Raro leggere osservazioni (Jacopo Simonetta in Apocalittismo) sulla insostenibilità di Israele. Del resto, per dirla come la dicevamo al GAS, il più sano c’ha la rogna.
La notizia recente della pediatra palestinese (donna con qualche
strumento culturale) con dieci (10!) figli dimostra la follia che il
tumore rende normalità, uso comune, prassi. Solo una famiglia di
decerebrati può mettere al mondo dieci figli in contesto del genere.
Siria, Egitto, Pachistan etc. è una gara a chi è più tumore degli altri.
Ovvio che i cari vicini odino Israele che sta surclassandoli su ciò che i
vari ultraprolifici islamici hanno sempre fatto a danno delle comunità
locali, “altre”, seppellite demograficamente.
Diciamo che l’Iran si distingue in meglio: purtroppo la teocrazia
sciita mantiene il potere anche con il propellente ideologico dato dalla
volontà di distruggere Israele espressa sempre chiaramente.
Questa però NON è la tradizione geopolitica che vedeva Tel Aviv e Teheran alleate prima della rivoluzione islamica.
Il dividi e impera usato da Israele, che sostenne Hamas contro la OLP e
ora i vari fondamentalisti sunniti contro gli sciiti è una scelta che
introduce inquinamento e caos, energia in un catino già esplosivo.
Non è uno spettacolo, è la realtà.
La piazza principale della mia città ogni sera è affollata di bimbi grandi e piccoli che si rincorrono, tirano calci alla palla, girano in bicicletta e strillano. Decine e decine. Nessuno è "etnicamente" italiano e la maggior parte nemmeno all'anagrafe. Sulle sedute della piazza ci sono le donne intabarrate e i giovani sfaccendati, tutti ugualmente non italiano. La piazza è fondamentalmente controllata dai nordafricani, ergo non ci sono gli slavi o i sudamericani.
RispondiEliminaNumericamente la proporzione tra nordafricani e altre etnie nella mia città sarà uno a cento.
Gli slavi credo si ritrovino davanti ai loro spacci e i sudamericani boh, credo abbiano dei luoghi chiusi, altrimenti si trovano nel parco ma solo per il fine settimana, col "reggaton" che va a palla. Secondo me la differenza, a parte i numeri, è che gli uni e gli altri durante la settimana lavorano, spesso anche più lavori uno dopo l'altro e le loro famiglie sono meno numerose.
Sulla storia di Israele e/o del "Vicino Oriente" rimando a Wikipedia, è inutile riscriverla qui.