lunedì 5 ottobre 2015

Scuola e legna no-tech

Betulla e ciliegio, e roncola, e sudore, oggi, mi hanno insegnato molto di più di una playlist tirata a lucido, molto di più di una fattura pagata, o di un indignarsi giustamente urlato, molto di più di una parola dolce, di una camicia stirata o di un incantevole paesaggio da passeggio. Molto di più.
[...]
Fare legna mi impara. Mi edifica.
o Cappe, non posso riposare

  • Una ricerca globale da parte dell'OCSE ha trovato che investimenti pesanti in computer e nuove tecnologie nelle aule non migliorano i risultati degli alunni e che un uso frequente di computer è associato a risultati inferiori.
    (theguardian.com)



Zio cotica, sabato sera siamo saliti in casa piuttosto lisciati. Due ore e mezzo di legna, tagliare e spaccare quella stagionata (secca) per far posto anche a quella nuova che siamo andati a prendere, anche se solo un giro, il primo. Un uomo e un robusto ragazzo che sta diventando un giovane uomo possono fare molto in due ore e mezza di lavoro intenso. Abbiamo tardato qualche giorno, è piovuto di recente e quella che abbiamo raccolto si era superficialmente inumidita. Solo il profumo di funghi e terra umida e scura, nel bosco, solo quello avrebbe meritato una pagina.

Era iniziata col mio bipede che aveva il muso (molto) storto: arrivato a casa, subito dopo pranzo, va al piccio, lo accende, vuole vedere un film.
Non se ne parla neppure: qualche giorno prima sua madre mi aveva chiamato abbastanza incazzata per la furbofonofilia con sindrome di aaggravamento uazzappistico. Su molte cose siamo d'accordo e io ho ricordato questo bel papero che ha segnalato Nuvola, su alcune eccellenti scuole no-tech britanniche.

La virtualizzazione, la dematerializzazione, l'isolarsi dalla realtà in ambienti artificali sempre più semplici, rozzi, la finzione totale che avanza rovinano i nostri ragazzi, li rincoglioniscono, li bamboccionizzano.
No, ora nessun DVD, ti rilassi un quarto d'ora vai sul prato, stai in loggetta al sole, scaccolati il naso, come vuoi, non davanti al piccio. Muso lungo così. Passa qualche manciata di secondi, come adolescente va al piccio e lo accende. giusto così, un adolescente ci deve provare. Gli ho dato un segnale forte, duro e calmo, io NON sono suo amico, non sempre. L'ha spento, con un muso ancora più lungo, ancora più rabbioso.

Ottima energia. Adesso - mi dico - faccio che capisca un po' la vita che non è la non-vita in pixel.
Dieci minuti di mia pennica, che venerdì ho fatto le tre e mezza in milonga, e ci siamo messi all'opera.
Devo dire che è stata una trasformazione fantastica: dal muso lungo svogliato-incazzato-antagonista ad una sfida tra noi due e i tronchi di varia dimensione, anche fino a 25 cm di diametro.
Tutto con sega a mano e ascia poi, sudore e sorrisi e muscoli caldi e potenti.
Ha fatto un sorriso così quando gli ho allungato un venti pleuri, la sera. Ormai non gli do più la paghetta di diritto (i diritti non esistono!) ma... quando mi dà una mano, riceve opportuno ricompenso. Era felice per come stava, dopo quelle due ore e mezza piuttosto dure e anche per il riconoscimento. Penso che si sia sentito un po' uomo.

Senti, che dici!? - gli faccio ieri sera - Prendiamo una sega a motore o continuiamo così, lo facciamo a mo' di potenziamento?
Niente sega a motore, spapuzz. Li dai a me, quei soldi! Sorrideva.
Sì, bene. Se faremo legna insieme. Legna no-tech va anche bene. Egli non sa che fare legna è pure andare a scuola.

Penso che la nostra scuola con le lavagne e i gessi, può avere eccellenze fino a che resisterà alle idiozie "the very very last new [buzzword] technology" dell'idiota tecnoamerticanofil* di  turno. Retroguardie di eccellenza residuali, gesso e cancellino, sega e accetta.



16 commenti:

  1. Gran brano di Pete Seeger.
    Tratto dal libro dei Qoelet (Libro dei Proverbi in italiano).
    Buffo che lo si citi in un posto che detesta i Libri Sacri.

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  2. x Lorenzo:
    The Byrds - Turn! Turn! Turn!

    Pensa che io non sapevo pure del'esistenza di questo gruppo. Sono sempre più socraticamente conscio della mia ignoransa.
    Aggiungerò, sarò blasfermo, che il rifacimento di Warm in Winter dei Glass Candy per la pubblicità Air France che è in testa al brano sul voitubo ha catturato molto di più la mia attenzione. Devo essere proprio grave! (8)

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  3. x Alahambra:

    > un posto che detesta i Libri Sacri

    Dovrei rimandarti a Genealogia della Morale di Nietzsche che spiega tutto ma proprio tutto.
    Diciamo che preferisco le persone che cercano soluzioni ai problemi della realtà, nei suoi limiti, nel modo in cui funziona senza delegare a qualche strano essere superiore che ha scritto quello, ha lanciato quello, è atterrato sull'arca delle nuvole d'oro, ha catapultato le tavolette con i dieci comandamenti, trovato 'na pietra nera nel deserto saudita etc. e poi raccolgono alcune regole che funzionarono in quel luogo in quelle condizioni e ne fanno regola universale nello spazio e imperitura nel tempo.
    Nessuna persona assennata si utilizzerebbe come "parole sacre" le regole pattuite da un beduino sul dromedario nel deserto per adottarle come "regole" per vivere nella tundrra in Lapponia o nelle valli del Po o del Rodano.
    Parte invece che qualsiasi cosa strampalata scritta da qualche patriarca in qualche posto sia considerata dai suoi come... sacra, divina, universale.
    Mah.

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  4. se mi davo anche io alla legna nel weekend era meglio pure per me

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    1. mi è uscita così, stavo incacchiato

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    2. La crusca fa sempre bene!

      Più crusca per tutti!
      :)

      La lingua è una delle cose più importanti. La lingua e la mente, l'anima, la vita, il corpo sono così fortemente intrecciati che se si tratta male una parte, anche le altre ne soffrono, se si migliora una,, anche le altre ne beneficiano.
      Il modo congiuntivo è importante, se lo togli, il resto diventa più rozzo.

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    3. > In questo processo di globalizzazione ci sono gli chef emergenti

      Vedi, queste persone sradicate dalla terra, per dirla alla Wendel Berry, sono talmente "sradicate" che per loro è normale mangiare Wassertomaten olandesi invece di un sanmarzano maturo e dolce.
      Queste persone quindi, quando non ingurgitano seitan o merdonald, anche se vanno in un posto di cucina turco piemontese, se ordinano un piatto di spaghetti alla norma (!) a dicembre (!) preparati dal cuoco tunisino (!) semplicemente non si accorgeranno della roba che stanno ingurgitando.
      Anzi, essi, dopo aver letto l'Espresso e la Repubblica, saranno giulivamente entusiasti di poter mangiare della roba alla norma in cui la salsa è fatta con Wassertomaten olandesi a dicembre.
      Ahhha, ooooohhh, la globalizzazione, aaah che meraviglia

      Insomma, la globalizzazione del peggio.

      _igi, il fornaio comunistone comtadino autarchista del GAS osserva che la gente non ha più memorai del cibo sano e buono e quindi considera sano e buono il cibo scadente e tossico che ingurgita. Semplicemente non hanno un metro di misura e paragone.

      Ecco che la globalizzazione in cucina è l'attuazione gastronomica dell'ugualizzazione al mediocre, allo scadente.
      Il fatto è che in genere, uno che è zoppo o storpio non se ne fa un vanto. Questi sì global invece ne fanno un vanto.
      Prima sono stati abituati allo pseduo speck pseudo sudtirolese fatto industrialmente con cosci belgi o della bassa sassonia, poi si sono abituati a quella roba cucinata con curcuma e cus cus,, il passo successivo sarà lo speck fatto con proteine di insetti triturati.
      Essi saranno sempre felici di queste meraviglie del progresso e della globalizzazione.
      Del resto, se uno è abituata a nuotare nella fossa biologica, potrebbe considerare pure come positiva opportunità di nuotare nella fogna che passa sotto la via.

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  5. Sono d'accordo con l'incipit del tuo post.
    Alle riunioni carta e penna, impensabile prendere appunti sul pc...

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  6. Fai bene Uomo a dare delle regole ferme, ma soprattutto, a dare l'esempio. Perche' spesso (e mi ci metto anche io) diciamo ai figli di non stare ore sui picci, e poi siamo i primi a farlo. Uno dei problemi degli adolescenti di oggi infatti e' che spesso i genitori sono troppo occupati per "occuparsi" di loro, e quindi accettano di buon grado che si rintanino nelle loro stanze per ore davanti a pc e smanettando su cellulari. La vita vera invece e' fuori, e' adesso, nelle cose che si fanno. Mi puo' stare anche bene che i ragazzini comunichino con watsapp o similari, basta che poi si trovino dal vivo..che facciano cose "reali", insomma.

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    1. Guarda, anche io arrivo ad alcuni momenti a fine giornata in cui, talvolta, lo lasciavo spippolare, navigare etc. .
      Di norma cerchiamo di fare qualcosa, se ozia lo coinvolgo in cucina, gli chiedo di fare qualche piccolo lavoro, quando non sono troppo cotto giochiamo a scacchi.
      Devo anche ammettere che io non passo così tanto tempo con mio figlio che si possa fiondare per mezzore su 'sti ammennicoli virtual-elettronici.

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  7. La legna ti scalda due volte (cit. sempre il nonno) ;-)

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    1. Belle queste citazioni degli avi, bravo il tuo nonno.

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    2. Io conoscevo, dal mio babbo, che scalda tre volte.
      Ma secondo me sono almeno quattro o cinque.

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  8. Tu sei quello che indossa il cappello scuro?
    (eheheh.. )

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    1. Quello (in figura) era il 1983 e i ragazzi stavano raccogliendo legna, probabilmente per scaldarsi con un fuoco da qualche parte, la sera o la notte.
      Ecco, ora prendi quel contesto e li metti uno vicino all'altro, seduti in qualche appartamento o non luogo, ciascuno a spippolare la propria appendice dispensatrice di barlumi di vitalità.
      Prego osservare la differenza di qualità dei due contesti e di quanto si fa.

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