giovedì 31 marzo 2016

Mistica Sì TAV e complessità



Io che vivo senza televisore sono venuto a sapere saputo che Luca Mercalli ha osato rompere la mistica Sì TAV! senza se e senza ma e le varie isterie fondamentaliste e di interesse che la sostengono.
Come scrivevo pure il sistema di potere ed ecocida (colle sue più fantasiose manifestazioni ricche di slogan di becera demagogia) è talmente complesso che inizia a fare acqua. A qualcuno è scappato la censura preventiva e alla televisione, uno dei mezzi di programmazione e manipolazione (del pensiero delle) masse più efficaci è arrivato uno scienziato non conforme ha detto la sua ovvero ciò che tutti coloro che non hanno messo la testa all'ammasso sanno da sempre.

No TAV!

28 commenti:

  1. che poi io non ho neanche capito se stanno andando avanti o meno, in Italia come in Francia

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  2. Mercalli è molto conforme. Molto. Non per niente lui compare ogni tre per due su una rete Rai, tu no ed io nemmeno. Son segnali non da poco. Piuttosto uno dovrebbe chiedersi chi e perché da "dietro le quinte" gli abbia dato direttive affinché dicesse quel che ha detto (e che non ho sentito, perché di queste marionette mi interesso assai poco).

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    1. Per qualche ragione non mi arriva l'audio del filmato, per cui non ho potuto ascoltare il predicozzo (che comunque immagino sia la solita sequela di "conformità" politicamente corrette tipica del personaggio). Ho però letto la didascalia che recita "Dinanzi al progetto presentato dal Ministero della Difesa che prevede l'installazione di 70 ettari di pannelli a terra nel Parco naturale delle Vaude (Torino), Luca Mercalli suggerisce: 'ma non sarebbe meglio usare i tetti dei 25.000 metri quadri di territorio costruito in Italia?'". Davvero Mercalli ha detto che in Italia il territorio edificato (costruito) assommerebbe a 25.000 metri quadrati? Perché mi sembra una misura assai realistica, no? Del resto, metri quadrati, ettari, chilometri quadrati, chilogrammi, dozzine di uova... è lo stesso, no? Eppoi, se lo dice uno scienziato (pure col papillon, che fa tanta simpatia)...

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    2. P.S. (non per Lorenzo che lo sa già del suo) - 25.000 mq sono 2,5 ettari; 70 ettari sono 700.000 mq. Per dire.

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    3. x Lorenzo:
      Le parole di Mercalli da Fazio sono di una ragionevolezza adamantina: non c'è alcuna necessità di installare 70ha di fotovoltaico su terreni verdi quando in Italia abbiamo milioni di ettari già artificalizzati.
      Cosa c'è che non va?!
      Solo che tu leggi compagno, Lorenzo, e non capisci più niente, ti viene il sangue agli occhi (non ho il televisore, non conosco cosa (non) faccia Fazio, non so che parrocchia/setta/partito frequenti e quindi sono in parte cieco, come si fa nella valutazione scientifica degli effetti di determinati dispositivi, sostanze, medicamenti).

      x MrKeySmasher:
      Riflessioni simili a quelle per Lorenzo. Dice cose giuste o no? Se sì quali e perché, se no quali e perché.
      Io mi chiedo come sia stato possibile che nel muro ProTAV dei media ci sia stata una falla che abbia permesso a Mercalli di indicare la luna.
      Ovviamente con una pletora di vipere pestate che si sono inferocite perché qualcuno ha osato violare la loro mistica Sì TAV senza se e senza ma.
      Non si tratta di marionette ma di ragionare sulle idee, sui numeri, sui fatti, sulle cose, sui bilanci.

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    4. x MrKeySmasher:
      > 25.000 mq sono 2,5 ettari; 70 ettari sono 700.000 mq. Per dire.

      Il breve occhiello a margine del video

      "Paesaggio e pannelli fotovoltaici. Dinanzi al progetto presentato dal Ministero della Difesa che prevede l'installazione di 70 ettari di pannelli a terra nel Parco naturale delle Vaude (Torino), Luca Mercalli suggerisce: "ma non sarebbe meglio usare i tetti dei 25.000 metri quadri di territorio costruito in Italia?"


      è stato scritto male.
      A 0'48" Luca Mercalli parla di "25000 kmq (chilometri quadrati) di territorio costruito In Italia, ci sono tetti per installare pannelli fotovoltaici per vent'anni".

      Appunto.
      Non c'è alcuna necessità di mettere enormi campi fotovoltaici a terra e relative speculazioni. Se ricordo bene, in Germania dove le leggi sono fatte con un senso e non per fare piacere agli amici e agli amici degli amici, non c'è(ra) il conto energia per campi installati su terreni verdi.

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    5. Va bene.
      Non c'e'neppure la necessita' di questo diario, ad esempio o del giocare a scacchi etc. .
      Possiamo anche abolire la parte dell'attivita' umana inrerente la spazio delle idee e i confronti delle idee.

      Punto 5
      Lo stato finanzia gli inceneritori e con un mercato abnorme la produzione termoelettrica da olio pesante e carbone. Lo stato finanzia le autostrade, il tumore viabilistico, regala le autostrade agli ultracapitalisti.
      Lo stato fa il 98% di antipolitica. Ecco, poi c';e' anche un 2% rimanente di cose sensate che esso finanzia.
      Tutto questa premessa, noi riusciamo a rendere pessima ogni politica. Ad esempi, i conti energia avrebbero dovuto essere limitati, nella mia visione, agli impianti fino a 3k per le utenze domestiche ed esclusi i campi fotovoltaici a terra.
      Ma io non sono amico degli amici e quindi non sono nei posti dove si governa e si legifera.

      No, in estate la Germania ha un eccesso di produzione fotovoltaica che comunque durera' poco, visto che le temperature si alzano in modo aberrante pure in Deutschland (prima volta raggiunti i 40 gradi in Baviera l'anno scorso) e questo significa consumi di picco in estate per il raffrescamento.
      Poi hanno milioni di invasori, forse peggio dell'Italia. Questi consumano 10 o 10 volte tanto l'energia elettrica che consumavano nei loro paesi.

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    1. Ci sono le mode anche nei più impensabili campi (anche nel tango, nella (ingegneria) motoristica, nell'alimentazione, etc. ).

      Qui però ci sono colossali interessi degli amici, degli amici degli amici e del partito che si deve fare altrimenti come facciamo?!?!
      Qui in Emilia, a San Lazzaro di Savena, le cooperative dei kompagni avevano già messo a bilancio il plusvalore di una aberrante speculazione edilizia nei bilanci e sono arrivati a minacciare la sindaca kompagna (di altra corrente) che si era opposta e aveva mandato a monte i loro affari (v. qui e qui).

      Prendere il caso e moltiplicare per 1000 o 10000 ed ecco il grande problema TAV in Val Susa.

      Poi ci sono partiti e persone che dovrebbero ragionare (v. Lorenzo o la Lega, poi arrivo agli altri commenti) ed essere contrari a questa robaccia anche per motivi ideologici (ognuno padrone a casa propria, valsusini pure) e che invece sono antagonisti agli antagonisti, ovvero, poiché parte del movimento di resistenza ecocivica in Val Susa ha assunto, purtroppo, contorni tanto sinistri quanto contraddittori, paradossali (v. diritto alla casa, filo massmigrazionismo e altre porcherie e fanfaluche del genere) allora sono Sì TAV per essere contrari ai No TAV.

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    2. Questa colonna (no tav) e' stata dedicata alla catasta di menzogne e ciarpame ideologico che i Sio TAV hanno prodotto arrampicandosi sui vetri per giustificare l'opera.

      > se non deve passare la ferrovia dalla Val Susa
      C'e' gia' una ferrovia in VAl di Susa che e' stata potenziata era al 30%dfella sua banda ma il traffico e' ancora sceso e siamo arrivati al 25% delal sua banda.
      C'e' la ferrovia, ci passa gia' ora il TGV francese (che tra Torino e Milano segue la linea a media vleocit'a p[erche' quella AV e' troppo cara).

      Se sei all'infermo non c'e nessuno motivo per cui altre persone debbano passare da vivere in un ambiente decente in un inferno.
      L'ugualismo non vale neppure per questo genere di cose.

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  4. Ovvio che sulla realizzazione della pannellatura (e di qualsiasi altra opera) su aree già devastate anziché su aree biologicamente attive sono del tutto d'accordo, aggiungendo per buona misura che applicherei una qualche forma di ragionamento "a chilometro zero" anche per quelle. Un esempio: Genova ha bisogno energia eolica? Le pale eoliche si erigano in Genova [non nei pressi di Genova].

    Mercalli ha un "neo" che gli sfigura l'intera faccia, e lo so, non è che ne ho sentito parlare: è perfettamente consapevole del problema n. 0, sa benissimo che quel problema ha un'incidenza devastante per il nostro territorio e è consapevole degli opportuni e possibili rimedi locali. Eppure, in pubblico, non accenna mai in modo chiaro e deciso alla questione e, quando lo fa con "timidezza" e mezze parole, usa i classici toni globalisti e inconcludenti del politicamente corretto, quelli graditi al suo datore di parte (non per niente la sede Rai ove appare con maggior frequenza è Rai3). Bastano questi fatti rilevabili da chiunque l'abbia seguito un minimo a squalificarlo al 1000% ai miei occhi. Non vado oltre perché scadrei nell'illazione e non è il mio modo di fare.

    Tra le cose giuste che dovrebbe dire e che non mi capita di sentire c'è l'osservazione netta e trasparente del modo in cui agire per aumentare la popolazione presente su un territorio (anziché per ridurla) peggiora la possibilità di ricorrere alle rinnovabili e aumenta il fabbisogno di risorse e devastazione territoriale di una certa area, aumentandone la già grave dipendenza dall'estero ("sicurezza alimentare", visto che abbiamo dovuto subire Expo). Potrebbe impiegare gli spazi di cui dispone per una trattazione seria dell'argomento, ponendo in chiara evidenza il vantaggio che ricaveremmo dall'intervenire anche sulle politiche che riguardano i movimenti migratori, da fermare soprattutto (anche, se preferisci) perché ambientalmente dannose. Non l'ha fatto e non lo farà, 1. perché ne va della sua posizione e del suo stipendio e 2. perché gli sarebbe impedito "espellendolo dal giro" entro una manciata d'ore. Dunque, se è lì è perché è "piegato".

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    1. Faccio solo presente che non solo W>X per le ragioni che indica Lorenzo ma anche che la superficie edificata è solo in minima parte adatta al posizionamento di pannelli per centomila motivi tecnici diversi. Ci ho lavorato a lungo nel fotovoltaico e già per esigenze meramente domestiche gli edifici adatti erano forse un quarto. Negli altri casi è toccato dire "Signore mio glielo sconsiglio" con buona pace del mio portafoglio e a favore di altrui che han detto altro. Figuriamoci se parliamo di esigenze nazionali.
      Sig. PigiaTasti le pale eoliche sono ancora più costose e ancora più delicate. Sono davvero pochi i posti in Italia dove abbia senso posizionarle. Quindi nel tuo esempio, se Genova ha bisogno di energia non è detto in alcun modo che le pale possano essere messe in Genova invece che nei dintorni.
      Disgraziatamente chi ne parla lo fa come d'abitudine al livello chiacchiere da bar e ragionamenti come questi ci prendiamo.
      Concludo dicendo che non ho idea di chi sua questo Mercalli perché nel momento in cui abbiamo deciso di non avere la tv è per liberarci da tutto quello che ne concerne, talk show in primi. Mi stupisce che invece si stia senza ma contemporaneamente se ne discuta.

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    2. x MrKeySmasher:
      > una qualche forma di ragionamento "a chilometro zero"

      Io sono per l'autarchia su base provinciale ma, ancora meglio, su base comunale.
      Da questo punto di vista significherebbe la distruzione delle citta' che, in ecologia profonda, sono considerate uno dei massimi problemi: rasltrellano risorse dai luoghi integri o con biocapacita' residua ed esportano in essi i loro rifiuti tossici, ideologici, etc. .

      Dovrei informamri su Luca Mercalli ovvero se sia un cocomeriano. La questione e' che a quei livelli se osi arrivare al tabu' della decrescita demografica e alla censura che lega tutto cio' che resiste alla mistica filomassmigrazionista, semplicemente salti in aria.
      Allora, meglio un duro e puro e il silenzio oppure un compromesso e che sia stato fatto passare un segnale su questa mistica Sì TAV scellerata?
      Quest dilemma e' vecchio come il mondo e non riguarda certo solo Luca Mercalli.

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    3. x Lorenzo:
      >Comunque, se tu installi un impianto da Y km quadrati di pannelli spendi X.
      > Se tu installi la stessa superficie di pannelli fotovoltaici suddivisa in K installazioni disperse, non spendi ancora X, spendi W, dove W>X.

      Il fotovoltaico ha senso anche e soprattutto come autoproduzione di energia da consumare localmente.
      La produzione elettrica a distanza arriva, in costi ovvero perdite, fino al 7 o 8% della prodotta.

      Se si applicasse il criterio della massima scala, nessuna attivita' artigianale e in piccolo,locale, sarebbe piu' ragionevole.
      Peccato che in questa analisi semplicistica si escludono i costi occulti o esternalizzati (si pensi solo alla corruzione, che si stima fino al 20 o al 30% delle grandi opere) per gli impuanti in grande, fotovoltaici compresi.

      > la Lombardia deve essere ancora bonificata di milioni di lastre di Eternit

      Se hai dei problemi non solo non e' ragionevole crearsene degli altri ma e' assolutamente insensato e folle.
      Ce lo siamo detti mille volte rispetto alle obiezioni dei non resistenti allo tsunami migratorio: ma anche i nostrani hanno questo e quel problema!?
      Che cazzo vuol dire? se hai gia; dei problemi perche' diavolo mai dovresti prenderne degli altri?
      Ma solo dei pazzi possono pensare di migliorare la propria vita aggiundendo dei nuovi problemi a quelli che gia' esistono.

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    4. x Alahambra:
      supponiamo che solo il 25% dei 25000 kmq artificalizzati (Mercalli parla di costruiti, dovrei fare delle verifiche se artificializzati o costruiti) in Italia siano adatti per esposizione o altro ad ospitare campi fotovoltaici. Si tratta comunque di 6.250kmq di campi fotovoltaici, una enormita' . Facendo qualche calcolo di puo' calcolare a quanti GW di picco si arriverebbe.

      Poi

      >e Genova ha bisogno di energia non è detto in alcun modo che le pale possano essere messe in Genova invece che nei dintorni.

      Allora, siete ancora nei paradigmi crescitisti, centralisti, dell'insostenibilita'.
      Se Genova e' troppo grossa e per questo quello codesto e quell'altro non puo' allora deve diminuire.
      Non c'a' alcun diritto dei genovesi a impiantare pale eoliche, discariche, centrali nucleari, inceneritori etc. in provincia né alcun dovere dei paesani liguri di subire mille problemi per la comodita' dei cittadini genovesi.
      Si torna al discorso dell'insostenibilita' delle grandi citta' da tempo immemore ricordato in ecologia profonda.

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    5. La RAI come tutte le grandi strutture via via piu' grandi e via via piu' lontane dai territori, lavora contro i territori e contro i servi del fiscoglebainpsceeinvasori che essa parassitizza.
      Io sarei solo contento se domani chiudesse.

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    6. Per la Rai ci sarebbe una soluzione facile facile: un servizio pubblico minimo limitato a un paio d'ore di programmazione al giorno (notiziari) che potrebbero essere "erogate" caricandone i costi (minimi) sulla fiscalità generale, e il resto in forma criptata con pagamento ad abbonamento volontario e su richiesta per tante reti quante il sottoscrittore volontario sia disposto a pagare (più gli eventuali introiti pubblicitari, nei limiti entro i quali la troppa pubblicità non allontana i paganti). Chi non volesse più usufruire del servizio dovrebbe semplicemente smettere di pagarlo e una semplice scheda elettronica a scadenza rinnovabile potrebbe garantire vita difficile ai "portoghesi" e introiti sicuri all'ente.

      E' che poi chi la fa più la propaganda unidirezionale e diffusa, per di più pagata dagli stessi che finiscono per subirla?

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    7. Discorsi da bar. Stesso livello.
      QED

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    8. Quando accennavo alla soluzione facile facile mi riferivo alla fattibilità tecnica. Non vedo alcuna difficoltà, da quel punto di vista, perché il sistema esiste già, è ampiamente utilizzato, funziona, e rende pure. Costando esclusivamente a chi vuole usufruirne. In questo le "chiacchiere da bar" non c'entrano nulla, perché è un metodo non solo praticabile, ma anche praticato. Il fatto che non lo si estenda alla Rai fa semplicemente capire quante colossali palle ci vengano raccontate in merito alla Rai stessa, ai suoi costi reali, ai suoi scopi reali e alla sua reale utilità per il cittadino.

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    9. Alahambra fa la maestrina che bacchetta ma non propone. Invece la tua proposta, MKS, era ed eà più che ragionevole. Così semplice ed efficace che è irrealizzabile visto che la RAI e la televisione rimangono il principale strumento di controllo delle masse, specie quelle meno acculturate, critiche che, appunto, ne assumono dosi massicce.
      La RAI è, come tutte le grandi strutture, utilizzata contro paesani e cittadini teletossicopendenti, a loro spese e a favore dei vertici della piramide che le controllano, che le possiedono.

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    10. > le centrali per la produzione di energia elettrica e la rete di distribuzione vanno costruite COMUNQUE
      > perché devono garantire l'erogazione costante di energia, ovvero che tutti gli impianti domestici e industriali siano sempre disponibili, 24 ore al giorno, 365 giorni all'anno.

      Questa frase ideologica e' falsa nel senso che assume come assiomi cio' che non lo e' affatto e tanto meno è scontato o è un diritto.
      1 – lavorare sulla DIMINUZIONE della richiesta, a partire dal primo fattore, quello fondamentale che è la DIMINUZIONE della popolazione.
      2 – lavorare su una tariffazione pesantemente progressiva: piu' consumi, piu' paghi (va contro, ovviamente, ai grandi produttori di energia (da fonti fossili) i proventi dei quali vanno in direzione di un aumento del valore assoluto della quantita' di energia prodotta.
      4 – ristrutturazione del sistema idroelettrico con rinnovo di tutti i medi e grandi impianti che funzioni in modo reversibile ovvero da acculumatori inveci che da produttori una sola volta: nelle fasi di picco delle rinnovabili l'acqua accumulata nei (nuovi) bacini di raccolta a valle durante la produzione di bassa delle rinnovabili viene ricaricata in quota. Ancora, semplicemente improponibile con la costipazione antropica in aumento da invasione migratoria.
      4 – lavorare sulla dinamica dei carichi, come fanno da tempo in Germania e in California.
      5 – Frantumare il dirittismo energetico: nei contratti puo' essere reintrodotta la clausola che nelle ore di picco puo' essere staccata la fornitura (educare le masse responsabilizzandole e togliendo loro la credenza che esista un diritto all'energia elettrica H24).

      Eccetera eccetera.

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    11. Dimenticavo:

      6 – tagliare l'econonomia distruttiva, ecocida, compresa quelle delle grandi opere tanto inutili quando nefaste come buona parte dell”AV, specie la TAx in Val Susa, che ciucciano quantita' enormi di energia, compresa elettrica, per degradare ulteriormente il sistema.

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    12. > la gente si aspetta che pigiando un interruttore ci sia sempre e comunque la energia che fa funzionare i marchingegni

      Qui rientriamo nel problema dirittismo.
      La_ggente crede ogni puttanata che le è comoda e la spaccia per diritto.
      La_ggente si aspetta che gli amici islamici la invitino a casa a mangiare il cous cous e poi si fanno i girotondi insieme e poi il giorno dopo si trovano tritati da un "belga" che mentre si fa esplodere in arabo urla quellaroba_allah_albar?ecceteraeccetera
      La_ggente crede di avere il diritto alla pensione verso 30 e prendo 70.

      Il fatto che sempre più persone si producano parte sempre maggiore di energia, togliendo ogni volta una tessera a questo mosaico enorme, dei sistemi 6 in grande, è un fatto positivo anche filosoficamente, non solo ecnomicamente, ecologicamente.

      > i compagni Fazio e Mercalli e
      Per questo anche tu, anche io siamo un problema.
      Ogni essere umano è, dal punto di vista ecologico, un problema.
      Ciò non significa che tutti lo siano nella stessa maniera.

      La "tariffazione punitiva" è uno dei requisiti che il progetto CoEnergia dei gas ha richiesto ai formitori: premiare i piccoli consumi e penalizzare i grandi consumi.
      Sarebbe ancora meglio che anche l'energia venisse fatta pagare in base al reddito: tu pigli 50k€ al mese: la multa per divieto di sosta ti cosa 2500€, un litro di benzina 100€ e i kw, in pesante progressione, 100 volte la tariffa base. Un po' comunistico ma sarebbe senz'altro efficace.

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    13. Nei miei cinquanta e rotti anni di vita ho imparato una cosa che ormai ritengo un toccasana: guarda dove va e cosa fa la maggior parte dei tuoi simili, quindi vai dalla parte opposta e fai tutt'altro. Fuggire la "massa" è sempre un valore aggiunto, almeno nelle condizioni attuali. Detta così può sembrare solo una battuta, ma non la è per niente.

      Per dire, sto riflettendo sull'opportunità di disdire l'allacciamento alla rete idrica, ricorrendo poi per gli usi igienici all'acqua non sicura che pesco col pozzo dalla falda superficiale (alla quale, in caso di necessità, posso continuare ad accedere anche "a mano") e per gli usi alimentari alla fontana pubblica che sta a poco più di 100 mt da casa mia. Vivessi da solo l'avrei già fatto. Chissà che mi riesca di convincere i miei familiari (per ora non è ancora accaduto, ma sotto queste lune i tempi cambiano piuttosto di corsa).

      Per l'elettricità un impiantino "a isola" basato su rinnovabili per gli impieghi a bassa intensità e lungo periodo, affiancato a un generatore multicombustibile per gli assorbimenti ad alta intensità e breve o brevissimo periodo, potrebbe perfino permettere di fare a meno dell'allacciamento alla rete elettrica. Anche in quel caso, vivessi da solo...

      C'è poi il gas, altra fornitura che è senz'altro comoda ma non indispensabile finché tutti ne usufruiscono (spiegare il perché e il percome richiederebbe un bel po' di spazio, quindi soprassiedo; magari lo intuite da voi).

      Sto perfino provando a calcolare il rapporto costi/benefici del continuare a lavorare e, che ci crediate o no, con uno stile di vita frugale e mettendo ogni cosa sui piatti della bilancia parrebbe non esserci quella gran convenienza a restare in servizio. Per certi versi, il "lavoro" inteso come impiego è una zavorra! (anche questa, buttata lì così, può sembrare una sparata fuori di testa ma non la è). Potrebbe giovare un periodo di aspettativa non pagata per fare qualche "esperimento"...

      Gaia non è folle (anche se su certi temi non concordo con lei) però non è abbastanza radicale.

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    14. E' vero, anche se l'estremismo (inteso come comportamento estremo, non come attività politica violenta) può portare risultati notevoli. Certo è che quei risultati si possono ottenere solo se l'estremista è una mosca bianca. Se si fa massa il meccanismo non funziona più. Il che ci riporta alla opportunità di capire dove spinge il mandriano, osservare dove va la mandria e, con decisione, andare nella direzione opposta (se possibile).
      I fenomeni generali non cambieranno d'una virgola, hai ragione, ma la vita del singolo eccentrico può cambiare, eccome. In definitiva, pure se immerso nel macro, ciascuno di noi vive il suo personalissimo micro.

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    15. Mah... un po' "minchione" lo sono senz'altro, però c'è di peggio, dai!

      Aggiungo che troverei interessante verificare il grado di "minchionaggine" delle masse non italiane. Credo che l'omogeneità a livello mondiale risulterebbe sorprendente -- hai presente il detto che parla di sangue e di rape?

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  5. La tav serve, eccome se serve ... a riempire le tasche di politici e committenti!

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    1. Infatti, ci sarebbe pure anche questo nuovo fiotto dalla cloaca degli interessi in grande.

      Le grandi opere nefaste sono uno dei sistemi piu' efficaci del citrocapitalismo per rastrellare denaro, risorse dalle masse per poi scaricare su di esse tutti i problemi da esse.
      Il sistema Perotti - Incalza,il leviatano, come si affama? Diminuendo del 90% le grandi opere, ovveto tutte quelle inutili e nefaste.

      AV, BreBeMi, terza pista Malpensa, rigassificatori, estrazioni petrolifere a royalties inesistenti e franchigie enormi, autostrade privatizzate con piani di aumenti deliranti (in tempi di deflazione ma non solo) secretati, inceneritori, Rosignano - Civitavecchia, merato elettrico, CIP6, ...
      Il citrocapitalismo parassitario e' in ottima forma.
      Eccose se serve, per nuclei ristretti di persone serve benissimo.

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Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.