martedì 20 agosto 2013

Bianca e scassata

Mi sono perso con volontà nelle stradine minori della pianura padana (anche della pianura padana sarebbe pleonastico, fino a Verona c'è solo una via, peraltro con paesaggi e spazi meravigliosi in Vallagarina, fino alle strette dell'Adige). Per assaporare ancora l'ampiezza degli spazi, un senso fugace di viaggio esotico a pochi passi di qui. Ho attraversato la bassa veronese e un pezzo di oltrepò mantovano e poi ancora la bassa estense.
Sono riuscito a trovare persino qualche chilometro di strada bianca o di strada talmente scassata, tra Pilastri e Massa Finalese, da avere solo chiazze di asfalto. In mezzo a spazi grandiosi, al profumo di terra e di letame grasso, di mais, ai filari di olmi che solo in questa viabilità minore esiste, un casolare qui e gli argini con i pioppi alti là in fondo, a perdita d'occhio, chissà quale vitigno antico in quelle vigne residuali, ad una abbondanza celebrata anche nei nomi.
A dire il vero e dirla tutta anche l'odore nauseabondo chimico di veleni nebulizzati a josa sui campi di tabacco nel veronese, che poi quella roba ce la si fuma, oltre a mangiarsene altri di veleni che - causa crisi e costi elevati quest'anno la melercia è un pochino meno melercia, risparmiano qualcosa sui trattamenti mortiferi, mi dicono).
Un viaggio nella pianura padana degli anni Cinquanta, anche olfattivo. Ero così felice di questo premodernismo residuale che perfino il meteo mi ha regalato un forte acquazzone quasi arrivato nel bolognese. Amo la pioggia, specie dopo la siccità, e la campagna. Stanotte, a casa e alle tre mi sono goduto una temporale intenso di almeno mezzora. Acqua a catinelle e vento e tempesta di saette e fulmini. Sentivo gli odori del bosco e dei prati che bevevano e si inumidivano. Il verde era più brillante stamani.




4 commenti:

  1. Mi stupisco che queste belle parole non abbiano attirato nessun commento. Quand'ero più giovane ero solito cimentarmi, come te, in "imprese" dello stesso tipo (in Lomellina) e capisco perfettamente cosa stai cercando di descrivere. Ma non ci puoi riuscire: è indescrivibile.

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  2. Perché molte persone hanno perso o, sempre più spesso, non hanno potuto vivere quegli ambienti estetici, semplicemente non li conoscono più, non li hanno mai conosciuti. Non puoi amare ciò che non conosci.
    L'artificializzazione mortifera di Gaia è frutto e concausa dello sradicamento di masse esponenzialmente sempre più grandi dalla Natura che ormai è considerata, da molti, come una sorta di cava, di miniera di risorse da sfruttare nel minor tempo possibile e con la massima intensità possibile, prima che il saccheggio venga compiuto da altri.

    MrKeySmasher, noi siamo stati molto fortunati.
    E io cerco di portare il mio bipede (che sta diventando un buon esteta) in quegli ambienti. Se tu ti fossi riprodotto avresti lasciato un homo probabilmente testimone vigile di mondi migliori.

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    1. Sì, hai ragione quando dici che molti non sanno perché non hanno vissuto [1]. Pensa che una decina d'anni fa (si era nel 2004) avevo provato a far passare l'idea, negli ambienti ambientalisti [2], che fosse opportuno istituire una giornata della memoria sulla falsariga di quella che si celebra in ricordo dell'olocausto, ma riferita alla memoria delle cose che furono e che più non sono in tema ambientale e paesaggistico [3]. La cosa sembrava bene accetta, ma poi non se ne fece nulla. Personalmente ho pure avuto l'impressione che sia stata leggermente travisata rispetto alle mie intenzioni, molto più radicali di quelle dei miei interlocutori.

      [1] Ho poi imparato che gli ambienti ambientalisti sono assai poco ambientalisti. Cocomeri, come li hai molto efficacemente descritti tu. Ambientalismo debole, come lo definivo io, intendendo con debole, più semplicemente, ipocrita o nella migliore delle ipotesi scarsamente consapevole.
      [2] Lo so che ambiente e paesaggio non sono la stessa cosa, però ritengo che ci sia una stretta parentela e che sia opportuno non scindere le due cose più del minimo indispensabile.
      [3] E' allarmante constatare che con lo scomparire delle generazioni scompare anche la concretezza nel sapere come stavano le cose prima della narrazione dei fatti (spesso fasulla) così come ci viene propinata da persone che troppe volte hanno interessi non proprio limpidi. Occorrerebbe che quel sapere diffuso venisse perpetuato senza accentrarlo, attraverso mille rivoli diffusi che tocchino direttamente quante più persone possibile. La storia narrata diventa troppo facilmente menzogna strumentale, e lo sai meglio di me.

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    2. Se dovessi trovare un termine per esprimere la mia posizione direi che sono un ecologista per distinguermi dagli ambientalisti che sovente hanno una posizione debole, faziosa, schierata, moralista o antibiologica.

      Ci sono casi, noti nei quali il paesaggio umano ecologico è perfino superiore ad alcuni ambienti "meno o poco umani". Ad esempio in varie zone delle Alpi la perdita dei pascoli che si stanno rimboschendo ha comportato una sensibile perdita della biodiversità.

      Concretezza del sapere ovvero "Buona teoria E buona prassi E buone pratiche".
      La conoscenza diretta (l'unica) è stata sostituita prima da quella libresca e ora da quella virtuale. Queste possono essere molto più facilmente manipolate.

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