giovedì 14 giugno 2018

Rapido del Sud

Sono andato, in treno, a trovare il mio bipede (che è  stato riparato all'appendice guasta :). Hanno piazzato il nuovo ospedale laggù, in periferia, dalla stazione ci vogliono ventun minuti di buon passo. Questa urbanistica cialtronesco-speculativa (i terreni vicini sono stati tutti edificati con orribili palazzoni) di fatto allontana dall'uso del treno il 99% delle persone. Nel restante uno per cento ci sono io, che mi sono goduto il camminare.
Vista dal treno, questa valle fiorita  ed i mille verdi dopo l'acqua a catinelle di stanotte e stamani, ancora più bella, mi emiziona. Ieri sera ero con un amico d'infanzia lombardo che era stupito di quanto belli siano questi posti :- Lassù - mi diceva - siamo accatastati, la gente esce perfino dai tombini.
La sera, di tanto in tanto, mi dedico, alla mia passione, le ferrovie. Stasera mi sono visto questo documentario o filmato promozionale, del 1949, sul Rapido del Sud, il treno Roma - Taormina.
Notavo la finezza delle vesti, una eleganza del tutto assente oggi, in cui impera l'essere sbracato e un po' tamarro o finto tale. Infine, osservavo, che le spiagge e il ciglio della ferrovia, le massicciate, erano vergini, non c'erano i milioni di tonnellate di rifiuti della discarica diffusa. E poi spazi, vuoti, larghità senza gli ammassi di auto, di gente, di ciarpame edilizio che ammorba e devasta le coste.
Un'Italia di una bellezza sconcertante, mozzafiato.




17 commenti:

  1. Era il Bel Paese. Era. Di quello, oggi, rimane solo il mito (neppure più il ricordo, se non in forma distorta, come sempre accade ai ricordi quando vengono traslati in quella forma di leggenda chiamata impropriamente storia).

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    1. Lorenzo aveva collegato un paio di foto di Lagos (se ricordo bene): gratticieli (che mi fanno cagare il cazzo) in "centro" e una diarrea di roba (baracche, bicocche, casupole, ciarpame di ogni genere) tutto intorno.
      E' il modello democratico-egalitario-dirittista-consumista-crescitista che si manifesta anche in questa aberrante antiurbanistica, in questo tumore che è solo una della manifestazioni del teratoma umano.

      Le castalie, tra i quali i vari architettazzi alla Le Corbusier, il capostipite dei formicai modularizzati ( un po' come Engels lo fu per il tecnoteismo progressista, ma si tratta della stessa merda, sostanzialmente), gli archiminchiazzi che ti imbastiscono dei pipponi lunghi così sui loro fantastici alveari umani, sono poi quelli che prendono le ville del settecento in Franciacorta, il castelletto del cinquecento in Tuscia, il casale antico nei pressi di Gubbio.
      Predicano l'alveare e poi stanno in villa.
      La stessa cacca degli squallidi moralizzatori dell'accoglienza senza se e senza ma che poi lasciano il bus o il treno da guerra civile a te e che viaggiano in autoblu con scorta.

      Siamo alla dissociazione totale diffusa.
      Che è anche quella di Lorenzo, che sebbene a denti stretti, di tanto in tanto, con la sua anima razionale, ammette che una crescita infinita in luoghi finiti non possa funzionare. Poi associa 'sta presa di coscienza dei limiti ai sinistranti (che a me, in faccia, davano del fassista, quelli del MIT, il Club di Roma sono tutti fassisti) e, di tanto in tanto, ha dei sussulti sulla necessità della ripresa demografica.

      Io sono solo felice della decrescita demografica degli autoctoni E, se avesssi il potere, la bacchetta magic, farei sparire, con uno schiocco, i sei sette milioni di invasori, a partire dagli islamici che sono un tumore violento anche e soprattutto dal punto di vista demografico (lascio perdere tutto il resto di loro perché sarei piiuttosto pesante).

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    2. Il cinismo e la pianificazione della distruzione sociale, culturale ed ecologica di queste castalie mondialiste criminali e parassitarie, lo ipersfruttamento, i regimi totalitari soft e per questo ancora più pericolosi, sono evidenti.
      Lo sono anche i limiti, Lorenzo.

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    3. Grandissimo e infinito, la differenza è ideale.
      Ohssigur.
      Vivi nella costipazione lombarda bubbone speciale del tumore padano, della periferia padana, come la chiamava Grillo, un formicaio umano senza soluzioni di continuità e fai distonguo sofisti.
      Premdere la superficie della valle padana e dividerla pet il numero di.umani.
      Aritmetica dello spazio.

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    4. Non è che fa figo.
      Per me sono parole insufficienti a descrivere il problema, la patologia ambientale, urbanistica, estetica, ecologica nella sua gravità.
      Mi fa così schifo che io rifuggo da quei tumori.
      Non solo quello padano: c'è la conurbazione LU-PT-PO_FI, c'è la diarrea romana, il tumore campano.
      (mani nei capelli)

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    5. Scendi più nel dettaglio, che così non è chiaro.

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    6. > Ma non è un atteggiamento razionale

      Il primo atteggiamento razionale è quello di osservare il fatto che per gli animali superiori, esseri umani compresi, la qualità della vita decade con l'aumentare del numero di individui per unità di superficie.

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    7. Donatella Di Cesare, ecco un'altra frocia col culo degli altri. Le sciocchezze che questi intellettualoidi al caviale riescono a produrre mi stupisce ogni volta di più.
      La waltdisneyzzazione del mondo ricoperta di glassa filosofica. La cacca con zucchero sopra non è che cambi natura.

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    8. Loracolo: "primo votare"

      Fatto.

      Loracolo: "secondo non rivolgere la parola a compagni e immigrati"

      Quasi fatto, nel senso che non interloquisco con chi manifesta "concetti" che considero insensati e che interagisco con i forestieri solo quando costretto dal mio ruolo lavorativo o quando ho a che fare con persone in piena evidenza meritevoli (secondo il mio metro).

      Loracolo: "terzo non seguire nessuna moda, nel consumo, nel parlare, eccetera"

      Fatto.

      Dunque, sono "ufficialmente" un combattente nella piena operatività dei suoi ruoli. Ora, cosa cambia?

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  2. Ahah.
    Guarda che il problema è più grave.
    La popolazione credo sia aumentata di un buon 50%.
    Ciascuna persona poi ha iniziato a volere una propria stanza (una volta stipavano i numerosi pargoli addirittura due per letto, come era successo a me quando stavo dalla nonna materna, c'erano troppi nipoti e dormivamo testa-piedi, due per letto, sotto ce ne erano cinque, eravamo in dieci!!), poi le auto, etc. .
    Poi le seconde case (che sono state la devastazione edilizia di buona parte del paese, oltretutto nella stragrande maggioranza dei casi edilizia ciarpame).
    Quindi il prodotto
    numero persone x risorse necessarie per singola persona

    è esploso. Il risultato? La devastazione attuale.
    Captain Fantastic, in tutto questo, è come un brufolo rispetto alla lebbra.
    Aggiungo che il Captain Fantastic, nel suo firicchettonismo, aveva uno stile di vita meno consumistico. Questo appare in alcune scene del film, dove questi "fuori dal mondo" vengono a contatto con le (pacchiane?) ville ollivudiane dei parenti della madre morta.
    Ma, attenzione, io non darei troppo peso a questo ollivudianità consumistica, o al fatto che hai dei pickup da sedici tonnellate, alti sei metri, che consumano 2l al km.
    Io dico che non PUOI avere la villa ollivudiana in Emilia, in Lombardia, in Carinzia o in California, a Lagos o a Qatar City e poi essere in, quei luoghi, in seicendododici milioni.

    La torta dello spazio (una delle risorse più importanti) è finita: se aumenti il numero delle fette esse devono essere più piccole. Se sono molte numerose, saranno molto piccole.

    Già, poi c'è il baubau di Captain Fantastic.
    :)

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  3. Mi hai fatto faticare un bel po' a trovare i commenti che hai lasciato sul mio blog. E per giunta hai letto un bel po'!

    Si' sono una diarista di vecchia data, con lunghe pause qua e la'. Gli umori e le situazioni sono cambiate, ma mi ritrovo ancora in quello che scrissi.

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    1. Gentile Silkessa, può approfittare del pannello di controllo di blogger (devi cliccare "Commenti", a sinistra) e vi apprariranno tutti i commenti recenti.

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    2. L'ho fatto, ma i commenti non sono legati al relativo post.

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    3. I commenti, in pannello di controllo, sono in ordine cronologico inverso (in alto gli ultimi, i più recenti).

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  4. Auguri per una pronta ripresa del bipede.
    Anche io ho notato come nel dopoguerra vi fosse molta più eleganza e dignità nelle persone che pur nelle ristrettezze di quei tempi era gradini sopra la tamarritudine maleducata e urlante di oggi.

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    1. Quando vedo le foto di braccianti, contadini, artigiani di fine Ottocento o della prima metà del Novecento, degli emigranti italuani, vedo dignità e una certa eleganza nonostante le condizioni povere o, talvolta, misete.
      Capi semplici ma di qualità, tessuti di un certo pregio.
      Oggi vedi tamarritudine, plastica e miscugli inguardabili, nike rosa palandrane e velo oppure bwrmuda canottiera i"talians do it better" e marsupio.
      Uno dei molti progressi verso il peggio.

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