Non servono miglia e porti lontani. Gli odori forti di spezie, di vita sono qui, dietro di te. In cammino verso l'oltre, terre così vicine e inesplorate. Passo dopo passo.
condivido! purtroppo tra gli anni 50 e 70 scorsi c'è stata una smania (in parte una necessità) a costruire che non ha badato agli scempi che tiravano su con rozzezza tra antiche costruzioni. una minima consapevolezza estetica e urbanistica è intervenuta, parzialmente, solo più tardi, a danno ormai fatto. massimolegnani
Direi che ci fu, in pochi lustri la necessità di dare alloggio ad un paio di decine di milioni di italiani fuggiti dalle campagne e inurbatisi. Un processo così violento non poté non fate disastri. Praticamente tutte le città che ebbero più o meno industrializzazione vennero deturpate da tumori di edilizia, in parte rilevante scadente e pure peggiorata da speculazione. Il concetto di modulo-formicaio lecorbusierano ha il problema intrinseco, ontologico, della scala. Ovviamente TUTTI questi architetti dei formicai si guardarono bene anche solo dal pensare di vivere nell'errore progettato per altri.
Katrina, buonasera. Urbanismo brutale sinergico con molti altri problemi. Disastro certo ottenuto. Vedere sopra commento 27 aprile 2025 alle ore 19:46.
Problema di fondo è l'incompetenza. Prima cosa, l'idea neoromantica che le "rovine del passato" siano "belle". Assolutamente falso. Seconda cosa, l'idea che gli edifici siano come la Pietà di Michelangelo, un'opera unica idealmente destinata all'eternità, reazioni termonucleari del sole permettendo. Gli edifici sono macchine e hanno un ciclo di vita utile, poi vanno demoliti e smaltiti come rifiuti. Più o meno il ciclo di vita di un edificio realizzato in calcestruzzo è di cinquant'anni. Quindi siamo già al punto che dovremmo abbattere tutti gli edifici del "boom economico" che costituiscono la gran parte delle città odierne. Un edificio pre-moderno, costruito in pietre e malta, coi solai fatti di travi e graticci di paglia, oppure in mattoni, è un reperto da museo come un tempio romano o una chiesa gotica. Siccome ce ne sono veramente pochi che vale la pena conservare, anche quelli sarebbero da radere al suolo.
Insomma, delle nostre città rimarrebbero solo gli edifici dagli anni Ottanta in avanti, non perché abbiano valore estetico ma perché sono come un'auto usata che ancora va e non vale la pena rottamarla. Quelli e le torri in vetro e acciaio che la "finanza" impone come modello da ripetere ovunque nel mondo, a rendere riconoscibile la sede del denaro.
Addiveniamo quindi al "bello". Mettiamola cosi: un edificio dovrebbe essere il meno cospicuo possibile, cioè farsi notare meno possibile. Poi dovrebbe essere il più comodo ed economico possibile, come un qualsiasi macchinario. Cercare il "bello" nelle macchine ha poco senso, oppure, diciamo che è questione di moda e le mode cambiano, tornando alle automobili, se rimanessero sempre uguali non solo un sacco di gente non potrebbe lavorare ma si potrebbero fare pagare molto meno perché sarebbe palese l'economia di scala. Dopo tot milioni di panda, non puoi mica farla pagare come se fosse "nuova" e allora deve sembrare "nuova".
Riassumendo, le città sono "belle" più sono "sottotono" e ovviamente le città con un centro storico medievale sono "più belle" perché quegli edifici sono estremamente minimali, non sono per la scala ridotta ma anche perché sono fatti in pietra locale, tegole in cotto, eccetera, si mimetizzano nel contesto. Una villetta del "papi" coi soldi tutta spigoli e guglie, di colore arancio evidenziatore, pur essendo una cosa poco importante, inevitabilmente risulta fastidiosa e un palazzone anni Settanta, ugualmente spigoloso, da fastidio perché è "fuori scala".
Perché si fanno edifici che danno fastidio? Per soldi.
Ah, per capire il bello e il brutto bisogna guardare gli Americani. Gente che non ha gusto perché non può avere le necessarie esperienze e che è educata a pensare che lo scopo della vita sia "lavoro-guadagno-pago-pretendo". E' un modello che col tempo è diventato "universale". Le città europee diventeranno progressivamente "americane". Chi viene a Milano lo può toccare con mano.
Minimale come fattore di bellezza. I begli edifici rimasti dai secoli passati penso furono non-minimali in quanto di fattura migliore rispetto alle stamberghe nel frattempo sparite. Penso che ciò che viene percepito come bruttezza sia dovuto a questi fattori: 1 - scala 2 - linearità/ assenza di curve/curvatura 3 - materiali artificiali 4 - disfunzionalità/ anti funzionalità (la famosa casa di un "architetto" tedesco [sadico] fatta volutamente senza cessi).
Correzione. Per distinguere la merda dalla cioccolata bisogna avere provato l'una e l'altra. Solo che la merda la facciamo tutti senza sforzo e la trovi ovunque, la cioccolata invece è MOLTO difficile da fabbricare, ne consegue che tutti conoscono la merda e nessuno la cioccolata. Tradotto, nessuno percepisce la "bruttezza" e questo è il problema che dicevo, mancano le competenze. Gli impiegati non vivono male nelle citta infami o nelle villette a schiera in mezzo al nulla, sono come i polipi del corallo che non conoscono niente altro che il loro pezzetto di barriera corallina, ci nascono e ci muoiono.
Insisto, non esistono edifici belli e brutti, esistono edifici più o meno invadenti, appariscenti, estranei al contesto. Se costruisci una "baita" in pietra raccolta li attorno e la copri con un tetto di beole, la baita a fatica si nota. Se costruisci la stessa baita, con le stesse dimensioni, in cemento armato intonacato arancione, si nota cento volte di più. Se la costruisci in vetro a specchio, si nota mille volte di più, come il disco volante (e quello è l'effetto voluto ad impressionare il volgo).
Ovvio che il faraone vuole la piramide che si veda da quaranta chilometri.
La piramide è una macchina inutile, serve solo ad impressionare.
La baita invece si costruiva con grande fatica per ricoverare bestie e persone in inverno. Non doveva essere "bella" e se fosse stato più utile farla "brutta", sarebbe stata brutta. Invece era semplicemente economica e relativamente funzionale. Se da noi ci fossero foreste di conifere, invece che la pietra si sarebbero usati i "log", cioè i tronchi d'albero.
Adesso come compito a casa proviamo ad immaginare come si potrebbero demolire e ricostruire il 90% delle nostre città. Quello che succede dalle mie parti sono speculazioni immobiliari che si giustificano col fatto che si vende a prezzi accessibili solo agli stra-ricchi. Sul versante "popolari" 50m in un postaccio di periferia costano circa 300 mila euro.
Rumore, robaccia fuori posto, pettegolame, petulanze, fesserie continuate e ciarpame vario trollico saranno cancellati a seconda di come gira all'orsone.
Curiosità nello sperimentarsi. Curiosità di provare i limiti. Andare oltre, li dove non sai dove finisce la mente, inizia il corpo, dove pulsa il ventre e le tempie, palpiti di sangue ed emozioni. Fino ad arrendersi.
condivido!
RispondiEliminapurtroppo tra gli anni 50 e 70 scorsi c'è stata una smania (in parte una necessità) a costruire che non ha badato agli scempi che tiravano su con rozzezza tra antiche costruzioni. una minima consapevolezza estetica e urbanistica è intervenuta, parzialmente, solo più tardi, a danno ormai fatto.
massimolegnani
Direi che ci fu, in pochi lustri la necessità di dare alloggio ad un paio di decine di milioni di italiani fuggiti dalle campagne e inurbatisi.
EliminaUn processo così violento non poté non fate disastri. Praticamente tutte le città che ebbero più o meno industrializzazione vennero deturpate da tumori di edilizia, in parte rilevante scadente e pure peggiorata da speculazione.
Il concetto di modulo-formicaio lecorbusierano ha il problema intrinseco, ontologico, della scala.
Ovviamente TUTTI questi architetti dei formicai si guardarono bene anche solo dal pensare di vivere nell'errore progettato per altri.
Eh, a volte si è edificato in maniera confusionaria, quasi brutale. Certi pugni in un occhio in alcune zone... peccato.
RispondiEliminaKatrina, buonasera.
EliminaUrbanismo brutale sinergico con molti altri problemi.
Disastro certo ottenuto.
Vedere sopra commento 27 aprile 2025 alle ore 19:46.
Problema di fondo è l'incompetenza.
RispondiEliminaPrima cosa, l'idea neoromantica che le "rovine del passato" siano "belle". Assolutamente falso.
Seconda cosa, l'idea che gli edifici siano come la Pietà di Michelangelo, un'opera unica idealmente destinata all'eternità, reazioni termonucleari del sole permettendo. Gli edifici sono macchine e hanno un ciclo di vita utile, poi vanno demoliti e smaltiti come rifiuti. Più o meno il ciclo di vita di un edificio realizzato in calcestruzzo è di cinquant'anni. Quindi siamo già al punto che dovremmo abbattere tutti gli edifici del "boom economico" che costituiscono la gran parte delle città odierne. Un edificio pre-moderno, costruito in pietre e malta, coi solai fatti di travi e graticci di paglia, oppure in mattoni, è un reperto da museo come un tempio romano o una chiesa gotica. Siccome ce ne sono veramente pochi che vale la pena conservare, anche quelli sarebbero da radere al suolo.
Insomma, delle nostre città rimarrebbero solo gli edifici dagli anni Ottanta in avanti, non perché abbiano valore estetico ma perché sono come un'auto usata che ancora va e non vale la pena rottamarla. Quelli e le torri in vetro e acciaio che la "finanza" impone come modello da ripetere ovunque nel mondo, a rendere riconoscibile la sede del denaro.
Addiveniamo quindi al "bello". Mettiamola cosi: un edificio dovrebbe essere il meno cospicuo possibile, cioè farsi notare meno possibile. Poi dovrebbe essere il più comodo ed economico possibile, come un qualsiasi macchinario. Cercare il "bello" nelle macchine ha poco senso, oppure, diciamo che è questione di moda e le mode cambiano, tornando alle automobili, se rimanessero sempre uguali non solo un sacco di gente non potrebbe lavorare ma si potrebbero fare pagare molto meno perché sarebbe palese l'economia di scala. Dopo tot milioni di panda, non puoi mica farla pagare come se fosse "nuova" e allora deve sembrare "nuova".
Riassumendo, le città sono "belle" più sono "sottotono" e ovviamente le città con un centro storico medievale sono "più belle" perché quegli edifici sono estremamente minimali, non sono per la scala ridotta ma anche perché sono fatti in pietra locale, tegole in cotto, eccetera, si mimetizzano nel contesto. Una villetta del "papi" coi soldi tutta spigoli e guglie, di colore arancio evidenziatore, pur essendo una cosa poco importante, inevitabilmente risulta fastidiosa e un palazzone anni Settanta, ugualmente spigoloso, da fastidio perché è "fuori scala".
Perché si fanno edifici che danno fastidio? Per soldi.
Ah, per capire il bello e il brutto bisogna guardare gli Americani. Gente che non ha gusto perché non può avere le necessarie esperienze e che è educata a pensare che lo scopo della vita sia "lavoro-guadagno-pago-pretendo". E' un modello che col tempo è diventato "universale". Le città europee diventeranno progressivamente "americane". Chi viene a Milano lo può toccare con mano.
EliminaMinimale come fattore di bellezza. I begli edifici rimasti dai secoli passati penso furono non-minimali in quanto di fattura migliore rispetto alle stamberghe nel frattempo sparite.
EliminaPenso che ciò che viene percepito come bruttezza sia dovuto a questi fattori:
1 - scala
2 - linearità/ assenza di curve/curvatura
3 - materiali artificiali
4 - disfunzionalità/ anti funzionalità (la famosa casa di un "architetto" tedesco [sadico] fatta volutamente senza cessi).
Correzione. Per distinguere la merda dalla cioccolata bisogna avere provato l'una e l'altra. Solo che la merda la facciamo tutti senza sforzo e la trovi ovunque, la cioccolata invece è MOLTO difficile da fabbricare, ne consegue che tutti conoscono la merda e nessuno la cioccolata.
EliminaTradotto, nessuno percepisce la "bruttezza" e questo è il problema che dicevo, mancano le competenze.
Gli impiegati non vivono male nelle citta infami o nelle villette a schiera in mezzo al nulla, sono come i polipi del corallo che non conoscono niente altro che il loro pezzetto di barriera corallina, ci nascono e ci muoiono.
Insisto, non esistono edifici belli e brutti, esistono edifici più o meno invadenti, appariscenti, estranei al contesto. Se costruisci una "baita" in pietra raccolta li attorno e la copri con un tetto di beole, la baita a fatica si nota. Se costruisci la stessa baita, con le stesse dimensioni, in cemento armato intonacato arancione, si nota cento volte di più. Se la costruisci in vetro a specchio, si nota mille volte di più, come il disco volante (e quello è l'effetto voluto ad impressionare il volgo).
Ovvio che il faraone vuole la piramide che si veda da quaranta chilometri.
La piramide è una macchina inutile, serve solo ad impressionare.
La baita invece si costruiva con grande fatica per ricoverare bestie e persone in inverno. Non doveva essere "bella" e se fosse stato più utile farla "brutta", sarebbe stata brutta. Invece era semplicemente economica e relativamente funzionale. Se da noi ci fossero foreste di conifere, invece che la pietra si sarebbero usati i "log", cioè i tronchi d'albero.
Adesso come compito a casa proviamo ad immaginare come si potrebbero demolire e ricostruire il 90% delle nostre città.
Quello che succede dalle mie parti sono speculazioni immobiliari che si giustificano col fatto che si vende a prezzi accessibili solo agli stra-ricchi. Sul versante "popolari" 50m in un postaccio di periferia costano circa 300 mila euro.