venerdì 8 giugno 2018

Infelicità e felicità

_civa non sta bene. Un po' la sua salute cagionevole, un po' che ha troppo tempo libero e non di rado si arrovella in seghe mentali, un po' che vorrebbe da me qualcosa che io non posso darle, un po' l'età che ora che il suo ruolo materno è, in qualche modo, finito, non sa dove rivolgere il proprio senso esistenziale. Noi uomini non abbiamo né il potere e la gioia di dare la vita né abbiamo il vuoto esistenziale che segue, una volta che il ruolo materno giunge a compimento, una volta che i figli hanno intrapreso la loro strada. Ho l'impressione, a volte, che è come se girassero a vuoto. Quando sua figlia, prima del periodo Erasmus, era ancora in casa, era più serena. Ora è diventata più inquieta, percepisco in lei una sorta di vuoto e relativa inquietudine che trapelava anche da _mlero.
Forse sarà anche per questo, come osserva Lorenzo, che le donne vogliono diventare poi le mamme dei loro compagni. Io non le do soddisfazione in questi termini, essendo così fiero e geloso della mia autonomia, non mi serve una che mi stiri, lavi, una che cucisca o lavi, cucini. Io posso avere al più un'amante, non mi serve una colf.
Il suo non ben-essere esistenziale diventa fragilità e io percepisco il suo desiderio, per quanto celato o dissimulato, di appoggiarsi a me. E se c'è una cosa che io considero e sento profondamente antierotica è questo bisogno vischioso, questo aspiratore di energie. Quando seguivo lo zio Hack, una delle sue dritte strategiche fondamentali era "State lontani da partner con problemi, lasciate perdere la coppia quando non avete risolto i vostri problemi!".
Quando non sta bene (e questo è successo i quattro quinti del tempo che abbiamo trascorso insieme) invecchia, diventa brutta e questo mi spaventa, mi allontana.
Ecco, io sono un pessimo crocerossino, il peggiore che esista.

Ma qual'è il senso dello stare insieme, quando i figli sono andati? Quale l'etica, l'ecologia, la Gestaltung della coppia, il senso della convivenza quando il dovere della convivenza per l'allevamento e l'educazione dei figli viene a mancare come vincolo? quando la sessualità assume toni meno intensi, più sfumati?

Leggevo dei suoi sfoghi sulla sua infelicità, ieri sera, seduto in loggetta. C'era il cielo plumbeo, una danza di lampi e tuoni lontani. Io sono così complicato nella mia semplicità. Stanotte è arrivata acqua a catinelle e io ero felice, anche solo per la musica degli scrosci sul tetto. Ero felice, stamani, per il verde lucido e il brillare delle gocce sulle foglie, per il profumo buono di bosco e di terra bagnata, il silenzio,  vedevo il capriolo quasi rosso nel sul mantello estivo brucare nella radura vicina alla quercia grande, oltre i pini neri,  e mi rendevo quanto poco e tanto mi basti per essere felice.

(via rsvn.it)


26 commenti:

  1. Quando ero al museo vedevo alcune coppie, gente che stava insieme da decenni,si muovevano insieme, quasi inconsapevolmente. L'una faceva un passo e l'altro si muoveva verso di lei. Il fatto di essere diversa nel mio vissuto, non mi ha impedito di considerare quanto è bello amare qualcuno così.

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    1. La convergenza al "monoessere fusionale" non mi attira. Ovvero è una cosa non erotica.
      Intwndo che succede tra le persone che hanno.convissuto a lungo e intensamente, succede anche tra madre e lattante obtra padroni e i.loro cani, tra fratelli.
      E' una formacdi amore fraterno, filiale, etc. .
      Preferiscovdue amanti che ridono, si punzecchiano poi si uniscono voluttuosamente, appassionatamente.
      Non è Agapè, non è Eros. C'è un termine che.lo indichi, Sara?

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  2. Ciao Uomo secondo me il ruolo materno o comunque genitoriale non finisce mai finché si é in vita, semplicemente,cambia. Quella che tu noti in _Civa é la "sindrome del nido vuoto"...capita ad alcune persone abituate a convivere stabilmente con i figli fino ad età adulta, e dove magari esiste un rapporto particolarmente stretto, ma essere madri o padri esula da questo.
    Essere coppia è un percorso, é soprattutto una volontà condivisa e consapevole. Alcune persone tuttavia confondono l'altra parte non come "altro da sé" ma come una stampella o un appoggio e questo è certamente un errore, ma ci sono casi in cui una vera coppia si riconosce proprio nel momento in cui l'altro è più fragile.
    Voi non siete una coppia, siete due adulti che si frequentano e tu non desideri coinvolgimenti e impegni morali rispetto al vedervi occasionalmente per condividere momenti piacevoli. Non si tratta di avere un carattere indipendente, semplicemente non sei coinvolto. Forse lei immagina invece che stiate in coppia e per questo sente il bisogno di appoggiarsi a te quando non sta bene. Come dico sempre, a volte è meglio essere chiari subito sui confini di un rapporto onde poi evitare di trovarsi in tali situazioni.

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    1. Essere chiari...
      In un messaggio, l'altro giorno, nel quale si lamentava che io fossi "stronzo" e chissà quando staremo di più insieme.
      Ora, io le ho scritto, detto e replicato in tutti i modi che io non intendo convivere, fare vita di coppia (con parenti amici e conoscenti) etc. e ciò nonostante mi scrive una cosa così?
      Ora io ho due alternative:
      o - o le ripeto di nuovo quanto detto andando avanti (e causandole, in futuro, dolore quando ella si accorgerà che le sue projezioni su di me non sono la realtà)
      o - chiudere ora, anche se non è in un gran periodo.

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  3. Spirito libero scrive cose di grande Buon senso. Concordo con lei.

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    1. Buonasera, Silvia.
      Vedi sopra, risposta a Spirito Libero.

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    2. MA LA VITA NON E' UN'EQUAZIONE, walker!
      tanto meno i rapporti umani!
      Dovresti avere l'età per averlo capito da un pezzo!
      L'EQUAZIONE "Walker sta al mettere le cose in chiaro come donna sta all'accettazione della dura realtà di trombamica piuttosto che di fidanzata" non funzionerà mai!
      perchè la consapevolezza è una delle cose più diffcicili da raggiungere per chiunque.
      specie se si tratta di diventare consapevoli di una realtà che ti crea solo sofferenza.
      sai quanti genitori, piuttosto che ammettere che il figlio è un malato psichiatrico, tanto per stare su cose che conosco, si inventano una realtà che non esiste, ma che non li fa crollare nella disperazione?
      ERGO: taglia, anzi, non avresti dovuto nemmeno iniziare, visto che ci hai già provato altre volte.

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    3. Sto iniziando a riflettere sul tagliare.

      Cosa intendi con "visto che ci hai già provato altre volte". Provato cosa?

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    4. @walker
      beh, mi sembra di ricordare che hai avuto altre storie-fotocopia di questa, tutte fallite.
      @lorenzo
      non si capisce niente di quel che scrivi

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    5. Harem!? Una è pure troppo!
      Se alcune donne le considerano fallimentari, è un problema loro.

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    6. Sorrido per le ambiguità intorno al termine harem e a ciò che ne deriverebbe.

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    7. Lo scenario che hai descritto mi alletta molto. Direi... l'ideale! Aahaah

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    8. Con la mia esperienza personale e con l'osservazione attenta delle persone che frequento e delle quali ho qualche conoscenza posso notare che:

      1
      La convivenza ha senso fino a quando c'è la prole da allevare: le madri necessitano di aiuto e di sostegno.

      2
      C'è sempre stata una separazione tra maschile e femminile e molte cose gli uomini le facevano con altri maschi e le donne con altre femmine.

      3
      L'organizzazione sociale più diffusa per molti secoli è stato il clan/famiglia patriarcale.
      Ancora, in essa, le donne venivano aiutate anche da altre femmine, oltre che dai mariti, gli uomini facevano cose con altri maschi, lontano e senza le femmine.

      4
      La famiglia nucleare "isolata" è un prodotto del modernismo e... non regge l'etologia di specie.

      5
      La convivenza ha senso di aiuto reciproco nell'anzianità.
      Ma ancora, questa realtà evidente, collide con l'esclusività relazionale (e sessuale anche se questa componente dovrebbe avere meno importanza in tale fase della vita).
      Se ci si riduce a badanti reciproci, questo ha scarsa attinenza o, addirittura, è incompatibile con l'eros, sia pur nelle condizioni di quell'età.

      6
      Maschi e femmine hanno proprio priorità diverse, non di rado scarsamente compatibili o proprio incompatibili.

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  4. Lascio intenzionalmente perdere la questione "coppia" per soffermarmi sul "felici con poco" -- per potersi sentire felici con poco occorre sapere di essere poca cosa. Chi si vede come "un grande" non potrà mai essere stabilmente soddisfatto di sè, ovvero felice.

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    1. Questo è il tuo punto di vista. Per te funziona? Bene. In genere, però, va a finire che chi è insoddisfatto si dà un gran da fare per rovinare la vita agli altri...

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    2. > L'essere umano DEVE essere sempre insoddisfatto della sua condizione

      Anche questo è estremo: non puoi esssere sempre insoddisfatto, a meno di essere masochista e provare piacere dal proprio mal-essereesistenziale.
      D'altra parte è vero che la molla evolutiva è il bisogno, la necessità e l'insoddisfazione.
      Diciamo che una vita sana, ritengo debba avere alternanze, periodi di soddisfazione, neutri e di insoddisfazione. Altrimenti diventa una condanna, quella di Sisifo.

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    3. Lorenzo: "Mi fate ridere."

      Vedi che cedi alla spensierata gaiezza, che sei un edonista?

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    4. Loracolo, di gente sdraiata ne vedo invero ben poca. In effetti è tutto un correre di qua e di là, sia quando obbligati da circostanze create ad arte (chi corre non ha tempo per pensare), sia nei rari momenti di "libertà", obbligati dall'industria di quello svago coatto che è una bella fonte di affari d'oro per chi lo implementa.

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  5. Intetessante.
    Avevo scritto un commento ma il furboono/assenza di campo se lo sono manl'giato.

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  6. Trombamica non è preciso perché non ho yempo per altre donne.
    Forse amante?!
    Ma né io né ella abbiamo un altro partner.

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  7. E' da tempo che penso all'eros con una professionista.
    La mia parte narcisistica punta i piedi: perché pagare una per chiavarla bene?
    Ahah
    :)

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  8. Quando Hugh Grant quando fu scoperto con una prostituta, gli chiesero perché, visto che sotto casa aveva file di donne idolatranti (fan).
    Rispose che con quelle c'è troppo tempo da perdere.

    Guarda che, magari con qualche ammorbidimento, ciò che scrivo qui lo dico anche a lei. A _civa ho già detto che mi alletta l'idea di provare il sesso con una professionista, così come le dico che sto bene da solo, che non ho tempo da dedicare a lei perché non ne ho neppure per me e tutto quello che scrivo anche qui.

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  9. Non devo né voglio indorare la pillola a te (per quale motivo?). Non c'è alcun giochetto e non saprei neppure quale potrebbe essere il gusto di tali giochetti.

    Spetta, 'sta cosa di uomini e donne che si vogliono limitare a momenti piacevoli è piuttosto frequente.
    Quasi tutti gli amanti fanno esattamente questo: lasciano la quotidianità a casa e con il/la amante passano momenti piacevoli.
    Non mi pare che siano quattro o cinque, in Italia...

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  10. > Ti danno fastidio le persone coi problemi?

    Mi danno fastidio quando si appoggiano a me per risolverli e questo NON è saltuario ma tende non dico al sistematico ma al frequente.

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