisogna accettare di vedere la propria Tesi soccombere.

      Quindi, a me fate ridere entrambi. MrCoso che si incazza perché gli spiattello il fatto ovvio che scrive senza pensarci prima e poi si aspetta un bel voto e Coso che mi dice che sceglie cosa tenere e cosa scartare, quando l'unica cosa che dovrebbe fare è constatare che la propria Tesi non funziona, considerato che la mia Tesi rimane li dove si trova fino a che una Tesi alternativa non gli va a sbattere contro. In entrambi i casi, il problema di fondo è la ripetizioni di luoghi comuni. Lo faccio anche io, tutti tendiamo a ripetere cose dette da altri, ovvio no? Io piscio nel water alla mattina mica invento il water prima di pisciare, lo uso perché qualcuno l'ha inventato e qualcun altro l'ha fabbricato. Cerco di scegliere le cose che ripeto, che non invento, tra le cose che funzionano meglio e che, NOTA BENE, non sono contraddittorie.

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    15. Apro quindi una ulteriore parentesi per Coso.
      A me non importa niente se uno vive in un modo o nell'altro, ovviamente fino a che non mi pesta i piedi. Un tale gaio che conosco c'è rimasto male perché davanti al suo "coming out" io non ho battuto ciglio. Cacchio me ne frega se sei gaio, fai come ti pare. Diventa un altro paio di maniche quando il gaio pretende che io mi adegui a certe sue idee e nel caso in oggetto, quando Coso si atteggia a "ecologista". Vediamo se mi spiego. Se Coso vivesse in una foresta di sua proprietà e fosse riuscito a mettere su un "ecosistema" quasi-chiuso, tanto di cappello. Se invece coso mi racconta del romanticismo del fuoco scoppiettante io gli domando dove prende la legna, cosi come se mi avesse detto che usa una stufa ad induzione gli domanderei dove prende la corrente. Poi ovviamente gli domando dove prende le pentole eccetera. Se la risposta a "dove prende la legna" è "la compra" allora io dico "grazie al cazzo" perché la legna bisogna coltivarla, raccoglierla, immagazzinarla, distribuirla, commercializzarla/consumarla come qualsiasi merce nel "mercato capitalistico". Se poi diventa "la trova sul terreno di altri" allora io dico "ecco, l'esproprio proletario uni-direzionale" che è sotteso al fine che giustifica i mezzi. Coso che diventa giudice, giuria e boia degli altri pro domo sua, letteralmente, replicando in piccolo il meccanismo "elitario" che ci schiaccia.

      Venendo alle api. Il signor Ventrella, che tiene un canale Yotube dove racconta della baita che ha comprato e ripristinato, mi dice che tenere 3 arnie il primo anno gli è costato oltre mille euro e gli ha fruttato forse trecento euro di miele, ergo un passivo di oltre 2/3. La conclusione è che tenere le arnie si fa per passione. Esattamente come fare su e giù su un prato con una moto da cross trasformando tutto in un merdaio. Certo, le api servono ad impollinare le piante e di per se stesse hanno un impatto minimo, l'unica cosa è l'arnia che deve essere costruita e mantenuta, il resto è "naturale". Tuttavia in nuce una "passione" vale l'altra. Non solo è un problema decidere chi decide se si può o si deve allevare le api o fare su e giù con le moto da cross ma nessuna delle due cose è priva di conseguenze. Quelle della moto sono ovvie, quelle delle api sono il cambiamento dell'ecosistema quando un allevatore che pensa di saperla lunga importa una specie di api aliena e causa una mezza catastrofe ecologica o tramite le api direttamente o tramite malattie e parassiti delle api.

      Amen, ho perso un po' di tempo, tanto c'è la zombie apocalypse.

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    16. Ogni tanto cerco di spostare un rospo dalla strada, affinche' esso non diventi una polpetta schiacciata dagli pneumatici di qualche veicolo. Il fatto che sia freddo mi fa senso.

      Api, certamente siamo amatoriali: coloro che lavorano professionalmente con esse hanno centinaia di famiglie.

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    17. Alahambra, ho apprezzato il vostro intervento propositivo, Questa volta non e' contro questa tesi o quella persona. Grazie.

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    18. I rospi sono anfibi del genere "anuri", cioè senza coda. Come i rettili contemporanei, hanno la temperatura dell'ambiente in cui si trovano, quindi o vanno in ibernazione (estivazione col caldo eccessivo) oppure si spostano dal caldo al freddo e viceversa per mantenersi entro un minimo e un massimo.

      Facciamo un esempio.
      La nostra temperatura normale è attorno ai 35-37 gradi, sotto e sopra questi estremi il corpo attiva dei meccanismi di compensazione come i bridivi e il sudore. Se la nostra temperatura scende sotto i 30 gradi, entriamo in coma. Quindi, se ci trovassimo in una stanza con 20 gradi e il nostro corpo avesse la stessa temperatura della stanza, saremmo morti.

      Viceversa, anfibi e rettili non muoiono pur non potendo regolare la propria temperatura, invece rallentano, perché si sono evoluti per consumare poche energie, quindi si muovono poco e vivono anche più a lungo. Ho letto da qualche parte che i serpenti vivono benissimo mangiando una sola volta in un mese.

      La cosa interessante è che i mammiferi e gli uccelli si sono evoluti da rettili araici che per essere più attivi e colonizzare ambienti più estremi, regolavano la temperatura corporea come noi. Pare che i dinosauri avessero appunto questa capacità.

      Comunque, se i rospi li trovi in estate, non possono essere più freddi dell'aria in quel dato momento. A Bologna la minima in Giugno è attorno ai 16 gradi di minima e 27 di massima, in media. Quindi diciamo che i rospi saranno a circa 20 gradi come la stanza di cui sopra.

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    19. A temperature basse per la loro corretta omeostasi i serpenti fanno la bruma, una sorta di letargo. Il loro metabolismo rallenta con tutte le conseguenze del caso, ivi compreso il poco bisogno di cibo. Questo procedimento, simulabile anche con i serpenti "domestici" ha tra gli altri effetti di prolungarne la vita comunque già non brevissima di per se stessa.
      Parlando di colubri, in Italia è parecchio diffuso il biacco che non escludo sia quello che hai incontrato. Non conosco le sue caratteristiche ideali di mantenimento specifiche, ma ti so dire che i serpenti del grano (Pantherophis Guttatus ex Elaphe Guttata) sono particolarmente facili da tenere per le basse necessità di stabulazione: spazio contenuto, temperatura attorno ai 28 gradi nella zona calda e 24 nella zona fredda, umidità attorno al 40-50%. Un baby mangia un pino di topo una volta ogni 5/6 giorni, un adulto mangia una volta ogni 8/9 giorni.
      In generale non hanno grossi problemi, se normalmente ben alimentati, a resistere una quindicina gi giorni senza conseguenze ed un'altra decina con conseguenze recuperabili.

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    20. Grazie a entrambi, Alahambra e Nessuno: i vs. interventi mi permettono un breve ripasso di biologia, materia per la quale non ho mai avuto inclinazioni particolari.
      Rospi in occasione di piogge consistenti, penso quindi in autunno qui.
      Supponendo 17 gradi, sono 20 in meno rispetto alla ns. temperatura da cui la percezione relativa di freddo a contatto. Semplicemente anche per mia abitudine visto che gli animali che tocco abitualmente/con qualche frequenza sono persone o altri mammiferi (cani, gatti, mucche, asini, cavalli etc.).

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    21. Alahambra: "pino di topo" è la distorsione furbofonica di "piccolino di topo"?

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    22. Distorsione di un pinky di topo, ovvero un neonato.

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    23. Però un giorno qualcuno mi dovrà spiegare qual'è il senso di tenere animali in gabbia senza lo scopo di mangiarli o usarli in qualche modo come arnese.

      Sono contrarissimo al concetto dell'animale-giocattolo per non dire di quello dello animale-figlio. A parte il sadismo implicito o esplicito, anche io da bambino infilavo lo stecco dentro il formicaio, tenere un acquario implica tantissimo lavoro e un sacco di attrezzatura, tutta roba per gente con un pensiero decadente, cioè che vive del superfluo, non del necessario. Come dicevo delle arnie di Coso, che sono un gioco, Certo meglio allevare le api che i ragni o i pesci rossi. Mi si dirà che non di solo pane vive l'uomo. Certo ma ognuno di noi si misura sulle proprie azioni e quindi sulle proprie scelte. Non tutti i passatempi sono equivalenti.

      In gioventù ho provato varie modalità di caccia, ho capito subito che non aveva senso perché non solo io non ho bisogno di cacciare per mangiare ma non mi va nemmeno di cucinare gli animali che eventualmente uccido. Potrei pensare alla pesca col rilascio ma una volta che hai provato per vedere com'è, poi continuare a catturare i pesci per rilasciarli significa fargli del male senza altro motivo dello spasso e secondo me spassarsi col la sofferenza altrui non è onorevole.

      Comunque, lasciando da parte la antropologia della "caccia come spasso" e dello "animale domestico", secondo me sono due espressioni della stessa perversione, se tanto mi da tanto, il tempo tra un pasto e l'altro dipende da quanto mangia il serpente ad ogni pasto. Se ingoia un coniglio starà più tempo senza mangiare che se ingoia un topo. A questo punto bisogna vedere qual'è il massimo che il serpente può ingoiare per ogni pasto oppure, meglio, quali animali preda in preferenza. Un'altra cosa su cui non sono sicuro è quale sia la dimensione massima del serpente, forse, col suo ritmo lento, continua a crescere fino a che non muore.

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    24. A suo tempo avevo fatto una ricerca e secondo me il serpente che ho pestato era questo, per via delle dimensioni, forma e l'habitat in cui mi trovavo. Però era di una colorazione più sul verde. La mia vista non è attendibilissima, all'epoca meno di ora.

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    25. I serpenti raggiungono dimensioni massime e ad un certo punto, da adulti, smettono di crescere.
      La preda massima è pari al diametro nel punto più largo del serpente, e sì, hanno prede di elezione e quelle cercano di mangiare.
      Di norma piccoli roditori per le specie più comuni specie alle nostre latitudini.

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    26. Vidi sul voitubo un filmato/anteprima di un serpente squarciato per aver ingollato un serpente più grosso di lui.
      Montatura per raccattare clic?

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    27. Signor Nessuno, siamo decadenti con queste cose voluttuarie...

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    28. Devo davvero risponderti o ci arrivi da solo che i casi estremi esistono ma che essendo appunto estremi sono rari e assai poco probabili e quindi fanno notizia?

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    29. Nel mondo animale ci sono approcci assai diversi al cibo: alcune specie si limitano, altre no.
      Certamente la rarità della notizia la rende sensazionale.

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    30. In un mondo dove sei misurato non sul "dovere" ma sul "godere", niente è "voluttuario", ogni singola voglia equivale ad un imperativo. E' sempre il discorso per cui la gente considera "necessario" andare in cima alla montagna col SUV o con la funivia, a mangiare i gamberoni. Ci sono stati casi celeberrimi di ammiragli che si facevano portare il cavallo bianco sulla nave o generali che si facevano portare le orate sui monti con l'elicottero. Quelle robe da basso impero che poi ritrovi nei "party" della "city". Il ragionatto magari non ha l'elicottero però ha la "mountain bike elettrica" a cui provvede il lungimirante Governo con gli incentivi.

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  2. Mi pregio di segnalare che il mondo va nella direzione che anela la compagna Sara.

    Espulsione dal NASDAQ delle aziende senza "donne" e "minoranze" nei consigli di amministrazione.

    Dobbiamo vivere come i cani, senza passato e senza futuro.

    Viva il Mondo Nuovo, che fa impallidire le distopie della fantascienza.

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    1. Ne ho letta tanta, di fantascienza (preferisco "letteratura di speculazione"). Ti garantisco che non impallidisce nulla, perché è già stato tutto ipotizzato -- quel che sta accadendo, quel che potrebbe accadere e quel che non accadrà. La fantasia di certe persone (gli autori più creativi) riesce a spingersi davvero molto in là nell'immaginare cosa potrebbe essere, partendo dall'osservazione di quel che è e che è stato.

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    2. Mescolare la glicerina del bigottismo coglionesco degli statunitensi con l'acido nitrico della reazione isterica progressista di parte di tali coglioni.
      Direte :- "E' il peggio!".
      No.
      Il peggio sono i fanatici dementi arcobalenghi nostrani che prendono come oro colato questa feccia e la vogliono importare senza se e senza ma.
      Uno di questi, la cui peristalsi ci ammorba settimanalmente, è il tale campano radical chic che pontifica dal suo attico / cloaca massima di Nuova York.

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    3. MrCoso, se fosse come dici, le storie di fantascienza consisterebbero in una breve descrizione seguita dalla parola "fine".
      Invece, per potere menare il torrone per decine o centinaia di pagine, i racconti devono avere una trama e la trama nella maggior parte dei casi prevede che ci siano due principi Bene e Male contrapposti che si attorcigliano.
      La cosa della attualità che va oltre la fantascienza è il fatto che per il volgo è tutto "normale". Non esiste una dicotomia Bene e Male, esiste solo lo "stato di fatto" che diventa "necessità" come il sole che sorge ogni mattina. Come un orologio che segna le ore.
      Infatti, non solo sul Corriere non si fanno scrupoli a pubblicare questi scarichi di diarrea ma lo fanno nella convinzione che il lettore li trovi semplicemente "normali", dato che tanto le "quote" che lo "istante presente" sono istanze dello "anti-umanesimo" degli anni Settanta, post-sessantotto.

      Coso, ripensaci. Cosa ti separa dal tizio che pontifica dall'attico di New York?

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    4. Lorenzo mi cita sempre poi quando ho compiuto 50 anni non mi ha nemmeno fatto gli auguri!

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    5. Lo, un romanzo ha per forza di cose una struttura... romanzata! La letteratura di speculazione non sfugge a questa condizione. Non mancano quasi mai, infatti, altre figure stereotipate, tipo la figona che si innamora immancabilmente del protagonista, la persona cara che viene sottratta e poi recuperata, e tanti ma tanti bla, bla, bla di nessuno spessore.

      Dove appare la genialità o la pochezza di chi scrive è nella costruzione dello scenario e nella capacità di mantenerne la consistenza e la verosimiglianza (o il taglio iperbolicamente assurdo, in certi casi) nonostante gli strati di ovvietà che le esigenze "di cassetta" impongono di aggiungere.

      Ovvio che per incappare in un libro degno d'essere letto occorre immergersi nella palude putrida di tante realizzazione inutili, spesso pure squallide. Quando però in mezzo a tanto fango trovi qualcosa di valore, be', in quel caso sciacqualo bene e tienilo caro.

      Ovviamente non sarai d'accordo.
      E' il tuo ruolo, no?

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    6. Questo discorso riguarda la antropologia ed è troppo complesso per un commento su un blog.

      Torno a dire, riguardo questi giorni, la fantascienza nella fantascienza è la "normalità".

      Faccio un esempio più o meno a caso. Il "franchise" di Matrix racconta prima del fatto che la "realtà" è una illusione fabbricata dalle macchine che tengono l'Umanità asservita dentro dei bozzoli per succhiargli l'energia che poi le macchine usano per alimentarsi. Apparentemente il pianeta è controllato dalle macchine che sono uscite vittoriose da una guerra contro l'Umanità ma esiste una sorta di "resistenza" che si nasconde nei meandri di una rete sotterranea. La "resistenza" può sottrarre qualcuno dal controllo delle macchine ed estrarlo dal bozzolo per portarlo nella "realtà-reale" da cui poi si può rientrare nella "realtà-illusione" ricollegandosi al network delle macchine, allo scopo di trovare un modo per liberare l'Umanità dalla illusione scardinando la programmazione dall'interno. Poi le macchine scoprono la città sotterranea dove abitano gli ultimi Umani non asserviti e la attaccano. Dopo epica battaglia scopriamo che in realtà anche la "realtà-reale" è un simulazione e la "resistenza" con la sua città sotterranea è una procedura che le macchine eseguono periodicamente per "pulire" il network dalle anomalie. Apparentemente non se ne esce, la "realtà-reale" è una subroutine della "realtà-illusoria". Se non che, proprio perché è una invenzione letteraria, la storia non è chiusa, conclusa. C'è sempre la scappatoia dell'eroe che attraverso le prove, la lotta contro i mostri, l'ascesa all'Olimpo e l'estremo sacrificio, redime l'umanità. Fintanto che c'è un Eracle o un Prometeo, c'è sempre un domani.

      Viceversa, qualcuno diceva che un popolo è sventurato se ha bisogno di eroi. Grandissima cacchiata, è esattamente l'opposto. E' sventurato un popolo che non ha più eroi, che non ha nemmeno l'idea del passato e del futuro, che non ha un domani perché ha solo il presente, come i cani dell'articolo "animalista" del Corriere.

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    7. Comunque chiarisco, se me la prendo è perché potreste fare di più.

      Nei casi come la compagna Sara, non c'è nemmeno la scintilla di un pensiero indipendente, solo l'esecuzione automatica di un programma. Coi compagni non me la prendo, è come prendersela con le macchine. Al massimo, quando una macchina si guasta, gli dai un calcio per la frustrazione, mica ti aspetti che faccia qualcosa di diverso. Sarebbe da folli.

      Invece da voi Cosi mi aspetterei che facciate qualcosa di diverso perché avete la scintilla ma girate a vuoto.

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    8. Signor Nessuno, piu' che vincere una battaglia bisognerebbe vincere la guerra. In questi luoghi (diariosfera) intanto lavoriamo su idee e concetti, dimostriamo che l'omologazione al pensiero unico non e' affatto scontata.

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    9. La guerra è finita da cinquant'anni, Coso.

      Dal famoso "Sessantotto", quando le Elite Apolidi, che si erano preparate il terreno con le due Guerre Mondiali, hanno girato l'interruttore dei "liberal" e dello Anti-Umanesimo.
      Adesso stanno procedendo metodicamente a radere al suolo sistematicamente qualsiasi opposizione, togliendo agli individui ogni punto di riferimento, passato, futuro, eradicando i Popoli, etnie, lingue e culture, cancellando le Nazioni e gli Stati.
      Ogni volta che qualcuno qui ricicla uno stereotipo del "Sessantotto", non fa che avvantaggiare le Elite Apolidi e il loro Piano di ingegneria sociale. E' un'altra bomba che scava un cratere in una landa già devastata.

      Oggi ho ascoltato la seduta del Parlamento in cui si votava l'approvazione del famoso MES. Più precisamente uno dei passi necessari perché il MES vada a regime. I discorsi della "Maggioranza" dei "sinistroni" e "terronisti" erano cosi surreali da essere terrificanti, ancora, come eco ennesima delle cose che ho scritto sopra. Senza più infingimenti, senza annacquamenti.

      Questo è un mondo dove chi guarda la TV, per cui deve pagare una imposta allo Stato secondo le "regole", assiste ad un processo in diretta dove il Giudice del Tribunale del Popolo, tale Gruber, un essere indefinibile che forse una volta era una donna, condanna la signora Boschi, l'ex valletta del ganzo Renzi, matrona agghindata da ragazzina, perché si è fatta fotografare col "fidanzato", pare sia un "attore", senza "mascherina". Perché il Tribunale del Popolo nel nome del rispetto delle "regole", non guarda in faccia a nessuno, direbbe fiera e soddisfatta la compagna Sara.

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  3. Anche qui ha nevicato. Non era così bello.
    So che alle api non fa molto bene il caldo in inverno. Negli inverni troppo miti pensano sia primavera e agiscono come se lo fosse.

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    1. Il freddo ha molteplici aspetti positivi per la campagna, Claudia.

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    2. Infatti il freddo in inverno ci vuole. Se non fa freddo I parassiti si moltiplicano, le gemme si risvegliano, e con le gelate tardive le piante muoiono. Poi, per carità, ci sono zone dov'è eterna primavera e tutto va per il meglio, ma è un'altra storia.

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    3. Per esempio, ho letto da qualche parte che ci è pervenuto un parassita delle conifere che ha il suo luogo di origine nel nord americano dove appunto il freddo estremo lo tiene a bada. Una volta nelle foreste europee, che sono più meridionali, si è moltiplicato a temperature più alte, danneggiando parecchio gli alberi. Me lo conferma un tale sloveno che si sta auto-costruendo una casa in legno usando tronchi di conifera che presumo vengano dai suoi possedimenti.

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  4. Il Consiglio dei ministri di oggi, lunedì 7 dicembre, è stato sospeso perché le ministra dell'Interno Luciana Lamorgese, presente alla riunione, ha appreso di essere positiva al coronavirus.

    Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e quello della Giustizia Alfonso Bonafede saranno messi in isolamento: erano seduti accanto a lei.

    Vedi cosa succede ai sovranisti negazionisti che non rispettano le regole, fanno gli assembramenti nella movida, non si mettono la mascherina, eccetera.

    L.

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  5. Ma Lorenzo va in motoretta anche con questo freddo?

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    1. Guarda che basta essere attrezzati. Certo, se ci fossero venti gradi sotto zero la musica sarebbe diversa, ma con le temperature di questi giorni si viaggia tranquillamente anche su due ruote.

      Sai qual è la vera seccatura, quello sì un freno di tutto rispetto: la pioggia. Attrezzarsi contro la pioggia approssima di molto la figura del motociclista a quella del palombaro...

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    2. Meglio il freddo in moto che il caldo sui mezzi.

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