martedì 29 ottobre 2019

Il Gattopardo

Istruzioni per la lettura: prendersi qualche minuto e iniziare ad ascoltare questo Valse Sentimentale di  Čajkovskij.

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(scritto in treno in pochi minuti e terminato qui) Dove iniziare?
Inizio dalla Sicilia, sublime e orribile, indolente e vanitosa? Dall'invasione sabauda e dalla farsa del plebiscito di annessione? Dai paesaggi da "clima terribile" e di bellezza struggente? Dagli ammazzamenti di briganti aspromontini e di disertori del regio esercito anarchici garibaldini narrati dal colonnello Pallavicini? Dalla figura affascinante e centrale, il patriarca Principe Fabrizio di Salina?
Il tempo (la pellicola uscì nelle sale nel 1963, qui qualche data relativa all'ambientazione de Il Gattopardo) lenisce l'effetto grottesco di qualche passaggio caricaturale (il principe di Salina che alza per la collottola il divenendo consuocero Don Calogero per baciarlo dopo che questi ha accettato la richiesta della mano della figlia Angelica  per il nipote Tancredi).
Ma è il senso di Grande Bellezza (e di decadenza aggiungerebbe il signor Connor) che pervade l'opera di Visconti.
Erano anni che volevo vedere questo capolavoro, da quando tornato dagli Imboscati cercai il Second waltz di Shostakovich e vidi qualche fotogramma del video a corredo. La seconda parte de Il Gattopardo si svolge in una festa di gala con ballo (splendidi le scenografie e i costumi), mi accarezza e seduce come poco altro. Rosa Canina seguì i corsi di balli e danze dell'Ottocento quasi subito dopo che io smisi (qui una foto). Vedevo i suoi occhi brillare, ieri sera, osservando cerchi circassi, valzer e contraddanze. Ah, che meraviglia!
L'andare del tempo, il silenzioso travaglio del principe di Salina che si accorge della gioventù andata quando subisce i travolgenti fascino, sensualità e bellezza di Angelica (Claudia Cardinale) non è affatto solo nella dimensione politica, storica, morale.
Notavo la similitudine sconcertante con molti eventi grandi di Dolce Vita milonghera. Benzina su fiamme già alte!
Il colossale lavoro di Visconti non fa che alimentare alcune convinzioni (stereotipi?) nostalgici, su vite soavi e asperrime aristocratiche, l'osservazione del potere della gioia, del potere del trascendere della danza, l'osservazione della catastrofe, dell'abbruttimento ugualista della liquefazione contemporanea,"sulla bellezza straripante della Sicilia (finché i siciliani non la rovineranno!).
Tutto scorre cambiando ogni cosa per non cambiare nulla!

P.S.
Qualcuno ha letto l'omonima opera letteraria primigenia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa?
Perché don Calogero non porta in società reclude la bellissima moglie? E' solo un rimarcarne la "spilorciaggine"?


3 commenti:

  1. Non era il 1863? Ovvero, milleottocento, non millenovecento.

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    1. Grazie per l'osservazione, Io!.
      Avevo scritto in fretta e male.
      La pellicola di Visconti è del 1963.
      Giulio Fabrizio Tomasi (nel romanzo e nella pellicola il Principe Fabrizio Salina) nacque nel 1813 e morì nel 1885. Quindi l'ambientazione è di quegli anni, ovvero la seconda metà dell'Ottocento.
      Quindi... all'inizio del travolgente successo del ... valzer. Quindi anche le danze sono corrette. Credevo erroneamente che il vals fosse successivo e invece... Strauss padre morì nel 1849.
      Il tango vals arrivò alla fine dell'Ottocento.
      Così ho ripassato anche un po' di storia e di date.
      Buondì

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    2. Ho migliorato il testo della pagina. Grazie Io!.

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