lunedì 13 agosto 2018

Più il tango che le donne

  • Cumannari è meggiu ca futtiri.

Sono uscito con _mrato, venerdì sera. Una serata piacevole. A me non piace uscire subito a cena, è troppo intimo o impegnativo, fortunatamente le ore sono volate. Eravamo a parlare prima di cibo, di case, poi di lei, della sua storia, dei suoi genitori dalla salute cagionevole (anche lei, un po', c'ha l'anca sbilenca più di me e altro), di diritti (ella o, più precisamente di conquiste) di come aveva combattuto per sua madre, all'ospedale e di limiti, di sostenibilità della sanità che non sta su per aria (io). Grinta pura, del resto è del cuore della Sicilia, non della Danimarca. Cerano  le stelle cadenti (2 - 1 per lei), la fuori sul balcone sulla città, due sedie e qualche tavolino al di là della strada, ci avevano chiamato per il conto che ci era scappato il tempo e la notte inizia ad essere più morbida dopo la ferocia termica che io la amo sempre di meno 'sta stagione.
Una serata molto piacevole, come con una brillante amica non vista da tempo. Il suo abbraccio e le sue parole seducenti, nel tango, fuori, erano svaniti. Raspa: restiamo ancora e sempre perfetti amici.

Io penso di amare più il tango che le donne. Un po' come il "Comandare è meglio di fottere" calabrese o siciliano. Mi aveva chiesto se fossi un maestro ma a me non me ne fotte un pipo di essere maestro, specie quegli scarsoni autoproclamantisi tali, io vorrei solo ballare bene ed emozionare me, la ballerina, chi ci guarda. In un certo senso cumanni, comandi, come uomo, una finzione in parte perché è solo un fantastico gioco a due. Un po' da alla testa, le ballerine che vogliono ballare con te, che ti chiedono, sfacciate, se voglio iscrivermi  di qui o di là, sorridono come il sole, sfacciate e audaci, sono loro ad avere bisogno di me e non il viceversa, hanno il davanzale fiorito e florido, gli occhi con fiamme di rimmel e, alcune, anche l'arte in corpo.
Il tango è anche caccia simulata: cerco una preda e sono preda per te, il carniere è la nostra tanda fiorita come un mazzo di rose antiche e di ranuncoli, è la creazione inutile, sublime, fantastica. E' il gioco delle seduzione senza tutte le zavorre delle relazione. Inebriante, leggero e profondissimo, una fiaba che finisce, sei felice, poi vai a casa, mi metto in loggetta e in questi giorni di spopolamento dell'Appennino spopolato, mi godo come non mai il silenzio, valle vuota pure dal traffico, la brezza fresca, il profumo di fieno (il secondo taglio), mille milioni di stelle audaci. Sembra quasi un tango.

Maria Filiali, la ved(ev)o di tanto in tanto ballare in una delle mie milonghe preferite, qui in città. Arte in corpo. Come femmina, però non mi muove, lei bellezza anni Quaranta che interpreta nella terza capitale (storica) del tango, una milonga contemporanea.


(ozgûrkarahan mariafilali)

1 commento:

  1. Mi dispiace che tu ti sia stufato. Il titolo della pagina è abbastanza chiaro. In tal caso, Lorenzo, risparmiati tempo e rompimento ed evita questo genere di pagine.

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