sabato 4 aprile 2015

Il pesce e la bicicletta

Pesce e bicicletta... :)
Mi viene ancora da ridere su questa provocazione di _rio: un uomo serve ad una donna o una donna ad un uomo, come una bicicletta a un pesce.
Eppure è proprio quella inutilità che porta allo stato di grazia dell'(inn)amore.
Un pesce che sorride come un... matto pedalando sulla bici.
Grandioso!
Nietzsche diceva del un caos dentro di sé per partorire una stella danzante.
A me_mi manca proprio quella bici, per quanto assurdo possa essere questa inutilità.
Il caos di un pesce in bicicletta.
Ormai son quasi quattro anni.
Lunedì _ana la tiziana verrà su, la porto a visitare un borghetto.
Ma oggi _tra è stata la bicicletta, la mia, in testa tutto il giorno.

13 commenti:

  1. Ma ce l'aveva d'oro _tra? Profumata di spezia d'oriente? :-)

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  2. Nietzsche ne ha dette di cose, ma ancor piu' sua sorella che mise mano ai suoi appunti.

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  3. Eppure se ne son trovati di cappucci copri valvole da bici dentro giovani ricciole...

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    1. Frammenti di pllastichine dentro.gipvon sardine, pezzetti di sportine in panza a povere tartarughine.

      Rispondo con un frizzo che non è che abbia afferrato granché il tuo pensiero, Franco.

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    2. dentro giovin sardine...
      Refusi da scrittura da furbofono. Scusate.

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    3. .. era solo per confermare che un senso - per quanto perverso - possono trovarlo anche apparenti incompatibilità..

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  4. Diciamo che tecnica e abbondanza di risorse hanno sparigliato parecchio questa sinergia e ciò ha pro e contro.
    Qui e ora direi che l'eros è più che mai caos ovvero pesci e biciclette!

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  5. A Milano la maggior parte delle persone vivono da sole.
    Sarà probanilmente una fase non lunga ma ora è così.
    Una ex collega "missiomaria laica" in Brasile diceva che là la maggioranza dei bambini (in strati sociali degradati?) non conosce il loro padre. Anche la famiglia è "culturale" non meno di quanto sia la non famiglia.

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  6. "Una donna senza un uomo è come un pesce senza bicicletta. La frase originale era: A woman needs a man like a fish needs a bicycle, e viene attribuita a Gloria Steinem (ma lei ne gira invece la maternità a Irina Dunn, e la data al 1970. La quale Irina Dunn l’avrebbe a sua volta parafrasata da un filosofo, che parlava dei rapporti fra l’uomo e Dio)"
    Non è farina del mio sacco, ma siccome ricordavo ciò sono andata a controllare in rete.
    La prima volta la ho letta nel 1976 su un poster all'interno di un consultorio AIED

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    1. Mi hai fatto un piccolo regalo con questo minilavoro di filologia.
      Grazie Vera.
      :)

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  7. Tra le feroce degli islamici sunniti fondamentalisti c'è quella per l'imposizione della loro modello di famiglia in cui la donna è resa mezzo di produzione di prole per i maschi dei quali sono proprietà e per la crescita numerica della religione.
    E' un tentativo antimodernista di resistere all'allentamento dei vincoli culturali della famiglia, nel loro caso non è quella monogamica cristiana (con alcune eccezioni poligamiche) o ebraica ma quella poligamica islamica.
    Ma l'allentamento dei vincoli famigliari e la disgregazione della famiglia come piccolo gruppo per l'allevamento della prole NON avviene solo nelle società postmoderniste.
    Dove le società hanno meno vincoli, o più degrado (dipende dai punti di vista) la famiglia tende a scomparire. I maschi si accoppiano con le femmine e poi, molto spesso, spariscono.
    Desmond Morris e altri etologi hanno cercato di trovare una conferma biologica nel modello di famiglia ma sono tesi deboli.
    Matt Ridley in "La regina rossa" paragonava il modello degli homo a quello di alcune comunità di uccelli in cui le femmine cercano di cooptare i maschi nell'allevamento della prole. Ma questo modello ha un sacco di eccezioni, è un imprintig biologico debole per varie ragioni.

    Moltitudini di bambini che non conoscono il padre: non solo in Brasile: questa è la realtà di ampie parti dell'Africa, pure.
    Una moltitudini di ragazze madre che hanno più figli da uomini diversi.
    Il legame uomo-padre donna-madre è precario, labile.
    Il fatto che molti bambini non conoscano il padre non è certamente una cosa utile e tende a perpetuare il meccanismo di procreazione "senza famiglia" della specie.
    Come ecologista noto che questo può essere uno dei peggiori fattori di crescita della popolazione.
    In questo momento si stima che l'aumento di popolazione annuale (ca. 80 milioni di homo all'anno) corrisponda, appunto, alle gravidanze NON volute, indesiderate.

    Certamente parte di queste avvengono in società morali e culturali nelle quali contraccezione e aborto sono osteggiati ma anche nelle società caotiche, "afamigliari".
    In questo caso le comunità omosessuali non c'entrano granché.
    Anzi, se non fosse per certe hybris riproduttive egoico-compulsive (non molto dissimili da quelle di certi etero, riproduzione senza se e senza ma a spese dei piccoli che le subiscono) da un certo punto di vista le comunità omo sono ecologicamente virtuose, contribuendo a diminuire i folli tassi di crescita nei paesi in crescita/esplosione demografica ovvero a incrementare i tassi di di descrescita in quelli in cui le donne hanno meno di 2.1 figli a testa (tasso di stabilità demografica).

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