Messer Fracatz, ci informa nuovi avanzamenti pluricità progresso: possiamo consolarci colla importante decisione dei caporioni europei per cui - tadaaaa! - sui documenti di riconoscimento potrà esserci anche x oltre che maschio e femmina.
Abbiamo già i compagni veramente più puri e nobili che son più progressisti di tutti noi che han stabilito che x è discriminatorio e fasciofassista. E se uno dopodomani volesse essere p,%? oppure h? Oppure qwerty? È una discriminazione che toglie diritti: subito una nuova direttiva per l'autodeterminazione giornaliera della stringa, simbolo, icona, pet-friend col quale identificarsi!
Identificazione progresso, anche per te, retrogrado nazifascista che c'hai in mente quel vecchiume
icchese icchese icchese yupsilon.
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Aggiornamento delle 5:26:
Ahnno! I compagni vegan-animalisti hanno già fatto ricorso: identificarsi col proprio cane Ilaria viola gravemente i suoi diritti ed è un processo di sfruttamento che non si può in alcun modo accettare né istituzionalizzare.
Dovranno essere istituiti dei servizi di accompagnamento al consenso informato per cui la Ilaria e pure tutti le pelosette, i pelosetti e lu* pelosettu* dovranno fornire autorizzazione scritta prima che il loro nome venga affibbiato come genere al nascitur-Ilaria.
La compagna Salis ha già segnalato che Orban è contrario e ella che ha organizzato un giro di applicazioni di martelli sulla capoccia di scettici, reazionari e contrari. Per questo verrà subito nominata Commissaria Europea al Consenso volontario.
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3 ore fa
tutto questo poi, proprio quando Trump ha deciso di riportare in alto l'ammereca, chissà che penserà mai di nojos
RispondiEliminaIl signor Donald Trump ha, in casa, una nutrita schiera di deficienti integralisti arcobalenghi imbattibili sul politicamente corretto.
EliminaQuelli che mettono un* a capo dell'ufficio acquisti solo perché lu piace la pizza ai peperoni o perché si strofina con un'altru*.
Chiaro che una nazione che abbonda di ruoli assegnati in base a scelte così non può che andare male.
Io vedo questo.
RispondiEliminaIl mondo della finanza, pur essendo essenziale per il funzionamento dell’economia, è spesso criticato per il suo potere eccessivo e per la disconnessione dalle esigenze quotidiane delle persone comuni. Le grandi istituzioni finanziarie, come banche e fondi di investimento, hanno un’influenza immensa sulle politiche economiche, e questo ha generato una crescente disuguaglianza economica. I banchieri e i manager finanziari spesso godono di enormi bonus e compensi, mentre la classe media e i lavoratori dipendenti faticano ad arrivare a fine mese. Le crisi finanziarie, come quella del 2008, sono state causate da pratiche speculative rischiose e da un sistema che, purtroppo, ha privatizzato i profitti mentre socializzava le perdite, lasciando la popolazione a pagare il prezzo dei fallimenti sistemici.
Inoltre, la finanza globale è diventata sempre più astratta e distante dalla produzione reale di beni e servizi. Le transazioni speculative, come il trading ad alta frequenza e l'uso di derivati complessi, sono spesso viste come attività che non contribuiscono all'economia reale ma piuttosto creano volatilità e rischio. La globalizzazione della finanza ha portato a una interconnessione tale che una crisi in una parte del mondo può rapidamente avere effetti devastanti su scala globale, come accaduto durante la crisi del debito sovrano o la crisi finanziaria asiatica. Trump, in questo contesto, potrebbe criticare l'establishment finanziario per la sua influenza sproporzionata e per le politiche che favoriscono il capitale rispetto ai lavoratori. Durante la sua campagna e il suo mandato, ha spesso parlato della necessità di "riportare il lavoro in America" e di ridurre la dipendenza dalle politiche che favoriscono la finanza globalizzata. La sua visione di ridurre la burocrazia e la regolamentazione economica potrebbe essere stata interpretata come un tentativo di sfidare l'egemonia delle grandi istituzioni finanziarie, i cui interessi a volte sembrano andare contro quelli delle persone comuni. In sintesi, la critica che Trump muove al mondo della finanza potrebbe derivare da una visione di un sistema che favorisce troppo i potenti e le grandi banche, creando disuguaglianza e un sistema che non è in sintonia con le necessità reali dell’economia. Il suo movimento contro il "potere finanziario" potrebbe essere visto come una reazione a questo sistema percepito come ingiusto e lontano dalle esigenze della classe media e dei lavoratori americani. Non c'è mai nulla di sbagliato nel guardare oltre la superficie e cercare di comprendere più a fondo le dinamiche in gioco. Il mondo della finanza, in effetti, è molto più complesso di quanto sembri a prima vista. Quando si parla di critiche al sistema finanziario, non si tratta semplicemente di un attacco a delle istituzioni o a delle pratiche specifiche, ma piuttosto di una riflessione più profonda sulle strutture di potere che ne regolano il funzionamento. In questo contesto, il movimento di Trump contro le grandi istituzioni finanziarie può essere interpretato come una reazione a un sistema che ha accumulato un potere immenso, spesso al di fuori del controllo democratico. Le decisioni prese in ambito finanziario hanno effetti globali, eppure molti dei protagonisti di questo sistema operano in ambienti chiusi e spesso difficili da decifrare per il cittadino comune. Le disuguaglianze che emergono da questo sistema non sono solo economiche, ma anche sociali e politiche, con un crescente divario tra chi detiene il potere e chi ne subisce le conseguenze. Il vero problema, tuttavia, non è solo la concentrazione di ricchezza, ma la logica stessa che guida la finanza globale: un sistema che privilegia la speculazione e il profitto a breve termine, anziché l'investimento a lungo termine nel benessere collettivo. È una mentalità che, in molti casi, ha reso la finanza un fine in sé, separato dalla sua funzione originaria di supporto all’economia reale e alla crescita sostenibile.
G
Le crisi finanziarie, che si ripetono ciclicamente, sono il segno di un sistema che non riesce a garantire stabilità e che, troppo spesso, penalizza chi non è in grado di navigare nei suoi meccanismi complessi. In definitiva, andare oltre ciò che si vede richiede una comprensione più profonda dei motori che alimentano il potere economico e della necessità di riformare un sistema che, seppur fondamentale, ha bisogno di un equilibrio più giusto e sostenibile. Le parole di Trump, o di qualsiasi altro leader che sfida lo status quo, devono essere ascoltate non solo come una critica, ma come un invito a riflettere su un modello che potrebbe non essere più adatto alle sfide moderne. Il futuro richiede un ripensamento radicale delle strutture economiche, un ritorno a un sistema che ponga al centro l’individuo e non solo il capitale, e che sappia garantire un equilibrio tra profitto, equità e sostenibilità.
RispondiEliminaSignor G.
EliminaHa proprio sbagliato pagina per questi lunghi commenti che si riferiscono a quanto scritto in LFdDFiC.
mi stai togliendo la libertà di pensiero?
EliminaRispondo anche se siamo andati fuori tema: la vita, la biologia si basano e vivono di "diseguaglianze", i sistemi che hanno cercato di annullare sono stare distopie che son collassate su loro stesse.
EliminaIl problema, già affrontato più volte in questo diario, è la scala: in una piccola comunità le diversità esistono ma non sono così accentuate e patologiche.
Esempio: siamo pieni di cretini che prendono anche la carta igienica su Amazon, facendo finta di non sapere che ad ogni transazione 50 centesimi o più finiscono nelle tasche di Bezos. Idem per i fanatico della pedata che si lamentano delle milionate ai calciatori e poi c'hanno l'abbonamento a Sky o similari.
Se la piramide è grande il vertice piùo meno parassitario è sempre quello e rastrella risorse e potere da ciò che è sempre più grande, il resto, inferiore, della piramide.
Non è un caso che la grande maggioranza degli oligarchi siano favorevoli a crescita e immigrazione di massa: sono coloro che godono gli "utili" di questo disastro, lasciandone le conseguenze agli inferiori.
Salva l'ordine è l'ordine ti salverà.
EliminaPerché commentare fuori luogo quando è possibile farlo in tema? Quali sarebbero i pro? Coi tenete le scarpe nell'armadio dei concimi o nella madia della farina? Non è mica vietato farlo, solo che rende la vita più complicata.
Uff, io ho a che fare con cose molto complicate da mane a sera, non mi garbano le complicanze non necessarie.
Che casino è il mondo oggi. Era meglio quando c'era la ddr
RispondiEliminaSpecialmente per coloro che ne vivevano fuori, a ponente.
EliminaEcchecazzo
RispondiEliminaniente da scrivere per il momento, ma hai ragione. non montarti la testa, però.
RispondiEliminaG🤪
Ti piace pensare che le persone che hanno a cuore i diritti degli animali siano sceme?
RispondiEliminaConsiderato i discorsi allucinato che ho sentito da parte di numerose di queste persone mi sono fatta un'idea.
EliminaMolte di esse sono instabili, molte di esse adorano essere contro i non vegan-animalisti.
Molte di queste persone sono sceme come lo è ogni persona accecata da ideologie fasulle che farnetica assumendo come giuste cose fel tutto artificiose e innaturali.
I diritti non esistono.
EliminaPer le comunità animali esistono alcune conquiste.
I diritti sono convenzioni assunte nelle società umane:le persone che ragionano in termini di diritti non possono che osservarne il concetto duale, i doveri.
Su quel piano, non esistono diritti senza doveri e viceversa.
Gli animali non hanno doveri quindi non hanno diritti e viceversa.
Questo sul piano della logica.